Specchio dei tempi Hargeisa, curati 6.100 bambini
25 Giugno 2013

Hargeisa, curati 6.100 bambini

ANGELO CONTI

Il 26 gennaio scorso, l’ospedale pediatrico di Hargeisa, in Somaliland, ha cominciato a funzionare, un anno esatto dopo la posa della prima pietra. Per dirla chiaramente si trattava del primo (ed unico) ospedale pediatrico gratuito per tutti i bambini . Un fatto epocale in una terra di povertà assoluto (qui il 20% dei bambini muore prima di compiere 5 anni) che non poteva riscuotere grande interesse: così, dal giorno dopo l’apertura, le mamme (spesso provenienti da villaggi e bidonville lontani) hanno cominciato a fare la coda, già di notte, per potervi accedere con i loro bambini.

Si è partiti con 20 piccoli pazienti curati al giorno, poi 30, adesso 50. Dal giorno dell’apertura i bimbi visitati e curati sono stati oltre 6100. Abbiamo la presunzione di dire che il 10%, cioè circa 600, non ce l’avrebbero fatta senza il nostro aiuto. Broncopolmoniti, meningiti, patologie gastrointestinale sono state le malattie rilevate con maggior frequenza. Ma qui – senza cure – si muore anche di diarrea e, tragicamente, pure di morbillo o per complicazioni di malattie infettive che da noi non provocano problemi. La maggioranza dei bambini (circa il 60%) aveva meno di 5 anni, il 35% fra 5 e 10 anni, il 5% oltre i 10 anni. Ad Hargeisa lavora un team composto da medici ed infermieri italiani (di norma un medico senior, due medici specializzandi in pediatria dell’Università di Torino, due infermieri senior oltre al logista) con i quali collaborano circa 30 dipendenti somali (due medici, uan decina di infermieri, addetti alle cucine, alla pulizia, alla manutenzione).

L’ospedale (progettato dall’architetto torinese Giorgio Rosental) è pressochè terminato anche nell’ultima ala, che era stata lasciata indietro per privilegiare l’attività clinica. Il presidente di Mas Cth, la onlus che gestisce l’ospedale, è il cardiochirurgo infantile Piero Abruzzese. Il comitato scientifico è condotto da Daniele Regge dell’Ircc di Candiolo e da Gabriella Buono delle Molinette. I lettori de La Stampa hanno versato, per questo progetto, 759.000 euro, circa 600.000 dei quali provenienti dalla sottoscrizione per la carestia nel Corno d’Africa. E il nostro aiuto continua…

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