Torino Photo Marathon

Il 6 Ottobre torna Torino Photo Marathon.

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L’Associazione culturale REFLEX Tribe, in collaborazione con la Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, presenta la dodicesima edizione della TORINO PHOTO MARATHON.

L’obiettivo è quello di coniugare la creatività fotografica con l’impegno sociale, fornendo l’opportunità ai partecipanti di esprimere la propria passione e, allo stesso tempo, contribuire a un progetto solidale.

Il ricavato, infatti, è destinato a sostenere la storica sottoscrizione Tredicesime dell’Amicizia, grazie alla quale Specchio dei tempi sostiene, da ben 49 edizioni, gli anziani più soli e fragili durante il Natale.

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L’evento

La Torino Photo Marathon è una competizione che coniuga la passione per la fotografia e la promozione del territorio. È rivolta ai fotoamatori, ai professionisti e a tutti coloro che desiderano mettersi alla prova.

L’appuntamento è domenica 6 ottobre 2024, in Piazza Carlo Alberto, i partecipanti avranno il compito di catturare immagini uniche nella città di Torino, seguendo 9 differenti temi fotografici, comunicati nel corso della giornata dall’organizzazione.

La mezzanotte di domenica è il termine ultimo per gli scatti, mentre entro martedì andranno caricate sul portale italiaphotomarathon.it un massimo di 9 foto.

Le foto saranno poi valutate da una giuria composta da esperti e fotografi professionisti, che decreterà le migliori serie di 9 scatti e le più belle per ciascun tema.

Ogni vincitore riceverà un premio e sul portale verranno pubblicate le foto con tutti gli scatti dei partecipanti.

Iscrizioni su www.italiaphotomarathon.it con possibilità di iscriversi anche il giorno dell’evento al click-point in piazza Carlo Alberto.
Quota di partecipazione a persona: 15 €.

Torino Photo Marathon è un’iniziativa di:

Specchio dei tempi e Alessandria, un legame per sempre

Ci sono legami che non si potranno spezzare mai. Come quello che lega Alessandria a Specchio dei tempi. Un nodo stretto, scattato la mattina del 5 novembre 1994 agli Orti, nel pieno dell’alluvione che aveva seminato distruzione e morte lungo l’asta del Tanaro. La risposta solidale del Piemonte fu imponente: 368.000 donazioni a Specchio dei tempi, una raccolta vicina ai 25 miliardi di lire, record (che sopravvive anche oggi) per una sottoscrizione non televisiva in Italia. Per noi, giornalisti de La Stampa, l’inizio di una lungo percorso che doveva accomunare la puntualità dei servizi editoriali con una rapida distribuzione degli aiuti che migliaia di lettori ogni giorno portavano agli sportelli del giornale.

La storia dell’alluvione del 1994 comincia la sera di venerdì 4 quando la Cronaca de La Stampa si muove per la frana di San Raffaele Cimena con tre morti e gravi danni ad un casolare e ad un ospizio. Il giorno dopo, mentre l’alluvione investe Alessandria e si cominciano a contare i morti, arrivano allo 011.65681 del nostro giornale le prime telefonate “Siamo pronti a contribuire!”, “Portate un aiuto quella povera gente e fatelo subito!”. Scatta così, con le prime generose donazioni della Fiat e del giornale un’operazione che poi proseguirà senza soste per oltre 100 giorni. Gli inviati de La Stampa, una volta raggiunte le località colpite spesso a piedi nel fango perché le strade erano sparite, riferiscono a Torino le singole situazioni. Così, insieme ai servizi di cronaca, aggiungono anche indicazioni per i primi aiuti che sono davvero fulminei. Basti pensare che il primo contatto con gli alluvionati di Alessandria avviene sul piazzale della Scuola di polizia al quartiere Cristo dove gli elicotteri dell’esercito sbarcano gente disperata appena salvata dai tetti delle case dei Quartieri Orti e San Michele.

Se nei primi giorni è soprattutto la redazione centrale a gestire gli interventi, subito dopo diventa importante il ruolo della redazione di Alessandria, pronta a segnalare gli obiettivi più urgenti. Migliaia e migliaia di famiglie sono visitate ed aiutate in un commuovente porta a porta della solidarietà. Intanto cominciano ad arrivare le richieste in tante telefonate. ma soprattutto tante lettere. Oltre 3.000 queste ultime, struggenti. I giornalisti girano in Piemonte per settimane mentre ad Alessandria (grazie all’amministrazione Provinciale) viene aperta una sorta di sede staccata di Specchio dei tempi per ricevere ed ascoltare gli alluvionati. Il lavoro si fa mano a mano febbrile. I redattori impegnati sul territorio discutono i casi più complessi e gli interventi più onerosi mentre la macchina dei soccorsi procede spedita ed arriva a 500 contribuzioni al giorno, tutte consegnate a mano, tutte verificate attraverso le autocertificazioni presentate ai Comuni, tutte accompagnate da un dialogo con gli alluvionati, a volte forzatamente breve ma sempre intenso. Parole di conforto, di solidarietà e di amicizia. La risposta è quasi sempre la stessa: “Ringraziate i vostri lettori”, “Abbracciateli”, “Sono stati meravigliosi”, frasi pronunciate con commozione spesso fra le lacrime. Una parte importante del nostro sforzo la prende l’intervento nelle scuole. Migliaia di ragazzi che siano visti portare via libri e quaderni dall’acqua ricevono la borsa di studio da cinquecentomila lire sempre consegnata a mano nelle aule dei giornalisti de La Stampa.

