L’odissea di Miriam e del piccolo Fabio

Beppe Minello, La Stampa 30/01/2021

C’è un bimbo, che oggi ha due anni e mezzo, che sta crescendo grazie all’amore e alla solidarietà di tanti. Anche di Specchio dei tempi che ha già devoluto un migliaio di euro per aiutare il piccolo e la sua mamma Miriam (i nomi sono diversi da quelli reali) ad affrontare la vita: la spesa, la rata del riscaldamento, le bollette in scadenza, l’affitto. Ma soprattutto ha offerto a madre e figlio la possibilità di lasciarsi alle spalle un passato di sofferenza, violenza e disperazione.

La mamma di Fabio, oggi ventiduenne, vive ora nell’Alessandrino ed è stata cacciata di casa quando ha detto ai genitori che era incinta. Il padre è poi sparito e l’unica persona che ha spalancato le braccia a Miriam è stata la nonna. Una donna coraggiosa, impiegata in una cooperativa che si occupa della mensa di una scuola. Quando la cooperativa ha però perso l’appalto è sparito l’unico sostegno economico per lei, la nipote e Fabio.

La solidarietà di tanta gente li ha salvati fino ad oggi. Una solidarietà che non può fermarsi. Ad occuparsi di loro, per prima, è stata l’associazione “Aruanà” di Casorzo, nell’Astigiano, fondata oltre vent’anni fa da una donna generosa e straordinaria, Pier Rita Calcagno. Ormai ultra settantenne, la donna non ha perso nulla dell’entusiasmo che, in gioventù, l’ha portata, da maestra elementare, a lavorare nelle scuole più problematiche ma ricche di umanità di Torino: a Porta Palazzo, in via Artom, via Farinelli, strada Delle Cacce o alla “Dogliotti” dove venne sperimentato il primo inserimento di un bambino handicappato. “Un periodo – ricorda l’ormai ex-maestra che ha concluso la sua carriera a Casorzo, Grana, Moncalvo – nel quale le classi avevano 31 bambini, non esistevano le fotocopiatrici e per diffondere gli avvisi bisognava ogni volta scriverli a mano sui singoli diari”.

Per Miriam, Fabio e la nonna fu la svolta, resa possibile da quella gara di solidarietà che continua ancora oggi e che ha bisogno di essere rilanciata. Già perché questo amore corale è continuato anche quando, l’estate scorsa, Miriam e il bambino sono scomparsi da Alessandria, portati via dal padre. Di madre e figlio la nonna non ha più avuto notizie per qualche mese. Fino a quando Miriam è riuscita a contattare una zia che è andata a prenderla in un comune del Milanese trovando la nipote in una situazione penosa, smagrita e sofferente. Solo Fabio, accudito e coccolato dall’amore della madre, sembrava non aver patito ciò che la donna aveva invece dovuto subire.

E la gara di solidarietà è ripartita con l’aiuto determinante di Specchio dei tempi e dei suoi sostenitori. “Con il denaro ricevuto – spiega l’ex-maestra – abbiamo coperto gli affitti arretrati, pagato le bollette e stiamo assistendo Miriam  che fatica a riprendersi da ciò che il padre del bambino le ha fatto passare e che lei non vuole raccontare. Aiutateci, per favore”.

Specchio dei tempi sostiene lo sforzo di questa mamma, tutelando anche il suo bambino.

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