Settemila euro donati a Specchio grazie ai manifesti solidali di "Postered"

Di Lucia Caretti

Si è conclusa oggi “Postered”, l’iniziativa di un gruppo di creativi torinesi che hanno riunito le migliori agenzie della città e realizzato 25 manifesti solidali per aiutare Specchio dei tempi. Grazie a centinaia di adesioni, sono stati raccolti oltre 7 mila euro a sostegno dei progetti contro il Covid-19. Fondi che la onlus de “La Stampa” ha già trasformato in aiuti concreti agli ospedali, alle scuole e alle famiglie.

A partire dal 15 giugno i poster si potranno ritirare al Circolo del Design in via San Francesco da Paola, 17 a Torino, dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 19. Chi ha richiesto la spedizione sarà ricontattato dallo staff di Postered.

SCOPRI L’INIZIATIVA

I PROGETTI DI SPECCHIO DEI TEMPI
In oltre due mesi di lavoro senza sosta, lo staff di Specchio ha distribuito 1 milione di dispositivi di protezione individuali ai sanitari che lottano contro il Coronavirus: mascherine, camici, cuffie, guanti, calzari, occhiali. Le forniture sono arrivate in 125 strutture, tra ospedali, pubbliche assistenze, case di riposo, associazioni di volontariato, medici di famiglia, vigili del fuoco volontari. Specchio ha inoltre donato 150, fra macchinari, apparecchiature, letti ed arredi, alle rianimazioni ed ai pronto soccorso di 19 ospedali in tutta la Regione. Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” può farlo con donazioni online, quindi in totale sicurezza, con  causale «Emergenza Coronavirus», Fondo 112.  Le donazioni sono possibili con carta di credito qui, con un  bonifico sul conto intestato a Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo oppure sul conto corrente postale 1035683943, intestato a Specchio dei tempi. E’ anche possibile usare  Satispay (qui non occorre causale, ogni aiuto è automaticamente destinato alla lotta al virus). E’ infine possibile donare anche sulla piattaforma “ Rete del dono”.  Qui sul sito (e sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter) vengono più volte al giorno pubblicati aggiornamenti sull’andamento della sottoscrizione e sulle attività della fondazione a contrasto del Covid-19.

DONA ORA

Bando imprese cuneesi, arrivano le prime donazioni dei privati a Specchio

Di Angelo Conti
Pubblicato su La Stampa il 22 maggio 2020

Giampiero, Maurizio, Attilio, Delia, Lidia, Tiziano, Danilo. Ecco i primi privati cuneesi ad aver contribuito, insieme a Costruzioni Meccaniche di Cavallaro (complessivamente 1570 euro), con versamenti a Specchio dei tempi al bando per le piccole imprese della Granda. Ne stanno arrivando tanti altri in queste ore e domani saremo più precisi anche sul valore che riusciranno ad «aggiungere» ai 250 mila euro già stanziati (100 mila da Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi, 40 mila da Confartigianato Cuneo, 40 mila da Banca Alpi Marittime, 30 mila da Cassa di Risparmio di Savigliano, 30 mila da Egea e 10 mila dal consorzio «Impresecheresistono»).

L’appello a sostenere il progetto è rivolto certo ai privati, ma anche a tutte quelle aziende che, superata senza troppe scosse l’emergenza coronavirus, volessero ora mostrarsi solidali verso le tante, tantissime piccole imprese (pensiamo ai negozi dei paesi, alle attività artigianali di nicchia, alla ristorazione più tradizionale) che sono ad un passo dalla chiusura. Evento che finirebbe anche con l’impoverire tutto il territorio che ha bisogno di vita e di vite per riprendere presto il suo cammino. Una donazione in questo progetto ha dunque una doppia valenza: una solidale verso chi soffre di più, l’altra prettamente economica e, in definitiva, volta a dare forza a tutto il sistema cuneese.