Partono intanto le contribuzioni per i grandi interventi. Come dimenticare il primo? Cioè il rifacimento della radiologia e della rianimazione dell’ospedale infantile di Alessandria? Con giornalisti, medici e primari che discutono le soluzioni da adottare con l’acqua ai piedi, in locali ancora grondanti o proprio nella stanza dove, qualche ora prima, un medico aveva trovato persino cavedani arrivati con il Tanaro. Fare in fretta è un obiettivo preciso anche nelle opere a sostegno di asili e scuole. Ad Alessandria la scuola materna di piazza Monserrato, che ospita anche i bambini poveri della città, è riattrezzata nel giro di un paio di mesi, e questo nonostante un’ondata alta più di un metro e mezzo l’abbia spazzata, distrutti locali come i refettori e le cucine. Più complesso ma ugualmente rapido l’intervento presso l’asilo delle Suore Immacolatine in via Colombo, nel cuore del disastrato quartiere Orti. Qui viene completato il ripristino delle strutture, compreso la sostituzione in blocco delle cucine così da consentire anche i trasferimenti in quella sede delle prime tre classi della scuola elementare Santorre di Santarosa. L’intervento si conclude la primavera successiva. Quando chiude l’ufficio di Specchio saranno oltre 18.000 le famiglie alessandrine aiutate, con i soldi ma anche con l’affetto e con le parole.

Ecco perchè fra Specchio e Alessandria ci sarà un legame per sempre.

Specchio dei tempi dona al Mauriziano il superapparecchio che salva la retina

Alessandro Mondo,
La Stampa, 13/02/2024

Il non plus ultra in campo oculistico. Oggi è stato presentato Optos Silverstone, la più avanzata piattaforma multimodale di ultima generazione per l’Imaging Retinico ad Ampio Campo (UWF) attualmente disponibile, presso l’ambulatorio di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino diretto dal dottor Francesco Faraldi: una nuova possibilità, grazie al finanziamento della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi, per un valore di circa 291.000 euro.

Nuova frontiera

Le malattie del sistema visivo rappresentano oggi più che mai una sfida per i sistemi sanitari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano oltre 2 miliardi di persone con disabilità visiva, di cui circa la metà prevenibili. Le principali cause di cecità a livello globale sono gli errori refrattivi non corretti e la cataratta, seguiti da retinopatie e glaucoma. Il costo sociale dell’ipovisione nel mondo è di oltre 400 miliardi di euro l’anno. Nei Paesi industrializzati, dove la diffusione di tecnologie avanzate consente un valido approccio a patologie come la cataratta, le malattie retiniche rappresentano la principale causa di cecità: tale incremento è dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione ed all’aumento di incidenza di patologie sistemiche con interessamento oculare. In termini di frequenza e cronicità, le retinopatie di maggior rilievo sono la degenerazione maculare legata all’età (1 milione di pazienti in Italia), la retinopatia diabetica (30-50% del totale dei pazienti diabetici, 3 milioni in Italia), la miopia patologica con la maculopatia miopica e le malattie vascolari retiniche: queste malattie rappresentano gravissime problematiche per frequenza e cronicità nella gestione, con ricadute non solo sul paziente ma anche sulle famiglie e sul sistema.

I trattamenti

I problemi sono su vari fronti legati alla necessità di una corretta informazione della popolazione al miglioramento dei sistemi di presa in carico dei pazienti, nonché la necessità di appropriatezza delle cure con i farmaci sempre più avanzati a nostra disposizione, che devono però essere somministrati con regimi corretti per ottenere quei risultati che hanno consentito di migliorare in questi numerosi pazienti la prognosi e di invertire il trend di cecità, oggi addirittura in diminuzione per alcune di queste malattie. Un caso di maculopatia in miope elevato può oggi venire trattato con successo, mentre dieci anni fa era quasi sempre causa di perdita della vista centrale.

Tecnologia all’avanguardia

In questo contesto, la nuova piattaforma Optos Silverstone, potenziata con il nuovo release per l’analisi non invasiva della vascolarizzazione retinica dal centro all’estrema periferia, rappresenta una preziosa risorsa per i centri di riferimento per la cura delle malattie retiniche. Si tratta di un dispositivo ad alta risoluzione, con tecnologia confocale ad amplissimo campo, progettata per operare attraverso un diametro pupillare fino a 2 mm. La Rete internazionale per la diagnosi e cura della retinopatia diabetica ha dimostrato che con le tecniche di imaging ad amplissimo campo è possibile ridurre l’evoluzione verso forme gravi ed invalidanti in oltre il 50% dei casi.

Intelligenza artificiale

“Queste strumentazioni garantiranno una maggior possibilità di presa in carico dei pazienti, aprendo la strada ai vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale ed a nuovi modelli organizzativi di cura multidisciplinare dei pazienti stessi, come già in essere in altre realtà. Nel corso degli ultimi anni, il reparto di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino ha visto un processo di progressiva riorganizzazione con l’apertura del Centro Trapianti di Cornea, l’implementazione del servizio di oftalmologia pediatrica e strabismo, l’attivazione di un Centro di riferimento per le uveiti ed adeguamento a standard più elevati di trattamento di patologie mediche e chirurgiche della retina” dichiara il dottor Francesco Faraldi (Direttore Oculistica ospedale Mauriziano di Torino). L’attività di diagnosi e cura delle maculopatie verrà ulteriormente migliorata grazie a questo strumento che rappresenta il gold standard nell’integrazione delle tecniche diagnostiche. Diagnosi più rapide e precise consentiranno l’efficientamento dei percorsi diagnostico-terapeutici. Non meno importante sarà nella diagnosi differenziale delle malattie ereditarie della retina come la retinite pigmentosa. Negli ultimi anni le prospettive per questi pazienti sono radicalmente cambiate con la commercializzazione della prima terapia genica per la cura della retinite pigmentosa. L’individuazione dei casi che possono beneficiare delle nuove terapie diventa di importanza esiziale.

