Specchio dei tempi Tredicesime, 50mila in 33 anni agli anziani poveri
8 Dicembre 2009

Tredicesime, 50mila in 33 anni agli anziani poveri

I costi del riscaldamento costringono i più poveri a vivere in alloggi spesso umidi e freddi

ANGELO CONTI

Ci sono vecchie case, a Barriera di Milano, che sembrano congelate dal tempo. Muri ricurvi a chiudere soffitti grigi, scale sconnesse con i lavandini sui pianerottoli, poca luce dalle finestre costruite soprattutto per tenere fuori il freddo e non per portare luce in casa. Muri di quasi cent’anni fa che hanno visto la storia di questa città e che oggi proteggono anziani che vivono un po’ come fantasmi, in punta di piedi per non disturbare, silenziosi nella loro fatica di vivere, imbarazzati al momento di chiedere.
Raffaele ha compiuto da poco 80 anni. Scapolo da sempre, vive solo, assolutamente solo. Non un parente, non un amico: dice «morti tutti» e sorride. Nella sua stanza dal pavimento di graniglia fa freddo, decisamente freddo, anche se le stufe apparentemente sono tre: «Quella a gasolio è rotta, quella a gas inutilizzabile sia per il costo e sia perchè non riesco più a spostare le pesantissime bombole. Quella elettrica mi consente invece di vivere». L’impianto di riscaldamento di Raffaele è infatti tutto in una stufetta elettrica di plastica, modello da bagno, comprata al supermercato per 32 euro. «L’accendo al mattino e poi di nuovo la sera. Durante il giorno no, le mura spessissime di queste case evitano che il freddo diventi insopportabile». Ma, anche se non insopportabile, qui il freddo si sente. Eccome. Ed entra, lentamente, nelle ossa anche di chi resta lì solo per poco.
A Raffaele abbiamo consegnato una tredicesima speciale, la numero 50.000 della storia di Specchio dei tempi e delle Tredicesime dell’Amicizia, un’iniziativa fortemente voluta e sostenuta – da trentatré anni – dai lettori. Stesso importo di tutte le altre, 400 euro, che Raffaele destinerà alle bollette che attendono, implacabili, di essere pagate: «Sono loro il vero incubo di noi anziani con la minima. L’affitto è sempre prevedibile, so bene quanto mi costerà un mese di pigione. Ma la bolletta è sempre una sorpresa. C’è sempre una sottile paura al momento di aprire la busta». Già, perchè fra acconti, conguagli, consumi previsti e consumi effettivi può davvero accadere di tutto. E quando la pensione è di 450 euro, basta poco a mandare il bilancio mensile in rosso.
Non si spaventa per il Natale che arriva: «C’è chi pensa sia triste viverlo in solitudine. E’ tutto sbagliato: chi è davvero solo non si accorge nemmeno che è Natale. Passa come tutti gli altri giorni». Quindi nemmeno la necessità di un regalo? «Beh, il mio regalo l’ho avuto. Questo denaro, che mi leva molti pensieri, almeno per questo mese, ma anche la possibilità di fare una chiacchierata. Non mi capitava da mesi ed io non riesco a parlare da solo, come fanno tanti altri anziani che a me sembrano anche un po’ matti».
Poi il congedo che è sempre un arrivederci all’anno successivo. Con gli anziani, tutti, proprio come Raffaele, ad allargare le braccia: «Se il Signore vorrà, perchè con tutti gli acciacchi che mi porto dietro non so proprio se ce la farò ad aggiungere un altro Natale». Ma poi, prima di uscire, a bassa voce, «… comunque l’anno prossimo non scordatevi di me». Parole in cui si legge nitida la speranza di vivere, restituita da un aiuto, da una chiacchierata, da un abbraccio. A nome di tutti i lettori di questo giornale.

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