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Angelo Conti

Sono proprio in tanti a chiedervi il 5x100o. Di solito con un sacco di promesse. A Specchio dei tempi, da sempre, piacciono invece solo i fatti. Quelli che facciamo ogni giorno, trasformando le risorse che ci vengono affidate in cose concrete. Spesso destinate a restare nel tempo, seguite ed accudite come va fatto con tutti i progetti seri. Specchio dei tempi non è nato ieri, magari per andare a caccia di qualche bando, ma è attivo con questo nome da 66 anni.

Anche se in realtà la solidarietà dei torinesi attraverso il giornale (che allora si chiamava La Gazzetta Piemontese, poi diventata La Stampa) data 1890, quando fu inventata “La carità del sabato” (in fondo il primo nome di Specchio dei tempi), un modo semplice per aiutare i più poveri, ogni sabato, con le risorse donate dai lettori.

Noi negli anni, e sono ben 130, abbiamo continuato su questa linea. Cercando onestamente di raccontare storie e sviluppare progetti. Se il passato conta, e magari conta quando si deve scegliere un 5×1000 affidabile, noi possiamo anche aggiungere che abbiamo operato su tutte le grandi catastrofi naturali dell’ultimo mezzo secolo: dal Vajont al terremoto del Friuli, da quello dell’Irpinia a quello di Colfiorito, per passare attraverso l’alluvione del Piemonte del 1994 (e pure quelle del 2000 e del 2020) sino al terremo di Arquata del Tronto, una comunità che abbiamo adottato ed a cui siamo vicinissimi da 4 anni.

E poi ci siamo spinti anche lontani: in Asia per lo tsunami, in Messico dopo i terremoti, in Somaliland dopo la carestia, in Rwanda dopo i genocidi.

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E nell’arco degli ultimi 12 mesi, impegnandoci nella lotta al Covid donando tac, sale radiologiche, ecografi, decine e decine di apparecchiature, oltre 1 milione di dispositivi di protezione, quasi 20.000 borse della spesa e 43.000 pasti. Oltre a 750 aiuti economici ad altrettante piccole attività. Contro il Covid abbiamo scagliato così la forza degli 11 milioni di euro raccolti fra i nostri sostenitori.
Siamo abituati a stare in prima linea, nell’emergenza ma restando poi vicini, in qualche modo, a tutti coloro che abbiamo aiutato. Perché a noi piace così: continuare nel tempo, non sparire appena chiuso un progetto.

Tutto questo per dirvi, semplicemente, che se volete darci una mano noi cercheremo di trasformare questa fiducia in realtà solide e tangibili. E vi promettiamo che, come facciamo sempre, non perderemo tempo in cose inutili, affrontando anche la burocrazia (freno a mano di tante iniziative) nel modo giusto. Pensando, prima di tutto, a chi soffre.