Per i bimbi di Negombo

Specchio dei tempi è vicino allo Sri Lanka da oltre 20 anni. E ha voluto esserlo anche dopo la spaventosa serie di attentati che hanno devastato il paese a Pasqua 2019. Quel giorno, infatti, abbiamo immediatamente aperto una raccolta fondi tra i lettori de La Stampa per aiutare gli orfani e le famiglie colpite da quella inaudita violenza. Abbiamo iniziato ad operare da subito cercando di portare ai più poveri fra i colpiti, insieme ad un aiuto concreto, anche un segnale di amicizia: l’amicizia di un paese lontano come l’Italia, che sa però condividere questi immensi drammi.

Stiamo lavorando a Negombo, nello Sri Lanka centrale, dove due chiese cattoliche erano state attaccate da estremisti islamici che hanno ucciso oltre 200 persone. La tragedia di questa piccola enclave cristiana, in un paese a forte prevalenza buddhista e con una importante componente islamica, è stata presto dimenticata.

Si tratta infatti di un’area povera, con scarso appeal turistico, abitata prevalentemente da pescatori: Specchio dei tempi ha deciso di impegnarsi qui, cercando di far dimenticare in fretta, ai bambini delle scuole, quel tremendo trauma. In quegli attentati molti di questi bimbi hanno perso nonni, zii, cugini, persino genitori. E così nella public junior school Dundalpitiya e nella vicina preschool dei salesiani abbiamo portato conforto ed aiuto. Soprattutto nella poverissima scuola primaria, a cui stiamo davvero cambiando volto, con aule rinnovate e nuovi spazi gioco. Perché, per noi di Specchio, i bambini difficoltà, soprattutto quelli di un’area povera come questa, vanno aiutati sempre. Soprattutto quando gli altri, in questo caso i grandi attori della cosiddetta “comunità internazionale”, dimenticano troppo in fretta.

Noi in Sri Lanka siamo accorsi anche subito dopo il tremendo tsunami del dicembre 2004, che fece 300.000 morti, e non ce ne siamo più andati, consci di poter in qualche modo aiutare un popolo povero ed emarginato a crescere ed a migliorare i propri standard di vita.

Si è appena concluso il secondo viaggio solidale di Specchio dei tempi in Sri Lanka per far conoscere una terra meravigliosa, per il forte impatto della natura e la sua diffusa spiritualità e per far visitare le location dove vengono sviluppati i progetti di Specchio dei tempi ad Ibbawale (il Villaggio delle bambine violate), a Matara (l’Orphanage dei bimbi di strada) e la scuola primaria di Negombo (la cittadini colpita dai terribili attentati islamici  di tre anni fa).  

Ad Ibbawale i nostri donors hanno messo a dimora circa 500 piantine di cannella, nella piantagione che circonda il nostro Villaggio di case famiglia. Una volta cresciute potranno essere un aiuto economico alla vita di questa comunità.

Colazioni dei poveri

A Casa Santa Luisa la speranza passa da una tazza di caffè. È il miracolo delle “Colazioni dei poveri”: ogni mattina alle 7,15 le suore e i volontari della famiglia vincenziana offrono a un centinaio di bisognosi quello che per molti sarà l’unico pasto della giornata. Ogni anno si sfiorano le 50 mila colazioni e ogni giorno suor Cristina coltiva lo stesso sogno: «Aprire il portone di via Nizza 24 e non trovare più nessuno ad aspettare».

Lo storico refettorio nel centro di Torino, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, è un riferimento per i senzatetto della città. Oltre a poter consumare un’abbondante colazione possono accedere alle docce e anche ricevere vestiti puliti. Tutta l’attività è finanziata da Specchio dei tempi e dai lettori de La Stampa. Recentemente la fondazione ha anche donato un furgone per il trasporto delle derrate alimentari e per le esigenze di assistenza domiciliare ai più poveri. Oltre all’assistenza sanitaria e farmaci nel nostro ambulatorio aperto il lunedì mattina.

Ma Specchio ha pure sostenuto, negli anni, il rifacimento di quattro unità abitative d’emergenza, sempre nello stabile di via Nizza 24. Poi i lavori alla tettoia per il cortile, i nuovi servizi igienici e durante il lockdown pure la cartellonistica e i materiali sanitari anti-contagio. Sì perché le suore e i volontari non si sono fermati nemmeno di fronte alla pandemia: si sono adeguati alle nuove norme e al distanziamento sociale, ma hanno continuato a occuparsi dei più poveri. E a offrire, oltre che un aiuto concreto, anche un supporto psicologico e una vicinanza fraterna ai loro “Amici”. Così vengono chiamati gli ospiti di Casa Santa Luisa, e vengono accompagnati ogni giorno in un cammino verso l’autonomia.