Contro le liste d’attesa infinite gli screening e le visite mediche sono offerte da Specchio

Alessandro Mondo,
La Stampa, 14/02/2024

C’era un tempo in cui gli ospedali, soprattutto i più noti, contavano, oltre che sui finanziamenti pubblici, su lasciti testamentari (immobili, terreni) e donazioni: fa fede la targa posta qualche anno fa nell’atrio principale delle Molinette per ricordare i benefattori, di solito ex-pazienti o loro parenti.

Oggi che i lasciti sono in ribasso, restano le donazioni ad opera di fondazioni, onlus e cooperative, più che di privati e anonimi cittadini. Uguale l’obiettivo: comprare apparecchiature o cambiare gli arredi di interi reparti. Con un «di più», molto recente: alle donazioni di tecnologie per i nosocomi si affiancano pacchetti di prestazioni per i cittadini, offerte gratuitamente a seguito di convenzioni con strutture sanitarie convenzionate. Obiettivo: garantire l’accesso in tempi rapidi agli screening e alle visite, altrimenti vincolate ai tempi sovente insostenibili, delle liste di attesa.

Alla voce «donazione di macchinari» rimandano due iniziative presentate ieri. La prima è la donazione all’Oculistica del Mauriziano, diretto dal dottor Maurizio Dall’Acqua, della piattaforma Optos Silverstone da parte della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi: un gioiello da quasi 300 mila euro per l’Imaging Retinico ad ampio campo che, ha rimarcato Lodovico Passerin d’Entrèves, presidente della Fondazione, conferma il costante l’impegno impegno di «Specchio» anche sul fronte della Sanità. E’ la stessa Fondazione che a novembre ha lanciato il progetto «Mille visite subito» per consentire l’accesso alle prestazioni di chi non può rimettersi alle liste di attesa o rivolgersi alla Sanità privata.

Visite di varie specialità: le condizioni sono la residenza in Piemonte, un Isee inferiore a 15 mila euro e l’impegnativa del medico di base. Si prenota dal lunedì al venerdì, 14,30-17,30, chiamando il numero 366.6765663 o inviando una mail a millevisite@specchiodeitempi.org.

Specchio dei tempi dona al Mauriziano il superapparecchio che salva la retina

Alessandro Mondo,
La Stampa, 13/02/2024

Il non plus ultra in campo oculistico. Oggi è stato presentato Optos Silverstone, la più avanzata piattaforma multimodale di ultima generazione per l’Imaging Retinico ad Ampio Campo (UWF) attualmente disponibile, presso l’ambulatorio di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino diretto dal dottor Francesco Faraldi: una nuova possibilità, grazie al finanziamento della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi, per un valore di circa 291.000 euro.

Nuova frontiera

Le malattie del sistema visivo rappresentano oggi più che mai una sfida per i sistemi sanitari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano oltre 2 miliardi di persone con disabilità visiva, di cui circa la metà prevenibili. Le principali cause di cecità a livello globale sono gli errori refrattivi non corretti e la cataratta, seguiti da retinopatie e glaucoma. Il costo sociale dell’ipovisione nel mondo è di oltre 400 miliardi di euro l’anno. Nei Paesi industrializzati, dove la diffusione di tecnologie avanzate consente un valido approccio a patologie come la cataratta, le malattie retiniche rappresentano la principale causa di cecità: tale incremento è dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione ed all’aumento di incidenza di patologie sistemiche con interessamento oculare. In termini di frequenza e cronicità, le retinopatie di maggior rilievo sono la degenerazione maculare legata all’età (1 milione di pazienti in Italia), la retinopatia diabetica (30-50% del totale dei pazienti diabetici, 3 milioni in Italia), la miopia patologica con la maculopatia miopica e le malattie vascolari retiniche: queste malattie rappresentano gravissime problematiche per frequenza e cronicità nella gestione, con ricadute non solo sul paziente ma anche sulle famiglie e sul sistema.

I trattamenti

I problemi sono su vari fronti legati alla necessità di una corretta informazione della popolazione al miglioramento dei sistemi di presa in carico dei pazienti, nonché la necessità di appropriatezza delle cure con i farmaci sempre più avanzati a nostra disposizione, che devono però essere somministrati con regimi corretti per ottenere quei risultati che hanno consentito di migliorare in questi numerosi pazienti la prognosi e di invertire il trend di cecità, oggi addirittura in diminuzione per alcune di queste malattie. Un caso di maculopatia in miope elevato può oggi venire trattato con successo, mentre dieci anni fa era quasi sempre causa di perdita della vista centrale.

