Un milione di dispositivi di protezione individuale donati a medici, infermieri, soccorritori. Oltre 130 strumentazioni e macchinari acquistati a tempo record per i principali ospedali piemontesi. Un bus predisposto per la realizzazione dei tamponi, e un aereo noleggiato per portare a Torino i medici cubani nel pieno del lockdown. Da sempre sosteniamo il sistema sanitario ma niente ci aveva mai impegnati come l’Emergenza Coronavirus: per la prima volta nella nostra storia non ci siamo limitati a riparare i danni di una tragedia, ma ci siamo trovati al centro della battaglia, contro un nemico che spesso ci è sembrato invincibile.
Procedure doganali, problemi di trasporto, infiniti ostacoli burocratici: nonostante le difficoltà, durante la pandemia abbiamo raccolto donazioni in 70 paesi del mondo e le abbiamo trasformate immediatamente in mascherine, camici, tac, ecografi. Cose concrete: quelle che negli anni avevamo già fornito a tutti i più importanti ospedali torinesi. Dal Mauriziano dove abbiamo rinnovato la radiologia, al Sant’Anna dove abbiamo ristrutturato l’intero day hospital chemioterapico; dal Regina Margherita, dove abbiamo ricostruito ben quattro reparti, fino all’Irccs di Candiolo, che abbiamo contribuito a fondare, e che abbiamo recentemente sostenuto acquistando una risonanza magnetica.
La lotta al cancro, la vicinanza ai bambini malati e alle persone con disabilità sono da sempre una priorità assoluta per i nostri donatori. Così il nostro lavoro è costante, fatto di grandi cantieri ma soprattutto di tanta prevenzione quotidiana. C’è il programma di cardioprotezione, con gli screening cardiologici per i giovani e oltre 300 defibrillatori che vegliano sulla città. Poi quello di Pet Therapy, con cui supportiamo anziani, piccoli con disabilità e pazienti oncologici. Infine quello delle lezioni Salvabimbi per genitori e nonni. Può bastare una lezione per salvare una vita: come quella di Chiara, cinque anni e mezzo, soccorsa dalla nonna.