Al Cto due nuove apparecchiature per la cura delle lesioni nervose

La Stampa, 6/03/2024

Nuove tecnologie per migliorare le cure e permettere ai professionisti di esprimere al meglio le loro competenze. Accade al Centro multidisciplinare della Chirurgia delle lesioni nervose periferiche dell’Unità Spinale Unipolare della Città della Salute, grazie alla Fondazione La Stampa, Specchio dei tempi. Oggi sono state presentate due tecnologie di alta gamma, un ecografo e un elettromiografo. Erano presenti il presidente della Fondazione, Lodovico Passerin D’Entrèves, il direttore sanitario della Città della Salute, Lorenzo Angelone, il professor Massazza, Umberto Icardi, direttore Scuola di Medicina. Da anni, presso il Cto è attivo un ambulatorio multidisciplinare (ortopedici, fisiatri, neurochirurghi, radiologi, neurologi, anestesisti, infermieri e fisioterapisti) che valutano e prendono in cura i pazienti con lesioni nervose periferiche ad alta complessità (traumatiche e non traumatiche): i pazienti arrivano non solo dal Piemonte ma da tutta l’Italia.

In questi anni, l’alta specializzazione delle equipe chirurgiche (ortopedia-traumatologia 3 ad indirizzo chirurgia della mano Diretta dal dottor Bruno Battiston e la Neuro chirurgia Universitaria Diretta dal professor Garbossa e l’Anestesia e Rianimazione diretta dal dottor Maurizio Berardino), in collaborazione con l’équipe di microchirurgia del Dipartimento di Ortopedia Traumatologia e della riabilitazione della Città della Salute e della Scienza, hanno reso possibile questo progetto. La Fondazione Specchio dei Tempi, attenta al consolidamento delle eccellenze in ambito sanitario, ha accolto la richiesta di donare due tecnologie di alta gamma che andranno ad ottimizzare la strumentazione di questo ambulatorio multispecialistico. Nello specifico un ecografo utile nella valutazione pre e postoperatoria delle lesione nervose periferiche, ed un elettromiografo a 3 vie, che permetterà di valutare la funzionalità di nervi e muscoli, utile nella diagnosi e valutazione di diverse patologie neuromuscolari e di compressione di nervi periferici. Consentiranno di trattare con le più moderne metodiche il paziente adulto (ospedale CTO), il bambino (Ospedale Infantile Regina Margherita) e il paziente affetto da spasticità e mano tetraplegica (Unità Spinale Unipolare) sia dal punto di vista chirurgico sia riabilitativo.

Negozi Amici: la storie del Pastificio Sapori, una colonna della tradizione culinaria torinese.

Beppe Minello

La famiglia di lui è di origine sarda. La moglie è campana. Due culture gastronomiche che hanno arricchito il “Pastificio Sapori”, una colonna della tradizione culinaria torinese. Un tempo c’era il locale storico di via San Tommaso poi sdoppiatosi in via Mazzini 36/a. Oggi è rimasto solo quest’ultimo e a guidarlo, da alcuni anni, ci sono Alessandra Volpe – ex-dipendente della gastronomia – con il marito Giovanni Antonio Catta, due “cinquantini”, e anche qualcosa di più per dirla alla Camilleri, che ci mettono anche qualcosa di più della passione richiesta.

Tra agnolotti alla Cavour (“Niente coniglio, solo vitello e maiale, spinaci, uova e parmigiano”)  e insalata russa (“Con la verdura tutta tagliata a mano”), c’è anche posto per dedicarsi alle iniziative di Specchio dei tempi come fanno oltre 400 attività commerciali di tutto il Piemonte che aderiscono al progetto “Negozi amici”.

E’ stato Catta, che è anche presidente dei commercianti del Borgo Nuovo (oltre 300 iscritti), a mobilitarsi per trovare un luogo dove organizzare sotto Natale uno spettacolo di cori gospel. “I tempi erano stretti – ricorda il gastronomo – ma siamo riusciti a coinvolgere il parroco di San Massimo che ci ha permesso di usare la chiesa”.

Catta deve essere riuscito nella non semplice impresa perché, evidentemente, ha utilizzato l’entusiasmo con il quale guida e racconta la sua avventura commerciale. La quale, oggi, dà lavoro a 7 persone che giostrano nel profumato locale di via Mazzini. La cucina è a vista e ci sono tavolini per una decina di coperti che ospitano clienti tutto il giorno, affascinati e tentati dalle bontà dei piatti che possono ammirare dietro il cristallo del bancone. “Ma la maggioranza – racconta Catta – viene per le nostre paste ripiene, ovviamente cotte al momento nella nostra cucina”.

