Specchio dei tempi garantirà i locali all’Associazione Doposcuola Amicizia che cerca di strappare alla strada bambini e ragazzi di sette nazionalità
Specchio dei tempi per i bambini ed i ragazzi più poveri della città. E’ una richiesta di aiuto che abbiamo accolto volentieri. L’Associazione Doposcuola Amicizia (che è in realtà molto molto di più di un doposcuola) si era trovata di fronte all’impossibilità di proseguire l’attività dopo la revisione dei canoni di affitto dei locali che occupa da oltre 44 anni in piazza Corpus Domini 20.
«La nostra associazione – ci ha spiegato suor Pierina Righetti, 72 anni, radici veronesi ma vita tutta torinese, anima dell’iniziativa nacque nel 1971 su iniziativa di un gruppo di volontari coordinati da due suore vincenziane con l’obiettivo di offrire sostegno scolastico e soprattutto amicizia a giovani con problemi di inserimento scolastico e sociale. Da allora siamo rimasti sempre attivi, aperti tutta la settimana dal lunedì al sabato. L’attività è condotta da studenti-volontari che affiancano individualmente i minori in difficoltà. E si concretizza in incontri settimali nonchè in momenti ricreativi quali feste, gite, soggiorni estivi».
Suor Pierina poi, diventa più esplicita: «Lottiamo per strappare i ragazzi alla strada, alla delinquenza. Seguendoli nel percorso scolastico ci sostituiamo a famiglie, spesso disgregate o comunque non nelle condizioni di seguirli, e cerchiamo di accompagnarli verso una vita di lavoro. Attualmente seguiamo ragazzi di 7 nazioni diverse: la maggioranza è italiana ma abbiamo con noi anche tunisini, marocchini, brasiliani, rumeni, albanesi ed egiziani. Vengono soprattutto da Porta Palazzo, da Barriera di Milano, dal Centro storico».
Una sfida, quella di dare un aiuto concreto ai torinesi in difficoltà, che Specchio dei tempi persegue da sempre. Non è un caso che, 37 anni fa, le prime Tredicesime dell’Amicizie vennero distribuite proprio qui da suor Pierina (affiancata da Marco Marello per Specchio dei tempi) ad anziani di questi quartieri: un centinaio di aiuti che allora erano di 30.000 lire. Locali che i lettori de La Stampa, con una opportuna contribuzione, permetteranno di mantenere aperti, attivi, usufruibili da tanti bambini e ragazzi che sono ad un bivio: da una parte una vita onesta e di lavoro, dall’altra una vita dal futuro incerto, possibile facile preda di criminalità e di scelte sbagliate. Li vogliamo aiutare a diventare cittadini onesti.
