Costruire una nuova sanità nel ricordo di Ghirotti

Angelo Conti

Un convegno domattina all’Ordine dei Medici

Dopo la pandemia è necessario non solo fare domande, ma anche dare risposte.

Il convegno organizzato dall’Associazione Gigi Ghirotti di Torino ha questo obiettivo. Domani, sabato 11 giugno, dalle 9, presso la sede dell’Ordine dei medici, corso Francia 8, si parlerà di sanità territoriale. “Vogliamo che questo evento diventi uno strumento utile. Non si tratta solo di informare ma anche di proporre nuovi modelli” spiega il professor Giorgio Palestro, presidente dell’Associazione.

“Un nuovo modello di assistenza sul territorio: prospettive future e proposte concrete” è un convegno ma non solo: vuole raccontare e suggerire quale potrebbe essere un futuro sostenibile per la sanità locale. Il tema della medicina territoriale è molto caldo, il covid-19 ha messo in luce tutte le difficoltà che si sono dovute affrontare, per esempio i pazienti oncologici che avevano bisogno di controlli sono stati ostacolati. Ma basti pensare alle difficoltà di accesso alle cure primarie”, spiega Palestro.

Saranno messi sul tavolo diversi argomenti: dalla burocrazia ai percorsi di cura. Tutti convergeranno in un unico obiettivo: immaginare un nuovo piano che metta al centro il cittadino. “Noi, come associazione portiamo avanti da anni questo tema. Quello dello spirito di Ghirotti, un grande giornalista che, colpito da un tumore maligno, iniziò a dialogare con i malati e con i medici per costruire nuove strade e sensibilità in ambito sanitario”, sottolinea Palestro.

Da sempre l’Associazione (che confluirà presto nella Fondazione Specchio dei tempi) lavora sul tema sanità, prepara progetti scientifici, eroga borse di studio per la ricerca in ambito medico e lavora, attraverso lezioni e laboratori, con le scuole.

Cosa sta facendo Specchio per la sanità

A Torino abbiamo ristrutturato la radiologia del Mauriziano, cinque reparti del Regina Margherita, il day hospital chemioterapico del Sant’Anna. Durante l’Emergenza Covid abbiamo donato 1 milione di dispositivi di protezione individuale e decine di macchinari agli ospedali di tutto il Piemonte.

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Da 42 anni sulle orme di Gigi Ghirotti

Angelo Conti

Non era facile, 50 anni fa, raccontare di una malattia, allora implacabile e quasi sempre mortale. Ma Gigi Ghirotti ci riuscì, usando la sua storia ed anche le sue paure, per scavare sulla condizione di malato, sullo status di uomo fragile davanti ad una sanità spesso incerta, talvolta smarrita, qualche volta ignorante. Questo percorso ci è stato lasciato attraverso una intensa documentazione: inchieste, servizi televisivi, un libro, articoli su La Stampa, il suo giornale.

Raccontò per la prima volta della sua malattia nel maggio del 1972, ne morì il 17 luglio di due anni dopo. Ghirotti ha lasciato il segno, anche per l’emozione che seppe trasmettere, raccontando il viaggio “nel tunnel della malattia” (proprio così titolava il suo libro). La gente lo seguì, si appassionò persino alla sua lotta. E così, la sua morte ebbe risonanza profonda.

Per non disperdere il suo insegnamento e la sua passione, nacque così a Torino – anche grazie ad una sottoscrizione popolare sostenuta da Specchio dei tempi – una sezione dell’associazione nazionale (oggi ancora attiva in una decina di città) che porta il suo nome. Decine di borse di studio, lavori scientifici e convegni, tutti in ambito oncoematologico, sono stati così posti in essere nell’arco di 42 anni di continua attività.