DONA PER AIUTARE LE IMPRESE

Ogni aiuto avrà un valore di 3 mila euro e, per questo, sono al momento finanziati 83 interventi a favore di altrettante piccole imprese. L’obiettivo è arrivare a 100 aiuti, quindi a 300 mila euro, ma sarebbe ovviamente benvenuta ed utilissima anche una cifra superiore. Il primo step della raccolta verrà chiuso all’atto della emanazione del bando (che verrà pubblicato domani su La Stampa, nonché sui siti e le pagine social di Specchio dei tempi), ma saranno possibili versamenti, da parte di privati ed aziende del territorio, sino al giorno prima della proclamazione dei vincitori, cioè fino al 15 giugno. La somma a disposizione (e il numero degli aiuti) potrà quindi essere continuamente integrata.

Lo staff di Specchio dei tempi, una volta scaduto il termine delle domande (lunedì 1° giugno alle ore 24), valuterà le richieste e stabilirà la graduatoria, che verrà seguita dall’erogazione dei contributi, sino ad esaurimento delle risorse. Fra il 15 ed il 20 giugno i bonifici con l’aiuto economico raggiungeranno tutti i beneficiati, così da garantire la rapidità dell’intervento.

 

COME DONARE
Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” può farlo con donazioni online, quindi in totale sicurezza, con  causale «Bando Imprese Cuneo – Emergenza Coronavirus», Fondo 112.  Le donazioni sono possibili con carta di credito qui, con un  bonifico sul conto intestato a Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo oppure sul conto corrente postale 1035683943, intestato a Specchio dei tempi. E’ anche possibile usare  Satispay (qui non occorre causale, ogni aiuto è automaticamente destinato alla lotta al virus). E’ infine possibile donare anche sulla piattaforma “Rete del dono”.  Qui sul sito (e sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter) vengono più volte al giorno pubblicati aggiornamenti sull’andamento della sottoscrizione e sulle attività della fondazione a contrasto del Covid-19.

 

Arriva Virus+, il videogame che aiuta Specchio e gli ospedali

Di Lucia Caretti
Pubblicato su La Stampa il 29 aprile 2020

 

Per i profani: è una specie di snake a tema Coronavirus. Al posto del serpente c’è un globulo bianco, che deve sparare alle particelle infette. Per gli esperti di videogame: è il classico gioco arcade. Un modo nuovo e divertente di aiutare le iniziative benefiche di Specchio dei tempi. Un’invenzione di tre “hacker buoni” che erano “un po’ annoiati dalla quarantena”. E hanno usato i loro talenti per sviluppare Virus+: un videogioco che deve “intrattenere e positivizzare” chi lo prova. Ma soprattutto raccogliere fondi per gli ospedali piemontesi.

GIOCA ORA

“Siamo giovani ambiziosi con voglia di fare e fare bene. Vediamo che a causa di questa emergenza c’è tanta negatività, ma se si cerca con pazienza, si trovano anche messaggi positivi. Con Virus+ vogliamo diffonderli”. Luca Miniucchi, designer 26enne, di Viterbo, risponde da Bruxelles. Ha studiato allo Iaad di Torino e ora è un consulente del Parlamento Europeo. È stato lui a lanciare l’idea e coordinare il progetto. Ma nella squadra ci sono pure due programmatori torinesi, Simone Filippo Antonicchio, 27 anni, e Brian “Brax” Baldovino, 21 anni.

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“Ci siamo conosciuti all’Its, ai corsi professionali offerti dal Comune” ricorda Luca. “Questa città mi ha dato molto: Virus+ è un modo per restituire”. I tre ragazzi hanno lavorato a loro spese, nelle giornate di cassa integrazione e nel tempo libero. Hanno iniziato a metà marzo e stanno andando avanti, per rendere il sistema sempre più performante e per implementare nuove funzionalità. Il gioco è gratuito e molto intuitivo. Per iniziare basta cliccare su virusarcade.site, da un computer o da un dispositivo mobile.