 

La triste vita di Graziella, due tumori e senza denti

Graziella è nata una giornata di luglio, 64 anni fa. “Sono una campagnina” racconta mentre prepara il caffè emette in fila i giorni difficili della sua vita in una casa in mezzo ai campi, quei campi che ha dovuto lavorare fin da piccola con i suoi genitori. Graziella però avrebbe voluto una vita diversa, per questo a 18 anni fugge via e si sposa. “Forse è stato un errore – dice – ma ero giovane volevo solo scappare via, e ho trovato lui, mio marito. Ma non è mai stato quello che ho sperato e l’unica cosa buona che mi ha lasciato sono i miei tre figli. Una però Elisa è morta nove anni fa“.

Graziella tra i tanti dolori ha dovuto provare anche quello di trovare la sua ragazza di poco più di 30 anni morta in casa. “Non so ancora adesso per cosa, era depressa, ci sentivamo tutti i giorni. Poi il suo silenzio mi aveva spaventato, avevo le chiavi di casa e l’ho trovata io”. Per la morte di un figlio non ci sono lacrime abbastanza ma Elisa rivive nella nipotina di Graziella, la bambina del primo figlio Sergio.

Dalla piccola casa di Montemagno ha scritto alla Fondazione Specchio dei Tempi chiedendo un aiuto: “Vorrei solo vivere un po’ serena, riuscire a mangiare qualcosa senza sentirmi male, non ho più i denti. Ho avuto due tumori, però ora sto abbastanza bene. Ma non riesco a pagare l’affitto, o a fare un regalo alla mia nipotina. Ricevo l’aiuto della parrocchia, ma è solo la spesa”. Fino a novembre l’affitto della camera e una cucina arrivava con il reddito di cittadinanza, poi più nulla. Graziella negli anni scorsi ha anche seguito un corso di informatica, usa il computer ma la burocrazia per lei è un buco nero, difficile riuscire ad ottenere l’assegno di inclusione.

La piccola comunità di Montemagno sta cercando di darle una mano, ma la sua minima pensione rende la sua vita difficile, piene di incognite: “Una spesa imprevista, anche se piccola, mi rovina la vita per mesi…”. Negli anni Graziella ha sempre lavorato, ma solo pochi anni ha avuto un’assunzione regolare, poi sempre pagamenti “in nero”, ora può solo sperare nell’assegno di inclusione e nell’aiuto della Fondazione Specchio dei tempi che si occuperà delle sue cure per quanto riguarda le visite dal dentista. E le starà vicino.

Come donare per Graziella

Donazioni online su questa pagina.

Bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943.

Causale: Per Graziella.

E’ possibile versare di persona all’InfoSpecchio:

    • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
    • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (orario 9.30-13);
    • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (Lun-Ven 8.30-12.30/14.45-17.30);
    • Redazione di Cuneo in corso Nizza 11, il martedì dalle 10 alle 13 ;
    • Specchio Point: Pinerolo, via del Pino 70 (Mer 9-13).

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Una donatrice, quattro persone salvate anche grazie a una delle macchine per perfusione donata da Specchio

Alessandro Mondo,
La Stampa, 14/01/2024

Un trapianto movimentato, in corsa contro il tempo, dipanatosi tra Torino e Cuneo: il primo eseguito in Italia trasportando entrambi gli organi, cuore e fegato, mantenuti funzionanti fuori dal corpo del donatore. Operazione straordinaria, certo. Ma non si tratta solo di questo, di una performance professionale e tecnologica di eccellenza, bensì di una mobilitazione subordinata a due considerazioni, ben presenti nella mente di chi l’ha coordinata ed eseguita: l’importanza di organi donati, risorsa sempre più preziosa e sempre insufficiente rispetto alla domanda, la prima; la possibilità, grazie ai progressi della medicina e delle tecnologie applicate alla medicina, di reimpiegarli quasi tutti (giovani e vecchi, in condizioLavoro di squadra tra le équipe del Santa Croce e Carle e delle Molinette.

In questo quadro rientra il prelievo contemporaneo del cuore, del fegato e dei reni all’ospedale di Cuneo da un donatore in morte cardiaca e il successivo trapianto degli organi presso l’ospedale Molinette di Torino. Un lavoro di rete, prima di tutto, tra ospedali diversi, capaci di condividere tra loro professionalità e tecnologie. Altro elemento di novità: la modalità di donazione, awenuta dopo arresto cardiaco. E ancora: la distanza tra le sedi di donazione e trapianto, le tecnologie impiegate per la preservazione degli organi, il trasferimento di una équipe dedicata a questo particolare tipo di donazione in un ospedale non di Torino, il trasporto degli organi non fermi in ghiaccio ma piuttosto mantenuti in vita al di fuori del corpo del donatore in una condizione molto simile a quella fisiologica. Tanta roba, insomma, anche per un trapianto.

