120 ragazzi di Cuneo “A scuola di bici” con Giorgio Viberti e Valter Gerbi

R.S.
La Stampa, 26/03/23

Grande partecipazione di studenti al progetto «A scuola di bici» di Specchio dei Tempi, la onlus de La Stampa. L’appuntamento era stato programmato all’istituto comprensivo Viale Angeli a Cuneo con alcune classi della scuola media «Massimo D’Azeglio», circa 120 ragazzi che si sono alternati in quattro ore di «lezioni» sul fascino dell’uso della bicicletta e sull’importanza della sicurezza stradale. A tenere desta l’attenzione degli allievi c’erano il giornalista specializzato di ciclismo Giorgio Viberti (38 annidi carriera a La Stampa durante i quali ha seguito, tra l’altro, 22 Giri d’Italia, 10 Tour de France,15 Mondiali su strada e decine di edizioni delle principali grandi corse internazionali) e Valter Gerbi, commissario e storico volto televisivo della polizia municipale di Torino. Con loro la dirigente scolastica Donatella Platano e numerosi docenti, fra i quali i professori Mania Congiu, Giuseppe Costamagna, Maria Casula e Barbara Reghezza, tutti appassionati di bicicletta, alcuni anche buoni praticanti.

L’incontro è avvenuto all’interno dell’istituto comprensivo, che ospita oltre mille ragazzi. Teatro della lezione è stata l’aula magna, che tra l’altro in questi giorni accoglie la mostra degli elaborati realizzati dagli studenti nell’ambito di un concorso sulla mobilità sostenibile, in collaborazione tra l’istituto comprensivo Viale Angeli, il Comune di Cuneo e l’Istituto tecnico superiore per Geometri «Bianchi-Virginio». Con quante mani si deve guidare una bicicletta? Il casco è obbligatorio o solo consigliato? In strada si può procedere affiancati in bicicletta? Com’è fatto il cartello che indica l’obbligo di dare la precedenza?

Queste sono state soltanto alcune delle domande alle quali i ragazzi si sono sottoposti con partecipazione e simpatia, spesso mettendo in evidenza anche buone cognizioni sul Codice della strada, nonostante la legge italiana non preveda veri e propri corsi di formazione sull’educazione stradale per chi usa biciclette o monopattini, il che spesso causa numerosi incidenti con vittime in particolare fra gli utenti più «deboli», come pedoni. «Io dico sempre – ha sottolineato Valter Gerbi, commissario della polizia municipale di Torino – che andare in giro con una bicicletta assomiglia un po’ a una partita di scacchi: bisogna stare molto attenti alle mosse che si fanno, ma anche, e forse soprattutto, cercare di prevedere e intuire le mosse altrui», cioè le possibili manovre degli altri utenti della strada, in particolare automobilisti e camionisti.

«La bici è un mezzo di locomozione straordinario – ha aggiunto Giorgio Viberti, giornalista sportivo e appassionato cicloamatore -. Può essere usato da tutti e in tutte le sue varie espressioni, che siano city bike o bici da corsa, mountain bike o gravel, bmx o bici a scatto fisso. Cuneo si è sempre dimostrata una città ideale per le bici e anche per il ciclismo professionistico, che tra l’altro nel 2008 ospitò il giorno di riposo e una tappa di partenza del mitico Tour de France, la più grande manifestazione ciclistica del mondo, e soltanto la scorsa stagione una tappa di arrivo del Giro d’Italia, vinta in volata dal francese Arnaud Démare».

L’iniziativa «A scuola di bici» è stata allestita e organizzata da Specchio dei tempi, la Fondazione onlus sostenuta dalla solidarietà dei lettori de La Stampa. Nacque dalla omonima rubrica pubblicata sulle pagine del quotidiano, uno spazio di dialogo dove confrontarsi, denunciare ingiustizie, ma anche chiedere e offrire aiuto, eda11955 èunriferimentoprezioso e sicuro per i lettori che vogliono dare un sostegno concreto e immediato a chi si trova in difficoltà. Fra le varie iniziative realizzate in Italia e nel mondo (come di recente quelle in Ucraina travolta dalla guerra o nelle zone terremotate di Turchia e Siria), quest’anno è stata appunto organizzata «A scuola di bici», una serie di 40 «lezioni» per gli studenti delle scuole medie di tutto il Piemonte per incentivare l’uso corretto e in sicurezza della bicicletta.