Degli agnolotti di Cavour abbiamo già detto, ma ora è agli sgoccioli il tempo del  “Gobbo d’Asti”, un agnolotto che “prevede la verza che è ormai a fine stagione e, siccome lavoriamo a km zero e con verdura fresca che ci arriva da Santena, per poterli mangiare nuovamente bisognerà attendere la prossima stagione fredda”.

Ma le alternative non mancano e, in virtù delle origini dei due titolari, la scelta spazia dai culurgiones sardi al tortello napoletano passando per i cappelloni ricotta e spinaci e i minuscoli tortellini emiliani.  “E comunque, se utilizziamo zucche, queste arrivano da Mantova, i pistacchi da Bronte, la cipolla da Tropea, l’olio evo da un piccolo coltivatore dell’Avellinese, al confine con la Puglia”.

“Proporre piatti con prodotti di stagione – spiega Catta – è anche un modo per diffondere cultura culinaria. Quando non c’è quello che si desidera, il cliente è obbliato ad aprirsi ad altre esperienze. Vale in cucina, ma vale anche per tutto il resto”

Gli imprenditori bravi, gastronomi e no, hanno sempre un occhio rivolto al futuro. Quello di Catta guarda altre città, magari Milano, dove esportare l’esperienza di via Mazzini “ma calandola nella realtà dei prodotti e delle tradizioni culinarie locali”. La moglie Alessandra, anima della cucina, studia invece nuovi ripieni per la pasta, da provare e magari brevettare. La tradizione, infine, non impedisce ai gastronomi di via Mazzini di proporre una linea di pasta a basso contenuto di carboidrati della linea “Light flow” e di diffondere il sapere artigiano con corsi di pasta che si tengono il sabato pomeriggio.

Negozi Amici, la Storia di M** Bun, l’Hamburgheria a Chilometro Zero

Beppe Minello

Facile, oggi, trovare un’hamburgheria a chilometro zero che serva panini originali con ingredienti di qualità. Nel 2009, invece, ci volle tanto coraggio a sfidare colossi come Mc Donald’s e Burger King. Graziano Scaglia e Francesco Bianco, novelli Davide da Rivoli, ci riuscirono sfornando i panini di “M** Bun”, con quei due inutili asterischi per sfuggire alle ire legali di Golia-Mc Donald’s.

Coraggiosi e anche generosi. L’azienda della famiglia Scaglia – 400 bovini di razza piemontese, maiali, galline e conigli allevati nella tenuta di Bruere – sono tra i principali “Negozi amici” di Specchio dei tempi. Una falange di oltre 560 imprese grandi e piccole di Torino e del Piemonte che aiutano, con vetrofanie e flyer, a diffondere le iniziative e i progetti di Specchio e a fornire, quando è necessario, materiale da distribuire. “M**Bun” contribuisce regalando a eventi e cene organizzate dalla Fondazione la sua MoleCola, altra coraggiosa sfida alla multinazionale statunitense regina delle bibite.

La prima sfida, l’agriamburgheria aperta sotto i portici di corso Susa a Rivoli fu baciata dalla fortuna grazie alla pubblicità piovutale addosso dalla battaglia legale scatenata da Mc Donald’s che voleva venisse cancellato il “Mac” da “Bun”. Provarono Scaglia e Bianco a ribattere che “Mac bun” era solo una frase in dialetto per dire “Solo buono”. Tutto inutile.

Fortuna, dicevamo, ma anche bravura e qualità. Perché puntare su prodotti che rispettano l’animale, di stagione, del territorio, “a filiera corta” come spiega Giorgia Scaglia, 27 anni, responsabile marketing di quella che oggi è un’azienda che dà lavoro a un centinaio di persone, fu un’idea allo stesso temo banale e rivoluzionaria. “Abbiamo inventato lo “Slow fast food” sorride la manager. E a quel tempo si faceva la coda per entrare da “M** Bun” e gustarsi un panino “Gaute m** da suta” con carne di fassone e suino, cipolla, pancetta, rubra fumé, oppure un “Sensa cognisiun” innaffiato di “bagna caoda”. E i contorni? Stessa storia: le patatine, rigorosamente piemontesi e tagliate fresche in cucina, da M** Bun diventano “Friciula”. Le birre le prepara il top del settore artigianale: Baladin. La Coca e la Pepsi sono sostituite da MoleCola, ideata e prodotta in casa quando le dimensioni dell’azienda, allargatasi ai punti vendita di corso Siccardi e poi via Rattazzi, hanno garantito l’investimento.

