Specchio dei tempi Hargeisa, Somaliland: la storia di Adam, salvato da una gravissima...
30 Ottobre 2023

Hargeisa, Somaliland: la storia di Adam, salvato da una gravissima polmonite

Jessica Genova

Nelle aree rurali e desertiche che circondano Hargeisa, capitale del Somaliland, si estendono decine di campi profughi, dove vivono un numero sempre crescente di famiglie. Uno dei più estesi è Digaale. Questo campo, sorto nel 2014, è diventato una dimora fissa per oltre 1300 famiglie, più di 8000 individui, ed il loro numero è in continua crescita. La mancanza d’acqua e di cibo ha costretto centinaia di famiglie a cercare riparo in quest’area alle porte della capitale, ma la vita -anche qui – continua ad essere una sfida quotidiana. L’acqua è scarsa, le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose e le epidemie, tra cui una grave ondata di Dengue, si diffondono rapidamente, portando con sé sofferenza e paura.

In questo contesto fragile si inserisce l’attività di Specchio die tempi che finanzia completamente MedAcross che garantisce un servizio di clinica mobile, offrendo visite mediche e distribuendo cure gratuite. Il team sanitario è costantemente alle prese con sfide imponenti: le strutture sono ridotte, le condizioni igienico-sanitarie sono precarie e le epidemie sono all’ordine del giorno. Spesso, i medici devono affrontare il difficile compito di trasportare i pazienti in condizioni critiche su strade dissestate e difficili da percorrere.

In una delle mie tante visite alla clinica mobile dei campi profughi di Hargeisa, incontro Adam, un bambino di 14 anni. Mi è impossibile non notare i tratti del volto scavati e il corpo cheletrico, testimonianza vivente della fame che si nutre dei corpi nel Corno d’Africa. Adam ha trascorso le sue notti raggomitolato in un letto, lottando per trovare una posizione che gli consentisse di respirare e trovare la forza di abbandonarsi senza paura al riposo. “Le notti sono state un tormento in quest’ultima settimana” – ci racconta la mamma – “e non è riuscito nemmeno a mangiare”. Il medico svela a me e alla mamma di Adam la triste verità: il bambino soffre di una grave polmonite acuta e ha un bisogno urgente di ossigeno e cure per sopravvivere. Fortunatamente, nel centro di salute di Digaale, esiste una macchina per la somministrazione di ossigeno, che offre un barlume di speranza e sollievo a tutti noi. Tuttavia, è chiaro che questo non sarà sufficiente. In caso di crisi, una struttura ospedaliera adeguata è la sua unica speranza. Da lì a poco, tale pensiero si concretizza: l’elettricità salta improvvisamente e il macchinario smette di funzionare. La sua saturazione crolla pericolosamente. In quei minuti sospesi tutto il personale sanitario si è attivato per supportare Adam. Fortunatamente in pochi minuti – eterni – il sistema si è ripristinato e ha permesso ad Adam di respirare nuovamente. E noi con lui.

Il medico ha così contattato l’ospedale pediatrico di Hargeisa, costruita da Specchio dei tempi 12 anni fa, della capitale, sperando di avere una conferma per il ricovero di Adam. Ma non è la nostra giornata fortunata: i letti sono tutti occupati a causa dell’epidemia di Dengue. Mi rendo conto di quanto sia ora difficile comunicare alla famiglia che dovranno attendere almeno un’altra giornata prima di essere accompagnati in ospedale. Mi rendo conto altresì, che -nonostante tutti gli sforzi che cerchiamo di compiere quotidianamente -l’impotenza a volte bussa alla porta, entra, e non se ne va.

Il giorno successivo però vi è finalmente una buona notizia: riusciamo ad ottenere un letto disponibile. L’ambulanza giunge al campo, recupera il bambino e lo accompagna in ospedale, dove riceve tutti i trattamenti medici necessari e dove rimane sotto osservazione alcuni giorni. Questa è la realtà che i medici stipendiati da Specchio dei tempi affrontano quotidianamente, restando accanto ai pazienti e cercando soluzioni alternative, le quali diventano testimonianza di dedizione ed impegno.

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