Angela: una dignitosa povertà in un minuscolo monolocale

Antonio Giaimo

Angela sorride quando apre la busta che racchiude la tredicesima della solidarietà, quella che grazie ai lettori de “La Stampa” la Fondazione Specchio dei tempi consegna. Tira un lungo sospiro di sollievo e dice: «Bene, ora potrò dare un anticipo al dentista e pagare una rata del riscaldamento, qui ora inizia a fare freddo».

Vive a Pinerolo in un monolocale al secondo piano di una casa dell’Atc. Uno spazio piccolo dove ogni cosa ha il suo posto, dove neanche i Ris troverebbero una traccia di polvere. Alle pareti le foto incorCome donare:

niciate che raccontano l’affetto che una nonna ha per i nipoti. Lei vive da sola, le basta un piccolo tavolo per pranzare, dove al centro ha messo un vaso e un vassoio con tre cioccolatini per gli ospiti, una vecchia poltrona comoda dove riposare, alle spalle una parete in cartongesso la separa dalla zona notte. Lì dentro dimora la dignità. E anche lei ci tiene a presentarsi sempre in ordine: indossa una maglia grigia con degli arabeschi e una sciarpa scozzese. I capelli in ordine.

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«E’ veramente un aiuto importante, un bel regalo, ricevere la tredicesima di Specchio dei tempiper me 500 euro hanno un grande valore», dice Angela, prima di aprire il cuore e raccontare le pagine della sua vita. Un libro letto al contrario, parte dall’ultimo capitolo, certamente importante perché a tutti insegna che si può sempre fare qualcosa per gli altri.

Quando era ancora bambina con i genitori aveva lasciato la Calabria, il papà aveva trovato lavoro in una fabbrica di mattoni a Piscina, la mamma era casalinga. Quattro figli, tre ragazze e un maschio. «Avevo 24 anni quando mia mamma è morta, mi sono sposata e ho avuto un figlio. Mi ero però innamorata dell’uomo sbagliato, era prepotente». Lascia intendere di più Angela, che ha chiuso quel rapporto, ma un dettaglio lo aggiunge: «Lavoravo da qualche anno come operaia in una fabbrica di Airasca, lui mi ha costretto a licenziarmi per intascarsi la mia liquidazione».

Angela è sempre stata una donna forte, capace di guardare oltre le crisi . «Molti lavori erano saltuari e così la pensione è rimasta piccola, che assolutamente mi impone di guardare ogni euro che spendo. Sto ancora pagando i debiti che ho fatto per sistemare la casa». I conti delle spese li ha ben chiari in testa per non tralasciare nessuna rata e dice: «Ora è arrivata la tassa rifiuti, poi ho la bolletta della luce e del riscaldamento e quella dell’affitto». Soldi che escono e allora ecco che nella busta della spesa il pesce e la carne non entrano mai.

 Come donare:

Per sostenere le Tredicesime dell’Amicizia è possibile donare qui

Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.

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  • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
  • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (lun-ven 9.30-13);
  • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (lun-ven 8.30-12.30/14.45 -17.30);
  • Specchio Point Pinerolo, via del Pino 70 (mer 9-13).

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Anche nonno Raimondo, artigiano tessile del biellese, ha ricevuto la Tredicesima

Beppe Minello

Forse la prima Tredicesima dell’Amicizia consegnata a Biella si trasformerà in una montagna di bulbi che andranno a colorare, questa primavera, il giardino della “Casa di giorno” del Villaggio Lamarmora. La casa di Raimondo Pichetto: solo di giorno perché la notte si sposta a dormire in un’altra struttura dei servizi sociali in piazza Molise. Raimondo è un uomo che nei suoi 88 anni di vita ne ha viste e passate di tutti i colori, soprattutto in ospedale. Eppure, la sua stretta di mano è ancora una morsa e il suo sogno, ora che sta un po’ meglio, è quello di comprarsi due bastoncini e tornare a passeggiare in montagna: “Se trovo qualcuno che mi ci porta…” dice, sognante.