Sin dalla prima schermata si capisce che l’obiettivo non è solo “sparare”. All’inizio e pure durante la partita, infatti, compaiono una serie di buone notizie che gli ideatori hanno selezionato per raccontare l’altra faccia della crisi sanitaria. “Non ci sono solo i numeri drammatici dei contagi e dei morti” continua Miniucchi. “Ci sono anche belle storie di solidarietà che danno speranza”. Come le storie di Specchio dei tempi, che Luca e i suoi amici hanno conosciuto online e immediatamente abbracciato. Si possono scoprire le iniziative della fondazione de “La Stampa” proprio grazie ai messaggi che si aprono tra un livello e l’altro. Poi quando si esce dal gioco si viene invitati a sostenere la onlus. Ecco, quello per gli “hacker buoni” amici di Specchio è il momento più importante: “Se anche solo una persona facesse una donazione, noi saremmo felici”.

I PROGETTI DI SPECCHIO CONTRO IL VIRUS
In un mese di lavoro senza sosta, lo staff di Specchio ha distribuito novecentomila di dispositivi di protezione individuali ai sanitari che lottano contro il Coronavirus: mascherine, camici, cuffie, guanti, calzari, occhiali. Le forniture sono arrivate in 90 strutture, tra ospedali, pubbliche assistenze, case di riposo, associazioni di volontariato, medici di famiglia, vigili del fuoco volontari. Specchio ha inoltre donato 146, fra macchinari, apparecchiature, letti ed arredi, alle rianimazioni ed ai pronto soccorso di 16 ospedali in tutta la Regione. Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” può farlo con donazioni online, quindi in totale sicurezza, con  causale «Emergenza Coronavirus», Fondo 112.  Le donazioni sono possibili con carta di credito qui, con un  bonifico sul conto intestato a Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo oppure sul conto corrente postale 1035683943, intestato a Specchio dei tempi. E’ anche possibile usare  Satispay (qui non occorre causale, ogni aiuto è automaticamente destinato alla lotta al virus). E’ infine possibile donare anche sulla piattaforma “ Rete del dono”.  Qui sul sito (e sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter) vengono più volte al giorno pubblicati aggiornamenti sull’andamento della sottoscrizione e sulle attività della fondazione a contrasto del Covid-19.
Infospecchiodeitempionlus@lastampa.it; 011.6568376.

Con Specchio un nuovo Alzheimer Caffè in corso Vercelli

Di Angelo Conti
Pubblicato su La Stampa il 21/01/20

I numeri dell’Alzheimer sembrano impazziti. Crescono ogni anno, complice l’incremento dell’attesa di vita. La malattia colpisce tutte le fasce di anziani, ma sta diventando devastante fra gli over 80. I casi conclamati in Piemonte sarebbero almeno 50 mila, a cui si aggiungono patologie correlate, come la demenza senile. Problemi giganteschi per migliaia di famiglie, costrette ad affrontare una malattia invalidante per il paziente, ma anche per i suoi congiunti.

Da quattro anni Specchio dei tempi segue attentamente il fenomeno, evidenziato dalle molteplici richieste di aiuto. Da due anni ha iniziato anche ad impegnarsi anche nella rete degli Alzheimer Caffè, finora finanziando le due strutture di Cascina Roccafranca in via Rubino e degli ex Bagni Pubblici di via Luserna di Rorà. Dall’11 febbraio i Caffè Alzheimer diventeranno tre con la nuova apertura di corso Vercelli 15, anche grazie al convinto sostegno della Circoscrizione 7 e del suo presidente Luca Deri. A condurre materialmente l’attività è l’Associazione A.S.V.A.D. «L’apertura di un terza sede degli Alzheimer Caffè – spiega il direttore, dottor Davide Gallo – era diventata necessaria in un’area delicata. La circoscrizione 7 è infatti area ad alta densità di popolazione ed è attigua alle circoscrizioni 8 e 6, anche loro densamente popolate, e sprovviste di servizi a sostegno diretto delle famiglie che assistono un congiunto affetto da Alzheimer o demenze correlate. Come per i precedenti avvii, si prevede una iniziale apertura a cadenza mensile, nel giorno di giovedì, dedicata all’incontro con un professionista. All’incontro si potrà accedere con il familiare malato, che sarà seguito dai volontari e tirocinanti, in attività ludico-ricreative. Per ogni incontro, saranno presenti anche due psicologi».