Caselli e il teatro spiegano la Costituzione ai ragazzi di Mondovì, Bra e Alba

Giulia Poetto,
La Stampa, 29/02/2024

Mercoledì 6 a Mondovì, giovedì 21 a Bra e mercoledì 27 a Alba: a marzo il progetto «Sana e robusta Costituzione» della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi fa tripletta nella provincia Granda con lo spettacolo «Jupe Culotte». Dopo la doppia rappresentazione al teatro Toselli di Cuneo dello scorso ottobre, per le scuole e per la co Tanaro ad Alba sarà cittadinanza, la pièce idea- Gian Carlo Caselli, ex magita e portata in scena da Giulia Berto e Rita Laforgia verrà proposta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado delle tre città grazie al contributo della Fondazione Crc.

Ad aprire le matinée al teatro Baretti di Mondovì, al Politeama Boglione di Bra e all’area eventi di Parco Tanaro di Alba sarà Gian Carlo Caselli, ex magistrato per decenni impegnato nella lotta al terrorismo e alla mafia, che spiegherà agli studenti cosa rende la Costituzione così attuale e imprescindibile. Poi spazio alla magia del teatro, che racconterà l’incontro tra due donne agli antipodi in coda alle urne il 2 giugno 1946. Da un lato Rosa Costantini, personaggio di fantasia, una ragazza cresciuta in campagna, contadina e con la licenza di terza elementare, dall’altro Lina Merlin, allora una semplice maestra e militante del Partito Socialista Italiano, ma già con la statura che l’avrebbe resa la prima donna eletta in parlamento. Due mondi distanti che la prima volta del suffragio universale in Italia avvicina e unisce.

La partecipazione agli spettacoli, tutti con inizio alle 10, è gratuita; per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere una mail all’indirizzo di posta elettronica specchiodeitempi.ets@lastampa.it.

“Forza Bimbi!” a Napoli

La Repubblica, 20/02/2024

C’ è un borgo nel cuore di Napoli dove vivono alcuni bambini che il mare non l’hanno mai visto. Quasi un’eco di quanto scriveva nel dopoguerra Anna Maria Ortese ne “Il mare non bagna Napoli”. Siamo a Sant’Antonio Abate, un pezzo della IV Municipalità aggrappato attorno all’omonima via, 800 metri da Porta Capuana a piazza Carlo III dove, quotidianamente, si svolge il mercato forse più antico d’Europa. Ecco, lì, in un’area dove le associazioni del Terzo settore hanno sempre faticato a inserirsi, opera il progetto “Forza Bimbi” coordinato dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi e sviluppato sul territorio napoletano da “W Imparare.fare”, grazie al cofinanziamento di impresa Sociale Con i Bambini.

IF si dedica ormai da anni al contrasto della povertà educativa in tutte le sue forme; è partita dal favorire la preparazione e l’avviamento dei giovani, “soprattutto poveri e — come spiegano — soprattutto poveri di conoscenze e competenze, all ‘istruzione, alla formazione professionale e al lavoro”. Per dire, nel palmares di “IF” spicca la bellissima storia di “Don Café”, alias Giuseppe Schisano, oggi trentenne, nato nei Quartieri Spagnoli, con un’infanzia e una adolescenza difficile, costretto a tirarsi su le maniche e ad andare a lavorare. Lavora nei bar di quartiere e riesce a racimolare qualche soldo per girare l’Europa. in Danimarca, affascinato dalla diffusione delle bici, matura l’idea di “Don Café” che riesce a realizzare con il supporto di “IF” e un finanziamento della Caritas: “Le a crescere condizioni economiche di Giuseppe — spiega Daria Esposito, vicepresidente di IF — non permettevano di superare i vincoli, anche minimi, richiesti dalle banche”.

Per farla breve, da quel giorno il carrettino di “Don Café”, mosso da una bici elettrica e con sopra sfogliatelle fresche e la “cuccumella” per preparare il top del caffè napoletano, ha iniziato a girare per Napoli, soprattutto nei luoghi più battuti dai turisti. Un successo che ha fatto il giro del mondo: ne hanno parlato persino in Giappone. “Oggi — sorride Daria Esposito — il carrettino continua a portare il cab ai turisti ma Giuseppe ha anche aperto un bar tutto suo dove lavorano i suoi famigliari “. L’essenza della bella storia di “Don Café” permea tutte le iniziative di “IF” e rappresenta anche il cuore del progetto “Forza Bimbi” che nelle periferie più difficili del Paese — a Torino, Roma, Crotone e Bari oltreché Napoli — combatte la dispersione scolastica a cui è strettamente connessa la povertà educativa dei minori e dei giovani adulti. Troppo spesso i contesti sociali svantaggiati ledono diritti e generano una mancanza di opportunità di vita, di aspirazioni, di lavoro, per questo aumentano le disuguaglianze.