La donatrice, una donna di 62 anni della Valle Po, ricoverata a fine dicembre presso l’ospedale di Cuneo, ha donato i suoi organi dopo accertamento di morte con criteri cardiocircolatori. Indispensabile la stretta collaborazione dell’équipe delle Molinette, formata dalla dottoressa Mannella Zanierato e dal dottor Raffaele Potenza, con l’équipe rianimatoria di Cuneo, composta dalla dottoressa Federica Lombardo e dal dottor Domenico Vitale, guidati dal dottor Giuseppe Coletta. Dopo l’accertamento di morte, il cuore della donatrice è stato rivitalizzato da un’équipe composta da cardiochirurghi torinesi e cuneesi. Il professor Massimo Boffini e la dottoressa Erika Simonato della Cardiochirurgia delle Molinette, con l’aiuto del dottor Maurizio Roberto e del dottor Vincenzo Colucci, Cardiochirurgia di Cuneo, hanno fatto ripartire il cuore prima del prelievo. Il dottor Damiano Patrono ha preparato il fegato, i reni sono stati isolati dall’équipe urologica dell’ospedale di Cuneo.

Impiegate macchine di perfusione per impedire che gli organi si danneggiassero durante il trasporto. In particolare, il cuore è stato posizionato nel sistema di perfusione ex-vivo OCS, recentemente donato alle Molinette dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi, per trasportarlo in sicurezza a Torino, irrorato dal suo sangue e battente fuori dal corpo umano. Una volta arrivato a Torino, l’organo è stato trapiantato con successo su un paziente affetto da una grave malattia cardiaca terminale dal professor Mauro Rinaldi e dagli anestesisti del professor Luca Brazzi. Il fegato è stato trapiantato in una paziente con cirrosi epatica complicata da epatocarcinoma dai chirurghi dell’équipe del professor Renato Romagnoli e degli anestesisti del dottor Roberto Balagna. Anche i due reni sono stati trapiantati a due riceventi iscritti in lista per trapianto presso il Centro Trapianto di Rene, diretto dal professor Luigi Biancone.

alluvione emilia romagna

Specchio dei tempi, un anno di solidarietà con i doni dei lettori

Angelo Conti,
La Stampa, 24/12/2023

L’anno che saluteremo fra una settimana è stato molto intenso per Specchio dei tempi, impegnato in decine di progetti a Torino, in Piemonte ed in tutto il Nord Ovest, ma attivo — come sempre — anche di fronte alle grandi calamità. Ed è stato l’anno del record delle donazioni che sono state, complessivamente, ben 83.000 (grazie anche a Satispay). Quattro le linee sulle quali si è mossa la fondazione: l’aiuto agli anziani più fragili, la lotta alla dispersione scolastica, il sostegno alle mamme sole, l’attenzione alla sanità ed agli ospedali.

Inoltre ha lanciato importanti sottoscrizioni in favore dei romagnoli colpiti dall’alluvione di maggio (con interventi di ripristino in 8 scuole), del popolo turco devastato a febbraio dal terremoto (con la realizzazione del villaggio di Antiochia), della gente dell’Ucraina a cui abbiamo continuato a mostrare concreta solidarietà (tre centri assistenza ai profughi e 870.000 pasti serviti) e anche degli operai caduti a Brandizzo (35.000 euro donati ad ogni famiglia). Specchio ha continuato il suo decennale lavoro in Sri Lanka (Villaggio bambine, Orphanage, scuole), in Somaliland (nel nostro ospedale pediatrico di Hargeisa), in Myanmar (cliniche mobili con Medacross) e in Rwanda e Benin. Il primo impegno del 2023 di Specchio è stato “Forza Mamme” (alla sesta edizione) che vive nei primi sei mesi dell’anno il suo momento più intenso. L’obiettivo è quello di far crescere l’autostima e la sicurezza di donne sole, spesso in drammatiche difficoltà economiche. Le mamme partecipanti alla edizione 2023 sono state cento con quasi 200 bambini. Parallelamente Specchio ha sostenuto (con la Fondazione Bersezio) i 150 anziani di “Forza Nonni”. Quasi tutti ultraottantenni, il più delle volte soli, alle prese con il peso degli anni e la povertà.

Il terzo tradizionale progetto di Specchio è da 48 anni quello delle Tredicesime dell’Amicizia, la più antica sottoscrizione popolare italiana, orgoglio di Torino e del Piemonte. Anche quest’anno abbiamo superato il numero di 4.000 donatori che hanno reso possibile la consegna dei primi 2.000 assegni da 500 euro ad altrettanti anziani poveri e soli. E che consentiranno, nelle prossime ore, di far arrivare questo aiuto a tutti coloro che ce l’hanno chiesto e sono in regola con i requisiti. Alla fine saranno 2.547.

Sul fronte della scuola quasi 10.000 ragazzi sono stati coinvolti nelle nostre attività. Innanzitutto nei tre doposcuola cittadini (ex Moi via Pio VII, Barriera Milano via Cimarosa, Vallette via Quincinetto), poi nelle 15 scuole che ospitano il tutoraggio (con Fondazione Ferrero) e nelle 20 in cui sono programmati i cicli di “pet therapy”. Senza dimenticare le nostre piccole orchestre scolastiche, le 24 scuole coinvolte nel progetto “A scuola di bici”, gli incontri dei giornalisti con decine di classi piemontesi. E poi il progetto teatrale “Sana e robusta Costituzione” che ha coinvolto 3.500 ragazzi.

