Mucche al pascolo sterminate dal sorgo, una storia a lieto fine

Borgetto Matteo
La Stampa, 18/08/22

Ieri sono arrivati i primi capi acquistati grazie alla solidarietà dei lettori de La Stampa, undici vitelle di 4-5 mesi. Due gliele hanno regalate, le altre nove le ha comprate grazie al primo bonifico di Specchio dei Tempi, che ha finora raccolto circa 20 mila euro, di cui oltre 14 mila già versati. «Non immaginavo una simile solidarietà e tanto affetto. Ringrazio tutti, con il cuore. Una cosa come questa, significa che esistono ancora le belle persone e ti aiuta a credere nel futuro». Così Giacomino Olivero, 58 anni, l’allevatore di cascina San Marcellino a Sommariva Bosco dove sabato 6 agosto, cinquanta mucche di razza Piemontese sono morte in meno di mezz’ora, al pascolo in un campo di sorgo «avvelenato» dalla forte carenza idrica.

Altri casi hanno riguardato il Cuneese e l’Astigiano, con una decina di capi uccisi dal foraggio diventato tossico per colpa della siccità. Ma quella di Sommariva è una tragedia senza precedenti, che ha causato un enorme danno economico e distrutto un lavoro di almeno tre anni, il tempo necessario per crescere le bovine. La vicenda ha commosso tanti e grazie alle donazioni dei lettori, oltre ai fondi propri della fondazione Specchio dei Tempi, ieri è iniziata la «ricostruzione» della mandria.

Accompagnato dal figlio Marco e dal nipote Luca, Olivero è andato all‘allevamento «La Monnalisa» di Laura Beltrando, in frazione Sant’Antonio Baligio di Fossano, per ritirare quattro «manzette» piemontesi nate ad aprile: Gemma, Gana, Giba e Gina. La prima è un regalo di Laura, 52 anni, figlia di uno storico margaro a Demonte, Gioan Battista (deceduto due anni fa) e che coadiuvata dal marito Adriano Monasterolo, dai figli Daniel e Lorena (quest’ultima lavora principalmente in uno studio dentistico, ma ama la campagna), conduce un allevamento di 140 capi destinati all’ingrasso, e vende anche la carne direttamente dal produttore al consumatore.

«Ho saputo di Giacomino sui giornali, poi ho visto un video su Whatsapp con le immagini terribili della strage – racconta Laura -. Due giorni dopo, era lunedì sera, stavo preparando cena e ho pensato di regalargli una mucca. Ne ho discusso con i miei familiari, erano d’accordo. Una in più una in meno, non ci cambia la vita, e neanche a lui, perché è un piccolo gesto, ma poteva essere un segno importante, per ridargli la speranza». Laura e Giacomino non si conoscevano e lei ha cercato il contatto all’Associazione provinciale allevatori di Cuneo. «Gli ho telefonato, martedì è venuto a visitare l’azienda, gli ho detto “prendi quella che vuoi, anche la più bella, non importa se giovane o adulta». Olivero ha scelto Gemma, poi ha deciso di acquistarne altre tre, con il denaro di Specchio.

Più o meno la stessa situazione è avvenuta a Ceresole d’Alba, all’allevamento di cascina Santa Laura dei fratelli Ferrero. Anche loro hanno donato una vitella, per poi vedersene acquistare altre sei da Olivero, che ieri ha voluto rendere pubblica la storia, per ringraziarli. «Con quello che gli è successo, non ha da ringraziare – dice Antonio Ferrero, che conduce una mandria di poco inferiore ai 200 capi -. Ho fatto finta che una delle mie vitelle fosse morta: una in meno a me, una in più a lui, che condivide questo dramma con il figlio e il nipote, due giovani volenterosi. Non so che futuro li attende. Il settore è in profonda crisi: prezzi delle materie prime alle stelle, prezzi alla stalla in calo, impossibile andare avanti. Per fortuna io sono pensionato, mio fratello lo sarà l’anno prossimo. Venderemo gli animali, e fine della storia». Anche la famiglia Beltrando ha le sue difficoltà. «Sulla carne spuntiamo 4 euro al kg, prezzo discreto – dice ancora Laura -. Ma il costo delle razioni è triplicato, c’è poco foraggio. Abbiamo 15 giornate di sorgo e siamo terrorizzati all’idea di usarlo, con il rischio di avvelenare gli animali. Non una bella situazione, ma teniamo duro». Intanto la raccolta fondi di Specchio prosegue.