La povertà educativa è tale anche quando “Hai magari frequentato un istituto professionale di grafica e non hai mai avuto tra le mani un Mac” riflette Daria Esposito: “Noi quel Mac glielo diamo e magari gli insegniamo un italiano funzionale al lavoro che intende fare’ “Forza Bimbi” è un progetto cofinanziato da Impresa Sociale Con i bambini e da Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, Associazione BeChildren, Fondazione Carlo e Maria Pia Ballerini Onlus, Critical Case Sri, oltre a due realtà coperte da anonimato. Impresa Sociale Con i bambini (interamente partecipata dalla “Fondazione Con il Sud”) è sostenuta dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato da un’intesa fra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum nazionale del terzo settore e il Governo. Nel Borgo di Sant’Antonio Abate, “IF-Imparare. Fare” sta attuando il suo progetto, in stretta collaborazione con l’Istituto comprensivo “Bovio Colletta” che — spiega Daria Esposito — è poco oltre il confine del Borgo dove non ci sono scuole. La “Bovio Colletta” è la scuola dell’area dimostratasi più collaborativa con il Terzo settore e noi lavoriamo in stretta sinergia con azioni che partono dalla didattica. Ci sono dei nostri educatori che agiscono nella classe in affiancamento agli insegnanti”.

E non solo, perché l’educatore fa anche da ponte tra la scuola e la famiglia: “La scuola — dice Daria Esposito — non sempre è bastevole, in questi contesti, a curare tutte queste relazioni e soprattutto ad andare incontro alle esigenze di tutte le famiglie. Perché se è vero che ci facciamo carico dei ragazzi più problematici, è però ovvio che vivendo in una città complessa con alta dispersione scolastica, criminalità, alto tasso d’immigrazione, tutti hanno bisogno”. Il progetto riguarda principalmente due classi sperimentali della scuola primaria: complessivamente una quarantina di bambini e relative famiglie e, oltre all’affrancamento in classe degli insegnanti, “IF” cura il sostegno pomeridiano dei bambini, attiva Doti Educative per potenziare talenti e aspirazioni e, nel tempo libero, corsi di vela o, d’estate, quando la scuola è chiusa, gite al Parco di Capodimonte o al mare “perché — dice Daria Esposito — ci sono bambini che non l’hanno mai visto o che diversamente non ci andrebbero “.

Specchio dei tempi e Alessandria, un legame per sempre

Ci sono legami che non si potranno spezzare mai. Come quello che lega Alessandria a Specchio dei tempi. Un nodo stretto, scattato la mattina del 5 novembre 1994 agli Orti, nel pieno dell’alluvione che aveva seminato distruzione e morte lungo l’asta del Tanaro. La risposta solidale del Piemonte fu imponente: 368.000 donazioni a Specchio dei tempi, una raccolta vicina ai 25 miliardi di lire, record (che sopravvive anche oggi) per una sottoscrizione non televisiva in Italia. Per noi, giornalisti de La Stampa, l’inizio di una lungo percorso che doveva accomunare la puntualità dei servizi editoriali con una rapida distribuzione degli aiuti che migliaia di lettori ogni giorno portavano agli sportelli del giornale.

La storia dell’alluvione del 1994 comincia la sera di venerdì 4 quando la Cronaca de La Stampa si muove per la frana di San Raffaele Cimena con tre morti e gravi danni ad un casolare e ad un ospizio. Il giorno dopo, mentre l’alluvione investe Alessandria e si cominciano a contare i morti, arrivano allo 011.65681 del nostro giornale le prime telefonate “Siamo pronti a contribuire!”, “Portate un aiuto quella povera gente e fatelo subito!”. Scatta così, con le prime generose donazioni della Fiat e del giornale un’operazione che poi proseguirà senza soste per oltre 100 giorni. Gli inviati de La Stampa, una volta raggiunte le località colpite spesso a piedi nel fango perché le strade erano sparite, riferiscono a Torino le singole situazioni. Così, insieme ai servizi di cronaca, aggiungono anche indicazioni per i primi aiuti che sono davvero fulminei. Basti pensare che il primo contatto con gli alluvionati di Alessandria avviene sul piazzale della Scuola di polizia al quartiere Cristo dove gli elicotteri dell’esercito sbarcano gente disperata appena salvata dai tetti delle case dei Quartieri Orti e San Michele.