Dall’anno scorso, nel panorama degli Alzheimer Caffè è stata introdotta la pet therapy. «Il cane diventa uno strumento per ridare sprazzi di memoria e ricordo a persone che non hanno più queste risorse», spiega la dottoressa Antonia Tarantini dell’Associazione Aslan. L’attività 2020 in corso Vercelli prevede anche tre feste: quella dell’inaugurazione (martedì 11 febbraio) e poi quelle d’estate e di Natale. Occasioni per fare musica e riportare la memoria dei pazienti a sonorità passate.

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I bambini della Pertini di Torino “lavorano” on line con la scuola di Negombo in Sri Lanka

Di Angelo Conti
Pubblicato su La Stampa il 14/01/20

Per la prima volta una scuola primaria torinese “lavora” con una omologa scuola dello Sri Lanka. L’opportunità viene dal progetto “Connettiamo i bambini del mondo” di Specchio dei tempi che ha l’obiettivo di far dialogare gli istituti scolastici a cui la fondazione dei lettori de La Stampa ha offerto contributi per sviluppare didattica e innovazione. Ieri mattina c’è stato il primo collegamento fra la Dungalpitiya Public School di Negombo e la Pertini di via Montevideo.  Si è trattato di un momento anche tecnico per mettere a punto i particolari pc “rugged” (cioè praticamente indistruttibili) di cui sono dotate le scuole che partecipano al programma.  Attraverso questi personal computer tutte le scuole possono accedere anche ad un portale comune, attraverso il quale possono condividere video, fotografie, testi e approfondimenti.

Ieri mattina, presente a Torino la dirigente Elena Cappai ed a Negombo la responsabile Helen Nisha, i ragazzi si sono scambiati saluti in inglese. Poi i ragazzi della Pertini hanno intonato l’Inno nazionale e quelli di Negombo l’inno cingalese. Un bel momento che apre prospettive di dialogo e di scoperta importanti, fra bambini che vivono a 10.000 chilometri di distanza. La scuola assistita da Specchio dei tempi a Negombo è frequentata da molti allievi che hanno perduto parenti stretti nel corso degli attentati terroristici della scorsa Pasqua, che hanno colpito due chiese di quella cittadina.

Il progetto di Specchio dei tempi, oltre alla Pertini a alla Dungalpitiya, coinvolge anche tre scuole completamente ricostruite da Specchio dei tempi dopo altrettanti terremoti: quella di Arquata del Tronto in Italia, quella di Tochimico in Messico (alle falde del vulcano Popocateptl)  e quella di Namche Bazaar in Nepal (a quota 4000 metri sulle pendici dell’Everest).

Tredicesime, la storia di Maria Lucia: "Il mio lusso? Qualche volta un bagno caldo"

Di Beppe Minello
Pubblicato su La Stampa il 24 ottobre 2019

Da 12 anni la sua vita scorre tra il letto e la poltrona del salotto rivolta verso la tv. Per spostarsi, quando le gambe glielo permettono, usa un girello e la sedia a rotelle se deve uscire di casa. A ridurla così è stato un incidente stradale. «Ero in viaggio con una coppia di amici – racconta Maria Lucia, 75 anni, dormivo. L’auto si è schiantata. Il guidatore è morto sul colpo, io sono rimasta incastrata tra le lamiere. Dal coma sono uscita tre mesi dopo». In condizioni pietose, non si è mai ripresa del tutto. Un calvario iniziato quando guardava alla pensione dopo tanti sacrifici: «Sognavo di fare tante cose e invece…». Lei che nella vita ha tirato su 4 figli più due in affido lavorando come sarta e facendo assistenza la notte. Ora il suo sogno più grande è potersi lavare.

