Specchio dei tempi Specchio dei tempi e Alessandria, un legame per sempre
20 Febbraio 2024

Specchio dei tempi e Alessandria, un legame per sempre

Ci sono legami che non si potranno spezzare mai. Come quello che lega Alessandria a Specchio dei tempi. Un nodo stretto, scattato la mattina del 5 novembre 1994 agli Orti, nel pieno dell’alluvione che aveva seminato distruzione e morte lungo l’asta del Tanaro. La risposta solidale del Piemonte fu imponente: 368.000 donazioni a Specchio dei tempi, una raccolta vicina ai 25 miliardi di lire, record (che sopravvive anche oggi) per una sottoscrizione non televisiva in Italia. Per noi, giornalisti de La Stampa, l’inizio di una lungo percorso che doveva accomunare la puntualità dei servizi editoriali con una rapida distribuzione degli aiuti che migliaia di lettori ogni giorno portavano agli sportelli del giornale.

La storia dell’alluvione del 1994 comincia la sera di venerdì 4 quando la Cronaca de La Stampa si muove per la frana di San Raffaele Cimena con tre morti e gravi danni ad un casolare e ad un ospizio. Il giorno dopo, mentre l’alluvione investe Alessandria e si cominciano a contare i morti, arrivano allo 011.65681 del nostro giornale le prime telefonate “Siamo pronti a contribuire!”, “Portate un aiuto quella povera gente e fatelo subito!”. Scatta così, con le prime generose donazioni della Fiat e del giornale un’operazione che poi proseguirà senza soste per oltre 100 giorni. Gli inviati de La Stampa, una volta raggiunte le località colpite spesso a piedi nel fango perché le strade erano sparite, riferiscono a Torino le singole situazioni. Così, insieme ai servizi di cronaca, aggiungono anche indicazioni per i primi aiuti che sono davvero fulminei. Basti pensare che il primo contatto con gli alluvionati di Alessandria avviene sul piazzale della Scuola di polizia al quartiere Cristo dove gli elicotteri dell’esercito sbarcano gente disperata appena salvata dai tetti delle case dei Quartieri Orti e San Michele.

Se nei primi giorni è soprattutto la redazione centrale a gestire gli interventi, subito dopo diventa importante il ruolo della redazione di Alessandria, pronta a segnalare gli obiettivi più urgenti. Migliaia e migliaia di famiglie sono visitate ed aiutate in un commuovente porta a porta della solidarietà. Intanto cominciano ad arrivare le richieste in tante telefonate. ma soprattutto tante lettere. Oltre 3.000 queste ultime, struggenti. I giornalisti girano in Piemonte per settimane mentre ad Alessandria (grazie all’amministrazione Provinciale) viene aperta una sorta di sede staccata di Specchio dei tempi per ricevere ed ascoltare gli alluvionati. Il lavoro si fa mano a mano febbrile. I redattori impegnati sul territorio discutono i casi più complessi e gli interventi più onerosi mentre la macchina dei soccorsi procede spedita ed arriva a 500 contribuzioni al giorno, tutte consegnate a mano, tutte verificate attraverso le autocertificazioni presentate ai Comuni, tutte accompagnate da un dialogo con gli alluvionati, a volte forzatamente breve ma sempre intenso. Parole di conforto, di solidarietà e di amicizia. La risposta è quasi sempre la stessa: “Ringraziate i vostri lettori”, “Abbracciateli”, “Sono stati meravigliosi”, frasi pronunciate con commozione spesso fra le lacrime. Una parte importante del nostro sforzo la prende l’intervento nelle scuole. Migliaia di ragazzi che siano visti portare via libri e quaderni dall’acqua ricevono la borsa di studio da cinquecentomila lire sempre consegnata a mano nelle aule dei giornalisti de La Stampa.

Partono intanto le contribuzioni per i grandi interventi. Come dimenticare il primo? Cioè il rifacimento della radiologia e della rianimazione dell’ospedale infantile di Alessandria? Con giornalisti, medici e primari che discutono le soluzioni da adottare con l’acqua ai piedi, in locali ancora grondanti o proprio nella stanza dove, qualche ora prima, un medico aveva trovato persino cavedani arrivati con il Tanaro. Fare in fretta è un obiettivo preciso anche nelle opere a sostegno di asili e scuole. Ad Alessandria la scuola materna di piazza Monserrato, che ospita anche i bambini poveri della città, è riattrezzata nel giro di un paio di mesi, e questo nonostante un’ondata alta più di un metro e mezzo l’abbia spazzata, distrutti locali come i refettori e le cucine. Più complesso ma ugualmente rapido l’intervento presso l’asilo delle Suore Immacolatine in via Colombo, nel cuore del disastrato quartiere Orti. Qui viene completato il ripristino delle strutture, compreso la sostituzione in blocco delle cucine così da consentire anche i trasferimenti in quella sede delle prime tre classi della scuola elementare Santorre di Santarosa. L’intervento si conclude la primavera successiva. Quando chiude l’ufficio di Specchio saranno oltre 18.000 le famiglie alessandrine aiutate, con i soldi ma anche con l’affetto e con le parole.

Ecco perchè fra Specchio e Alessandria ci sarà un legame per sempre.

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