Nel settore della sanità, abbiamo donato apparecchiature d’avanguardia al Mauriziano, al Martini, al Sant’Anna, alle Molinette e agli ospedali di Cuneo e Alessandria. E continuato, per il decimo anno consecutivo, il nostro impegno verso le famiglie dei malati di Alzheimer che possono accedere ai nostri tre Alzheimer Caffè. Abbiamo ampliato e ammodernato gli ambulatori di “Protesi dentarie gratuite” di via Negarville (10.000 viste e circa 300 protesi donate). Da novembre è attivo anche il progetto “Mille visite” che offre l’opportunità di avere subito una visita specialistica, senza attese, a 1.000 malati indigenti. E a dicembre abbiamo toccato quota 390 defibrillatori donati, prevalentemente alle scuole.

Quest’anno ha debuttato il progetto “Un soffio ti può salvare la vita” contro le stragi del sabato sera. Con un partner d’eccezione con l’Arma dei Carabinieri, Specchio ha effettuato oltre 30.000 test alcoolmetrici volontari nelle strade della movida. Per finire, va ricordato il nostro impegno quotidiano (anche oggi, domani, e l’1 gennaio) con le “Colazioni Solidali” di via Nizza 24, pronte ogni alba nel refettorio delle suore e dei volontari vincenziani e la domenica sul nostro prezioso Specchiobus. Ogni anno quasi 45.000 gesti di affetto verso chi non ha un tetto o, più semplicemente, non ha il denaro nemmeno per pagarsi un cappuccino.

E il 2024? L’impegno sarà lo stesso. Cresce la povertà, lo sappiamo, e diminuiscono anche le risorse di chi ci ha sempre aiutato, ma noi siamo pronti, con il fondamentale apporto dei piemontesi e dei lettori de La Stampa, a continuare a stare vicino a chi soffre. «Per donare un aiuto concreto ma anche dignità» come ama ripetere il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves.

Forza Mamme!, un pomeriggio al cinema con i figli per assaporare squarci di normalità

Beppe Minello,
La Stampa, 23/12/2023

Quando si fatica a tirare avanti, un sorriso, un momento di serenità valgono di più. Sorrisi e serenità che per un paio d’ore, la scorsa settimana, sono fioriti sui volti di decine di mamme e dei loro bambini invitati a una proiezione gratuita al cinema Ideal Cityplex dalla Fondazione Specchio dei tempi che, ogni anno, segue un centinaio di donne sole con i loro figli (186 quest’anno) ad affrancarsi da una situazione famigliare difficile, generalmente senza lavoro e prospettive incerte. Guardando la favola di “Wonka”, le avventure di Mack, Pam e dei loro anatroccoli in “Prendi il volo” o la magia dei sogni di Asha in “Wish”, erano felici di una parentesi che per tutti è considerata normalità. Per loro, non sempre è così. Una normalità resa possibile da Luigi Boggio, 71 anni, presidente Agis Piemonte e Valle d’Aosta, ultimo discendente di una delle famiglie, dai Reposi ai Ventavoli ai Castagno, che dal secolo scorso offrono la meraviglia del grande schermo a generazioni di torinesi.

Boggio, e prima di lui i genitori e il nonno, sono da sempre vicini alla Fondazione. «Ma quest’anno, invitati da Specchio, abbiamo voluto fare un regalo in più. Mio padre e mia madre avrebbero fatto così…». Un momento di normalità, dicevamo. Ecco, il progetto “Forza mamme”, in piedi da oltre un quinquennio, ha questo obiettivo per donne, i cui mariti o compagni non ci sono più per i motivi più diversi, ritrovatesi sole con figli, spesso piccolissimi. Si parte dalla quotidianità, con borse della spesa gratuite in coop solidali una paio divolte la settimana e dal macellaio una volta al mese, alla disponibilità periodica di servizi solo apparentemente superficiali come il parrucchiere.

Per i figli ci sono pomeriggi di gioco organizzati da “Equilibrismi” e l’inserimento nei doposcuola progettati da “Stella Polare” in Barriera di Milano, “Villaggio che cresce” al Lingotto, “Insieme qui” a Madonna di Campagna. Sempre per i bambini che, quasi mai, hanno potuto godere di una vacanza al mare, e alcuni di loro mai l’hanno visto, d’estate si organizzano soggiorni in colonia.

L’inserimento nel mondo del lavoro, con la collaborazione della coop “Orso”, è un altro cardine di Forza mamme! delle quali vengono raccolte esigenze e curricula per poi essere accompagnate nella ricerca di un impiego. Sono in programma anche incontri con donne che, sole come loro, ce l’hanno fatta a creare un’attività imprenditoriale per sostenere la famiglia. Per adulti e bambini sono a disposizione logopedisti e psicologi, anche alimentari perché non sempre “chi è povero mangia bene”, mentre è più probabile che mangi male con conseguenze sul fisico e l’autostima devastanti. La salute ha poi un altro fronte grazie alla collaborazione con l’Associazione protesi dentaria gratuita”. «E imminente – spiegano Angelo Conti e Elisabetta Galli, in prima linea nel progetto – uno sportello legale gratuito per valutare se violenze, separazioni pesanti, assegni di mantenimento che latitano, riconoscimento di figli o anche solo problemi legati all’abitazione lamentati dalle mamme possono ragionevolmente finire in mano a un avvocato».