L’incontro cuneese all’istituto comprensivo Viale Angeli è stato particolarmente voluto e seguito e culminerà fra tre mesi circa (probabilmente il 23 o 24 giugno), parallelamente alla famosa granfondo di ciclismo «La Fausto Coppi», con un biciclettata di studenti cicloamatori per le vie ciclabili di Cuneo, in compagnia dei giornalisti «ciclofili» Giorgio e Paolo Viberti e di alcuni campioni del pedale.

Scopri il progetto.

Sostegno a Susanna dopo l’incendio, “Aspetto gas, elettricità e acqua”

Arami Manuela,
La Stampa, 10/03/23

«Ringrazio tutte le persone che mi stanno dando una mano, da chi porta coperte per me e i miei animali a quanti mi ospitano nelle loro case in attesa che i tecnici effettuino gli allacciamenti agli impianti della casetta prefabbricata che i volontari hanno posizionato nel punto vicino alla mia abitazione. Sono grata anche per le sottoscrizioni che hanno avviato Specchio dei tempi e Comune di Pezzolo. In questo momento, però, mi servono anche guanti, scope e pale per togliere la neve dalla macchina e dalla strada che si congiunge alla provinciale e che qualche caseificio sia disposto a ritirare il latte che ogni giorno mungo dalle mie capre».

Susanna Wüst ha perso tutto nell’incendio che ha distrutto la sua casa in località Porcavio a causa di un guasto alla stufa a legna, ma non la speranza. Perché la pensionata di origine svizzera che martedì scorso ha compiuto 80 anni (in Italia da 37) riesce a trovare sempre il lato positivo in tutte le cose. Anche quando la neve rende tutto più difficile. «Dormo dai vicini, ma l’altra sera ho voluto rimanere nel prefabbricato, nonostante gli impianti non funzionassero – dice Susanna -: avevo paura che la neve mi impedisse di tornarci. Mi scaldavano i cani e i gatti che
dormivano vicino alle mie gambe. Poi al mattino un amico mi è venuto a prendere perché si stava preoccupando. La neve non mi fa paura, è necessaria, è una manna per la natura».

L’ex insegnante rimasta vedova 21 anni fa non si perde d’animo nonostante il freddo e i disagi. Cerca di organizzare le giornate e di non far mancare nulla ai suoi animali. Parla della sua «piccola arca di Noè» formata da cani, gatti, galline, galli e capre. «Sto aspettando che mettano in funzione il riscaldamento, l’elettricità e l’acqua – continua -. Intanto mungo le capre in una stalla provvisoria e regalo il latte a una famiglia che ha un bimbo piccolo e alle amiche che cucinano budini e torte: non voglio che vada sprecato. Ho anche provato a fare il formaggio da loro, ma non so ancora come verrà. La mia attrezzatura, purtroppo, è rimasta distrutta nell’incendio».

Quando osserva il mucchio di macerie che un tempo era una cascina in pietra e in legno, scrolla la testa e dice: «Chissà cosa starà pensando mio marito dal cielo di fronte a un disastro così. Ci aveva messo l’anima a costruire questa piccola fattoria». Poi, però, si consola: «Non ho grosse esigenze, tutto si può aggiustare». E quando qualcuno le propone di andare per un periodo in albergo, risponde: «Non ci penso nemmeno, il mio posto è qui».

“Con Specchio dei tempi avete dato una casa a chi scappava dall’orrore”

Padre Alessio ha accompagnato la Fondazione de La Stampa nella consegna degli assegni di “primo sostegno” ai profughi arrivati in provincia di Cuneo

Paola Scola,
La Stampa, 26/02/2023

L’alta valle Tanaro è diventata la sua seconda casa. Ha tanti amici, i parrocchiani hanno imparato ad apprezzarlo. Lui e il confratello non si risparmiano nella cura delle comunità che il vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli, ha affidato loro. Padre Alessio Budziak e padre Michele ora vivono nella canonica del Santuario di Valsorda, a Garessio, uno dei luoghi della fede mariana tra Piemonte e Liguria. E si occupano, da vicari con altri sacerdoti, di Garessio, Priola, Alto e Caprauna. Messe, incontri, preghiera, animazione dei giovani, visite ad anziani e malati.

