Beppe Minello
Forse la prima Tredicesima dell’Amicizia consegnata a Biella si trasformerà in una montagna di bulbi che andranno a colorare, questa primavera, il giardino della “Casa di giorno” del Villaggio Lamarmora. La casa di Raimondo Pichetto: solo di giorno perché la notte si sposta a dormire in un’altra struttura dei servizi sociali in piazza Molise. Raimondo è un uomo che nei suoi 88 anni di vita ne ha viste e passate di tutti i colori, soprattutto in ospedale. Eppure, la sua stretta di mano è ancora una morsa e il suo sogno, ora che sta un po’ meglio, è quello di comprarsi due bastoncini e tornare a passeggiare in montagna: “Se trovo qualcuno che mi ci porta…” dice, sognante.
Ragioniere mancato (“Non mi è mai piaciuto studiare…”), diventa giovane artigiano tessile “lavoravo 12, anche 16 ore al giorno”, prima come padroncino, poi come dipendente pensando alla pensione arrivata a 65 anni. Una vita tutto sommato serena e ricca di soddisfazioni. Sbriciolata in poco tempo: divorzio dalla moglie, abbandonato dai due figli e la salute, un tempo di ferro, che d’improvviso diventa fragile. “Ho subito nove interventi…” ricorda Raimondo, pensieroso. Spariti anche i pochi risparmi di una vita, per l’operoso artigiano tessile si sono aperte, nemmeno una decina d’anni fa, le porte di quello che, un tempo, era chiamato ospizio. Raimondo, entrato la prima volta nella “Casa di giorno” rimase colpito dallo stato di abbandono del grande giardino che circonda l’edificio. “Non riesco stare al chiuso, devo muovermi – ricorda – e, senza che nessuno mi dicesse nulla, ho iniziato a raccogliere le foglie secche”. E poi sono venute “le roselline che strisciavano per terra ed è stato naturale farle salire verso l’alto”.
E poi, con la motosega portata da qualche volontario e con l’approvazione degli assistenti incuriositi e felici di quell’ospite che solo nel lavoro trovava la sua terapia più efficace, aggiustare ceppi e disboscare il groviglio di piante. “Qualche bulbo – sorride Raimondo – mi è stato regalato, qualcun altro l’ho comprato io così come ho sempre comprato io, ma costano poco eh! E mi fanno pure lo sconto, i fiori finti da accoppiare a quelli veri”. Scelta botanicamente discutibile ma che a Raimondo, ormai per tutti “Il giardiniere”, e agli altri ospiti della “Casa di giorno” va bene così perché quando è autunno e inverno quei fiori finti garantiscono lampi di colore che riscaldano il cuore di tutti.
Raimondo vive con poco più della pensione minima con la quale deve contribuire per un terzo alla retta della “Casa di giorno” (le altre due quote sono a carico di Comune e Asl). Nel raccontare le sue peripezie lavorative e di salute, mai si lamenta. Si commuove però, quando gli consegniamo i 500 euro della Tredicesima dell’Amicizia: “Ma sono per me?” chiede, incredulo, il signor Raimondo abituato da una vita a spaccarsi la schiena per guadagnare qualcosa. Un’”abitudine” che non ha perso nemmeno oggi che ha 88 anni. Vedrete: chi avrà la ventura, questa primavera, di passare dal Villaggio Lamarmora e di buttare un occhio nel giardino della “Casa di giorno” rimarrà stupito dall’abbondanza di tulipani, iris e di tutti quei fiori amati da Raimondo.
Come donare:
Per sostenere le Tredicesime dell’Amicizia è possibile donare qui
Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.
O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.
È infine possibile versare di persona all’InfoSpecchio:
- Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
- Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (lun-ven 9.30-13);
- Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (lun-ven 8.30-12.30/14.45 -17.30);
- Specchio Point Pinerolo, via del Pino 70 (mer 9-13).
Eventi organizzati per raccogliere fondi da destinare alle Tredicesime sono anche:
- Il concerto di Stefano Bollani all’Auditorium del Lingotto (16 dicembre)