Simona, 44 anni, vedova da 7, è arrivata all’Ideal con tutti e sei figli. Sprizza gioia dagli occhi. Ha grandi novità: «Ho finalmente trovato un part time in una mensa scolastica! Mi avete veramente svoltato la vita. Sono così felice che ho mandato a Specchio anche un pensierino, una cosa piccola eh!».

Le 110 Tredicesime, un sorriso per il Natale degli anziani del cuneese

Poetto Giulia,
La Stampa, 20/12/2023

Nel giorno che, incurante dei 18 gradi di temperatura, segnava -6 a Natale, Specchio dei tempi si è fatto in due per consegnare nella Granda le «Tredicesime dell’amicizia», la più antica sottoscrizione popolare italiana. La scorsa settimana la distribuzione nella redazione cuneese de La Stampa di corso Nizza, nel pomeriggio quella al Consorzio Monviso Solidale a Saluzzo. La storia delle «Tredicesime dell’amicizia», dall’incipit del 1976, in 47 edizioni ha distribuito 78.786 sussidi per un totale di 32 milioni di euro, destinati a anziani «over 65» che vivono in solitudine e con redditi minimi.

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Quest’anno sono state 2.547 le richieste giunte alla fondazione, in regola con i requisiti: per soddisfarle tutte servirà raggiungere quota 1,25 milioni di euro di donazioni, un traguardo che dopo il superamento del milione di euro nelle scorse ore non sembra una chimera. In provincia di Cuneo sono state 110 le «Tredicesime dell’amicizia» da 500 euro ciascuna erogate, un numero che la pone al secondo posto dopo Torino. I destinatari sono per il 66% donne, la fascia d’età più rappresentata è quella trai 70 e i 79 anni.

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Nella redazione de La Stampa tanta compostezza e gratitudine, per un regalo che significa molto per chi lo riceve. Per Angelo, 68 anni, un accento foggiano che i cinquant’anni nel Cuneese non hanno cancellato, una pensione di invalidità e un appartamento in comodato d’uso a Montanera, la «Tredicesima dell’amicizia» è un miracolo. «Questi 500 euro sono una grande cosa: li userò per spese mediche e chissà, magari anche per un panettone». A Cuneo ci è arrivato con la famiglia a 14 anni per lavorare come operaio alla Bongiovanni, dove è rimasto per tre anni. Poi un’esperienza lavorativa alla diga di Entracque, sei mesi in Belgio, oltre cinquant’anni di fatica. Negli ultimi anni tanti problemi di salute, che lo scorso marzo hanno reso necessaria un’operazione al cuore, ma non hanno minato la sua ferma volontà di farcela da solo e di battersi per le cause di chi è meno fortunato di lui: «Mi piace difendere gli altri, non farmi aiutare. Questa è una delle poche forme di solidarietà a cui dico di sì, e ringrazio tutti i privati cittadini che con le loro donazioni l’hanno resa possibile».

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Gli fa eco Vincenzo, 84 anni, che a lungo è stato un imprenditore affermato, prima di pescare le carte degli imprevisti che ne hanno capovolto l’esistenza: «Finché in Italia c’è una realtà come Specchio dei tempi ci sarà speranza. Faccio affidamento solo su me stesso e sulla fondazione. La sua forza sono le persone: alcune di loro per me sono come di famiglia.». Vincenzo ha 4 nipoti, di cui una fresca di laurea in Psicologia clinica: «I 500 euro della “Tredicesima dell’amicizia” non sono utili, ma utilissimi per i regali per questo benedetto e maledetto Natale».

Come donare:

Per sostenere le Tredicesime dell’Amicizia è possibile donare qui

Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.

Anche a Verbania gli aiuti di Specchio dei tempi: la storia dell’ottantaquattrenne Luigi

Beatrice Archesso,
La Stampa, 17/12/2023

Con il bastone come fedele alleato, l’animo di Luigi Galbier è rimasto quello di un giovanotto. Sul volto i segni degli anni, nella voce la dignità di una vita di fatica e sacrificio iniziata prestissimo, dodicenne, nei campi paludosi dell’area da bonificare dell’Agro Pontino. Galbier è nato all’epoca di Littoria, come si chiamava Latina ai tempi: è del 1939 e solo nel ’45 il nome della città venne cambiato per prendere le distanze dal regime. La storia di Luigi va pari passo a un pezzo di quella nazionale.

Oggi spiritoso ottantaquattrenne con la battuta pronta e la risata contagiosa, è uno dei 30 beneficiari nel Verbano (nel Vco sono 52) delle «Tredicesime dell’amicizia» della Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, aiuto concreto per chi si trova nel bisogno e lotta contro la solitudine. Nato a Borgo Montenero, frazione di San Felice Circeo (Latina), è il quarto di sei fratelli. Era arrivato a Verbania nel 1958 per il servizio militare. Entrambi i genitori erano del Veneto e come tanti compaesani erano partiti per l’Agro Pontino per lavorare alla bonifica dell’estesa palude. Seduto su una sedia della redazione di Verbania de La Stampa, con le mani appoggiate al bastone, ripercorre gli anni dell’infanzia: «Ho fatto solo la prima elementare – dice quasi con una punta di vergogna ma tanta dignità -. Ai tempi studiare era un privilegio. Si andava a scuola con gli zoccoli e il libro sotto l’ascella. Comunque non avevo voglia di studiare».

