Un anno di guerra in Ucraina, un anno di solidarietà di Specchio dei tempi: verso chi è fuggito in Italia e verso chi continua a soffrire in patria. Ce lo chiesero e continuano chiedercelo tantissimi lettori che con il loro aiuto, tangibile e generoso, ci hanno permesso di salvare vite, di donare riparo e soccorsi, di offrire un primo aiuto concreto. Nei giorni più drammatici del conflitto, a febbraio, abbiamo subito aperto una raccolta fondi. Ad oggi il denaro offerto da 7.035 amici di Specchio ammonta a 1,75 milioni di euro. Denaro che ci ha permesso di costruire 3 villaggi a Leopoli, Cernivci e Rivne e di sostenere 1.200 famiglie in Italia e di trasportare 250 tonnellate di aiuti.
A Cernivci, sotto una tensostruttura di 1000 mq e con l’aiuto dei volontari di Remar Sos, ospitiamo 1.500 persone al giorno. Persone che hanno perso tutto sotto le bombe e alle quali offriamo accoglienza immediata e un pasto caldo. Ci sono ambulatori (due, quelli dello Specchiobus trasferito in Ucraina d’intesa con l’associazione “Lorenzo Greco”), cucine, la mensa, area giochi per i bambini e brandine per dormire. Si chiama “Villaggio Specchio d’Italia”, dal nome della nostra Fondazione sorella, Specchio d’Italia, e si trova a 30 km dal confine rumeno. A giugno è sorto quello di Leopoli (distribuisce 700 pasti al giorno) e, a dicembre, nel rigido inverno dell’Est, è toccato a Rivne, al confine con la Bielorussia, dove già lavoravano da ottobre. Anche qui è sorta una tensostruttura ma coibentata e accompagnata da una fornitura di totem per il riscaldamento e generatori elettrici molto potenti.
Sono strutture indispensabili perché, a differenza di quanto accaduto all’inizio del conflitto, la popolazione ucraina non vuole più lasciare il suo Paese che resiste. All’inizio del conflitto, invece, per venire incontro alle migliaia di profughi, Specchio dei tempi aveva organizzato navette e pullman per trasportare in Italia centinaia di persone in fuga. E, parallelamente, dalla nostra sede di Torino partivano decine di navette, bus e Tir carichi di viveri e medicinali attivando nel Cuneese, oltreché nel capoluogo, centri di raccolta dove cittadini e imprese possono continuare a donare generi di prima necessità.
Collaborando con il Consolato ucraino a Torino, al culmine degli arrivi, abbiamo consegnato” un aiuto economico (500 euro alle prime 1000 famiglie) e avviato il progetto “Forza mamme ucraine” che ha seguito e aiutato circa 200 donne e i loro 400 bambini. Quando il vento della guerra è cambiato, ci siamo dati da fare per attivare pullman navetta da Roma e Torino verso Leopoli, in collaborazione con l’Ambasciata ucraina nella Capitale, per favorire il rientro dei profughi che lo desideravano e lo desiderano: oltre 1.500 persone.
Tutte queste iniziative vengono realizzate in sinergia con la Regione Piemonte, che ci ha incaricati di coordinare la raccolta fondi e lo sviluppo dei progetti solidali a favore degli sfollati. Infine, ci siamo impegnati a garantire fino a giugno, e sino all’esaurimento delle risorse a disposizione, gli approvvigionamenti alimentari nei tre villaggi profughi in Ucraina.