Ceva, un aiuto per la Piccola Casa della Carità

Paola Scola, La Stampa Cuneo
06/04/2022

Un mese fa l’appello del Gruppo di Volontariato Vincenziano di Ceva, indirizzato a tutti. Cittadini, enti, istituzioni e banche: «Aiutateci a trovare i soldi per i lavori urgenti di messa in sicurezza della nostra piccola cittadella della carità. Altrimenti dovremo interrompere tutte le attività che vi si svolgono. E per chi si trova nella povertà e nel bisogno, non si può scherzare con il tempo. Da soli, però, a sostenere l’intervento non ce la possiamo fare».

Perché per i volontari quei 40 mila euro indispensabili alla ristrutturazione della sede di via Sauli rappresentano una montagna enorme da scalare. Ma ecco che, se la solidarietà chiama, Specchio dei tempi risponde.

La fondazione de La Stampa si è fatta avanti, erogando un generoso contributo (5 mila euro), per permettere alla storica San Vincenzo di continuare la preziosa attività in mezzo ai poveri, con la messa in sicurezza urgente (e obbligata) della sede nel centro storico di Ceva (foto sotto). L’associazione, che s’ispira agli insegnamenti e all’esempio di San Vincenzo de’ Paoli, è ospitata in un edificio di proprietà della parrocchia, ormai appesantito dagli anni e dal bisogno di una manutenzione più che ordinaria.

«La stessa parrocchia – aveva spiegato la presidente, Franca Ascheri, lanciando l’appello -, pur dandoci una mano, per analoghe ragioni economiche non è nelle condizioni di sobbarcarsi la spesa di circa 40.000 euro, indispensabile per interventi non più derogabili, quali ristrutturazione del tetto, lavori sugli impianti e sostituzione dei serramenti, per mantenere l’agibilità della struttura in sicurezza».

Già Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo e poi delle Sorelle Vincenziane, la sede in via Sauli è il cuore delle iniziative solidali della San Vincenzo: dalla distribuzione di buoni mensa e spesa ai pacchi alimentari, dai pagamenti di canoni e bollette per famiglie o singoli, al centro di ascolto, al doposcuola».

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A Ceva la nuova passerella dopo l’alluvione di un anno fa

Paola Scola

Era stata spazzata via dall’alluvione del 5-6 novembre 1994, che l’aveva strappata dalle sponde, restituendola più avanti. Abbandonata nel letto del fiume, ridotta a un groviglio di lamiere schiacciate dalla forza dell’acqua. Allora “Specchio dei tempi”, grazie alla generosità dei lettori de La Stampa, l’aveva fatta ricostruire e restituita alla Città di Ceva il 26 marzo 1995. Prima opera pubblica alluvionata a venire inaugurata.

Ma la “Passerella” sul Tanaro non ha avuto pace neppure nella piena del 2-3 ottobre 2020. Un anno fa, il fiume esondato ha di nuovo danneggiato il ponticello pedonale in ferro e legno, che collega storicamente le due parti della città. Non in modo altrettanto rovinoso e definitivo di 26 anni prima, ma pur sempre provocando guai su cui intervenire. “Specchio dei tempi” non ha mancato di farsi avanti, per aiutare di nuovo il Comune nell’opera, con un contributo immediato di 5.000 euro.

Il lavoro di ripristino è iniziato nei giorni scorsi, con la sostituzione completa delle assi di legno che formano il passaggio per i pedoni, poggiato sulla struttura in ferro e usurato dal tempo e dalla piena. Per rifare il “maquillage” alla Passerella, adesso servirebbe ancora ritinteggiare la struttura stessa, ma se ne riparlerà il prossimo anno. Il sindaco Enzo Bezzone spiega, infatti, che “emergenze e interventi prioritari di messa in sicurezza sulle strade non hanno permesso di prevedere a bilancio la somma necessaria per il lavoro, ma soprattutto per allestire il ponteggio in sicurezza sul fiume, come verificato anche da un ingegnere”. La parola passa, dunque, al bilancio 2022.

Dopo l’alluvione un macchinario per il Professionale di Ceva

Angelo Conti

Ieri mattina è stata consegnata anche la macchina a controllo numerico, dopo un primo sostegno economico e poi la realizzazione di un’aula informatica, all’Istituto Professionale Cebano Monregalese di Ceva (Cuneo).

Si tratta di un intervento reso possibile dalla sottoscrizione di Specchio dei tempi dopo l’alluvione di ottobre, nel corso della quale la scuola fu invasa dalle acque del Tanaro, con danni pesantissimi. L’impegno di Specchio per questo istituto è stato di circa 60.000 euro.

Alluvione, pronta la nuova aula informatica a Ceva

Angelo Conti

E’ pronta, operativa da questo venerdì, l’aula informatica dell’Istituto tecnico di Ceva. Completamente alluvionata tre mesi fa, l’aula è stata ripristinata grazie a Specchio dei tempi che ha coordinato le donazioni di Fondazione Eandi (Sistemi) e del Gruppo Editoriale Gedi (La Stampa, Repubblica, Secolo XIX e le testate Gnn).

Presto arriverà la nuova macchina a controllo numerico, in sostituzione di quella danneggiata dal Tanaro. L’impegno di Specchio dei tempi su questa scuola supera i 60.000 euro.

