Specchio dei tempi Salviamo la piccola Muhin: se non la operano, muore
17 Giugno 2014

Salviamo la piccola Muhin: se non la operano, muore

La bimba è ricoverata nell’ospedale di Hargeisa, costruito da «Specchio». Deve essere trasferita al più presto in Italia: i lettori possono aiutarla

ANGELO CONTI

Ci sono molti modi per essere vicini alle popolazioni africane che fuggono dai loro paesi, sconvolte e intimidite dalla paura di essere sole contro immense tragedie. Uno di questi, forse il più valido e rispettoso per queste genti disperate, è quello di portare aiuti concreti nei paesi in cui i potenziali profughi vivono, accanto alle loro famiglie, alle loro case, alla loro storia. In questo contesto si inserisce la realtà (l’unica di questo tipo in Somalia) dell’ospedale pediatrico di Hargeisa che, inaugurato sedici mesi fa dopo una costruzione durata un anno, (completamente sostenuta dai lettori de La Stampa attraverso Specchio dei tempi), ha già curato circa 18.000 bambini, strappandone molte centinaia a morte certa.

Ad Hargeisa lavora un team torinese e somalo, fra notevoli difficoltà finanziarie (ai costanti aiuti di Specchio dei tempi, ad esempio, quest’anno non si è ancora aggiunto nemmeno un euro dalla Cooperazione). Molti casi vengono risolti ambulatorialmente, altri richiedono un ricovero. Le patologie sono le più varie, ma la obiettiva scarsità di vaccinazioni porta spesso malattie, come il morbillo, ad avere esiti letali. Le altre patologie frequenti sono le broncopolmoniti, le otiti (con il rischio di degenerazione in encefaliti anche mortali) , le bronchiti, la malnutrizione severa, mentre non sono rare malattie più gravi ancora, come leucemie o problemi cardiaci. Molti bimbi vengono aiutati, con cure mediche, altri hanno invece bisogno di terapie più avanzate.

È il caso di Muhin Mohamed, la bambina di quasi tre anni che vedete nella foto, colpita da una malformazione (il dotto di Botallo) che, anche per alcune complicanze, l’ha ora condotta ad un bivio fra la vita e la morte. Non riesce a stare in piedi, respira a fatica, ed è arrivata ad Hargeisa in braccio alla mamma, dopo un cammino durato giorni, partito dall’altopiano al confine con l’Etiopia. Ora deve essere operata e deve essere operata in un centro cardiochirurgico d’avanguardia. La Regione Piemonte ha dato la disponibilità per accogliere la piccola Muhin al Regina Margherita, nel reparto del dottor Pace Napoleone .

Tutte le visite pre-operatorie sono già state effettuate ad Hargeisa dal cardiochirurgo Piero Abbruzzese (che è anche il presidente dell’Ospedale nonchè ex primario del Regina Margherita) e dalla dottoressa Gabriella Buono, cardiorianimatore delle Molinette. A questo punto serve un aiuto economico per sostenere il viaggio e il soggiorno che chiediamo, come sempre, ai lettori de La Stampa.

Potete darci uan mano versando a Specchio dei tempi con la casuale Fondo 584 per i bimbi della Somalia (www.specchiodeitempi.org). Se le risorse economiche ce lo consentiranno, subito dopo Muhin porteremo in Italia anche un altro bambino, appena più piccolo di lei, affetto da una grave forma di tetralogia di Fallot. Li seguiremo con affetto, in questo tentativo di continuare a vivere. Se ci sarà disponibilità economica e se gli interventi si svolgeranno regolarmente, torneranno tutti e due in Somalia, guariti, entro la fine dell’estate.

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