Specchio dei tempi Cosa abbiamo fatto nel 1994
4 Ottobre 2020

Cosa abbiamo fatto nel 1994

di Angelo Conti (febbraio 1995) 

Come avete distribuito i contributi? Come avete scelto le persone da aiutare? Come si sono mossi i giornalisti de la Stampa in questa particolare missione? E’ la legittima e partecipata curiosità dei 368.000 lettori che hanno contribuito, fino al momento in cui scriviamo queste righe alla sottoscrizione di Specchio dei tempi, arrivata a 23 miliardi e 200 milioni di lire.

Cerchiamo di rispondere partendo dall’inizio il primo allarme alla cronaca di via Marenco arriva nella notte fra venerdì 4 e sabato 5 novembre, riguarda la frana di San Raffaele Cimena con tre morti e gravi danni ed un casolare e ad un ospizio. Qualche ora dopo accanto alla grande macchina de La Stampa che ha già allertato i suoi inviati si mette in movimento anche il tam-tam della solidarietà. La domenica mattina e quindi ancor prima che l’alluvione tocchi Alessandria cominciano ad arrivare allo 011.65681 del nostro giornale le prime telefonate “Siamo pronti a contribuire!>, “Portate un aiuto a quella povera gente e fatelo subito!>. Scatta così, con le prime generose donazioni della Fiat del nostro giornale un’operazione che poi proseguirà senza soste per oltre 100 giorni. Gli inviati de La Stampa, una volta raggiunte le varie località spesso a piedi nel fango perché le strade erano sparite, riferiscono a Torino le singole situazioni. Così, insieme ai servizi di cronaca, aggiungono anche indicazioni per i primi aiuti che sono davvero fulminei. Basti pensare che il primo contatto con gli alluvionati più gravi di Alessandria avviene sul piazzale della Scuola di polizia al quartiere Cristo dove gli elicotteri dell’esercito sbarcano gente disperata appena salvata dai tetti delle case dei Quartieri Orti e San Michele.

Se nei primi giorni è soprattutto la redazione centrale a gestire gli interventi, subito dopo diventa importante il ruolo delle relazioni locali pronte a segnalare gli obiettivi più urgenti. Migliaia e migliaia di famiglie sono visitate ed aiutate in un commuovente porta a porta della solidarietà.

Intanto cominciano ad arrivare le richieste in tante telefonate. ma soprattutto tante lettere. Oltre 3000 queste ultime, molto struggenti. I giornalisti girano in Piemonte per settimane mentre ad Alessandria (grazie all’amministrazione Provinciale) viene addirittura aperta una sorta di sede staccata di Specchio dei tempi per ricevere ed ascoltare gli alluvionati. Il lavoro si fa mano a mano febbrile. I redattori impegnati sul territorio discutono i casi più complessi gli interventi più onerosi mentre la macchina dei soccorsi procede spedita ed arriva a 500 contribuzioni a giorno, tutte consegnate a mano, tutte verificate attraverso le autocertificazioni presentate ai Comuni, tutte accompagnate da un dialogo con gli alluvionati, a volte forzatamente breve ma sempre intenso. Parole di conforto, di solidarietà e di amicizia. La risposta è quasi sempre la stessa: “Ringraziate i vostri lettori”, “Abbracciateli”, “Sono stati meravigliosi”, frasi pronunciate con commozione spesso fra le lacrime.

Una parte importante del nostro sforzo la prende l’intervento nelle scuole. Migliaia di ragazzi che siano visti portare via libri e quaderni dall’acqua ricevono la borsa di studio da cinquecentomila lire sempre consegnata a mano nelle aule dei giornalisti de La stampa. Partono intanto alle contribuzioni per i grandi interventi. Come dimenticare il primo? Cioè il rifacimento della radiologia e della rianimazione dell’ospedale infantile di Alessandria? Con giornalisti. medici e primari che discutono le soluzioni da adottare con l’acqua ai piedi, in locali ancora grondanti o proprio nella stanza dove, qualche ora prima, un medico aveva trovato persino pesci cavedani arrivati con il Tanaro. Fare in fretta è un obiettivo preciso anche nelle opere a sostegno di asili e scuole.

Ad Alessandria la scuola materna di piazza Monserrato, che ospita anche i bambini poveri della città, è riattrezzata nel giro di un paio di mesi , e questo nonostante un’ondata alta più di un metro e mezzo l’abbia spazzata, distrutti locali come i refettori e le cucine. Più complesso ma ugualmente rapido l’intervento presso l’asilo delle Suore Immacolatine in via Colombo, nel cuore del disastrato quartiere Orti. Qui viene completato il ripristino delle strutture, compreso la sostituzione in blocco delle cucine così da consentire anche i trasferimenti in quella sede delle prime tre classi della scuola elementare Santorre di Santarosa. Quasi un miracolo è compiuto a Clavesana, dove in 90 giorni viene data stabilita alle strutture della scuola materna Madonna della Neve, gravemente lesionata e sono completamente attrezzate le aule. E si lavora alla ricostruzione del ponte sul Cherasca ad Alba, delle scuole materne di Asti e Canelli, del Plesso scolastico di Castello d’Annone, delle elementare di Santo Stefano Belbo.

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