Se nei primi giorni è soprattutto la redazione centrale a gestire gli interventi, subito dopo diventa importante il ruolo della redazione di Alessandria, pronta a segnalare gli obiettivi più urgenti. Migliaia e migliaia di famiglie sono visitate ed aiutate in un commuovente porta a porta della solidarietà. Intanto cominciano ad arrivare le richieste in tante telefonate. ma soprattutto tante lettere. Oltre 3.000 queste ultime, struggenti. I giornalisti girano in Piemonte per settimane mentre ad Alessandria (grazie all’amministrazione Provinciale) viene aperta una sorta di sede staccata di Specchio dei tempi per ricevere ed ascoltare gli alluvionati. Il lavoro si fa mano a mano febbrile. I redattori impegnati sul territorio discutono i casi più complessi e gli interventi più onerosi mentre la macchina dei soccorsi procede spedita ed arriva a 500 contribuzioni al giorno, tutte consegnate a mano, tutte verificate attraverso le autocertificazioni presentate ai Comuni, tutte accompagnate da un dialogo con gli alluvionati, a volte forzatamente breve ma sempre intenso. Parole di conforto, di solidarietà e di amicizia. La risposta è quasi sempre la stessa: “Ringraziate i vostri lettori”, “Abbracciateli”, “Sono stati meravigliosi”, frasi pronunciate con commozione spesso fra le lacrime. Una parte importante del nostro sforzo la prende l’intervento nelle scuole. Migliaia di ragazzi che siano visti portare via libri e quaderni dall’acqua ricevono la borsa di studio da cinquecentomila lire sempre consegnata a mano nelle aule dei giornalisti de La Stampa.

Partono intanto le contribuzioni per i grandi interventi. Come dimenticare il primo? Cioè il rifacimento della radiologia e della rianimazione dell’ospedale infantile di Alessandria? Con giornalisti, medici e primari che discutono le soluzioni da adottare con l’acqua ai piedi, in locali ancora grondanti o proprio nella stanza dove, qualche ora prima, un medico aveva trovato persino cavedani arrivati con il Tanaro. Fare in fretta è un obiettivo preciso anche nelle opere a sostegno di asili e scuole. Ad Alessandria la scuola materna di piazza Monserrato, che ospita anche i bambini poveri della città, è riattrezzata nel giro di un paio di mesi, e questo nonostante un’ondata alta più di un metro e mezzo l’abbia spazzata, distrutti locali come i refettori e le cucine. Più complesso ma ugualmente rapido l’intervento presso l’asilo delle Suore Immacolatine in via Colombo, nel cuore del disastrato quartiere Orti. Qui viene completato il ripristino delle strutture, compreso la sostituzione in blocco delle cucine così da consentire anche i trasferimenti in quella sede delle prime tre classi della scuola elementare Santorre di Santarosa. L’intervento si conclude la primavera successiva. Quando chiude l’ufficio di Specchio saranno oltre 18.000 le famiglie alessandrine aiutate, con i soldi ma anche con l’affetto e con le parole.

Ecco perchè fra Specchio e Alessandria ci sarà un legame per sempre.

Contro le liste d’attesa infinite gli screening e le visite mediche sono offerte da Specchio

Alessandro Mondo,
La Stampa, 14/02/2024

C’era un tempo in cui gli ospedali, soprattutto i più noti, contavano, oltre che sui finanziamenti pubblici, su lasciti testamentari (immobili, terreni) e donazioni: fa fede la targa posta qualche anno fa nell’atrio principale delle Molinette per ricordare i benefattori, di solito ex-pazienti o loro parenti.

Oggi che i lasciti sono in ribasso, restano le donazioni ad opera di fondazioni, onlus e cooperative, più che di privati e anonimi cittadini. Uguale l’obiettivo: comprare apparecchiature o cambiare gli arredi di interi reparti. Con un «di più», molto recente: alle donazioni di tecnologie per i nosocomi si affiancano pacchetti di prestazioni per i cittadini, offerte gratuitamente a seguito di convenzioni con strutture sanitarie convenzionate. Obiettivo: garantire l’accesso in tempi rapidi agli screening e alle visite, altrimenti vincolate ai tempi sovente insostenibili, delle liste di attesa.