Tecnologia all’avanguardia

In questo contesto, la nuova piattaforma Optos Silverstone, potenziata con il nuovo release per l’analisi non invasiva della vascolarizzazione retinica dal centro all’estrema periferia, rappresenta una preziosa risorsa per i centri di riferimento per la cura delle malattie retiniche. Si tratta di un dispositivo ad alta risoluzione, con tecnologia confocale ad amplissimo campo, progettata per operare attraverso un diametro pupillare fino a 2 mm. La Rete internazionale per la diagnosi e cura della retinopatia diabetica ha dimostrato che con le tecniche di imaging ad amplissimo campo è possibile ridurre l’evoluzione verso forme gravi ed invalidanti in oltre il 50% dei casi.

Intelligenza artificiale

“Queste strumentazioni garantiranno una maggior possibilità di presa in carico dei pazienti, aprendo la strada ai vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale ed a nuovi modelli organizzativi di cura multidisciplinare dei pazienti stessi, come già in essere in altre realtà. Nel corso degli ultimi anni, il reparto di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino ha visto un processo di progressiva riorganizzazione con l’apertura del Centro Trapianti di Cornea, l’implementazione del servizio di oftalmologia pediatrica e strabismo, l’attivazione di un Centro di riferimento per le uveiti ed adeguamento a standard più elevati di trattamento di patologie mediche e chirurgiche della retina” dichiara il dottor Francesco Faraldi (Direttore Oculistica ospedale Mauriziano di Torino). L’attività di diagnosi e cura delle maculopatie verrà ulteriormente migliorata grazie a questo strumento che rappresenta il gold standard nell’integrazione delle tecniche diagnostiche. Diagnosi più rapide e precise consentiranno l’efficientamento dei percorsi diagnostico-terapeutici. Non meno importante sarà nella diagnosi differenziale delle malattie ereditarie della retina come la retinite pigmentosa. Negli ultimi anni le prospettive per questi pazienti sono radicalmente cambiate con la commercializzazione della prima terapia genica per la cura della retinite pigmentosa. L’individuazione dei casi che possono beneficiare delle nuove terapie diventa di importanza esiziale.

 

Specchio dona al Mauriziano il più innovativo strumento digitale per le malattie della retina

Angelo Conti

Lunedì mattina Specchio dei tempi consegnerà al Reparto di Oculistica del Mauriziano il più innovativo strumento per la diagnosi e la cura delle patologie della retina. E’ la più avanzata Piattaforma Multimodale per l’Imaging Retinico ad Ampio Campo (UWF) attualmente disponibile al mondo, la prima direttamente sostenuta dall’Intelligenza Artificiale. Funzionerà negli ambulatori diretti dal dottor Francesco Faraldi. Il suo acquisto è stato completamente finanziato da Specchio dei tempi per un valore di oltre 290.000 euro.

Questa piattaforma rappresenta un prezioso strumento per contrastare le malattie retiniche che sono la principale causa di cecità, in forte incremento anche per il progressivo invecchiamento della popolazione. In termini di frequenza e cronicità, le retinopatie di maggior rilievo sono la degenerazione maculare legata all’età (1 milione di pazienti affetti in Italia), la retinopatia diabetica (30-50% del totale dei pazienti diabetici, circa 3 milioni in Italia), la miopia patologica e le malattie vascolari retiniche: queste patologie rappresentano gravissime problematiche per frequenza e cronicità nella gestione, con ricadute non solo sul paziente ma anche sulle famiglie e sul mondo del lavoro.

“Queste strumentazioni – spiega il primario Francesco Faraldi – garantiranno una maggior possibilità di presa in carico dei pazienti, aprendo la strada ai vantaggi offerti dall’intelligenza artificiale ed a nuovi modelli organizzativi di cura multidisciplinare. Nel corso degli ultimi anni, il reparto di Oculistica dell’ospedale Mauriziano di Torino ha visto un processo di progressiva riorganizzazione con l’apertura del Centro Trapianti di Cornea, l’implementazione del servizio di oftalmologia pediatrica e strabismo, l’attivazione di un Centro di riferimento per le uveiti ed adeguamento a standard più elevati di trattamento di patologie mediche e chirurgiche della retina”.

