Antonella, mamma in lotta per una vita migliore

Beppe Minello, La Stampa 25/02/21

C’è dignità anche e soprattutto nell’indigenza. C’è coraggio nell’affrontare il male e il dolore che colpisce una figlia. C’è orgoglio nel  cercare un lavoro, uno qualunque, per affrontare a testa alta la vita. Antonella C., 41 anni e due grandi occhi verdi, madre di tre figli, è tutto questo e anche di più.

Come altre 99 mamme sole e in cerca d’aiuto, Antonella è stata “adottata” da Specchio dei tempi che l’ha inserita nel progetto “Madri e figli in difficoltà” seguiti con corsi di formazione, spese gratuite, supporto psicologico e avviamento al lavoro.

Antonella, che vive in una casa Atc delle Vallette con due ragazzi di 7 e 19 anni e una ragazza di 17 avuti da un uomo che li ha lasciati oltre 15 anni fa, ha chiesto aiuto a Specchio con una mail, l’unica strada percorribile in questo periodo di lockdown. “Avevo accumulato così tante bollette arretrate – racconta – che non sapevo più a che santo rivolgermi”.

Figlia di ambulanti di frutta e verdura, Antonella è cresciuta tra i banchi del mercato e ha coltivato una passione importante per la cucina. Con la caparbietà che la contraddistingue ha iniziato a lavorare come lavapiatti fino a diventare aiuto cucina in ristoranti stellati torinesi. La pandemia e il conseguente lockdown, soprattutto nel campo della ristorazione, ha messo Antonella e i suoi tre figli su una strada. Per un anno ha tirato avanti con la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione, “poi ho provato con il reddito di cittadinanza, ma prendendo in considerazione il mio stipendio di un paio d’anni prima, avrei ricevuto solo 49 euro: ci ho rinunciato perché, accettarlo, avrebbe bloccato ogni altro aiuto”.

Insomma, una vita difficile. Diventata drammatica quando alla figlia di 17 anni, Giada, studentessa di “Scienze umane” con il sogno di diventare chirurga, è stato diagnosticato un tumore alla tiroide. “Sin da piccola – ricorda mamma Antonella – mia figlia ha sofferto di tremori, svenimenti, attacchi di tachicardia. Ci siamo sempre preoccupati ma quando hanno scoperto la causa ci è crollato il mondo addosso”. La ragazza è stata operata il 21 gennaio: “Non so se sia un segno, ma quando l’ho accompagnata verso la sala operatoria ho letto all’ingresso che la struttura, bellissima, era stata donata da voi, da Specchio dei tempi: siete incredibili e non so come potrò mai ringraziarvi”.

Da quel giorno, Antonella e la figlia hanno vissuto “in apnea e solo pochi giorni fa abbiamo, e ho quasi paura a dirlo, tirato un sospiro di sollievo perché l’esame istologico ha confermato la diagnosi che, certo, obbligherà la mia bambina a una vita piena di attenzioni ma intanto vivrà. Ovvio che ci potrà essere una ricaduta, ma ora non voglio nemmeno pensarci”.

A darle coraggio è la stessa figlia: “E’ ormai una donna ed è consapevole di ciò che le sta accadendo. E’ brava a scuola, sa di cosa si sta parlando. E’ entrata in quella sala operatoria tranquilla, senza una lacrima anche se mi ha confidato di averne versato qualcuno quando è stata sola. Di quell’intervento è rimasta una cicatrice ben visibile ma lei non se ne cura, dice che non gliene frega niente”.

Mamma Antonella sostiene che si sta godendo questo momento, ma non è vero. La sua mente corre al patentino Haccp, il vecchio libretto sanitario, che le è scaduto e senza il quale non potrà accettare, sempre che glielo confermino, un contratto da aiuto cucina in un asilo. “Ecco, in questo – dice Antonella – mi avete aiutato molto: i vostri collaboratori mi hanno insegnato a fare meglio il curriculum vitae per trovare lavoro, qualsiasi lavoro: pulizie, commessa, sono pronto per ogni  impiego, anche il più umile”. Anche lei, come le altre mamme seguite da Specchio de tempi, ha imparato a destreggiarsi fra bollette e debiti: “Nessuno fa quello che fate voi, nessuno mi aveva mai  spiegato i miei diritti e doveri. Ora, quando mi chiamano per qualche debito non permetto più loro di mordermi: hanno capito che non possono più abusare di me e della mia ignoranza”.

 Antonella, oltre alla spesa in piccoli supermarket convenzionati (“Non ho mai trovato frutta ormai da buttare come mi è capitato altrove”)  riceve anche un buono spesa per la carne da spendere nella “Bottega della carne” di via Berthollet: “E’ ottima. Nel mio peregrinare da un’associazione caritatevole all’altra o in parrocchia, non ho mai trovato nessuno che ti aiuta dandoti la carne, siete solo voi”. Una vita, quella di Antonella, difficile: “Mi vergogno di me, non ho più dignità e mi sento una fallita. A volte ho letto di persone che si sono uccise. Sono arrivata a capirle ma poi mi sono detta ‘No! Bisogna tirare avanti’”.

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Nei sabati di Specchio anche le letture giapponesi

di Angelo Conti

Sempre bello immergersi un attimo, il sabato pomeriggio, nel mondo dei bambini del nostro progetto “Madri e figli”. Nel centro polifunzionale di via Lombroso 16 diamo, ormai da qualche mese, l’opportunità alle mamme ed ai loro bambini di trascorrere un sabato pomeriggio in modo diverso. Un pomeriggio di giochi, ma anche di incontri, di dialogo, di sostegno reciproco. Sono stato quindi molto contento, ieri, di vedere una quindicina di bambini attentissimi alle letture di Flavia Bruschi che usa anche il metodo giapponese kamishibai per coinvolgere ancora di più i piccoli ascoltatori. Una cosa bella che Specchio dei tempi finanzia e realizza attraverso Crescere 1979. Grazie dunque a Paola Farnia e a Jennifer Sguazzin.

Madri e figli riprende a settembre

di Angelo Conti

“Madri e figli in difficoltà” è una iniziativa di Specchio dei tempi figlia dell’attività dello Specchio Point. Fra le 3217 richieste di aiuto giunte nel primo anno e mezzo di attività agli sportelli di via Santa Maria abbiamo notato un alto numero di quelle provenienti da madri sole, spesso con diversi bambini, con padri spariti o fuggiti, molto raramente morti. Famiglie in reale difficoltà perché il nostro sistema di welfare appare decisamente debole in queste situazioni. Ed anche il recente reddito di cittadinanza non riesce spesso a migliorare di molto situazioni così complesse, anche sotto il profilo psicologico. Ne abbiamo scelte cento, scegliendole fra quelle in condizioni più critiche, e ci siamo dati da fare costruendo un progetto, attivo ormai da un anno, che prevede accanto ad aiuti essenzialmente economici anche la fornitura di buoni spesa, consulenze sulla genitorialità, consulenze sulla gestione di utenze ed affitti, consulenza legate all’acquisizione ed al mantenimento di una casa. Dal prossimo autunno partirà anche una serie di iniziative parallele, volte ad aiutare più direttamente i bambini, i figli di queste mamme sole (che sono circa 200 da zero a 17 anni), spesso vittime innocenti di pregresse situazioni famigliari conflittuali e violente. Un lavoro complesso, coordinata da Marta Versaci di Specchio dei tempi e svolto con il prezioso aiuto di Anastasia Sironi, Paola Farnia e Antonio Cajelli.