Limone, 3000 euro per il negozio di Carla: “Grazie a voi ripartirò”

Di Barbara Morra 

È un bel negozio quello di Carla Balletti. Dalle vetrine in legno e pietra in altri tempi si vedevano le prelibatezze locali da acquistare e le bellezze un po’ magiche di addobbi in legno e oggetti di arredamento da montagna. La sua attività, a Limone, rientra tra quelle raggiunte dall’aiuto dalla Fondazione Specchio dei tempi de La Stampa, dopo l’alluvione che ha colpito la provincia di Cuneo nella notte tra il 2 e il 3 ottobre. Sono 65 i titolari di attività cui è andato il sostegno economico, con il collaudato meccanismo dei lettori che aiutano la gente.

«Il mio negozio non è in centro, dove ci sarebbero state più possibilità di ripresa – spiega Carla -, ma in via Nizza, ovvero la statale 20 che attualmente è chiusa. Nessuno passa di qui: dopo un mese non ho ancora riaperto e non so se ce la farò. Sono molto preoccupata per il futuro: se qui mancheranno i turisti dalla Liguria e dalla Francia o comunque un passaggio di persone, sarà dura».

Oltre al negozio di alimentari e souvenir, la commerciante ha un’attività di taglio e cucito con vendita di stoffe e tendaggi. «Il laboratorio è quello che ha subito più danni perché è nella parte passa dell’edificio – aggiunge -. L’acqua ha sommerso attrezzature, stoffe, materie prime. Abbiamo impiegato molto tempo a ripulire. I 3000 euro di Specchio dei tempi li userò per ricostituire un minimo del necessario per quest’attività, che svolgo da tanti anni».

Limone, il Bando Alluvione salva la pista di fondo

Di Barbara Morra 

«Oggi ho tirato fuori il battipista, ho gonfiato le ruote ed ora è pronto a partire». Ottimista Giambattista Leonardi, origini trentine e gestore da quarant’anni della pista da sci di fondo di Panice Sottana a Limone.  A contribuire al suo buonumore è stata anche la notizia che la Fondazione Specchio dei tempi de La Stampa lo ha individuato con un bando fra i 65 alluvionati che riceveranno il contributo di 3000 euro per le piccole attività colpite.

«L’acqua nella notte fra il 2 e il 3 ottobre ha scavato nei prati e ammucchiato sassi. Un finimondo, la pista non c’era più – racconta -. Ci sono voluti quattro giorni e il lavoro di due ruspe per spianare e togliere le pietre. Ora sono convinto che, quando daranno la possibilità di riaprire, saremo pronti con i nostri tre km di pista». L’attività di Leonardi, che comprende l’affitto dell’attrezzatura per lo sci di fondo e il trekking con le racchette da neve, dura da quarant’anni. Dice: «Sono arrivato dal Trentino che non sapevo cos’era lo sci di fondo. Mio cognato Giovanni Astegiano era stato olimpionico a Sapporo nel ’72 ed è morto in un’escursione sul Gelas. Avevamo già la gestione della pista, ho dovuto imparare il fondo e sono diventato maestro di questa disciplina». 

Sulla chiusura del Tenda, Leonardi non è così preoccupato come altri: «I monegaschi e i liguri che hanno la casa a Limone o trascorrevano qui la settimana bianca verranno lo stesso. Passare dal Nava allunga di due ore, che nella permanenza di una settimana si possono ammortizzare».