Il presidente di Specchio dei tempi, Lodovico Passerin d’Entreves, ha sottolineato come “la donazione di strumentazioni di assoluta avanguardia all’ospedale Mauriziano si inserisce in un più ampio impegno della nostra fondazione verso la sanità piemontese: nell’ultimo anno abbiamo investito oltre un milione di euro per ammodernare reparti di ospedali, a Torino ed anche nel resto del Piemonte. Una parte importante delle risorse impiegate proviene da lasciti ed eredità che abbiamo rapidamente trasformato in aiuti concreti per la gente”.

Una donatrice, quattro persone salvate anche grazie a una delle macchine per perfusione donata da Specchio

Alessandro Mondo,
La Stampa, 14/01/2024

Un trapianto movimentato, in corsa contro il tempo, dipanatosi tra Torino e Cuneo: il primo eseguito in Italia trasportando entrambi gli organi, cuore e fegato, mantenuti funzionanti fuori dal corpo del donatore. Operazione straordinaria, certo. Ma non si tratta solo di questo, di una performance professionale e tecnologica di eccellenza, bensì di una mobilitazione subordinata a due considerazioni, ben presenti nella mente di chi l’ha coordinata ed eseguita: l’importanza di organi donati, risorsa sempre più preziosa e sempre insufficiente rispetto alla domanda, la prima; la possibilità, grazie ai progressi della medicina e delle tecnologie applicate alla medicina, di reimpiegarli quasi tutti (giovani e vecchi, in condizioLavoro di squadra tra le équipe del Santa Croce e Carle e delle Molinette.

In questo quadro rientra il prelievo contemporaneo del cuore, del fegato e dei reni all’ospedale di Cuneo da un donatore in morte cardiaca e il successivo trapianto degli organi presso l’ospedale Molinette di Torino. Un lavoro di rete, prima di tutto, tra ospedali diversi, capaci di condividere tra loro professionalità e tecnologie. Altro elemento di novità: la modalità di donazione, awenuta dopo arresto cardiaco. E ancora: la distanza tra le sedi di donazione e trapianto, le tecnologie impiegate per la preservazione degli organi, il trasferimento di una équipe dedicata a questo particolare tipo di donazione in un ospedale non di Torino, il trasporto degli organi non fermi in ghiaccio ma piuttosto mantenuti in vita al di fuori del corpo del donatore in una condizione molto simile a quella fisiologica. Tanta roba, insomma, anche per un trapianto.

La donatrice, una donna di 62 anni della Valle Po, ricoverata a fine dicembre presso l’ospedale di Cuneo, ha donato i suoi organi dopo accertamento di morte con criteri cardiocircolatori. Indispensabile la stretta collaborazione dell’équipe delle Molinette, formata dalla dottoressa Mannella Zanierato e dal dottor Raffaele Potenza, con l’équipe rianimatoria di Cuneo, composta dalla dottoressa Federica Lombardo e dal dottor Domenico Vitale, guidati dal dottor Giuseppe Coletta. Dopo l’accertamento di morte, il cuore della donatrice è stato rivitalizzato da un’équipe composta da cardiochirurghi torinesi e cuneesi. Il professor Massimo Boffini e la dottoressa Erika Simonato della Cardiochirurgia delle Molinette, con l’aiuto del dottor Maurizio Roberto e del dottor Vincenzo Colucci, Cardiochirurgia di Cuneo, hanno fatto ripartire il cuore prima del prelievo. Il dottor Damiano Patrono ha preparato il fegato, i reni sono stati isolati dall’équipe urologica dell’ospedale di Cuneo.

Impiegate macchine di perfusione per impedire che gli organi si danneggiassero durante il trasporto. In particolare, il cuore è stato posizionato nel sistema di perfusione ex-vivo OCS, recentemente donato alle Molinette dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi, per trasportarlo in sicurezza a Torino, irrorato dal suo sangue e battente fuori dal corpo umano. Una volta arrivato a Torino, l’organo è stato trapiantato con successo su un paziente affetto da una grave malattia cardiaca terminale dal professor Mauro Rinaldi e dagli anestesisti del professor Luca Brazzi. Il fegato è stato trapiantato in una paziente con cirrosi epatica complicata da epatocarcinoma dai chirurghi dell’équipe del professor Renato Romagnoli e degli anestesisti del dottor Roberto Balagna. Anche i due reni sono stati trapiantati a due riceventi iscritti in lista per trapianto presso il Centro Trapianto di Rene, diretto dal professor Luigi Biancone.