Maria Lucia vive con la pensione in una casa Atc. La sua esigenza principale è poter pagare qualcuno che venga ad aiutarla e, soprattutto, a seguirla mentre fa il bagno: «È l’unica cosa che mi rilassa. Sono grata a Specchio per questo aiuto».

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Dal 4 settembre via allo Specchiobus: visite mediche gratuite nei quartieri di Torino

Specchio dei tempi dedicherà una settimana al mese alla prevenzione della salute dei torinesi. Dal lunedì al sabato dalle 9 alle 15, ogni giorno in un quartiere diverso, il nostro ambulatorio mobile, con a bordo infermieri professionali e spesso anche medici specialisti, fornirà consigli e indicazioni nell’ambito delle prevenzioni ed effettuerà anche alcuni servizi di medicina di base: rilevazione parametri vitali (pressione, pulsazioni, saturazione, temperature), rilevazioni glicemia, trigliceridi e colesterolo tramite stick, elettrocardiogrammi, piccole medicazioni, iniezioni intramuscolo e sottocute.

Il servizio, effettuato dall’Associazione Lorenzo Greco, è completamente finanziato dalla Fondazione Specchio dei tempi. Ed è quindi GRATUITO PER TUTTI. 


Un modo semplice, immediato, quasi a domicilio per essere davvero vicini alla gente. Si comincia mercoledì 4 settembre con la presentazione pubblica del servizio, alla cittadinanza, alla stampa ed alle autorità, di fronte al Palazzo Atc di corso Dante.


Nb: in caso di maltempo non si svolgerà l’attività.

Regina Margherita, un altro miracolo nella cardiochirurgia donata da Specchio

Inaugurato pochi mesi fa, il nuovo Reparto di Cardiorianimazione del Regina Margherita, completamente ristrutturato da Specchio dei tempi con le risorse di una importante eredità (grazie signora Clelia!), ha ospitato un’altra storia a lieto fine. Ne siamo felici e orgogliosi.”  commenta Angelo Conti.

Dal Comunicato Stampa Città Salute

Arrivata dalla Serbia all’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino con il cuore univentricolare. Era venuta in Italia per eseguire un trapianto di cuore ma, grazie ad un complesso intervento chirurgico, tornerà a casa con il suo cuore funzionante.

Monica, 17 anni, di Belgrado, portatrice dalla nascita di una grave cardiopatia congenita, un cuore univentricolare, era stata sottoposta nel suo Paese a 2 interventi cardiochirurgici, che però non avevano dato i risultati attesi. In condizioni critiche, si riteneva che solo un trapianto di cuore potesse salvarle la vita, per cui, grazie all’accordo tra il governo serbo ed il nostro Paese, il caso è stato segnalato al Centro di Coordinamento Trapianti Nazionale che ha lanciato l’appello ai Centri trapianto regionali. A raccoglierlo è stata la Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone), dove la paziente è stata trasferita dall’ospedale di Belgrado lo scorso giugno.

Le condizioni cliniche all’arrivo erano disperate, ma, dopo gli accertamenti eseguiti dall’équipe della Cardiologia pediatrica (diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti), i cardiochirurghi hanno cambiato strategia e sono riusciti, grazie ad una complessa operazione a cuore aperto durata circa 8 ore, ad ottenere un risultato insperato che ha consentito alla paziente di evitare il trapianto.

Durante l’intervento si è ricostruito un collegamento diretto tra le vene, che portano il sangue non ossigenato al cuore, ed i polmoni, senza passare per il ventricolo destro iposviluppato. Ora la ragazza, che durante la degenza ha festeggiato anche i suoi 18 anni, tornerà a casa in grado di iniziare una vita finalmente normale.