Ragioniere mancato (“Non mi è mai piaciuto studiare…”), diventa giovane artigiano tessile “lavoravo 12, anche 16 ore al giorno”, prima come padroncino, poi come dipendente pensando alla pensione arrivata a 65 anni. Una vita tutto sommato serena e ricca di soddisfazioni. Sbriciolata in poco tempo: divorzio dalla moglie, abbandonato dai due figli e la salute, un tempo di ferro, che d’improvviso diventa fragile. “Ho subito nove interventi…” ricorda Raimondo, pensieroso. Spariti anche i pochi risparmi di una vita, per l’operoso artigiano tessile si sono aperte, nemmeno una decina d’anni fa, le porte di quello che, un tempo, era chiamato ospizio. Raimondo, entrato la prima volta nella “Casa di giorno” rimase colpito dallo stato di abbandono del grande giardino che circonda l’edificio. “Non riesco stare al chiuso, devo muovermi – ricorda – e, senza che nessuno mi dicesse nulla, ho iniziato a raccogliere le foglie secche”. E poi sono venute “le roselline che strisciavano per terra ed è stato naturale farle salire verso l’alto”.

E poi, con la motosega portata da qualche volontario e con l’approvazione degli assistenti incuriositi e felici di quell’ospite che solo nel lavoro trovava la sua terapia più efficace, aggiustare ceppi e disboscare il groviglio di piante. “Qualche bulbo – sorride Raimondo – mi è stato regalato, qualcun altro l’ho comprato io così come ho sempre comprato io, ma costano poco eh! E mi fanno pure lo sconto, i fiori finti da accoppiare a quelli veri”. Scelta botanicamente discutibile ma che a Raimondo, ormai per tutti “Il giardiniere”, e agli altri ospiti della “Casa di giorno” va bene così perché quando è autunno e inverno quei fiori finti garantiscono lampi di colore che riscaldano il cuore di tutti.

Raimondo vive con poco più della pensione minima con la quale deve contribuire per un terzo alla retta della “Casa di giorno” (le altre due quote sono a carico di Comune e Asl). Nel raccontare le sue peripezie lavorative e di salute, mai si lamenta. Si commuove però, quando gli consegniamo i 500 euro della Tredicesima dell’Amicizia: “Ma sono per me?” chiede, incredulo, il signor Raimondo abituato da una vita a spaccarsi la schiena per guadagnare qualcosa. Un’”abitudine” che non ha perso nemmeno oggi che ha 88 anni. Vedrete: chi avrà la ventura, questa primavera, di passare dal Villaggio Lamarmora e di buttare un occhio nel giardino della “Casa di giorno” rimarrà stupito dall’abbondanza di tulipani, iris e di tutti quei fiori amati da Raimondo.

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Tredicesime dell’Amicizia anche ad Alessandria, consegnata la prima ad Angela

Pantano Adelia,
La Stampa, 12/11/2023

«Davvero è mio? Non ci riesco a credere, mi sembra impossibile». Non smette di ripeterlo Angela Farina mentre, commossa, gira tra le mani il foglio che le è stato appena consegnato. È quello in cui è contenuta la Tredicesima dell’amicizia, l’iniziativa che da oltre quarant’anni Fondazione di Specchio dei tempi dona agli anziani per farli sentire meno soli. E Angela, 67 anni e che abita poco fuori dal centro di Alessandria, la solitudine la conosce bene. «Mio marito è morto da 17 anni e da allora la mia vita è come se fosse finita – dice-, è stato tutto in salita, tutto è diventato difficile».

Al dolore della perdita del marito, negli anni si sono aggiunti anche i problemi di salute. «Ho avuto un brutto incidente, poi ho subito diverse operazioni che non mi hanno permesso più di lavorare – racconta -. Prima però avevo fatto qualsiasi cosa, avevo iniziato da ragazzina, guadagnavo soprattutto facendo le pulizie ma arrivata ad un certo punto non sono più riuscita, anche adesso faccio fatica a camminare». Il suo unico sostegno è una piccola pensione che però non le permette arrivare a fine mese. «Sono poche centinaia di euro ma tra affitto, bollette e medicine non rimane nulla per il resto – dice ancora -. Abito nelle case popolari ma negli ultimi mesi è aumentato tutto, non si può andare avanti così». Da qualche tempo ha trovato conforto nella parrocchia nel sobborgo di San Michele.