Specchio all’avanguardia tecnologica per salvare i neonati critici del Sant’Anna

Angelo Conti

Questa mattina Specchio dei tempi ha donato alla Neonatologia del Sant’Anna di Torino un ventilatore neonatale con tecnologia innovativa in grado di migliorare le aspettative di vita dei neonati pretermine.

Si tratta di un ventilatore neonatale Servo-n (con tecnologia innovativa NAVA), alla Neonatologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino. La generosa donazione è stata sostenuta dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi, insieme agli organizzatori dell’Italian Tech Week 2023, che hanno devoluto il ricavato della serata finale del più importante evento sulla tecnologia in Italia, svoltosi a Torino dal 27 al 29 settembre 2023.

Il nostro regalo a Cuneo: due macchinari hi-tech per il Santa Croce

Un caschetto per la chirurgia cardiochirurgica mini-invasiva e una colonna endoscopica per la terapia del dolore. Sono i macchinari donati da Specchio dei tempi, grazie alla generosità dei lettori de La Stampa, all’ospedale di Cuneo. La doppia donazione (valore 100 mila euro) è stata presentata giovedì 21 dicembre dall’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle. All’incontro hanno partecipato il commissario straordinario dell’ospedale Livio Tranchida, il direttore sanitario Giuseppe Coletta, il direttore della Cardiochirurgia Maurizio Roberto, il presidente della fondazione Specchio dei Tempi, Lodovico Passerin d’Entrèves.
1) Caschetto fornito di telecamera
Il macchinario è funzionale all’implementazione del programma di chirurgia mini-invasiva del reparto di cardiochirurgia. L’approccio mini-invasivo viene adottato nel trattamento delle patologie valvolari aortiche e nelle procedure di rivascolarizzazione miocardica, questa tecnica riduce il trauma toracico regalando al paziente notevoli benefici non solo cosmetici ma anche clinici sia di risultati che di più rapida ripresa alla vita quotidiana e lavorativa.
Il Caschetto fornito di telecamera modello Pharos garantisce un’immagine definita e senza ombre anche dei tessuti profondi, con immagini stabili grazie alla stabilizzazione digitale. La visione del chirurgo può essere condivisa all’intera equipe, risultando uno strumento di didattico importante.
2) Colonna endoscopica per epiduroscopia per terapia del dolore
La metodologia consente l’esplorazione diagnostica endoscopica dello spazio epidurale della colonna lombare con possibilità di effettuazione di trattamenti antalgici ove necessario.
La visione diretta e il trattamento mediante fibra ottica delle patologie del canale spinale è attualmente il gold-standard internazionale per il trattamento delle sindromi algiche radicolari in particolare delle “Post-surgery Pain Syndrom” e delle stenosi del canale lombare.
Rispetto alle procedure di epidurolisi con supporto radiologico, l’utilizzo della fibra ottica per il controllo diretto video migliora l’efficacia e la sicurezza delle procedure per pazienti ed operatori.

Specchio con i malati di Alzheimer alla festa di Natale

Angelo Conti

Questa settimana siamo intervenuti volentieri alla festa di Natale dei nostri tre Alzheimer Caffè di Torino, riuniti nella sede di piazza Massaua. Abbiamo incontrato la presidente dell’Associazione Asvad. Anna Maria Conte, ed il dottor Davide Gallo che da anni sviluppano il progetto che è completamente finanziato da Specchio dei tempi.

Sono quasi un centinaio le famiglie seguite con incontri periodici nelle sedi di piazza Massaua, via Rubino e corso Belgio. In Piemonte i malati di Alzheimer sono 90.000, in netta crescita, e le strutture pubbliche restano gravemente insufficiente.

L’impegno di Specchio dei tempi continuerà per tutto il 2024, con l’obiettivo di implementare ulteriormente i servizi alle famiglie.

