Al Sant’Anna il nuovo apparecchio per somministrare i raggi senza margini di imprecisione
ALESSANDRO MONDO
Il nome tecnico, intraducibile, non rende l’idea del valore dell’apparecchio di ultima generazione, donato dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi, di cui finalmente dispone la Radioterapia degli ospedali Sant’Anna e Regina Margherita della Città della Salute di Torino: un finanziamento di 500 mila euro, reso possibile dalla generosità dei nostri lettori; l’ultimo contributo alla Sanità piemontese, in ordine di tempo, ad opera di una solidarietà sabauda e quindi molto pragmatica.
Donne e bambini
Parliamo di tumori ad alta complessità: tumori della sfera genitale femminile e tumori pediatrici, cioè dei bambini. Patologie che richiedono terapie ultra-specialistiche, quindi tecnologie all’avanguardia, imprescindibili in una moderna Sanità, notoriamente a corto di fondi. In attesa che il Piemonte esca dal piano di rientro del debito e possa tornare a liberare risorse, obiettivo ricordato dall’assessore Antonio Saitta, a fare la differenza sono donazioni di questo calibro.
Nuova tecnologia
In quest’ottica «KV cone-beam Ct», evoluzione dell’acceleratore lineare già in dotazione al reparto, rappresenta un salto di qualità: permette di somministrare dosi elevate di raggi X in parti del corpo difficili da trattare. Difficili perchè, come spiega il dottor Alessandro Urgesi, direttore del Servizio di Radioterapia, sono sedi di organi con ridotta tolleranza alle radiazioni: è il caso della pelvi femminile. O perché, nei pazienti pediatrici, si rischia di danneggiare organi in fase di sviluppo.
I vantaggi
Da qui la necessità di integrare l’esperienza dei medici con tecniche che garantiscono la massima precisione. «L’impiego di queste tecniche – aggiunge Urgesi – è ancora più efficace se viene utilizzato un fascio focalizzato sulla lesione da trattare: i volumi irradiati devono comprendere un margine di sicurezza intorno al tumore per tenere conto delle imprecisioni nella riproduzione quotidiana della posizione del paziente e dello spostamento degli organi tra una seduta e l’altra».
Massima precisione
Il nuovo sistema di controllo in 3D riduce al minimo questo margine permettendo di verificare la posizione del paziente e dei suoi organi immediatamente prima della seduta e di calcolare automaticamente le correzioni per riallineare l’immagine di riferimento (impiegata in origine per calcolare la distribuzione della dose). Risultato: minor rischio di tossicità e la possibilità, quando occorre, di somministrare dosi più elevate per aumentare le chances di guarigione. Ieri l’inaugurazione. Presenti il direttore generale della Città della Salute, Gian Paolo Zanetta, il primario di Radioterapia, Alessandro Urgesi, quello di Radiologia, Giovanni Gandini, il primario di Oncoematologia pediatrica, Franca Fagioli, il presidente della Fondazione, Lodovico Passerin d’Entrèves, e il direttore della Stampa Mario Calabresi. Il nuovo acceleratore lineare è il secondo contributo della Fondazione sul versante sanitario nel giro di un mese – a settembre il Cto era stato dotato di un «amplificatore di brillanza» del valore di 200 mila euro – grazie alla generosità dei lettori. La stessa generosità che tramite donazioni e lasciti, hanno ricordato Passerin d’Entrèves e Calabresi, ha permesso di dotare la città di 160 defibrillatori (17 nelle stazioni della metropolitana), applicandosi da tempo anche al fronte del sociale: emblematiche le «tredicesime dell’amicizia» di cui ogni anno beneficiano sotto Natale 2 mila anziani soli. La dimostrazione di un legame consolidato tra Specchio dei Tempi, il giornale e i suoi lettori, a beneficio della collettività.