Articolo di Lucia Caretti
Lo chiameremo Antonio, chiede di rimanere anonimo. Non lo vuole far sapere a nessuno: da quando si è rotto il letto, dorme per terra. Qualche coperta e un cuscino, in mezzo alla sua stanza-salotto. “Facevo l’operaio. Sono stato messo in cassa integrazione. Ero giovane. Pensavo: accetto gli incentivi, mi compro l’automobile e trovo un altro lavoro”. Invece non è mai più ripartito e a 72 anni ogni sera si corica sul pavimento. Solo. La sua mamma centenaria è mancata, restano gli amici del gruppo di preghiera e a novembre il contributo di Specchio dei tempi. “Grazie, grazie, grazie. Adesso potrò aggiustare la lavatrice, pagare le bollette rimaste indietro, finire di dare il bianco”. A. non si vuole arrendere a quei muri lerci e qualche euro lo spenderà anche per restituire dignità alla sua casa popolare in Barriera di Milano.
Ci sono storie così, che fanno sentire piccoli, dietro i numeri giganti delle “Tredicesime dell’Amicizia”: 2000 anziani sostenuti con 500 euro ciascuno, ogni Natale, da 43 anni. L’obiettivo anche stavolta è raccogliere 1 milione di euro. A qualche settimana dalla scadenza siamo quasi a quota 700 mila. Le offerte immediatamente si trasformano in aiuti, che vengono consegnati dai giornalisti del quotidiano, ma pure da volontari e associazioni che da anni collaborano con Specchio. Ogni incontro è un’occasione per portare l’affetto dei lettori e ascoltare la gratitudine di chi attende per mesi la visita della fondazione. L’imbarazzo dei primi minuti passa in fretta: “Se qualche conoscente avesse bisogno – domanda A. dopo aver ricevuto la sua busta – posso accompagnarlo da voi?”. Nella sede di via Lugaro 15 e allo sportello di via Santa Maria 6H le richieste pervenute sono già quasi tremila. Lo scorso anno ne furono soddisfatte circa 2400.