Specchio dei tempi contro il cancro: la nuova unità contro i tumori di testa e collo

Comunicato Stampa

Giovedì 16 novembre a Torino, in via Montanaro 16, è stata inaugurata la nuova Head and Neck Cancer Unit, la prima struttura multidisciplinare ospedaliero-territoriale dedicata ai tumori del “distretto testa e collo”. “Un esempio concreto di come l’azienda intenda attuare gli interventi correlati al Pnrr, in questo caso grazie alla partnership con la Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Specchio dei Tempi ed Associazione per la Prevenzione e la Cura dei Tumori – precisa Carlo Picco, direttore generale Asl -. La struttura, dislocata fra l’Ospedale San Giovanni Bosco e il territorio dell’area Nord di Torino, funzionerà da centro di riferimento per l’intera area metropolitana.” Il modello è quello delle Breast Unit, specializzate nella diagnosi e nella cura del tumore al seno, o delle Prostate Cancer Unit in ambito urologico. Le funzioni: diagnostica, pretrattamento, follow up post trattamento.

“Specchio dei tempi – ha dichiarato Lodovico Passerin d’Entrèves, Presidente della Fondazione Specchio dei Tempi – nel 2023 ha realizzato un piano di sostegno alla sanità pubblica piemontese, donando strumenti innovativi e di ultima generazione. In questo programma la Head and Neck Cancer Unit è un’iniziativa che merita di essere valorizzata”

 

Il defibrillatore di Specchio salva l’uomo colto da infarto

La Stampa Torino
11/07/2023

Balme, il provvidenziale intervento di due ragazzi. Un 62enne di Ciriè è ricoverato nel reparto di terapia intensiva delle Molinette dopo essere stato vittima di un infarto che l’ha colpito l’altra sera, mentre si trovava nella sua casa di villeggiatura, in località Molette di Balme, in val di Lanzo. Stavolta è davvero il caso di dire che l’intervento tempestivo di tre persone e il defibrillatore donato da Specchio dei Tempi nel dicembre 2020 e sistemato all’esterno del municipio di Balme, hanno salvato una persona. O almeno, hanno fatto ripartire il suo cuore che si era fermato da qualche minuto facendo temere il peggio.

L’uomo – che tra l’altro è un provetto alpinista, in ottima forma fisica – è poi stato recuperato dall’eliambulanza del 118 con un volo notturno, quelli che dal 1 giugno raggiungono tutte le zone del Torinese. L’allarme è scattato poco prima delle 23 quando il 62enne è stato male, iniziando ad avere un respiro sempre più affannoso e rantolante. La moglie e il figlio hanno dato l’allarme. Per fortuna nella piccola frazione c’erano due giovani uomini, di cui uno volontario del soccorso alpino, che hanno iniziato le manovre di rianimazione con un massaggio cardiaco. Uno di loro ha chiamato la sorella che è corsa a Balme e ha recuperato il defibrillatore. Tutto nel giro di pochi minuti, mentre il cuore del 62enne si era fermato. La scossa dell’apparecchio, però, lo ha fatto ripartire. Nel frattempo è arrivata l’ambulanza con l’elicottero del 118. I medici e gli infermieri hanno intubato l’uomo, che è poi volato alle Molinette con l’elisoccorso atterrato nel piazzale di località Albaron.

«Ancora una volta abbiamo avuto la conferma che i defibrillatori possono salvare delle vite, soprattutto oggi che possono essere utilizzati da tutti- spiega Marcello Segre, presidente dell’associazione Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco onlus che, insieme a Specchio dei Tempi ha sistemato in giro per il Piemonte circa 350 apparecchi -. In questi casi, il tempo è fondamentale. È stato calcolato che, grazie ai defibrillatori, si possono “recuperare” il 60% degli arresti cardiaci».

Il sorriso di Mirabel e il grazie di mamma Giulia a Specchio dei tempi

La Stampa, 03/05/23

Un bagno in piscina, indossando i braccioli gialli. La giacchina bianca coordinata con la gonna di tulle a balze e la molletta nei capelli. E la maschera colorata di rosa, che le fa compagnia quando si sottopone alle sedute di radioterapia. Tutto questo rappresenta un sorriso per la piccola Mirabel nella vita di ogni giorno, che non è più come quella degli altri bambini.