Alla voce «donazione di macchinari» rimandano due iniziative presentate ieri. La prima è la donazione all’Oculistica del Mauriziano, diretto dal dottor Maurizio Dall’Acqua, della piattaforma Optos Silverstone da parte della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi: un gioiello da quasi 300 mila euro per l’Imaging Retinico ad ampio campo che, ha rimarcato Lodovico Passerin d’Entrèves, presidente della Fondazione, conferma il costante l’impegno impegno di «Specchio» anche sul fronte della Sanità. E’ la stessa Fondazione che a novembre ha lanciato il progetto «Mille visite subito» per consentire l’accesso alle prestazioni di chi non può rimettersi alle liste di attesa o rivolgersi alla Sanità privata.

Visite di varie specialità: le condizioni sono la residenza in Piemonte, un Isee inferiore a 15 mila euro e l’impegnativa del medico di base. Si prenota dal lunedì al venerdì, 14,30-17,30, chiamando il numero 366.6765663 o inviando una mail a millevisite@specchiodeitempi.org.

Hargeisa, Specchio tifa per Fatima nel nuovo reparto del nostro ospedale

Angelo Conti

Tre giorni fa abbiamo installato nuove apparecchiature nella neonatologia dell’ospedale pediatrico di Hargeisa (costruito da Specchio dei tempi nel 2012 e tuttora supportato dalla nostra fondazione) e ieri è arrivata Fatima, nata prematura, dal peso di appena 1 chilogrammo e 2 etti. Solo una settimana fa sarebbe morta di sicuro, ora – con le nuove apparecchiature – stiamo cercando di salvarla.

In loco c’è in questi giorni un team, di medici torinesi, guidato da Daniele Regge, impegnatissimi anche nelle cure a questa piccolissima bambina.

Tifiamo tutti per la piccola Fatima!

Specchio dei tempi dona al Mauriziano il superapparecchio che salva la retina

Alessandro Mondo,
La Stampa, 13/02/2024

Il non plus ultra in campo oculistico. Oggi è stato presentato Optos Silverstone, la più avanzata piattaforma multimodale di ultima generazione per l’Imaging Retinico ad Ampio Campo (UWF) attualmente disponibile, presso l’ambulatorio di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino diretto dal dottor Francesco Faraldi: una nuova possibilità, grazie al finanziamento della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi, per un valore di circa 291.000 euro.

Nuova frontiera

Le malattie del sistema visivo rappresentano oggi più che mai una sfida per i sistemi sanitari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano oltre 2 miliardi di persone con disabilità visiva, di cui circa la metà prevenibili. Le principali cause di cecità a livello globale sono gli errori refrattivi non corretti e la cataratta, seguiti da retinopatie e glaucoma. Il costo sociale dell’ipovisione nel mondo è di oltre 400 miliardi di euro l’anno. Nei Paesi industrializzati, dove la diffusione di tecnologie avanzate consente un valido approccio a patologie come la cataratta, le malattie retiniche rappresentano la principale causa di cecità: tale incremento è dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione ed all’aumento di incidenza di patologie sistemiche con interessamento oculare. In termini di frequenza e cronicità, le retinopatie di maggior rilievo sono la degenerazione maculare legata all’età (1 milione di pazienti in Italia), la retinopatia diabetica (30-50% del totale dei pazienti diabetici, 3 milioni in Italia), la miopia patologica con la maculopatia miopica e le malattie vascolari retiniche: queste malattie rappresentano gravissime problematiche per frequenza e cronicità nella gestione, con ricadute non solo sul paziente ma anche sulle famiglie e sul sistema.

I trattamenti

I problemi sono su vari fronti legati alla necessità di una corretta informazione della popolazione al miglioramento dei sistemi di presa in carico dei pazienti, nonché la necessità di appropriatezza delle cure con i farmaci sempre più avanzati a nostra disposizione, che devono però essere somministrati con regimi corretti per ottenere quei risultati che hanno consentito di migliorare in questi numerosi pazienti la prognosi e di invertire il trend di cecità, oggi addirittura in diminuzione per alcune di queste malattie. Un caso di maculopatia in miope elevato può oggi venire trattato con successo, mentre dieci anni fa era quasi sempre causa di perdita della vista centrale.

