Intervista a Bollani: «Ecco il mio concerto di Natale»

Alessandra Comazzi,
La Stampa, 21/11/21

Stefano Bollani: è lui il protagonista assoluto del Concerto di Natale, organizzato da Specchio dei tempi per sabato 11 dicembre, ore 20,45 all’Auditorium del Lingotto. Con il ricavato della vendita dei biglietti si aiuteranno gli anziani soli, grazie alle «Tredicesime dell’amicizia». Bollani è fresco di almeno due successi: il programma di Rai3, «Via dei motti numero zero» e l’album «Piano Variations on Jesus Christ Superstar», versione inedito e strumentale per pianoforte solo del capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice.

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Maestro, che cosa suonerà a Torino?
«Quando faccio concerti da solo, di solito non preparo la scaletta, vado dove mi portano cuore e pianoforte. Ma questa volta sarà diverso: quello di Torino è un appuntamento dedicato a “Jesus Christ Superstar”. Sono gratissimo a Webber che mi ha concesso di reinterpretare la sua musica, lui che, giustamente, sempre chiede un’esecuzione nota per nota».

«Jesus Christ Superstar» è un’opera iconica per tanti suoi spettatori/ascoltatori. Farà altro, al concerto di Torino?
«Musicalmente no. Però, certo, ci saranno le mie consuete divagazioni. Con l’emozione della capienza piena della sala, finalmente, dopo la pandemia».

Però lei ha fatto tante cose in questo periodo spesso cupo: prima fra tutte, abbiamo visto, il programma e l’album. Come mai?
«Perché Valentina, mia moglie, e io siamo stati fortunati, riuscendo ad approfittare dello pandemia per concentrarci su nuovi progetti».

Infatti in «Via dei mari numero zero» si respirava la gioia della creatività, anche quello degli ospiti: come avete creato questa atmosfera?
«C’era un barbatrucco: praticamente tutti gli ospiti che sono passati da noi su Rai3, sono amici. La gioia di suonare insieme era grande. E spesso la gioia era moltiplicata dal fatto che tanti non si esibivano in pubblico da tempo. Poi credo si sentisse anche la bella atmosfera nata con Rai3 e con la produzione di Ballando.»

E dunque il programma tornerà?
«A noi piacerebbe, siamo interessati, certamente speriamo».

Com’è lavorare con sua moglie?
«Non è lavorare, è progettare insieme. E’ fare le cose con un alleato di cui mi fido completamente. Valentina è la mia più grande collaboratrice. Lei recita, canta, balla. Siamo tutti e due interessati a molteplici forme di arte e di comunicazione. Non c’è competizione: l’ultima parola è sempre la sua».

Lei ha scritto in un suo libro che la musica è trascurata dal sistema italiano dell’istruzione: è sempre così?
«E’ ancora così, tante cose si stanno muovendo, e vanno di pari posso can la scientificità delle terapie musicali che ampliano, migliorano, il sistema cognitivo. Sono convinto che prima o poi queste realtà saranno recepite anche dall’ordinamento scolastico».

Ma lei la televisione la guarda, oltre che farla?
«Confesso, poco. Non parlo per snobismo, ma perché il tempo è quello che è».

«Mozart in the Jungle», il telefilm che ha come protagonista un direttore d’orchestra geniale, l’ha visto?
«Ah, quello si, avevo anche letto il libro da cui la serie è tratta, e mi è piaciuta tantissimo. Trovo molto azzeccati i temi affrontati, come quello che riguarda l’ego dei musicisti. Il Rodrigo, il maestro, di Gael García Bernal è perfetto».

Quindi si può anche fare divulgazione, con la tv: e si può divulgare anche la musica?
«Altroché. Divulgazione non è una parolaccia. Ricordo, sempre nella serie, una puntata tutta dedicata a Messiaen. Mica facile».

E i Måneskin, di cui si parla tanto, come li trova?
«Simpatici».

Simpatici e basta? Li inviterebbe in trasmissione?
«Non glielo dico».

Probabilmente vuole dire sì.