«La mia guerriera, forte come una roccia», la definisce Giulia, la giovane mamma che, per rimanere sempre accanto alla sua bimba di soli 5 anni, ha lasciato il lavoro e rinunciato a cercarne un altro, per non sprecare neppure un istante vicino alla figlia, che combatte contro una rara forma di tumore al cervello.
Da quando è stata diagnosticata la malattia – all’inizio di aprile 2022 – Giulia ha scelto di vivere ogni attimo per regalare a Mirabel un sorriso. Perché non c’è sacrificio che non valga la pena di affrontare. Ma la famiglia è composta anche da altri due figli e il solo lavoro del papà (che fa l’operaio) non basta a superare le difficoltà, fatte dalle spese della quotidianità, ma anche da quelle importanti che si sono aggiunte con i viaggi e i trasporti per le cure della piccola (che si sottopone alle terapie all’ospedale infantile «Regina Margherita» di Torino.

Dopo che La Stampa ha raccontato la storia di Mirabel e Giulia, la generosità dei lettori di Specchio dei tempi non si è fatta attendere. E in pochi giorni la sottoscrizione lanciata dalla fondazione del quotidiano torinese ha superato la soglia dei 9 mila euro, con decine di persone colpite dritte al cuore dalla vicenda della piccola. Ai mille euro destinati direttamente da Specchio dei tempi alla famiglia di Mirabel, se ne sono già aggiunti altri 8000, grazie alle donazioni fatte dei lettori.

«Dopo il bonifico del primo versamento, con la chiusura dei conti di fine mese si è provveduto con una seconda tranche – spiegano dalla fondazione -. Ma ci rivolgiamo ancora ai nostri sostenitori, per rendere più continuativa l’assistenza a Mirabel, in questi mesi di cure delicate. Il prossimo versamento alla famiglia verrà eseguito al nuovo saldo di fine mese».

«La bontà esiste e l’esempio siete voi», ha ripetuto mamma Giulia.

 

Come puoi donare per Mirabel e la sua famiglia

Puoi fare la tua donazione qui www.specchiodeitempi.org/mirabel;

con bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi Iban: IT67L030 6909606100000117200;

su bollettino c/c postale numero 1035683943.

Causale: «Per Mirabel».

Info:specchiodeitempionlus@lastampa.it

 

Abigail, la ragazza venezuelana che non vuole morire

Elisabetta Rosso

“Qui non sopravvive”. Abigail, per tutti “Abi“, sente quelle parole mentre è distesa su un letto dell’ospedale Dr. Luis Ortega di Porlamar, Venezuela, con la gamba viola vinaccia pulsante di dolore. “Sapevo che era vero, e avevo paura”, dice Abigail con la voce più bassa, mesi dopo, seduta su un altro letto, quello del CTO di Torino. Specchio dei tempi, insieme ai medici piemontesi e ai lettori de La Stampa, si sta prendendo cura di lei.

Dona ora

La sua storia è drammatica. Tutto inizia la sera del 2 settembre 2017. Abigail stava cenando con la sua famiglia. Si alza, sale al piano di sopra, entra nella sua stanza per recuperare il cellulare. Scende il primo gradino, il tallone perde l’equilibrio, la gamba cede, “ho sentito una fitta lancinante e un crack”, rimarca il suono con la voce squillante e una smorfia di dolore sul volto. Arriva in pronto soccorso, non riesce a muovere la gamba che è scomposta a causa della frattura. Parte da qui il lunghissimo percorso che costringerà Abigail a stare ferma in un letto di ospedale per mesi, tra speranze di guarigione e ricadute pesanti, spesso dovute alla negligenza di un sistema sanitario che non ha i mezzi per sostenere cure e interventi.

“In Venezuela se vuoi operarti devi pagare tutto tu, di per sé la sanità è pubblica ma non hanno fondi e per noi trovare i soldi è stato un problema” spiega. Il 31 ottobre  compie 17 anni in ospedale e le viene diagnosticato un tumore osseo grave. Il medico dice che la gamba è da amputare. Abigail prende il cellulare, scorre alcune immagini, poi gira lo schermo e mostra le foto della sua gamba, “qua l’avevano perforata per allungare l’osso. Ma non è servito a molto. I medici evitavano il mio caso perché troppo difficile, non sapevano come trattarlo. Mia mamma ha dovuto rimettermi a posto la gamba dopo la frattura, mentre io tenevo un panno bagnato stretto tra i denti”, spiega Abigail. Dopo mesi di cure sbagliate, alla fine, grazie ad un innesto osseo si riesce ad asportare il tumore e a salvare la gamba.