«Una mia amica mi aveva suggerito di venire qui e ora sono anni che trovo un po’ di aiuto qui per quello che mi serve a casa, almeno – aggiunge – per poter mangiare». Per Angela, e per tutti gli altri che quest’anno hanno ricevuto e riceveranno la Tredicesima, il contenuto è di 500 euro. Chiunque può dare una mano entrando in contano con la Fondazione di Specchio dei tempi. Con il suo regalo Angela cercherà di far fronte a qualche spesa dei prossimi mesi. «Ci sono tanti bollettini da pagare ma spero mi rimanga qualcosa per riuscire a comprare un regalo per me, anche piccolo», racconta. Ma il suo vero sogno è quello un giorno di poter rivedere la sua Sicilia. «Con la mia famiglia, che era molto numerosa, ci siamo trasferiti in Piemonte quando avevo 7 anni per il lavoro di mio papà – dice -. Sono nata a Palermo, nel tempo sono tornata spesso, ma adesso sono 15 anni che non vado più e mi manca tanta, soprattutto il mare. Sarebbe un sogno poter tornare prima o poi».

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La difficile vita di Antonio fra solitudine e disabilità

Un’ingiustizia della natura durata una vita, finora mai davvero riparata. Ma nella vita Antonio, un combattente vero dell’esistenza, anche a 83 anni guarda avanti sperando in un tempo migliore. Nonostante un’invalidità congenita (piede equino), per la quale ha sofferto sempre e subito vari interventi, nonostante la cecità da un occhio e appena 3,5 decimi dall’altro, nonostante due ictus e lunghi periodi di riabilitazione.

Ad Antonio abbiamo portato la tredicesima di Specchio dei tempi per gli anziani soli: gli servirà ad alleviare l’ansia continua di non farcela, di non arrivare a mangiare tutti i giorni, comperare le medicine e quel poco altro di indispensabile.

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“Vi ringrazio, non sapete quanto. Questo è il mio Natale. Proprio stamattina è arrivato l’affitto con il riscaldamento, come ogni mese, e la bolletta della luce: in tutto 400 euro, della pensione resta niente. Meno male che ci siete voi di Specchio che mi portate la borsa della spesa”, dice Antonio, entrato qualche tempo fa nel progetto Forza Nonni. Lui di nipoti non ne ha, figli nemmeno. Della sua famiglia non gli resta nessuno.

“Sono nato a Lavello, in provincia di Potenza, ho fatto il liceo classico a Salerno, dai Salesiani. Sembrava – racconta Antonio – che la mia vita dovesse fiorire: dopo il diploma sono venuto a Torino e mi sono iscritto al Politecnico. Purtroppo ben presto mia madre non ha più potuto aiutarmi e ho lasciato gli studi. Ma ciò che soprattutto mi brucia è essere arrivato tra i primi al concorso della Finanza e non essere stato preso a causa della mia disabilità”. Una beffa del destino. Oggi, un giovane brillante com’era Antonio, verrebbe assunto, potrebbe fare una bella carriera. “Nella vita ho aiutato in una agenzia di pratiche auto – spiega – ma sempre con difficoltà legate alla mia condizione”. E senza vero inquadramento, come dimostra la sua pensione sociale unita a 200 euro per l’invalidità.

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Ora Antonio vorrebbe ottenere l’indennità di accompagnamento: quando ce la fa, esce dall’alloggio popolare di via Sansovino, dove nell’ingresso spicca un bellissimo modello di veliero fatto da lui molti anni fa, il modellismo è stato una sua passione, un’altra è tuttora raccogliere bambole e pupazzi “che danno serenità”, e va. Con il deambulatore, faticosamente, si presenta all’assistente sociale, al Caf. “Vado a vedere se ci sono novità”. Sorride Antonio, nonostante tutto. “Ormai al Caf mi chiamano per nome”.