Tecnologia all’avanguardia

In questo contesto, la nuova piattaforma Optos Silverstone, potenziata con il nuovo release per l’analisi non invasiva della vascolarizzazione retinica dal centro all’estrema periferia, rappresenta una preziosa risorsa per i centri di riferimento per la cura delle malattie retiniche. Si tratta di un dispositivo ad alta risoluzione, con tecnologia confocale ad amplissimo campo, progettata per operare attraverso un diametro pupillare fino a 2 mm. La Rete internazionale per la diagnosi e cura della retinopatia diabetica ha dimostrato che con le tecniche di imaging ad amplissimo campo è possibile ridurre l’evoluzione verso forme gravi ed invalidanti in oltre il 50% dei casi.

Intelligenza artificiale

“Queste strumentazioni garantiranno una maggior possibilità di presa in carico dei pazienti, aprendo la strada ai vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale ed a nuovi modelli organizzativi di cura multidisciplinare dei pazienti stessi, come già in essere in altre realtà. Nel corso degli ultimi anni, il reparto di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino ha visto un processo di progressiva riorganizzazione con l’apertura del Centro Trapianti di Cornea, l’implementazione del servizio di oftalmologia pediatrica e strabismo, l’attivazione di un Centro di riferimento per le uveiti ed adeguamento a standard più elevati di trattamento di patologie mediche e chirurgiche della retina” dichiara il dottor Francesco Faraldi (Direttore Oculistica ospedale Mauriziano di Torino). L’attività di diagnosi e cura delle maculopatie verrà ulteriormente migliorata grazie a questo strumento che rappresenta il gold standard nell’integrazione delle tecniche diagnostiche. Diagnosi più rapide e precise consentiranno l’efficientamento dei percorsi diagnostico-terapeutici. Non meno importante sarà nella diagnosi differenziale delle malattie ereditarie della retina come la retinite pigmentosa. Negli ultimi anni le prospettive per questi pazienti sono radicalmente cambiate con la commercializzazione della prima terapia genica per la cura della retinite pigmentosa. L’individuazione dei casi che possono beneficiare delle nuove terapie diventa di importanza esiziale.

 

Hargheisa, Suha ha 4 mesi e un grave glaucoma: solo un intervento può salvarlo dalla cecità

Angelo Conti

Specchio dei tempi è convinto da sempre che il modo più corretto per aiutare i paesi più poveri dell’Africa sia quello di garantire la salute di chi li abita, soprattutto quella dei bambini. L’obiettivo ultimo è salvare tante vite, ma anche di conferire fiducia a chi coraggiosamente vuole dare un futuro ai propri paesi. Così, da 12 anni siamo ad Hargeisa, in Somaliland, dove abbiamo costruito un ospedale pediatrico , che tutt’ora sosteniamo anche attraverso il lavoro di Medacross, la onlus torinese presieduta da Daniele Regge, il cui progetto Specchio dei tempi finanzia integralmente.

Qui tante storia di malattia e disperazione, come quella di Suha, un bambino di 4 mesi, che vive nell’orfanotrofio di Hargeisa insieme ad altri 400 bambini di cui 50 con età compresa tra una settimana e 9 mesi. Tra questi Suha, abbandonato per strada dalla mamma. Suha ha un glaucoma congenito che gli provoca un aumento della pressione all’interno dei bulbi oculari che appaiono ingrossati. Se non si interviene subito il bambino perderà la vista. L’intervento chirurgico consiste nel drenaggio al fine di ridurre la pressione nel bulbo. Purtroppo, l’occhio destro del bimbo è irreversibilmente compromesso, ma sull’altro è ancora possibile intervenire.

L’intervento è urgente e nel Somaliland c’è solo un oculista disposto ad operarlo, ma l’intervento ha un costo alto e l’orfanotrofio non ha i mezzi per farlo operare. Aiutateci a restituire la vista e un futuro a Suha.

Specchio dona al Mauriziano il più innovativo strumento digitale per le malattie della retina

Angelo Conti

Lunedì mattina Specchio dei tempi consegnerà al Reparto di Oculistica del Mauriziano il più innovativo strumento per la diagnosi e la cura delle patologie della retina. E’ la più avanzata Piattaforma Multimodale per l’Imaging Retinico ad Ampio Campo (UWF) attualmente disponibile al mondo, la prima direttamente sostenuta dall’Intelligenza Artificiale. Funzionerà negli ambulatori diretti dal dottor Francesco Faraldi. Il suo acquisto è stato completamente finanziato da Specchio dei tempi per un valore di oltre 290.000 euro.