Dona ora

Passano quattro anni. Abigail riprende a piccoli passi la sua vita, si sposa, comincia a studiare medicina, ma è una parentesi temporanea perché l’innesto si infetta, è grave. L’operazione non è stata fatta bene. Abigail torna in ospedale, torna il dolore, le pillole, il bianco asettico delle corsie con le luci pallide.

“Non me lo dissero subito, ma la gamba peggiorava. Poi l’ho saputo: non sarei sopravvissuta all’infezione, almeno non lì. E io non avevo più la forza per vivere”. È l’arrivo di Beatrice a sparigliare le carte, è venezuelana, vive a Napoli, è come una zia per Abigail, “la conosco da sempre, era scesa per andare a trovare sua madre. Appena mi vede si mobilita, chiama, cerca, insomma alla fine trova un’associazione che è disposta ad aiutarmi, che mi paga il viaggio e l’accoglienza”, racconta Abigail. Poi tira fuori dalla sua borsetta rossa trapuntata il biglietto aereo con data 22 aprile, “con questo sono arrivata in Italia”, sorride e lo tiene qualche secondo tra il medio e l’indice.

Abigail lotta contro il cancro da quando ha 17 anni

Si attiva una rete solidale. Abigail arriva a Napoli, ma è una tappa breve perché i medici del CTO la stanno già aspettando a Torino. Il testimone passa a Specchio dei tempi, che, insieme ai suoi lettori, sosterrà Abigail e finanzierà le spese mediche. “Ho superato la prima operazione, ora aspetto la seconda sempre qui al CTO”. Abigail ci saluta con un grazie, ripetuto almeno cinque volte nell’ultimo minuto di conversazione. Un grazie che le riempie le labbra e invade tutto il resto: la sentenza di morte sembra ormai lontana e il cammino verso una nuova vita forse è cominciato.

Come aiutare Abigail

Tutti possono aiutarci sostenendo la raccolta fondi “Per Abigail”. Si può donare online cliccando qui. Oppure con un bonifico sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa Specchio dei tempi ONLUS IBAN IT67 L0306909 6061 0000 0117 200 Banca Intesa Sanpaolo. Nella causale è sufficiente indicare “Per Abigail”.

Dona ora

Costruire una nuova sanità nel ricordo di Ghirotti

Angelo Conti

Un convegno domattina all’Ordine dei Medici

Dopo la pandemia è necessario non solo fare domande, ma anche dare risposte.

Il convegno organizzato dall’Associazione Gigi Ghirotti di Torino ha questo obiettivo. Domani, sabato 11 giugno, dalle 9, presso la sede dell’Ordine dei medici, corso Francia 8, si parlerà di sanità territoriale. “Vogliamo che questo evento diventi uno strumento utile. Non si tratta solo di informare ma anche di proporre nuovi modelli” spiega il professor Giorgio Palestro, presidente dell’Associazione.

“Un nuovo modello di assistenza sul territorio: prospettive future e proposte concrete” è un convegno ma non solo: vuole raccontare e suggerire quale potrebbe essere un futuro sostenibile per la sanità locale. Il tema della medicina territoriale è molto caldo, il covid-19 ha messo in luce tutte le difficoltà che si sono dovute affrontare, per esempio i pazienti oncologici che avevano bisogno di controlli sono stati ostacolati. Ma basti pensare alle difficoltà di accesso alle cure primarie”, spiega Palestro.

Saranno messi sul tavolo diversi argomenti: dalla burocrazia ai percorsi di cura. Tutti convergeranno in un unico obiettivo: immaginare un nuovo piano che metta al centro il cittadino. “Noi, come associazione portiamo avanti da anni questo tema. Quello dello spirito di Ghirotti, un grande giornalista che, colpito da un tumore maligno, iniziò a dialogare con i malati e con i medici per costruire nuove strade e sensibilità in ambito sanitario”, sottolinea Palestro.

Da sempre l’Associazione (che confluirà presto nella Fondazione Specchio dei tempi) lavora sul tema sanità, prepara progetti scientifici, eroga borse di studio per la ricerca in ambito medico e lavora, attraverso lezioni e laboratori, con le scuole.

Cosa sta facendo Specchio per la sanità

A Torino abbiamo ristrutturato la radiologia del Mauriziano, cinque reparti del Regina Margherita, il day hospital chemioterapico del Sant’Anna. Durante l’Emergenza Covid abbiamo donato 1 milione di dispositivi di protezione individuale e decine di macchinari agli ospedali di tutto il Piemonte.

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