Ceva, 25 computer per il Cfp alluvionato

Angelo Conti

Specchio dei tempi ha consegnato giovedì mattina all’istituto professionale di Ceva devastato dalla recente alluvione del Tanaro, 25 computer, completi di monitor, tastiera e mouse, per l’immediato ripristino dalla sala informatica della scuola. Il materiale è stato messo a disposizione dalla Fondazione Eandi e dal Gruppo Gedi-Editrice La Stampa.

Erano presenti: Cinzia Gonella, presidente Cfpcemon, Simona Giacosa, preside sede Ceva Cfpcemon, Renato Casti, assessore alla Cultura Comune di Ceva.

La fondazione Specchio dei tempi ha inoltre già erogato a favore dell’istituto professionale 60.000 euro per l’acquisto di altri macchinari distrutti dall’alluvione.

Alluvione, così faremo rinascere la passerella simbolo di Ceva

Di Paola Scola

Stavolta ha resistito al Tanaro in piena, nella notte tra il 2 e 3 ottobre. Ma con qualche acciacco, in particolare alle protezioni laterali, che la forza dell’acqua e la spinta dei tronchi hanno danneggiato in alcuni punti. La Passerella è uno dei simboli di Ceva. E una targa di metallo avvitata sul montante ricorda il legame che il piccolo ponte pedonale sul fiume ha con Specchio dei tempi“La Stampa con la rubrica Specchio dei tempi in aiuto alla comunità di Ceva nei tristi giorni dell’alluvione del 5/11/94 volle la ricostruzione della Passerella che venne riconsegnata il 26/3/95”.  Solidarietà che, dopo 25 anni, si ripete dopo l’alluvione d’inizio ottobre. Perché Specchio dei tempi aiuterà il ripristino del “suo” ponticello con un bonifico da 5.000 euro al Comune di Ceva.  

La storia inizia la sera del 5 novembre ’94 e porta alla ricostruzione, con i fondi generosamente donati dai lettori de La Stampa. Prima opera pubblica restituita alla città dopo il disastro di allora.A Ceva di chi è povero si diceva che non ha i soldi neppure per passare Tanaro – dichiarò in quei giorni il sindaco Gianni Taramasso -. Noi eravamo così, ma Specchio dei Tempi ci ha soccorsi”. Quella notte, quando si diffonde la notizia che il Tanaro ha spazzato via la Passerella, i cebani capiscono che è davvero il disastro. Tutti, in città e non solo, hanno un ricordo che li lega ad essa. A partire dal 1834, quando gli abitanti di borgo Torretta chiesero al Comune di poter costruire un passaggio sul fiume: venne autorizzato, purché fosse a loro spese, più resistente della piccola nave che faceva già traghetto e senza far pagare il pedaggio. Di volta in volta si realizzarono pedancole in legno, che le piene del Tanaro regolarmente portavano via. Fino al 1890, quando il Municipio deliberò di posarne una di ferro: costruita dalle Officine di Savigliano nell’aprile 1892 e costata 15 mila lire finanziate dalla Cassa Depositi e Prestiti, resistette fino al termine della seconda guerra mondiale, quando fu distrutta dai tedeschi in fuga. 

Dopo la seconda guerra mondiale gli abitanti devono rimetterla in piedi. Come il 5 novembre ’94. Il fiume impazzito allaga il centro di Ceva e strappa il passaggio di ferro tra i rioni Brolio e Filatoio. E l’abbandona meno di cento metri più avanti. Un groviglio di rottami accartocciati. “Ormai la città era tagliata in due – scrive La Stampa, il 12 dicembre ’97 –. L’alluvione aveva devastato oratorio, asilo, scuole, caserma, decine di case, fabbriche, negozi. La perdita della Passerella, uno dei simboli del paese, fu un colpo terribile. Come se il Tanaro, dopo aver ferito i cebani, avesse voluto anche separarli”. Il sindaco di allora, Gianni Taramasso, ricorda: “Quando Specchio dei Tempi portò i primi aiuti agli alluvionati, pochi giorni dopo il disastro, ci fu chiesto cosa la città rivolesse. Sono bastati pochi istanti per decidere: la Passerella”.  

Ed ecco l’intervento di Specchio dei tempi. Gli ingegneri della Conicos di Mondovì la progettano come la struttura originaria. In più, ci sono le rampe d’accesso in calcestruzzo. Lunga 45 metri e larga 2, pesante 29 tonnellate, è fatta da cinque elementi imbullonati fra loro e pavimentata con tavole in rovere. Un paio di mesi di lavoro, 227 milioni di lire di costo coperti dalla fondazione del quotidiano torinese. Pezzi assemblati in piazza d’Armi e, poco dopo, la nuova posa come custode sul Tanaro. Alla cerimonia d’inaugurazione, il 26 marzo ’95, in centinaia a ricordano commossi che cosa è avvenuto. E come la generosità dei lettori de La Stampa abbia riunito i due rioni, di qua e di là dal fiume, con la Passerella usata anche dagli studenti per andare a scuola. 

Per i vent’anni dal disastro, nel 2014 Ceva organizza come cerimonia ufficiale una festa di “compleanno” del ponticello. Ora – ottobre 2020 – è di nuovo Specchio a prendersene cura.