Sri Lanka, domani Specchio accoglie i bimbi che tornano a scuola

di Angelo Conti

Dopo 20 giorni di chiusura delle scuole, dettata da ragioni di sicurezza dopo i drammatici attentati del 21 aprile, domani i bambini cingalesi tornano sui banchi. Specchio dei tempi sarà ad accoglierli a Negombo, la enclave cattolica che ha dovuto contare oltre 200 morti negli attentati di Pasqua. Qui regna ancora palpabile il terrore, ma i passi verso la normalità sono obbligati, se si vuole tornare a vivere. Specchio dei tempi sta programmando, proprio in queste ore, il suo intervento solidale in questa area, con il denaro raccolto fra i lettori de La Stampa. 

Nella foto Shalika, piccola allieva della Dungalpitya Junior School di Negombo. La sua strada e quella di Specchio dei tempi si sono già incrociate. Nei prossimi giorni vi spiegheremo cosa faremo per lei e per gli altri 190 bambini cattolici di quella scuola. Che oggi sorridono, ma con il terrore nel cuore.

Potete ancora darci una mano, in questo nostro sforzo in un paese difficile e spaventato…

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Sri Lanka, Specchio raccoglie donazioni per le vittime degli attentati

Specchio dei tempi è vicino allo Sri Lanka da 15 anni. E continuerà ad esserlo anche dopo la spaventosa serie di attentati che hanno devastato il paese. La fondazione de La Stampa lancia una sottoscrizione per aiutare gli orfani e le famiglie colpite da questa inaudita violenza. Cercheremo di portare ai più poveri fra i colpiti, insieme ad un aiuto concreto, anche un segnale di amicizia, da un paese lontano che sa però condividere questi immensi drammi. Specchio dei tempi ha aperto la sottoscrizione con un versamento di 10.000 euro a cui aggiungeremo tutte le donazioni che ci arriveranno dai lettori. Gli aiuti saranno, come sempre, rapidi e concreti: già nei prossimi giorni prenderemo contatti per intervenire nella zona di Negombo, la più colpita dalla furia dei terroristi, dove Specchio dei tempi ha già operato, nel 2004, subito dopo lo tsunami.

 

Per aiutare le popolazioni colpite dallo Sri Lanka è possibile utilizzare uno di questi canali, indirizzando le donazioni con la causale: Fondo 608 “per lo Sri Lanka”. È possibile contribuire con un bonifico sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, Iban: IT14 P033 5901 6001 0000 0117 200. Oppure tramite conto corrente postale numero 1035683943 intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi. Oppure ancora agli sportelli La Stampa in via Lugaro 21 (anche con carta di credito o banco-mat) dalle 9,30 alle 13 e dalle 14 alle 17 (sabato e domenica chiuso). È possibile versare anche presso lo Specchio point di via Santa Maria 6, aperto dal lunedì al sabato (orario 9-13) e presso l’Agenzia Torino Castello di Reale Mutua in piazza Castello 113 (8,30-12,30; 14,45-18). Oppure sul sito cliccando qui o utilizzando l’applicazione Satispay, o ancora su Facebook.


Sri Lanka

Quel legame di solidarietà che unisce Specchio allo Sri Lanka

Articolo di Angelo Conti

C’è un forte legame fra Specchio dei tempi e lo Sri Lanka. Vitale ogni giorno, per la completa assistenza che offriamo, da 9 anni, alle bambine violate che ospitiamo nelle nostre case famiglia di Ibbawale, nel sud del paese. Qui operiamo in strettissima sinergia con i monaci buddhisti della Southern province, nell’accogliere le bimbe (molte piccolissime, persino di 5 anni) che i tribunali decidono di sottrarre alle famiglie dopo episodi di violenza domestica.

Ma il nostro legame con questo Paese ha radici lontane, dall’anno dello tsunami, il 2004, quando una sottoscrizione popolare fra i lettori de La Stampa ci consentì di compiere molti importanti interventi, in sinergia con il Gruppo Umana Solidarietà di Paolo Bernabucci. Ricostruimmo tre scuole (a Galle, Matara ed Hikkaduwa), donammo barche (e quindi lavoro) a 95 pescatori che avevano perso imbarcazioni e motori, assistemmo centinaia di famiglie in difficoltà, fummo vicini ai salesiani di Negombo (la città più colpita dalle esplosioni di stamattina con oltre 62 morti) e soprattutto iniziammo la costruzione del Children’s Village che, dopo una prima parentesi sanitaria, nel 2010 fu riconvertito per ospitare bambine violate, oggi sono 25.

Abbiamo così potuto conoscere a fondo lo Sri Lanka ed i cingalesi. Paese povero, poverissimo nelle campagne, ma forte e determinato nei suoi valori. Un paese a grande maggioranza buddhista (71%), ma con una crescente componente islamica (oltre il 10%) ed una vitale comunità cristiana (intorno al 7% della popolazione). Gli induisti (che abitano la zona nord) sono circa il 12%.

Lo Sri Lanka non è nuovo al terrore. Sino a pochissimi anni fa ha dovuto fare i conti con gli attacchi dei tamil, etnia vicina agli induisti che si arroccava nell’area nord orientale. Raggiunta una faticosa pace, ci sono stati alcuni anni di relativa tranquillità. Interrotti dalla tragedia di questa mattina che vede la violenza trasformarsi in una nuova minaccia per il futuro di un paese che ha radici sane e tanta voglia di crescere ancora.


IL CORAGGIO DI AVERE PAURA

di Angelo Conti

C’è una reazione facile al terrore. Ed è quella di cui è colmo il web in queste ore: non facciamoci condizionare, continuiamo la vita di sempre, nemmeno un filo di paura. E’ la reazione che piace, quel tentativo in fondo di non vedere cosa è successo, quella illusione che la vita di domani debba essere la stessa di ieri. A me sembra tutto sbagliato.

Quel che capita intorno a noi, ai nostri figli, va preso molto sul serio. Non chiuso in un angolo della mente per continuare come nulla fosse accaduto.

Occorre trovare il coraggio di avere paura. Intendiamoci bene. Paura intesa non come una resa di fronte al terrore, ma come consapevolezza del rischio, tale da modificare qualcosa nei nostri comportamenti. Vi parrebbe saggio dire ad un bimbo di Arquata del Tronto “Vivi sereno, che il terremoto non c’è”? No, a quel bimbo va insegnato come reagire. Come salvarsi.

E la reazione passa soprattutto attraverso la consapevolezza dei nuovi rischi. A cui tutti (ed in primis i più piccoli) vanno formati. Cominciando dalle scuole. Se nelle aule si tengono regolarmente i corsi di preparazione alle calamità (nei quali viene spiegato dove stare in caso di una scossa sismica, oppure cosa fare di fronte ad una alluvione) perché non spiegare ad un bambino come comportarsi in caso di un attentato? O di un evento che provochi comunque panico? Esistono molti accorgimenti, alcuni banali, che possono evitare danni fisici e persino salvare la vita. E ci sono figure professionali capaci di trasmettere serenamente queste nozioni, senza incutere timori. Superiamo il facile “game over”, il “non è successo niente”, i pistolotti di qualche editorialista improvvisato, le attestazioni di sterile coraggio. E pensiamo ai nostri ragazzi. Non lasciamoli impreparati di fronte a questi nuovi rischi. Diamo loro delle risorse da impiegare anche quando batte forte il cuore. Troviamo il coraggio di avere paura.