Specchio dei tempi Vive in macchina da 6 anni, Specchio gli porta un...
29 Ottobre 2013

Vive in macchina da 6 anni, Specchio gli porta un aiuto

La prima Tredicesima dell’Amicizia consegnata a un ex imbianchino di 89 anni. L’auto non ha riscaldamento ed è senza revisione: lo hanno multato di 2000 euro

ANGELO CONTI

Specchio dei tempi ha già cominciato a distribuire le tredicesime dell’amicizia. Si comincia, come sempre, dai casi più urgenti. Dalle “emergenze” che giungono ogni giorno sui tavoli della fondazione. Come quella di Luigi O., 89 anni, che vede con terrore l’avvicinarsi dell’inverno. Sì, perché Luigi, da sei anni e mezzo, vive in macchina, su una piazzola parcheggiata all’estrema periferia di Torino. L’abbiamo incontrato ieri mattina e l’abbiamo trovato molto provato: «Chi sta in casa non lo nota., ma di notte comincia a fare molto freddo e la nebbia, che si alza la mattina, porta umidità. Vivere in macchina, a quasi 90 anni, costa fatica. Sono pieno di dolori e di acciacchi, ma resisto. E non posso nemmeno accendere il riscaldamento».

E la ragione della macchina fredda è davvero incredibile. «Io muovo la macchina solo per andare a fare benzina, che serve per scaldarmi. Mi appoggio a una stampella, non riesco a camminare con una tanica di carburante. Due settimane fa, mentre tornavo dal distributore, sono stato sorpreso da due vigili che mi hanno contestato la mancanza della revisione, sequestrata amministrativamente la macchina e mi hanno dato anche una multa da 1941 euro. È una cifra tanto grande, per me, che non riesco nemmeno a leggerla». I vigili (numeri 23 e 41) sono quelli di un comune limitrofo a Torino…

Luigi vive solo con la pensione sociale, dopo una vita di lavoro come imbianchino avventizio. Racconta di avere dato tutto alla famiglia, sino a quando non sono sorte divergenze con la moglie, ed allora ha preferito andarsene. Non vede parenti da anni e sopravvive come può: «Ho amici che mi passano un piatto di pasta. Ma trovo difficile, ad esempio, acquistare i farmaci che mi sono necessari per tenere a bada le mie gambe, che si gonfiano e che mi fanno male».

Ha un sogno minimo: «Avere i soldi per stare al caldo tutto l’inverno. Mi bastano due pieni ogni mese, per essere sicuro di poter far girare il motore al minimo, di notte. Questa mattina battevo i denti ed ho anche pensato di uccidermi. Ma adesso siete arrivati voi: ringrazio i lettori de La Stampa, con questi soldi riuscirò ad arrivare vivo alla prossima primavera».

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