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Festa al MOI per la maturità di Lamin

Un giorno importante per il progetto “Il villaggio che lavora” realizzato fra le palazzine occupate del Moi da Specchio dei tempi con Acmos ed Lvia. Lamin, conosciuto da tutti come Amin, 31 anni, profugo dal Niger, arrivato con un barcone a Lampedusa, 8 anni fa, ha superato la maturità scientifica con la votazione di 66. Si iscriverà ai test per Scienze Infermieristiche.
Con Acmos e Lvia.

Mille donazioni per il Sant'Anna, posata la prima pietra

Di Angelo Conti

Mattinata intensa all’Ospedale Sant’Anna dove la Fondazione Specchio dei tempi ha posato la prima pietra del nuovo Day Hospital Oncologico che sarà pronto il prossimo febbraio. Alla cerimonia è intervenuto il direttore generale della Città della Salute, Silvio Falco, e l’assessore regionale Roberto Rosso, accolti dal presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves. L’opera è stata affidata alla impresa MIT che concluderà i lavori entro 210 giorni. Intanto, proprio in queste ore, è giunta la millesima donazione di parte di privati, enti ed aziende che stanno sostenendo il progetto. Sinora sono stati raccolti circa 500.000 euro, mentre il costo dell’intera opera sarà di circa 1,2 milioni di euro. 

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Tra gli Afar etiopi, il popolo nomade vittima dei cambiamenti climatici

Reportage di Angelo Conti da Addis Abeba

Il sole illumina la terra, ma è la pioggia che fa crescere l’erba. La luce ci aiuta a scorgere volti amati, ma è nell’acqua che nasce la vita”. Sono frasi di una nenia etiope che spiega, meglio di tante parole, il rapporto fra la gente che vive nel Corno d’Africa e la natura. Che, con i suoi ritmi impazziti, sta mettendo a dura prova la sopravvivenza, la storia e le tradizioni di queste popolazioni, soprattutto quella dell’area desertica fra Somalia, Gibuti e l’Eritrea, la regione abitata dagli Afar, i più esposti alle mutazioni climatiche anche per la fragilità che vien loro dall’essere una popolazione nomade, sempre alla ricerca di poveri pascoli e di rarissimi pozzi. Questa area è considerata fra le più inospitali del pianeta, soprattutto per le temperature estive: sino ad oltre 50 gradi, con escursioni termiche importanti. A questo si aggiungono la siccità. A spezzare i lunghi periodi ci sono violenti nubifragi che scaricano in pochissime ore, a volte in pochi minuti, quantità d’acqua che provocano, nell’alveo dei torrenti, improvvise ed abnormi sollecitazioni. Gli argini di sabbia finiscono col cedere o col modificare il tracciato originario, provocando crolli e frane, devastando la precaria viabilità del territorio. Così, dati pluviometrici statisticamente in linea con la norma, nascondono invece cambiamenti radicali. Che segnano profondamente questa gente. Così cambia anche la vita degli Afar.  Fermo restando che qui esiste un forte legame con la tradizione e con le proprie radici, questo popolo fortemente nomade ha cominciato a convivere con ipotesi di stanzialità. Qualcuno così si è fermato ed ha cambiato il suo target: dalla pastorizia all’agricoltura, anche con risultati economici interessanti.

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Ma va detto che questo mutare di vita tocca, almeno sino ad oggi, percentuali di popolazioni minime, statisticamente trascurabili. Al pari dei dati migratori: qui tutti si muovono, ma quasi nessuno se ne va. Popoli nomadi, quindi certamente aperti ai cambiamenti del proprio status di vita, sembrano invece nettamente ribellarsi all’idea di lasciare il territorio. Quei pochissimi che se ne sono andati hanno scelto la caotica capitale Addis Abeba, o il più attraente Sudafrica. Praticamente nessuno è arrivato in Europa, destinazione invece molto desiderata dai somali, vicini di casa, appena oltre il confine.
Due le criticità di questa gente: l’educazione dei figli e la condizione della donna. La prima è dissimulata da dati che parlano di una scolarità in netto aumento. Ma il fenomeno dei bambini «iscritti a scuola» (e quindi nelle statistiche positive), ma che invece continuano a fare i pastorelli, è diffusissimo e poco controllabile, considerato il continuo spostarsi delle famiglie.