L’onestà scandisce il racconto della sua vita, ricostruito senza giri di parole né sconti. «A 12 anni ho cominciato a lavorare per il Consorzio di bonifica come “accompagnatore” – ricorda -: di notte accompagnavo l’addetto a controllare i campi, di giorno stavo in uno gabbiotto che era il centralino. A 15 anni sono passato sul campo, con la falce a pulire canali. Ci si muoveva a piedi o in bici. Ogni mattina sveglia alle 5, mamma preparava la “schiscèta” e via al lavoro». Negli anni del militare l’episodio che gli ha cambiato la vita: «Conobbi una ragazza, rimase incinta. Decisi contro il parere della mia famiglia di lasciare il Lazio per stare con lei a Verbania. “Non lascio un figlio in giro”, dissi».

Nasce il primogenito e lui trova lavoro alla Nestlé a Intra, poi alla Montecatini. «Però, dico la verità: quando uno è abituato a lavorare all’esterno, in campagna, soffre a stare in fabbrica giorno e notte. Così finii a fare il muratore e il carpentiere, a Verbania e in Svizzera. Poi tra gli Anni 70 e 80 il custode di Villa Medini in via Vittorio Veneto a Pallanza». Negli Anni 90 la pensione, poi i problemi di salute della moglie Giovanna sposata nel’62 aMadonna di Campagna e compagna di vita per 58 anni fino a quando è mancata nel 2020. Oggi i contatti di Galbier con i tre figli sono sporadici e lui soffre la solitudine, che combatte cercando amicizie fuori casa. A cui racconta una vita piena di aneddoti.

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Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.

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  • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
  • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (lun-ven 9.30-13);
  • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (lun-ven 8.30-12.30/14.45 -17.30);
  • Specchio Point Pinerolo, via del Pino 70 (mer 9-13).

Anezia, la ballerina dei Caroselli, che ora vive in 14mq

Angelo Conti,
La Stampa, 18/12/2023

Anezia è nata in Brasile, a San Paolo, da famiglia italiana. Ed è poi stata, da ragazza, una emigrante di ritorno. Ma del Brasile ha conservato ottimismo e voglia di vivere, che ha sempre sfoderato, negli anni in cui ha sinora ricevuto le Tredicesime dell’Amicizia: “La vita è un dono – è il suo mantra – e dobbiamo saperla guardare in faccia anche quando è cattiva.  Confidando che le cose possono migliorare e che domani potrebbe essere migliore di oggi”.

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E dire che Anezia, 71 anni,  qualche problema ce l’ha: “ Non sto tanto bene, ho subito due interventi e mi devo spesso sottoporre ad accertamenti anche poco simpatici, come le colonscopie. E poi vivo in una soffitta davvero piccola piccola, appena 14 metri quadrati. Ma non la cambierei mai con un’altra sistemazione. Perché il palazzo è tranquillo, la zona pure, anche se devo fare qualche volta i conti con la movida di piazza Vittorio”. La mini soffitta è stato un ripiego: “Sino a qualche anno fa abitavo nelle case Atc di via Carema. Avevo un alloggio ampio, 50 metri quadrati, che avevo sistemato proprio bene. Ma in quella scala abitava di tutto, anche gentaglia. Mi forzavano la porta, a volte cercavano di entrare anche quando io ero in casa. Insomma, non era vita. Così, una famiglia che mi è molto cara e che non smetterò mai di ringraziare, mi ha offerto questa soffitta in affitto. Per me è stato un grande regalo. Ho ritrovato la tranquillità”.

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Ma per far quadrare i conti Anezia deve far i salti mortali: “Prendo 650 euro di pensione, 250 vanno via per l’affitto, e mi restano 400 euro per le bollette e per vivere. Per riuscirci devo fare qualche magia…”. E che la Tredicesima dell’Amicizia sia per lei un regalo importante, lo confermano le lacrime che versa nel ricevere la busta con il denaro.

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Anezia ha un figlio, che non vede da 40 anni: “Adesso ha più di 50 anni. L’ho avuto che ne avevo appena 18. So che vive in Centro America, ma non mi vuole vedere. Per via di vecchi attriti con il mio marito siciliano e con la sua famiglia. Il mio temperamento, influenzato dai miei anni in Brasile, non era stato accettato. Ed ho preferito andarmene”. Anezia in Brasile faceva la ballerina e, dopo la parentesi del matrimonio, è tornata a fare quel lavoro: “Ero brava. Lo studio Armando Testa mi ingaggiò per lavorare nei Caroselli dell’Amaro Cora. La star era Barbara Bach, io avevo ruoli secondari, da comparsa, di solito ballavo.  Ogni tanto vado a rivedere quei Caroselli su Youtube. Sono in bianco nero, cose da cineteca, ma è come fare un salto indietro e tornare giovane. Poi, col passare degli anni, ho dovuto ripiegare su altri lavori, come la donna delle pulizie, spesso in nero. Così la pensione è rimasta piccola piccola. Ma in compenso ho un patrimonio di ricordi che mi aiuta, ogni giorno, a vivere”.