Il cuore di Alessio e Michele è sempre in mezzo alla gente. Ma anche altrove. Nella loro terra. L’Ucraina distrutta dalla guerra. Quando la Russia l’ha invasa, un anno fa, padre Budziak era già in Italia da qualche tempo. E si è battuto per aiutare sia i connazionali in Patria, sia quelli arrivati nelle province di Cuneo e Savona (è il referente di un’ampia comunità religiosa). Diventando punto di riferimento per quanti si sono mobilitati da subito con i sostegni, come Specchio dei tempi.

Il sacerdote ha collaborato anche quando la fondazione de La Stampa ha distribuito gli assegni di «primo aiuto» per i profughi nel Cuneese. Interprete, consigliere per le famiglie in difficoltà, sostegno per sbrigare la burocrazia, trovare cibo, abiti, casa e lavoro, soprattutto per le madri fuggite dalle bombe con i bambini. Ieri padre Alessio ha raccontato: «Un anno è trascorso e non ci sentiamo soli. Avremmo anche potuto disporre di molti mezzi, ma provare abbandono. Qui, invece, la gente non ha permesso che accadesse. Anche a livello mondiale, sentiamo il sostegno dei tanti leader che non hanno paura di dire con chiarezza che la Russia porta distruzione. E per noi ucraini è il momento di liberarci, come fece il popolo d’Israele dal Faraone d’Egitto: siamo pronti a offrire tutti la vita, se ci dovessero richiamare nel nostro Paese».

Dei profughi riparati nel Cebano e Monregalese, metà sono tornati in Ucraina. «C’era la difficoltà di inserirsi, della lingua – ha spiegato il sacerdote -. Così sono rientrati nelle zone dove la guerra è più lontana. Le donne volevano rivedere i mariti e i bambini i loro papà. Altri, invece, sono rimasti qui, dove hanno deciso di ricominciare. Gli italiani hanno dato denaro, cibo, ospitalità, lavoro come badanti, a far le pulizie e in fabbrica. E non possiamo che dire grazie, ricambiando con il migliore dei comportamenti». Ma le difficoltà ci sono: «C’è da imparare la lingua, fronteggiare le spese. Una mamma di 39 anni, ad esempio, con tre figli, ha casa in affitto, ma per pagare la prima bolletta dovrà spendere quasi tutto lo stipendio della fabbrica. Cercheremo di esserci anche lì».

Alluvione ’94, la nostra sottoscrizione e l’aiuto di Maurizio Costanzo

Paola Scola,
La Stampa, 26/02/2023

Alluvione del 5 e 6 novembre 1994. Il Piemonte è in ginocchio. La provincia di Cuneo subisce danni incalcolabili e piange 29 morti, tra acqua e fango. La gara di solidarietà che Specchio dei tempi riesce a porre in campo rimane tuttora la più alta sottoscrizione non televisiva: 24 miliardi di vecchie lire.

I lettori de La Stampa donano con generosità, per sostenere quanti hanno perso tanto o tutto, lungo l’asta del Tanaro e degli affluenti inferociti e sulle colline graffiate dalle frane. Si mettono in coda nelle redazioni del quotidiano, versano su conto corrente postale e in ogni modo possibile con i mezzi di 29 anni fa. Quanto raccolto viene distribuito come aiuti concreti a privati (9.804 famiglie), borse di studio (2.000) o sostegni alle aziende. E poi le opere pubbliche: in una manciata di mesi si ricostruiscono la storica Passerella di Ceva e il ponte sul Cherasca ad Alba.

In quest’emergenza, dove tutto serve e tutto manca, ma non la solidarietà, s’inserisce un ulteriore atto di altruismo, che Bagnasco (in alta val Tanaro) ricorda in queste ore, segnate dalla morte di chi ne fu il motore: Maurizio Costanzo.