La condizione della donna è un’altra criticità. Qui alla donna tocca fare di tutto. Non solo la compagna e la madre, ma anche l’operaia, la contadina, la pastora, e soprattutto l’acquaiola. Sono comuni casi di ragazzine, costrette a camminare anche per 10 ore al giorno, tutti i giorni, per approvvigionarsi di acqua. A rendere bene l’idea dello status femminile c’è l’unità del peso in uso fra questa gente: «Schiena di cammello, schiena d’asino, schiena di donna». La legna si compra così, ma anche il foraggio o il mais. La schiena della donna ridotta ad una misura da mercato.

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Quale sarà il futuro degli Afar etiopi? Il percorso verso una vita meno dura appare complesso. Prioritaria oggi resta l’acqua (ed è quindi prezioso il lavoro di tante organizzazione mondiali, fra cui spicca la cuneese Lvia, che stanno cominciando a sfruttare l’enorme potenziale dell’energia solare per alimentare i motori dei pozzi) ma ci sono anche istanze di sicurezza, per limitare le incursioni dei pastori somali che varcano il confine alla ricerca di pascoli migliori e che li conquistano a suon di fucilate.
I somali sconfinano, gli Afar li respingono e il passo successivo si chiama Kalashnikov, che qui tutti tengono nella tenda, cartuccia in canna. Resta da dire, nonostante la drammaticità, che questo è un popolo apparentemente felice. Guarda l’esistenza comunque con positività, lontano dalle tentazioni delle moderne tecnologie, lontanissimo da contaminazioni che qui non sono materialmente possibili. C’è chi si interroga se tutto questo sia giusto, oppure se si tratti di una egoistica marginalizzazione messa in atto dalla civiltà. In realtà questo è un popolo che ha fatto e che fa continuamente delle scelte. Gente che sta un passo dietro al mondo, per restare sé stessa. 

Ecco i vincitori del Bando Eureka, così aiuteranno i disabili a spendere il denaro

Articolo di Angelo Conti

Si chiama Gianky l’applicazione che semplifica l’uso del denaro da parte di bambini, ragazzi ed anziani affetti da disabilità. Il progetto è un’applicazione per smartphone connessa tramite rete Bluetooth ad un portafoglio: composto di due elementi (app per smartphone e portafoglio elettronico) il prodotto è pensato per permettere al soggetto di effettuare i pagamenti in maniera corretta e più sicura e agevolarne così l’autonomia. E’ stata inventata da Elisa Travaglini, pedagogista novarese, e da Francesco Vitiello, ingegnere elettronico torinese. “E’ frutto della nostra esperienza di ogni giorno – ha spiegato Travaglini – maturata seguendo ragazzi che mostrano difficoltà, insicurezza ed errori nella spesa del denaro. Il sistema app-portafoglio è comunque già una realtà, anche se realizzata su piccolissima scala”.
Gianky ha vinto il bando Eureka “per un progetto capace di favorire l’uso del denaro nelle persone affette da lievi disabilità cognitive” lanciato a luglio 2018 dal Museo del Risparmio, dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi e dall’Intesa Sanpaolo Innovation Center. Le persone affette da disabilità cognitive risultano infatti essere più vulnerabili e maggiormente esposte al rischio di esclusione sociale in ambito economico, politico e relazionale. Una maggiore consapevolezza nell’uso del denaro è quindi imprescindibile per una piena ed efficace partecipazione nella società su basi paritarie.
Consegnate entro il 15 novembre 2018, le proposte pervenute sono state valutate da una commissione di esperti, composta da Matteo Migheli (Professore di Economia Università Torino), Benedetto Vitiello (Direttore responsabile del reparto di Neuropsichiatria infantile del Regina Margherita) e Paolo Giovine (Conversa S.r.l.).
I vincitori verranno premiati il 28 gennaio alle ore 15.30 presso il Museo del Risparmio alla presenza di Gian Maria Gros-Pietro (Presidente Intesa Sanpaolo), Lodovico Passerin d’Entrèves (Presidente Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi), Maurizio Molinari (Direttore La Stampa) e Maurizio Montagnese (Presidente Intesa Sanpaolo Innovation Center) e riceveranno un premio in denaro di 10.000 euro per il progetto primo classificato, 7.000 euro per il secondo e 3.000 euro per il terzo.
“L’interesse al mondo del sociale è diventato un elemento portante del nuovo piano industriale della banca. In questo contesto si inserisce l’impegno a favore delle persone fragili e tra queste di chi ha capacità cognitive diverse. L’idea di dotarle di strumenti che possano favorire una maggiore autonomia nella gestione del denaro e di colmare, in questo modo, un divario con il mondo cosiddetto normale ci è sembrata una sfida irrinunciabile da lanciare alla comunità, perché ben poco è stato fatto fin ora su questo tema”, ha spiegato Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesasanpaolo.
“L’attenzione di Specchio dei tempi alle disabilità è da sempre prioritaria. La collaborazione tra la fondazione, Intesa San Paolo e il Museo del Risparmio è stata fondamentale per la realizzazione di Eureka. Confidiamo che questa sinergia si rinnovi nel prossimo futuro nell’interesse delle Associazioni e delle famiglie che ogni giorno affrontano questi delicati e difficili temi‘’, ha osservato Lodovico Passerin d’Entrèves, presidente di Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi..

