IL CORAGGIO DI AVERE PAURA

di Angelo Conti

C’è una reazione facile al terrore. Ed è quella di cui è colmo il web in queste ore: non facciamoci condizionare, continuiamo la vita di sempre, nemmeno un filo di paura. E’ la reazione che piace, quel tentativo in fondo di non vedere cosa è successo, quella illusione che la vita di domani debba essere la stessa di ieri. A me sembra tutto sbagliato.

Quel che capita intorno a noi, ai nostri figli, va preso molto sul serio. Non chiuso in un angolo della mente per continuare come nulla fosse accaduto.

Occorre trovare il coraggio di avere paura. Intendiamoci bene. Paura intesa non come una resa di fronte al terrore, ma come consapevolezza del rischio, tale da modificare qualcosa nei nostri comportamenti. Vi parrebbe saggio dire ad un bimbo di Arquata del Tronto “Vivi sereno, che il terremoto non c’è”? No, a quel bimbo va insegnato come reagire. Come salvarsi.

E la reazione passa soprattutto attraverso la consapevolezza dei nuovi rischi. A cui tutti (ed in primis i più piccoli) vanno formati. Cominciando dalle scuole. Se nelle aule si tengono regolarmente i corsi di preparazione alle calamità (nei quali viene spiegato dove stare in caso di una scossa sismica, oppure cosa fare di fronte ad una alluvione) perché non spiegare ad un bambino come comportarsi in caso di un attentato? O di un evento che provochi comunque panico? Esistono molti accorgimenti, alcuni banali, che possono evitare danni fisici e persino salvare la vita. E ci sono figure professionali capaci di trasmettere serenamente queste nozioni, senza incutere timori. Superiamo il facile “game over”, il “non è successo niente”, i pistolotti di qualche editorialista improvvisato, le attestazioni di sterile coraggio. E pensiamo ai nostri ragazzi. Non lasciamoli impreparati di fronte a questi nuovi rischi. Diamo loro delle risorse da impiegare anche quando batte forte il cuore. Troviamo il coraggio di avere paura.