Il sindaco di oggi, Beppe Carazzone, a nome dei cittadini, dice: «Ricordiamo con affetto e gratitudine il dottor Costanzo, promotore della raccolta fondi tramite la quale l’amministrazione comunale, guidata dall’allora sindaco Roberto Colombo, ha potuto costruire il nuovo ponte sul Tanaro dopo l’alluvione ’94».

Nell’esondazione del 5-6 novembre ’94 il ponte «romano» diventa inagibile per i mezzi della Cartiera. Ma la mobilitazione permette di realizzare un nuovo viadotto. Come? L’ex primo cittadino Roberto Colombo racconta, nel libro «Più forti dell’alluvione»: «La sera del 5 novembre il danno al ponte romano era evidente. Quella notte non ho dormito. Poi ho sentito in tv Maurizio Costanzo, che esprimeva la volontà di aiutare qualche paese alluvionato. Il mattino, in municipio, ho composto il numero di fax che avevo annotato, inviando l’appello: “Il Tanaro ha spazzato via il ponte romano, unico accesso alla Cartiera, che rischia di lasciare 70 persone senza lavoro”. Sinceramente non ci speravo». Invece: «Poco più tardi hanno telefonato da Roma, perché negli studi della trasmissione avevano ricevuto il mio fax. Hanno detto di averci scelti, ma in quel momento ho pensato che fosse uno scherzo del vicesindaco. Non ci credevo».

Ma il dubbio resta. Colombo: «Ho richiamato io, per verificare. Ci hanno subito fissato il viaggio aereo per Roma. La raccolta fondi è proseguita fino a marzo. Nel frattempo, come sindaco, ho girato per l’Italia, nei paesi dove ci invitavano anche per pubblicizzare i loro aiuti agli alluvionati. Siamo riusciti a raccogliere oltre un miliardo di lire».

La «causa» del ponte da regalare a Bagnasco approda sul palco del Maurizio Costanzo Show. Una delegazione del paese viene invitata come ospite, il 17 novembre ’94: in onda con il sindaco ci sono, fra gli altri, Damiana Briatore, Pasquale Rubaldo e Guglielmo Ghigo, un alpino quasi centenario, che diventa il «testimonial» di quella raccolta. Ed è così che Bagnasco viene «adottata» dal teatro Parioli come «simbolo di tutti i piccoli centri alluvionati».

Il Comune non rimane indifferente di fronte a tanta solidarietà. Le dedica un monumento in pietra, una sorta di obelisco, collocato all’imbocco del ponte, che è stato costruito andando a «ricucire» le sponde del fiume e scongiurando così la perdita di posti di lavoro. Lo inaugura il 24 novembre ’96. Con la scritta: «Agli amici che ci hanno offerto aiuto. A Maurizio Costanzo Show, Il Messaggero, Cartasì. Grazie». E il «grazie» a Costanzo Bagnasco e i suoi abitanti lo ripetono adesso, dicendogli addio.

*Nell’immagine di repertorio, la delegazione di Bagnasco al Maurizio Costanzo Show nel ’94 (foto di Beppe Carazzone) 

Specchio dei tempi formato provincia, su La Stampa Cuneo più spazio per le Lettere

Specchio dei tempi, rubrica ideata dal direttore Giulio De Benedetti, è stata inserita la prima volta il 17 dicembre 1955 nella pagina di cronaca di Torino del quotidiano La Stampa, dove continua ad essere pubblicata. È la parte del giornale rigorosamente riservata ai lettori che possono scrivere pareri, raccontare esperienze personali, denunciare ingiustizie e disfunzioni della società o degli apparati pubblici e privati.

Ma è anche il cuore dei lettori, che apprendendo dalle pagine della cronaca o dalle lettere stesse episodi di sofferenza, decidono di offrire un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà.

Negli anni la rubrica ha generato una straordinaria catena di solidarietà tra i lettori, da cui è nata la fondazione Specchio dei tempi: una onlus che ha ormai 65 progetti attivi in tutto il Piemonte, in Italia e nel mondo. Anche in provincia di Cuneo, Specchio dei tempi assiste gli anziani soli, le famiglie bisognose, i malati, i senzatetto, i bambini e le popolazioni vittime di calamità. L’ultima gara di solidarietà lanciata pochi giorni fa servirà per aiutare Susanna Wüst, la pensionata di origine svizzera che nei giorni scorsi ha perso la sua casa di Pezzolo Valle Uzzone in un incendio.

