In Sri Lanka, nell’entroterra di Matara, a circa 12 chilometri dalla costa, Specchio dei tempi ha costruito un villaggio, subito dopo lo tsumani del 2004. Cinque case famiglia, un medical center, la casetta degli uffici: inizialmente servì per dare assistenza a chi, nel maremoto, aveva subito gravi traumi e fratture. Ma dopo qualche anno queste esigenza venne a mancare e, d’accordo con il governo cingalese e con il Tribunale di Matara, decidemmo di convertire le strutture in centro di accoglienza per bambine sfortunate. Così, da oltre otto anni, ospitiamo queste piccole che hanno vissuto sulla propria pelle l’abuso e l’abbandono. È il nostro impegno contro la violenza sulle donne: un progetto concreto di cui ci occupiamo quotidianamente, non soltanto nel giorno delle “scarpette rosse”. Un progetto unico di cui si è occupata anche Rai3, con una puntata del Kilimangiaro.
Oggi le bimbe sono una ventina, divise nelle case famiglia che stiamo ammodernando. Nel villaggio hanno spazi per giocare e per studiare e ogni mattina le portiamo a lezione con il nostro scuolabus. Sosteniamo interamente il peso economico dell’iniziativa che, nella pratica, è realizzata dai monaci buddhisti della Oba Mama Association, guidata dal reverendo Ratanasare, il capo spirituale del sud dello Sri Lanka.
Da tre anni sosteniamo anche l’Orphanage di Matara. Cioè un orfanotrofio gestito dai monaci buddisti su mandato del tribunale. Attualmente ospita 13 ragazzi, più della metà dei quali sotto i 6 anni: dal bimbo che ha perso entrambi i genitori colpiti da un cancro, a quello che i genitori non li ha mai avuti, a quello che è stato abbandonato in ospedale dalla famiglia soltanto perché malato. Poi ci sono i “bambini di strada” a cui è stato dato un tetto. Quando la fondazione giapponese che supportava questo orfanotrofio ha concluso la sua attività, noi eravamo lì. E non ce la siamo sentiti di lasciare soli questi 13 bambini e ragazzi. Così li aiutiamo. Potete farlo anche voi, con noi.