I vincitori

1° classificato:
Gianky
Creatori: Elisa Travaglini (Borgomanero) , Francesco Vitiello (Torino) 
Il progetto è un’applicazione per smartphone connessa tramite rete Bluetooth ad un portafoglio. Composto di due elementi (app per smartphone e portafoglio elettronico) il prodotto è pensato per permettere al soggetto di effettuare i pagamenti in maniera corretta e più sicura e agevolare così l’autonomia durante le situazioni di acquisto.
Caricato il portafoglio con le banconote/monete a disposizione e riportate le quantità all’interno dell’app, al momento del pagamento sarà sufficiente digitare la cifra richiesta e Gianky fornirà sullo schermo il denaro da utilizzare, in base a quello precedente caricato, fornendo l’input luminoso al portafoglio. Al termine di tutti i pagamenti effettuati, sarà inoltre possibile controllare nell’app i pagamenti sostenuti nella sezione Cronologia.

2° classificato:
ConsapevolM€NT€
Creatori: Angela Sorgente, Paola Iannello, Margherita Lanz
L’app ha l’obiettivo di supportare l’utente nel raggiungimento dei propri obiettivi finanziari secondo modalità di scelta consapevoli. L’obiettivo di carattere finanziario viene scomposto in diversi sotto-compiti (task analysis) nell’esecuzione dei quali l’utente viene accompagnato attraverso tre diverse sezioni presenti nell’app: obiettivo, cronoprogramma, risorse. Ciascuna sezione è costituita da pillole video di apprendimento ed esercizi e strumenti che consentono di trasferire le conoscenze apprese alla propria vita quotidiana.

3° classificato:
Formì
Creatori: Flavia Desiderio, Viviana Guenzi, Federica Rogora, Luca Del Mese, Michele Furia
Il progetto è composto di un chatbot messenger e di un’app che, attraverso un approccio di edutainment, supportato dalle nuove tecnologie, fornisce un’alfabetizzazione finanziaria di base in una modalità facile da fruire, utile, divertente e coinvolgente. L’utente potrà scegliere tra 3 livelli (principiante, intermedio, avanzato, corrispondenti ai livelli 1-2-3 del OECD-PISA financial literacy proficiency levels). Il chatbot interagirà con l’utente per guidarlo in maniera semplice ed intuitiva alla scoperta dei segreti della finanza.

Tutte le informazioni relative al bando sono consultabili sul sito internet del Museo del Risparmio.