Le lettere vengono selezionate quotidianamente da Angelo Conti, giornalista e consigliere d’amministrazione della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi. Le migliori verranno pubblicate.

Per inviare le vostre Lettere, potete seguire le indicazioni che trovate cliccando qui.

Il cuore di Cuneo per Specchio dei tempi

Angelo Conti

Sono state 894 le donazioni effettuate dai cuneesi a Specchio dei tempi nel 2022, per un valore complessivo di 154.790 euro. Straordinari gli incrementi rispetto all’anno precedente che hanno segnato +207% nella somma raccolta e + 140% per quanto riguarda il numero delle donazioni. La sottoscrizione che ha coinvolto di più gli abitanti della Granda è stata quella a favore della gente dell’Ucraina che ha consentito la raccolta di quasi 100 mila euro da 525 donatori. Ma Cuneo non è stata vicina alla popolazione ucraina solo sotto il profilo economico: tante le singole azioni di solidarietà, realizzate anche attraverso l’appoggio di volontari che hanno guidato pulmini per consentire l’arrivo in Italia degli Ucraini in fuga dalla guerra. Di particolare rilievo l’apporto di Confartigianato Cuneo che ha messo a disposizione capannoni, macchine per il movimento della merce e soprattutto volontari.

Fra le tante aziende coinvolte, da segnalare Acqua Sant’Anna che ha fornito migliaia di confezioni d’acqua, utili nei tre villaggi profughi che Specchio dei tempi gestisce ancora all’interno dell’Ucraina a Rivne, Cernivci e Leopoli. E anche il Baladin, che ha donato il ricavato della vendita di migliaia di confezioni di birra.

Grande slancio pure per le Tredicesime dell’Amicizia, il dono di Natale da 500 euro agli anziani più soli e in difficoltà (nella Granda ne sono state consegnate circa 150): questa sottoscrizione ha visto 269 cuneesi (+46%) donare 41.251 euro (+36,5%). Anche in questo caso è stato prezioso il contributo economico di Confartigianato.

I cuneesi sono stati in prima linea nel sostenere due sottoscrizioni locali: quella a favore dell’allevatore di Sommariva la cui mandria è stata decimata dal sorgo e quella per il pastore di Lequio Tanaro con decine di pecore sbranate dai lupi. Il presidente di Specchio dei tempi, Lodovico Passerin d’Entreves, ha commentato: «Non siamo stupiti dagli eccezionali numeri delle donazioni arrivate nel 2022 dalla provincia Granda, perché sappiamo quale sia il forte legame che lega la gente di quella terra alla nostra Fondazione. Un legame reciproco che ci ha visti anche pronti a portare aiuto, come è successo nell’alluvione del ’94, in quella dell’Alta Val Tanaro di due anni fa e in decine di altre circostanze “minori”. Una bella storia di un affetto, sempre più forte».

Per quanto riguarda le Tredicesime dell’Amicizia nel loro complesso, è stata un’annata molto proficua che ha permesso di raccogliere risorse per accontentare tutti gli anziani che hanno fatto domanda, presentando una documentazione in linea con i requisiti richiesti: sono stati 2281 in tutto il Nord-Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Ponente). Con oltre 5200 donazioni complessive è stato stabilito anche il record di sempre per questa sottoscrizione che, nata 47 anni fa, è la più antica d’Italia.

Covid, quegli abbracci ritrovati nelle case di riposo

Chiara Viglietti
La Stampa, 09/02/2021

La Stampa sostiene gli abbracci ritrovati. E da ieri ha riportato le emozioni perdute nelle case di riposo del Cuneese, inaugurando una delle due stanze degli abbracci finanziate dalla Fondazione Specchio dei tempi grazie alla generosità dei lettori. Si inizia dalle due case di riposo di Peveragno: da ieri e fino a domani gli anziani potranno tornare a stringere figli e nipoti alla «Don Peirone», da giovedì a domenica la stanza degli abbracci traslocherà a Villa Fiorita. A seguire altre case di riposo del Cuneese ospiteranno l’iniziativa del giornale.

