Specchio dei tempi Tornano le Tredicesime dell’Amicizia
21 Ottobre 2014

Tornano le Tredicesime dell’Amicizia

Da 39 anni l’aiuto dei torinesi ai loro concittadini anziani, poveri e soli

ANGELO CONTI

Trentanove edizioni, 62.217 persone aiutate, una raccolta pari a circa 22 milioni di euro (attualizzata ad oggi). Sta in queste cifre il miracolo della Tredicesima dell’Amicizia che vede Torino stringersi, ogni anno a Natale, intorno ai suoi anziani più poveri e più soli. E che torna anche quest’anno, all’approssimarsi del Natale. Nata nel 1976 da una richiesta della leggendaria suor Pierina (ancora attiva oggi nei quartieri più degradati della città) e recepita da un giornalista de La Stampa, Marco Marello, trovò nell’allora capocronista, Ferruccio Borio, un immediato sostenitore. Da allora è stato un appuntamento che Specchio dei tempi ha riproposto ogni anno. Un’iniziativa che ha maggior valore e maggior peso soprattutto negli anni difficili, come questi. Anni in cui la crisi colpisce, e colpisce soprattutto i più debole, innanzitutto gli anziani.

Persone che hanno lavorato una vita e che si trovano, spesso, con una pensione davvero minima, sempre più inadeguata di fronte alle maggiori spese. In più gli anziani sono “senza voce”: non riescono né a protestare, né a lamentarsi. Non sanno, non vogliono, non hanno la forza di scendere in piazza. E, troppo spesso, persino chi governa si dimentica di loro. Ecco così, anche quest’anno, la necessità e l’attualità delle Tredicesime dell’Amicizia. Una risposta al grido di aiuto che sale dalla città, una richiesta che è sulle centinaia di lettere che arrivano sulle scrivanie di Specchio. Richieste a volte espresse con frasi disperate, altre volte con la tipica ritrosia di chi non avrebbe mai voluto chiedere, ma che ora non ce la fa più. Sull’altro piatto della bilancio ecco l’affetto della città e dei nostri lettori per quanti hanno già superato i 65 anni e che, oltre al peso dell’età, devono sopportare quello della solitudine, dell’indigenza, delle malattie

Apriamo dunque, anche quest’anno, un’altra pagina di questa storia. Il primo assegno fu, nel 1976, di 30.000 lire, versato a trenta anziani. Una cifra che oggi pare piccolissima ma che allora consentiva di acquistare il carbone per tutto l’inverno. L’assegno fu portato a 50.000 lire nel ‘78 ed a 100 l’anno dopo. Mentre il numero degli assistititi saliva rapidamente a diverse centinaia e poi superava il migliaio. Dall’80 si passò a 200.000 lire, dall’83 a 300, dall’85 a 400, dall’87 a 500, dal ‘92 a 600 e dal ‘98 a 700 mila lire. Con l’avvento dell’euro quella cifra divenne 360 euro, sino al 2003 quando fu elevata a 400 euro. Oggi il contributo è salito a 500 euro, al passo con i tempi e con le spese.E, con il passare del tempo, il numero degli anziani beneficiati ogni anno ha raggiunto quota 2000. Numero che resta l’obiettivo minimo, anche quest’anno, ma speriamo – come è successo quasi sempre nel recente passato – di portare gli aiuti a 2200-2300, se riusciremo a superare quota 1 milione di euro di offerte. Grazie, come sempre, a chi vorrà darci una mano, dando ossigeno al nostro progetto.

Come donare.

I lettori che desiderano aiutare gli anziani più poveri e soli possono farlo con un bonifico sul conto corrente intestato a Fondazione – La Stampa Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino Iban: IT10 V030 6901 0001 0000 0120 118. Oppure tramite conto corrente postale numero 7104, intestato a La Stampa – Specchio dei tempi. Oppure ancora agli sportelli La Stampa in via Lugaro 21 (anche con il bancomat). E’ possibile versare anche con la carta di credito online sul sito www.specchiodeitempi.org. Meglio specificare, nella causale di ogni versamento, “Fondo 500”.

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