Specchio dei tempi Somalia, aperto il cantiere per l'ospedale dei bambini
8 Febbraio 2012

Somalia, aperto il cantiere per l'ospedale dei bambini

Ad Hargeisa grazie all’impegno di Specchio dei tempi, della Marco Berry Onlus, di Nutriaid e dell’Associazione Soomaaliya. Sarà operativo in ottobre

ANGELO CONTI

HARGEISA (SOMALILAND)
Siamo in Somalia, nella sua parte più orientale, non lontano dall’Etiopia e da Gibuti. Siamo nel cuore dell’area colpita dalla siccità, drammatica lo scorso anno ma ancora presente anche in questi mesi in vaste zona del Corno d’Africa. Qui, ad Hargeisa, sta crescendo l’Ospedale Pediatrico voluto dai lettori de La Stampa che hanno versato, per i bimbi di questa fetta di mondo, oltre 900.000 euro. Poco più della metà sono stati destinati alla costruzione dell’ospedale, che stava da mesi nei progetti dell’Associazione Soomaaliya, nata a Torino per ricordare Sheik Mohamed Aden, ex ministro della sanità della Somalia di Siad Barre e poi medico a Torino, dove è stato anche consigliere comunale.
La collaborazione
Con Specchio dei tempi si è anche mossa Nutriaid, che realizzerà – all’interno dell’ospedale – un ambulatorio pensato soprattutto per il recupero dei bimbi denutriti, e più recentemente anche la Marco Berry Onlus for Children, con la “iena” torinese che ha partecipato ad una missione in Africa per valutare, insieme a Specchio dei tempi e all’Associazione Soomaaliya, tempi e modi dell’intervento. Prezioso, e straordinario, anche l’impegno dello Studio Rosental che ha realizzato gratuitamente un progetto che doveva essere, al tempo stesso, essenziale e il più possibile funzionale. La sfida è stata portata avanti, in prima persona, dall’architetto Giorgio Rosental, anche lui presente la scorsa settimana sul cantiere di Hargeisa, per controllare l’opera dell’impresa locale che sta conducendo i lavori. Lavori che, dopo la gara d’appalto, sono partiti due mesi fa, con un complesso intervento di livellamento e urbanizzazione dell’area. Lo scorso 29 gennaio c’è stata la parte ufficiale: presente il vicepresidente della Repubblica e il ministro della Sanità del Somaliland é stata formalmente posata la prima pietra. Contestualmente sono partite le prime gettate di cemento per la realizzazione dei plinti che sosterranno la struttura. L’area interessata dall’intervento è di circa 12.500 metri quadrati, circa 2000 metri dei quali coperti con ambulatori, reparti di degenza con 80 letti (per 40 bambini e le rispettive mamme), camere di isolamento, farmacia.
La capitale
Perché Hargeisa? Perché è capitale di uno stato, il Somaliland, che – ancorché non riconosciuto da nessuno dei grandi Paesi della Terra – è però stabile da una ventina d’anni, al punto da essere diventato una sorta di «terra promessa» per chi fugge da aree devastate, prima ancora che dalla siccità e dalla fame, dalla guerra. E dalle infinite lotte tribali che stanno insanguinando il Corno d’Africa da decenni. Hargeisa, che sino a due anni fa aveva circa 700.000 abitanti, ha visto aumentare la popolazione asino a quasi 2 milioni, dopo la nascita spontanea di bidonville nelle quali vivono i profughi, fuggiti dal sud della Somalia. E’ gente che non ha letteralmente nulla e che non ha, quindi, nessuna disponibilità per curare i propri bambini. Qui, infatti, esiste soltanto un cadente ospedale civile (il cui accesso è comunque a pagamento), costruito dagli inglesi settanta anni f. In un clima di totale povertà e di assoluta mancanza di igiene (le capre pascolano indisturbate intorno ai miseri reparti di degenza e, talvolta, fanno rapide incursioni al loro interno alla ricerca di cibo) si curano bimbi denutriti o colpiti da malattie estremamente serie, come la meningite, la tubercolosi, la poliomielite, il tifo e la malaria. Con percentuali di mortalità altissime. Purtroppo, in questo Paese, il 25 per mille dei bimbi non arriva a 1 mese di vita, il 75 per mille non arriva a 1 anno, il 125 per mille non arriva ai 5 anni. Sono i dati peggiori del mondo.
I lettori
Qui adesso c’è il cuore dei lettori de La Stampa. Specchio dei tempi si sta impegnando per trasformare in aiuti concreti, rapidi e precisi i fondi che sono stati versati l’estate e l’autunno scorso. Metà dei quali sono stati subito spesi (fra agosto e gennaio) per contrastare l’emergenza, mentre l’altra metà sono ora destinati ad un opera forte, strutturale, destinata a durare nel tempo. Questo ospedale. Chi ha versato deve sapere che non si è perso tempo. L’Associazione Soomaaliya ha nominato un coordinatore del progetto nel professor Daniele Regge, che abitualmente lavora nella Diagnostica Avanzata dell’Ircc di Candiolo, affiancato dal professor Piero Abruzzese, primario di Cardiochirurgia pediatrica al Regina Margherita. Con loro, e con i rappresentanti delle tre fondazioni impegnate nel progetto, c’erano nei giorni scorsi in Somalia anche Gabriella Bono, responsabile dei Servizi di Anestesia e Rianimazione della Cardiochirurgia della Molinette, e il decano dei cardiochirurghi, il professor Lucio Parenzan, prodigo di consigli ed in futuro pediatra in questo ospedale, non appena aprirà i battenti. Uno staff scientifico di altissima qualità, composto però da gente anche pratica, capace di rimboccarsi le maniche.
I torinesi
Ad Hargeisa abbiamo affittato una casa. Ci vive Claudio Gatti, un torinese che si è costruito una bella esperienza in progetti sanitari internazionali, avendo lavorato a lungo con Emergency in Sudan ed in Afghanistan. E’ lui il regista avanzato di tutto l’intervento. E’ lui che «prende le misure» al cantiere e riferisce a Torino. L’ospedale pediatrico di Hargeisa parlerà dunque torinese. E questa torinesità è stata sottolineata ieri in Municipio, nel corso di una conferenza stampa di presentazione del progetto. C’erano Felicita Torrielli Aden, presidente dell’Associazione Soomaaliya, il presidente di Specchio dei tempi Roberto Bellato, Marco Berry per la Magic for Children Onlus, Daniele Regge, Piero Abruzzese e Giorgio Rosental per il Comitato tecnico di progetto. Per il Comune, la presidente Commissione Sanità Lucia Centillo. Nell’occasione è stata presentata la “Staffetta del cuore” che si svolgerà il 19 gennaio a Bardonecchia -Melezet con l’intero incasso a favore dell’ospedale di Hargeisa. E’ intanto sempre possibile versare un contributo per l’ospedale di Hargeisa attraverso i consueti canali di Specchio dei tempi con bonifici, conti correnti postali, carta di credito online (www.specchiodeitempi.org), sportelli di via Marenco 32 e via Monte di Pietà 2 a Torino indicando la causale “fondo 584”. Per informazioni www.specchiodeitempi.org, specchiotempi@lastampa.it, telefoni 011/ 6568. 376/229, fax 011 6568.185.

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