Specchio dei tempi Molinette, Nemus lavora per aiutare chi è in coma
15 Aprile 2014

Molinette, Nemus lavora per aiutare chi è in coma

La sofisticata apparecchiatura donata alll’ospedale dai lettori della “Stampa”. E’ in grado di prevedere il risveglio di pazienti colpiti da ictus, traumi e tumori

ANGELO CONTI

Nemus, da febbraio, è al lavoro nel reparto di rianimazione della neurologia delle Molinette. L’apparecchiatura, donata dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi anche nel ricordo del consigliere comunale Alberto Musy, ha già compiuto oltre cinquanta preziosi test su altrettanti pazienti in coma. Nemus non è in grado di curare o di guarire, ma è uno strumento preziosissimo per sapere.

“L’apparecchiatura, – spiega la dottoressa Elisa Montalenti, che ha messo un particolare e personale impegno in questo progetto – compiendo una serie di accertamenti attraverso stimolazioni di ogni tipo, ci può dire quante sono le probabilità di risveglio in ogni singolo paziente. Se questo risveglio è possibile possiamo far scattare terapie di tipo più mirato, così da ottenere il recupero nel minor tempo possibile. Nemus, oltre a offrire elementi utilissimi ai medici, è anche uno strumento capace di dare speranza a quelle famiglie che, con un congiunto in coma, si trovano ovviamente nella disperazione”.

Nemus attualmente “lavora” presso la Neurorianimazione del professor Illengo, nel Reparto di Neurologia diretto dal professor Lopiano. I pazienti che possono trarre vantaggi dal suo impiego sono quelli colpiti da ictus, emorragia cerebrale, traumi cranici e tumori. Attualmente Nemus è nella mani di Stefano Baffigi, un tecnico specializzato in neurofisiologia, che ha anche il compito di preparare uno studio sulle risultanze degli accertamenti della macchina.

Nell’arco di tre anni (questo è il periodo della borsa-lavoro del tecnico, anch’essa offerta dalla Fondazione Specchio dei tempi), grazie ad un software elaborato appositamente per sfruttare al meglio le informazioni raccolte dalla macchina, si potranno comparare ed analizzare migliaia di test, utili a definire con più esattezza la recuperabilità dei malati in coma. L’apparecchiatura è già stata richiesta da altri ospedali, per svolgere accertamenti clinici anche in altre città del Piemonte. La prima trasferta, di una lunga serie, Nemus la farà prossimamente all’ospedale di Fossano.

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