Intanto prosegue il tour virtuale degli abbracci delle altre strutture gonfiabili nate dall’iniziativa che ha coinvolto anche i lettori de La Stampa e sostenuta dall’Associazione provinciale case di riposo, il consorzio socioassistenziale del Cuneese in collaborazione con Anteas Cuneo Odv e i pensionati Cisl. Tante le case di riposo che hanno già aderito. La prima a rimettere in circolo le emozioni era stata, il 20 dicembre, la «Don Garneri» di Carrù. E per il taglio del nastro dei primi abbracci c’era stato, testimonial d’eccezione, il presidente Alberto Cirio. «Bellissima l’iniziativa rilanciata da La Stampa insieme alle tante associazioni del territorio che non vogliono lasciare soli i nostri anziani. In questi mesi – aveva detto – mi sono a lungo interrogato sui tanti sacrifici che la pandemia ha richiesto ai nostri anziani. Questa seconda ondata ci ha dimostrato che, purtroppo, quella era la strada obbligata per salvare vite umane. Ma la stanza degli abbracci ora va in questa direzione: un ambiente sicuro dove riscoprire il valore umano dell’incontro».

Ceva, 25 computer per il Cfp alluvionato

Angelo Conti

Specchio dei tempi ha consegnato giovedì mattina all’istituto professionale di Ceva devastato dalla recente alluvione del Tanaro, 25 computer, completi di monitor, tastiera e mouse, per l’immediato ripristino dalla sala informatica della scuola. Il materiale è stato messo a disposizione dalla Fondazione Eandi e dal Gruppo Gedi-Editrice La Stampa.

Erano presenti: Cinzia Gonella, presidente Cfpcemon, Simona Giacosa, preside sede Ceva Cfpcemon, Renato Casti, assessore alla Cultura Comune di Ceva.

La fondazione Specchio dei tempi ha inoltre già erogato a favore dell’istituto professionale 60.000 euro per l’acquisto di altri macchinari distrutti dall’alluvione.

Il regalo di Natale per Alfonso: l’abbonamento del bus

Lucia Caretti
La Stampa, 21/12/2020

“Pronto? Signora, mi sente? Centomila grazie per la sua generosità”. Fuori dalla biglietteria c’è un anziano felice. Tiene in mano l’abbonamento rinnovato da Specchio dei tempi e si commuove un po’. Dall’altra parte del telefono c’è la donatrice che gli ha appena regalato un anno di viaggi gratis su tutti i bus della provincia di Cuneo. Vuole rimanere anonima, e vuole spiegare ad Alfonso perché: perché questo gesto che accorcia le distanze. “Le sono vicina. La vita a volte è proprio ingiusta e difficile. Spero che questo la aiuti a ripartire. Sfrutti il suo abbonamento il più possibile. Si faccia tantissimi giri. Passi un buon Natale. Le auguro ogni bene”.

La chiameremo Anna: ha trent’anni e fa l’impiegata. Abita con i genitori e qualche sera fa stava sfogliando “La Stampa”. “Ho letto la storia di Alfonso e in lui ho rivisto i miei nonni. Mi ha colpito che raccontasse di non avere i soldi nemmeno per un biglietto del pullman. Non potersi muovere è davvero limitante. Mi è venuto il magone, quella notte non ho dormito e ho deciso di fare la mia parte. Se si ha la possibilità, è bello aiutare. Può capitare a chiunque che la vita prenda una svolta strana”.

Alfonso ha 73 anni e ha svoltato qualche tempo fa. Uno sfratto, problemi di salute, il lavoro in calo: faceva il pizzaiolo e lo chef nei rifugi di montagna. Da Limone a Sestriere, è stato nelle principali stazioni sciistiche piemontesi. Finito il turno in cucina prendeva la chitarra e si metteva a suonare. Era pieno di amici e di energie e sembra impossibile, adesso, vederlo così. Si sente “solo come un cane”, ha avuto due collassi e fatica persino a camminare. E’ povero e fragile. Come tutti i 2000 anziani che Specchio dei tempi sta abbracciando con le Tredicesime dell’Amicizia.

