Specchio dei tempi Ad Haiti con i camilliani, un impegno che continua
1 Ottobre 2013

Ad Haiti con i camilliani, un impegno che continua

Dopo il terremoto, i lettori de La Stampa sono intervenuti per realizzare opere all’interno dell’ospedale di Port Au Prince. Ora finanziano i viaggi dei volontari

È facile, quando le luci si spengono sulle grandi calamità, battere in ritirata. Ma Specchio dei tempi non l’ha mai fatto, da nessuna parte al mondo. E così, tre anni e mezzo dopo il terremoto che ha ferito Haiti, portando morte e distribuzione in un paese che, già poverissimo, si è ritrovato da un giorno all’altro completamente privo di risorse, noi siamo ancora qui.

Con i padri camilliani di Torino, guidati da padre Antonio Menegon, che hanno realizzato e gestiscono un ospedale a Port au Prince, con annessa (preziosa) struttura per il recupero dei bimbi handicappati (il Foyer Bethléem) A noi di Specchio è parso naturale affidare a questa realtà, profondamente torinese, una parte dei fondi ricevuti dai lettori mentre un’altra parte è stata utilizzata per consentire la ripresa dell’attività della scuola Lakay Mwen, frequentata da oltre 500 bambini. L’impegno continua anche oggi.

Continua perchè l’ospedale, che è stato subito ritrutturato dopo il sisma, ha necessità di continui interventi, anche perchè si è reso necessario il suo ampiamento. Inoltre anche quest’anno decine di volontari torinesi (tecnici e sanitari) sono volati ad Haiti grazie all’aiuto di Specchio dei tempi e dei lettori de La Stampa.

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