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“Sono sempre sola in casa, grazie per l’aiuto”, nel VCO consegnate 52 Tredicesime

Archesso Beatrice
La Stampa, 15/12/2023

Le «Tredicesime dell’amicizia» fanno bene due volte: per il contributo economico, certo, ma anche perché, lo dice il nome, creano legami. Soprattutto laddove non ci sono, cioè nei casi di solitudine, quando oltre all’aiuto economico è benefico un sorriso, una stretta di mano. Le «Tredicesime dell’amicizia» della Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi sono un contributo concreto che aiuta a tirare il fiato, pagare bollette, qualche arretrato che come tale crea ansia, a fare la spesa un po’ più corposa, magari togliersi un piccolo sfizio. Soprattutto, dà speranza.

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Per ricevere il contributo da 500 euro ci sono requisiti precisi, i destinatari sono anziani in difficoltà e soli. Per Specchio dei tempi le «Tredicesime dell’amicizia» sono un impegno per il quale si lavora tutto l’anno e che ha già fatto tanto bene: in 47 edizioni del progetto sostenuto dai lettori de La Stampa sono stati già consegnati 78.786 sussidi per un totale di 32 milioni di euro.

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La donazione è capillare in tutte le province del Nord Ovest, incluso il Verbano Cusio Ossola. Quest’anno nel Vco sono state assegnate 52 «Tredicesime dell’amicizia» per un totale di 26 mila euro: 30 a Verbania, 11 nel Cusio e altrettante in Ossola. Sono stan gli stessi destinatari, o loro rappresentanti, a ritirarle direttamente agli sportelli di Specchio dei tempi. Mercoledì mattina nella redazione di Verbania de La Stampa c’è stato un composto e sereno viavai, si è creata una «piazza» dove scambiare due parole, stringere mani e tornare a sorridere.

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Tra i beneficiari della «Tredicesima dell’amicizia» c’è Clementina Brambilla, 86 anni e uno spirito ancora pungente. Il cognome palesa inconfutabili origini lombarde: «Ul mè pà l’eva da Milan», dice, mentre la mamma era veneta. Il suo parlare è un indissolubile mix di italiano e dialetto, anche se parlerebbe volentieri solo il secondo. Lei è nata a Verbania, oggi abita nel quartiere Sant’Anna. Dalla metà degli Anni 70 ha lavorato «un po’ ovunque: in fabbrica, tra cui la Muggiani a Verbania e altre realtà a Gravellona Toce», ma anche altri tipi di impiego senza mai rifiutare nulla perché «prendevo ciò che c’era, d’altronde con tre figli c’era bisogno di un aiuto in casa». Oggi le è rimasta una figlia. E sente il peso della solitudine: «Sono sempre sola a casa – confida – e quando ricevo la chiamata da Specchio dei tempi sono felice, anzi spesso sono loro a darmi la buonanotte, perché io quando attacco a parlare non mi fermo mai».

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In un giorno, 1619 Tredicesime dell’Amicizia “Un aiuto per gli anziani soli e in difficoltà”

Angelo Conti
La Stampa, 15/12/2023

Specchio dei tempi ha distribuito 1619 tredicesime dell’amicizia ad altrettanti anziani poveri e soli. Le risorse erogate, nell’arco di un solo giorno, sono state superiori ad 800 mila euro. Man mano che procederà la raccolta delle donazioni aumenterà anche il numero dei beneficiati. «Possiamo già garantire — ha spiegato il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves — che il superamento di quota un milione ci consentirà di aggiungere altre tredicesime. L’obiettivo è versare l’aiuto economico di 500 euro a tutti i 2500 anziani, in regola con i requisiti, che ce l’hanno sinora richiesto».

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L’asticella delle Tredicesime è dunque salita a 1.250.000 euro: un target non proibitivo, considerato lo slancio che accompagna anche l’edizione 2023 di questa sottoscrizione, giunta alla 48esima edizione. Ieri, ospiti delle suore vincenziane di Casa Santa Luis, lo staff di Specchio dei tempi, affiancato da una decina di volontari, ha accolto 475 anziani per la consegna diretta dei voucher e, subito dopo, i rappresentanti di 71 associazioni solidali che hanno ricevuto i documenti per l’incasso: in queste ore vengono distribuiti ad altri 1143 beneficiari, in tutto il Piemonte e nella Liguria di Ponente. Il voucher può essere trasformato nella somma in contanti presso gli sportelli italiani di Intesa San Paolo.

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I destinatari sono per il 72% donne e l’età media è di circa 78 anni. Hanno tutti oltre 65 anni e tutti possono disporre della sola pensione minima, oltre a vivere da soli. Alla consegna delle tredicesime 2023 ha partecipato anche donna Lavinia Elkann Borromeo, consigliere di amministrazione di Specchio dei tempi, insieme alla figlia Vita, intervenuta con tutta la sua classe del Liceo Internazionale Francese. I ragazzi hanno voluto consegnare lettere attestanti affetto e condivisione agli anziani, e li hanno poi intrattenuti offrendo loro bevande calde e generi di conforto.

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La sottoscrizione continua, supportata anche da alcuni eventi musicali. Domani sera all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto ci sarà l’atteso recital di Stefano Bollani mente il giorno successivo, domenica 17, il coro Sweet Soul Singers tornerà a cantare il suo repertorio gospel, questa volta nella chiesetta di San Salvano, in via Nizza 20, alle ore 17. Presso l’Infospecchio di via Nizza 35, per tutto il week end (dalle 10 alle 16 sia sabato che domenica) sarà possibile acquistare i giochi di Torino Factory: una parte dell’incasso verrà devoluto a Specchio perle Tredicesime.

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