La storica sottoscrizione si ripete ormai da 45 anni, e anche questo Natale ogni nonno coinvolto nel progetto riceverà 500 euro. Lo stesso contributo che Alfonso ha incassato due settimane fa. “L’ho usato per pagare i miei debiti per la casa popolare. Ogni mese ho 50 euro di arretrati, poi l’affitto, le bollette, la spesa. Come si fa con 649 euro di pensione?”. Bisogna rinunciare persino ai tre euro del bus.

Non più: nel 2021, finalmente, Alfonso potrà andare dove vuole. Al suo abbonamento ha provveduto questa giovane benefattrice che ha contattato Specchio e stanziato gli 80 euro necessari. La fondazione ha accompagnato l’ex cuoco in biglietteria a Cuneo e trasformato la solidarietà della donna in un supporto concreto. “Riuscendo a muoversi Alfonso potrà riacquistare un po’ di indipendenza, di autonomia e di fiducia verso il mondo esterno” spera lei. Intanto lui ha già deciso la prima meta: raggiungerà il figlio, che vive lontano, è senza stipendio e senz’auto.

Alfonso ha accento pugliese e occhi gentili. Abita in un palazzone di periferia, possiede una vecchia giacca, due tute ormai logore, una felpa da 5 euro. Nessun pigiama. Ha una vicina in difficoltà che spesso bussa alla sua porta: “Se mi avanza della pasta gliela do volentieri. Posso mangiarne solo 70 grammi e rischio che vada a male. Non butto nulla”. Perché questo signore regala da mangiare, se non ha niente? “Perché bisogna avere un po’ di cuore. Non bisogna essere egoisti. Io non lo sono. Non ho mai chiesto niente a nessuno, mi sono sempre arrangiato, ma adesso sono in difficoltà e non mi nascondo. Ringrazio tutte le persone che mi stanno aiutando con una donazione a Specchio dei tempi. Se potessi, vi abbraccerei. Vi mando un bacione con tanto affetto”.

Come abbiamo usato le donazioni per l’alluvione

Di Angelo Conti, La Stampa 17/12

Settanta giorni fa il Tanaro impazzito portò paura e devastazione in una decina di comuni cuneesi. Ore difficili, al termine delle quali ci furono da contare danni pesantissimi.  L’acqua non si era nemmeno ritirata che al telefono di Specchio dei tempi, in via Lugaro a Torino, arrivò la telefonata del capo della redazione cuneese de La Stampa, Massimo Mathis: “Qui è un disastro. Dobbiamo fare qualcosa”.

E qualcosa abbiamo fatto: 354.065 euro raccolti, 65 piccole attività artigianali, agricole, commerciali immediatamente aiutate ognuna con un assegno da 3000 euro, un primo sostegno all’Istituto professionale di Ceva e poi l’acquisto di una importante macchina a controllo numerico per i suoi laboratori, un intervento immediato per il ripristino dell’asilo comunale di Ceva e poi un altro per la passerella pedonale,  un contributo per la rimessa in esercizio del centro polifunzionale di Nucetto ed un intervento per aiutare Ormea a ripristinare il Parco Pollicino, due piccoli aiuti al comune di Lisio che si sentiva dimenticato da tutti, un importante intervento nel Parco Naturale della Val Gesso a cui va riconosciuta la forte attrattiva turistica, un intervento anche a favore degli Aib volontari di Ceva, una importante fornitura di mascherine e dispositivi di protezione alla Croce Bianca. Più lontano anche una presenza nel Verbano, anch’esso colpito da gravi eventi alluvionali, quel giorno.

Dei 354.065 euro ne sono stati spesi oltre 295.000, quasi 35 sono in questo momento a disposizione degli assegnatari (già individuati) e 24 (15 nel Verbano) sono in fase di attribuzione. Entro la fine dell’anno l’intera somma verrà erogata, con quel tempismo che è tipico della fondazione de La Stampa.

