Un progetto pilota in cinque strutture finanziato dalla Fondazione
NOEMI PENNA
Grazie a Specchio dei tempi, la pet therapy è entrata in cinque case di riposo torinesi. A portare gioia e a far dimenticare la sofferenza agli anziani sono Noah, Alice, Cloe e Willy: i terapeuti a quattro zampe dell’associazione Aslan. Tre Golden Retriever e un meticcio addestrati per coccolare e interagire con persone con difficoltà motorie e intellettuali, sempre sotto la guida dell’educatrice Antonia Tarantini, del veterinario Mauro Ferri e della psicoterapeuta Valeria Benenti. L’associazione è nata a gennaio per sostenere, promuovere e valorizzare la cultura cinofila e gli straordinari benefici che i cani sono in grado di portare nella vita delle persone, ed è stata finanziata dalla Fondazione de La Stampa per un progetto di sei mesi che «sta dando risultati straordinari», afferma Tarantini.
Quattro zampe
«Quando entriamo nelle case di riposo c’è sempre silenzio. Basta che un ospite veda uno dei cani che tutti improvvisamente tornano vispi», racconta l’educatrice, 31 anni di Alpignano. «I benefici della pet therapy per anziani passano attraverso il tatto, il gioco e la socialità. Accarezzare un cane rilassa, rompe il silenzio e allontana i pensieri negativi. Il divertimento produce benefici psicosomatici e l’interazione è occasione anche di confronto e solidarietà con gli altri. Siamo stati accolti benissimo, e cosa che non si aspettavano dalle case di riposo è che da questa esperienza trovano beneficio anche gli operatori socio-sanitari».A prender parte all’attività sono l’istituto Buon Riposo di via San Marino 10, il Piccole Sorelle dei Poveri di corso Francia 180, la Casa dell’Immacolata di via Gaspare Saccarelli 6, la casa di riposo San Gaetano di Lungodora Napoli 76 e la casa famiglia per anziani di corso De Gasperi 36, a Rivoli. «L’arrivo dei cani modifica immediatamente l’energia dell’intera struttura, donando nuovi stimoli, momenti di grande gioia e arricchimento. Alle sedute partecipano volontariamente anche gli anziani più solitari, che solitamente rifiutano altre attività».
Compiti e giochi
A colpire sono soprattutto i volti degli anziani, su cui compare magicamente il sorriso. Basta poco: «Una carezza, una pallina. Gli animali sono in grado di abbattere barriere meglio di ogni uomo. È un loro pregio innato, che non c’entra con la razza o con l’indole: nessuno può insegnarglielo», spiega Antonia Tarantini, che ha dedicato l’associazione al suo amato primo Golden Retriever. «C’è molta empatia, che risveglia nell’anziano anche voglia di autonomia. Infatti ogni settimana diamo dei piccoli compiti, come preparare le ciotole con l’acqua, spazzolare il pelo, pulire le zampe. È un appuntamento molto atteso: dà benefici anche sui malati di Alzheimer e su chi è stato colpito da ictus. È tutto questo a darci la motivazione per andare avanti nel progetto, continuando a regalare sorrisi».