A Villa Sant’Angelo case per 150 persone costruite con le donazioni dei lettori
ANGELO CONTI
DALL’INVIATO A L’AQUILA
Ventinove anni dopo quello di Lioni, in Irpinia, nascerà un nuovo «Villaggio Specchio dei tempi» a Villa Sant’Angelo in Abruzzo, dove il terremoto ha ucciso 16 adulti e un bimbo di 3 anni. Con 45 unità abitative antisismiche, destinate ad altrettante famiglie (150 persone), sarà il più grande complesso mai realizzato con le donazioni dai lettori de «La Stampa». Ieri negli uffici comunali del piccolo comune abruzzese, ora in un container, il sindaco Pier Luigi Biondi, gli assessori, i tecnici comunali, Mauro Oggero per la ditta «La Foca» di Villarbasse (Torino) e Giovanni Mastrangelo per la «Mastrangelo» di San Demetrio (L’Aquila) hanno individuato l’area e già in serata è partita la progettazione. «Ho sempre ammirato Torino – ha detto il sindaco -, ora ci sarà anche un legame più forte. Il villaggio ospiterà le famiglie di Villa Sant’Angelo che hanno avuto la casa distrutta o lesionata in modo grave e che non vogliono lasciare il paese. Vivranno nei prefabbricati mentre il centro distrutto al 90% sarà ricostruito. Poi contiamo di utilizzare il villaggio come struttura turistica per le famiglie o le scuole che vorranno conoscere il nostro altipiano. Siamo contenti anche che sia impegnata nella costruzione un’azienda di San Demetrio, un altro comune terremotato a pochi chilometri da qui: così si garantirà il posto di lavoro ad una ventina di capifamiglia». I tempi saranno strettissimi nonostante la necessaria urbanizzazione dell’area prescelta, che oggi è soltanto un grande prato. La consegna della prime unità abitate, interamente realizzate con le offerte dei lettori de «La Stampa», avverrà nell’arco di un paio di mesi. L’intero villaggio sarà funzionante in estate.
Intanto l’Associazione Culturale Italiana di New York, che opera in collaborazione con i Com.it.es di New York e del Connecticut, ha deciso di devolvere a Specchio dei tempi il ricavato di tre concerti di Fiordaliso negli Usa. Molte le donazioni inusuali, dai bambini che hanno sacrificato l’uovo di Pasqua per aiutare «i loro amici d’Abruzzo sotto le tende» ai nomadi rom dell’ex campo di strada dell’Arrivore che, attraverso la loro «principessa», Ramsja Suleimanovic, hanno voluto essere vicini a chi soffre oggi come soffrirono loro dopo il terremoto del 1969 a Banja Luka, in Bosnia. «Importante» anche la donazione di due cittadini cinesi che ieri agli sportelli di via Roma a Torino hanno versato 10.100 euro in contanti, che hanno poi versato a nome dell’«Associazione immigrati uniti in Piemonte».
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