SRI LANKA, CON SEYA PARLIAMO DEL VILLAGGIO

di Angelo Conti

Più di dieci anni fa lo tsunami in Asia. I lettori de La Stampa, attraverso Specchio dei Tempi, ricostruirono tre scuole ed un complesso di case famiglia in Sri Lanka, una scuola professionale ed un orfanotrofio in Thailandia, un asilo ed una community in India (Tamil Nadu). Al confine con la Birmania (in Thailandia) ed a Negombo (a nord di Colombo in Sri Lanka) per mesi finanziarono il funzionamento di campi di raccolta per chi aveva perso tutto. Furono donate centinaia di barche a pescatori e persino tuk-tuk a capifamiglia che avevano visto scomparire i loro mezzi, unica risorsa, fra le onde del mare impazzito.

Oggi tutto questo c’è ancora e funziona.Ogni giorno migliaia di bambini e ragazzi entrano nelle strutture costruite da Specchio dei tempi. Punto di orgoglio per i lettori de La Stampa è il Villaggio delle Bambine di Ibbawale in Sri Lanka dove vengono ospitate decine di ragazzine abusate. Insieme ai monaci buddhisti, che ancora oggi Specchio finanzia, ed alla ong marchigiana Gruppo Umana Solidarietà, che si occupa della logistica, le facciamo crescere, le istruiamo attraverso corsi professionali e le prepariamo ad un positivo inserimento nella società. I doni di migliaia di lettori continuano nel tempo.

Proprio oggi pomeriggio infatti ho avuto una lunga chiacchierata con Seya Liyanthi che per molto tempo è stata preziosa collaboratrice nella gestione del Villaggio delle Bambine di Specchio dei Tempi e GusGruppo Umana Solidarietà. Con lei ho avuto uno scambio di idee sul presente e sul futuro del Villaggio che accoglie bambine abbandonate o levate alle famiglie dai tribunali cingalesi. Pezzi di conoscenza per dare un futuro migliore alle nostre piccole ospiti.