Per Specchio dei tempi è stata anche l’occasione di un ritorno in aree già tristemente note per i danni subiti nell’alluvione del 1994. A Ceva siamo intervenuti per ripristinare proprio la passerella realizzata dalla fondazione 26 anni fa. Pezzi del passato che vanno ad incastrarsi nel presente, grazie ad un lavoro ed un impegno che non si sono mai arrestati. Con il solito, particolare, affettuoso occhio di riguardo per le terre del nostro Piemonte.

La sottoscrizione non era facile, in una annata difficile. “Sapevamo che i nostri abituali sostenitori – ha spiegato il presidente di Specchio dei tempi, Lodovico Passerin d’Entreves – ci avevano già aiutati in modo importante durate la sottoscrizione per fronteggiare il Coronavirus, che ha raccolto quasi 11 milioni di euro, ed ipotizzavamo una risposta modesta. Invece il coinvolgimento è stato forte, continuo, generoso. E la raccolta è cresciuta in fretta”.

Strategico l’immediato supporto alle piccole attività agricole, commerciali ed artigiane. “Sì, abbiamo voluto replicare l’iniziativa che avevamo proposto tre mesi prima per sostenere le attività in crisi per il lungo lockdown, questa volta a favore di quelle alluvionate di nove comuni.  Abbiamo ricevuto 65 segnalazioni ed abbiamo deciso di accoglierle tutte, consapevoli che la frammentazione degli interventi in questi casi è certamente un pregio perché consente la capillarità dell’intervento, senza tralasciare nessun comune”.

Di rilievo anche l’aiuto al mondo della scuola. “Abbiamo visitato l’istituto di formazione professionale cebano monregalese ed abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa di importante di fronte ai laboratori attraversati del fiume. E lo abbiamo fatto, nell’ottica di sostenere concretamente l’occupazione e l’economia. Un pensiero speciale è stato rivolto anche all’asilo comunale di Ceva, che aveva “ospitato” anch’esso l’acqua del Tanaro. Ne abbiamo consentito la riapertura nel giro di tre settimane”.

Donate due stanze per gli abbracci: gireranno per le Rsa cuneesi

Chiara Viglietti
La Stampa, 14/12/2020

Tornano gli abbracci. Dopo quasi un anno lontani, separati dal Covid e dal plexiglass, è ora di ritrovare le emozioni. Niente più carezze immaginate o disegnate con gli occhi. Nel Cuneese arrivano le stanze degli abbracci. Sono sette. Due sono finanziate dalla Fondazione Specchio dei tempi che aderisce grazie alla generosità dei lettori de La Stampa all’iniziativa per portare nelle case di riposo gli abbracci perduti.

Le altre cinque sono sostenute dal consorzio socio assistenziale del Cuneese (una) in collaborazione con Anteas Cuneo Odv (due) e i pensionati Cisl Cuneo (due). Fra i partner anche l’associazione provinciale Case di riposo. Ecco «Un abbraccio per Natale»: sette stanze gonfiabili che gireranno la provincia per «un grande tour degli abbracci». Tante le case di riposo che hanno già aderito. Primo appuntamento il 22 dicembre a Carrù.

Poi si proseguirà per tutto il mese di gennaio. E se il calendario verrà confermato fino alla primavera e oltre. L’idea è di coinvolgere complessivamente un centinaio di strutture. «Le stanze – spiegano gli organizzatori – sono moduli di dimensioni compatte che prevedono due ingressi separati e autonomi per gli ospiti e per i visitatori in un ambiente suddiviso in due aree da una membrana trasparente, realizzata in materiale lavabile e disinfettabile. Ogni stanza sarà messa gratuitamente a disposizione delle strutture interessate, per alcuni giorni, durante i quali verranno programmate le visite».

L’invito è ad aderire. Le realizza un’azienda di Reano, nel Torinese. Prima del Covid era specializzata in mongolfiere e gonfiabili. Ai tempi del virus crea stanze per gli abbracci. Nel Cuneese verranno messe a disposizione, a turno, nelle Rsa di vallate e pianura di una provincia che conta 140 strutture. «Il Natale si avvicina e, dopo un anno molto difficile per tutti, ma in particolare per le persone anziane che vivono nelle residenze del nostro territorio, si sente ancora più forte il bisogno di serenità e di speranza. Da qui è nata l’iniziativa per riportare gli abbracci nelle strutture per anziani».