A fianco di Susanna che ha perso tutto nell’incendio della casa

Manuela Arami,
La Stampa, 19/02/23

La tragedia che domenica scorsa ha colpito Susanna Wüst, ottantenne di origine svizzera la cui casa sulle alture di Pezzolo Valle Uzzone è stata distrutta da un incendio, non ha lasciato insensibile Specchio dei tempi, da sempre protagonista di significativi interventi anche in provincia di Cuneo. Così la Fondazione ha stanziato subito 2 mila euro e consegnerà alla donna, che ha perso tutto – dagli effetti personali alla stalla dove ricoverava le capre, agli attrezzi per fare il formaggio – ogni altro contributo che i lettori de La Stampa e gli amici di Specchio vorranno aggiungere con versamenti alla Fondazione.

Susanna, ex insegnante di Zurigo, lasciò la Svizzera 37 anni fa e con il marito decise di ristrutturare una vecchia cascina in campagna in località Porcavio a Pezzolo (che già, scherzo del destino, aveva subìto un incendio) e dedicarsi all’agricoltura biologica. Ventuno anni fa è rimasta vedova e da allora ha vissuto da sola con cani, gatti, capre, galline e galli. Fino alla scorsa settimana, la pensionata trascorreva le sue giornate coltivando l’orto e facendo il formaggio. Con i vicini di casa organizzava partite a giochi di società e non mancava mai la «pizzata» settimanale a Cairo Montenotte il giorno della spesa grande. Una vita genuina, fatta di cose semplici e di valori.

Poi tutto è stato stravolto dall’incendio: domenica, dopo pranzo, stava ascoltando un concerto in radio quando le fiammate originate dalla stufa a legna hanno bruciato la sua abitazione, distruggendo anche la stalla. Susanna ha avuto la prontezza di chiamare i vigili del fuoco e i vicini, evitando il peggio per sé e i suoi animali.

In tanti la stanno aiutando portandole viveri, coperte e libri. Alcune amiche la stanno ospitando, mentre il Comune e la Protezione civile hanno montato per lei una casetta prefabbricata. «Ho perso tutto nell’incendio, tranne la cassetta della posta che mi aveva costruito mio figlio, morto a 50 anni», dice Susanna.

Si può donare qui. Oppure si può versare un aiuto tramite un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi onlus, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200. O ancora sul conto corrente postale 1035683943, scrivendo nella causale: «Per Susanna». Tutti i versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili. 

Info: specchiodeitempionlus@lastampa.it

Rogo di Angrogna, una raccolta per le famiglie senza casa

Angelo Conti

Due famiglie, due coppie con 6 figli, la più piccola ha 4 anni. La loro baita è stata distrutta da un incendio, dieci giorni fa, ed ora vivono in 10 in due stanze, una sistemazione di fortuna in attesa di poter trovare una soluzione stabile e tornare alla vita.  Tutto questo ad Angrogna, in Val Pellice, sulle montagne pinerolesi. Un paese che lotta contro lo spopolamento da sempre e che conta appena 800 abitanti, con l’orgoglio di una scuola primaria che sopravvive a fatica, ma sopravvive. E con 30 bambini che frequentano la “interclasse”:  sono la speranza di questo comune ed anche un po’ di questa valle.

Le famiglie Bertin e Ainardi sono da sempre legate a questa terra. “Vivere qui è una scelta – spiegano –  e spesso la distanza dai centri più grandi complica la vita ed anche il lavoro. Ma crediamo nel valore dell’appartenenza al territorio e queste sono le nostre montagne. Faremo di tutto per continuare a stare qui”.

L’incendio li ha sorpresi un mattino all’ora di colazione. “Eravamo in cucina ed abbiamo notato un po’ di fumo. Sono andata in camera da letto e l’ho trovata ormai in fiamme. Il fuoco era partito dal camino e stava aggredendo facilmente una casa, costruita anche con tanto legno. I vigili del fuoco hanno fatto il possibile ma sono rimasti in piedi solo i muri esterni di pietra, l’interno è completamente distrutto. Ci sarà da lavorare molto per tornare a vivere lì”.

Il danno è evidente, quantificabile in molte decine di migliaia di euro. “Qualcosa è coperto dall’assicurazione, perché eravamo in un affitto a riscatto, ma economicamente è una mazzata terribile”. I due capifamiglia sono un camionista ed un elettricista, gente che lavora duro ma con risorse limitate, considerato anche il territorio. La solidarietà della gente di montagna non è mancata:  “Ci siamo trovati vicina tutta Angrogna e questo ci ha dato tanta forza dopo la disperazione iniziale, ma ora siamo di fronte alla sfida più difficile. Quella di trovare risorse ed aiuti per ricostruire la nostra casa e continuare a vivere qui”.