Questa piattaforma rappresenta un prezioso strumento per contrastare le malattie retiniche che sono la principale causa di cecità, in forte incremento anche per il progressivo invecchiamento della popolazione. In termini di frequenza e cronicità, le retinopatie di maggior rilievo sono la degenerazione maculare legata all’età (1 milione di pazienti affetti in Italia), la retinopatia diabetica (30-50% del totale dei pazienti diabetici, circa 3 milioni in Italia), la miopia patologica e le malattie vascolari retiniche: queste patologie rappresentano gravissime problematiche per frequenza e cronicità nella gestione, con ricadute non solo sul paziente ma anche sulle famiglie e sul mondo del lavoro.

“Queste strumentazioni – spiega il primario Francesco Faraldi – garantiranno una maggior possibilità di presa in carico dei pazienti, aprendo la strada ai vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale ed a nuovi modelli organizzativi di cura multidisciplinare. Nel corso degli ultimi anni, il reparto di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino ha visto un processo di progressiva riorganizzazione con l’apertura del Centro Trapianti di Cornea, l’implementazione del servizio di oftalmologia pediatrica e strabismo, l’attivazione di un Centro di riferimento per le uveiti ed adeguamento a standard più elevati di trattamento di patologie mediche e chirurgiche della retina”.

Il presidente di Specchio dei tempi, Lodovico Passerin d’Entreves, ha sottolineato come “la donazione di strumentazioni di assoluta avanguardia all’ospedale Mauriziano si inserisce in un più ampio impegno della nostra fondazione verso la sanità piemontese: nell’ultimo anno abbiamo investito oltre un milione di euro per ammodernare reparti di ospedali, a Torino ed anche nel resto del Piemonte. Una parte importante delle risorse impiegate proviene da lasciti ed eredità che abbiamo rapidamente trasformato in aiuti concreti per la gente”.

La triste vita di Graziella, due tumori e senza denti

Graziella è nata una giornata di luglio, 64 anni fa. “Sono una campagnina” racconta mentre prepara il caffè emette in fila i giorni difficili della sua vita in una casa in mezzo ai campi, quei campi che ha dovuto lavorare fin da piccola con i suoi genitori. Graziella però avrebbe voluto una vita diversa, per questo a 18 anni fugge via e si sposa. “Forse è stato un errore – dice – ma ero giovane volevo solo scappare via, e ho trovato lui, mio marito. Ma non è mai stato quello che ho sperato e l’unica cosa buona che mi ha lasciato sono i miei tre figli. Una però Elisa è morta nove anni fa“.

Graziella tra i tanti dolori ha dovuto provare anche quello di trovare la sua ragazza di poco più di 30 anni morta in casa. “Non so ancora adesso per cosa, era depressa, ci sentivamo tutti i giorni. Poi il suo silenzio mi aveva spaventato, avevo le chiavi di casa e l’ho trovata io”. Per la morte di un figlio non ci sono lacrime abbastanza ma Elisa rivive nella nipotina di Graziella, la bambina del primo figlio Sergio.

Dalla piccola casa di Montemagno ha scritto alla Fondazione Specchio dei Tempi chiedendo un aiuto: “Vorrei solo vivere un po’ serena, riuscire a mangiare qualcosa senza sentirmi male, non ho più i denti. Ho avuto due tumori, però ora sto abbastanza bene. Ma non riesco a pagare l’affitto, o a fare un regalo alla mia nipotina. Ricevo l’aiuto della parrocchia, ma è solo la spesa”. Fino a novembre l’affitto della camera e una cucina arrivava con il reddito di cittadinanza, poi più nulla. Graziella negli anni scorsi ha anche seguito un corso di informatica, usa il computer ma la burocrazia per lei è un buco nero, difficile riuscire ad ottenere l’assegno di inclusione.

La piccola comunità di Montemagno sta cercando di darle una mano, ma la sua minima pensione rende la sua vita difficile, piene di incognite: “Una spesa imprevista, anche se piccola, mi rovina la vita per mesi…”. Negli anni Graziella ha sempre lavorato, ma solo pochi anni ha avuto un’assunzione regolare, poi sempre pagamenti “in nero”, ora può solo sperare nell’assegno di inclusione e nell’aiuto della Fondazione Specchio dei tempi che si occuperà delle sue cure per quanto riguarda le visite dal dentista. E le starà vicino.

Come donare per Graziella

Donazioni online su questa pagina.

Bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943.

Causale: Per Graziella.

E’ possibile versare di persona all’InfoSpecchio:

    • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
    • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (orario 9.30-13);
    • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (Lun-Ven 8.30-12.30/14.45-17.30);
    • Redazione di Cuneo in corso Nizza 11, il martedì dalle 10 alle 13 ;
    • Specchio Point: Pinerolo, via del Pino 70 (Mer 9-13).

Dona ora