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Il 24 novembre a Orbassano, degustazione di vini piemontesi per le Tredicesime dell’Amicizia

Venerdì 24 novembre 2023, gli amanti del vino e con un’attenzione al sociale avranno l’opportunità di partecipare a una degustazione ad Orbassano (Via Nazario Sauro 37) a partire dalle ore 19:00. L’evento è organizzato a supporto delle Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi, storica sottoscrizione della Fondazione per aiutare gli anziani poveri e soli.

La quota di partecipazione è di 33 € a persona, di cui 5 € saranno devoluti direttamente a Specchio dei tempi. Non solo questo, ma anche il 12% delle vendite dei vini presentati durante la degustazione sarà devoluto a sostegno della causa.

La serata sarà guidata dalla Sommelier Arianna De Santis, che presenterà una selezione di 5 vini provenienti dalla rinomata cantina piemontese Deltetto. Degustazione che sarà accompagnata da taglieri di prodotti tipici piemontesi, offrendo un’esperienza completa e coinvolgente per i partecipanti.

Un’occasione perfetta per gustare eccellenti vini locali e supportare una nobile causa sociale, rendendo la serata un momento di condivisione, cultura enologica e solidarietà. Un’opportunità da non perdere per coloro che apprezzano il buon vino e desiderano contribuire a un’iniziativa benefica.

Prenotazione obbligatoria entro il 17 novembre

CONTATTI:

333 65 16 196

335 58 82 884

Tredicesime dell’Amicizia, quando una sottoscrizione diventa un legame con chi non c’è più

Angelo Conti

Ci sono legami molto particolari, strani, eppure fortissimi. Come quello che lega le Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi a Torino ed ai torinesi. Da quasi 50 anni, tutti gli autunni la fondazione si presenta alla città, con una proposta semplice: “Aiutiamo gli anziani più poveri e più soli. A scaldare la loro casa ed a passare un Natale meno triste”. I torinesi, compatti, non hanno mai mancato di rispondere consentendo, ogni anno, di aumentare il numero degli aiuti: appena 30 nel 1986, quasi 2000 quest’anno. E, negli ultimi anni, questa oda solidale ha raggiunto anche le altre province piemontesi, da Cuneo a Verbania, da Novara a Vercelli, dove distribuiamo diverse altre centinaia di aiuti.

Ma cosa spinge a donare? Sicuramente la credibilità che abbiamo meritato negli anni, cercando di sbagliare il meno possibile, e raccontando sempre tutto ai nostri sostenitori. Ma anche una forte tradizione, che ormai possiamo dire tramandata da padre in figlio, da madre in figlia. “Donava papà, dono anche io. Nel suo ricordo”: è il messaggio, suppergiù sempre uguale, che accompagna tante, tantissime donazioni. Attestazioni che commuovono e di cui siamo intimamente orgogliosi. Garantendo a chi dona, come avevamo fatto con i loro genitori e magari ai loro nonni, che quel denaro andrà a buon fine, a buon segno, subito. Proprio dove c’è bisogno.

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Ca’ di Tulin, degustazione con lo chef il 12 novembre per le Tredicesime

Specchio dei tempi e Cascina Ca’ di Tulin vi invitano ad una degustazione diversa dal solito! Domenica 12 novembre, ore 11.30, presso Cascina Monticone a Ferrere (Asti) collina San Giuseppe 71. L’evento sarà accompagnato dai “Tassi d’Irlanda”, la band musicale di folk irlandese e non solo.

La degustazione comprende calici di nebbiolo, di barbera d’Asti e di rosè di Ca’ di Tulin abbinati ad alcuni piatti preparati dallo Chef Filippo Monticone.

Costo: 30 € di cui 5 € devoluti alle iniziative solidali di Specchio dei tempi. Inoltre il 10% degli acquisti in cantina Tulin sarà anche questo dato in beneficenza a Specchio dei tempi.

Per info e prenotazioni:
Tel: +390141/383679
Cell: +393482513495
Mail info@caditulin.it

Il cuore generoso dei lettori vercellesi con le “Tredicesime dell’Amicizia”

Beppe Minello,
La Stampa, 21/10/2023

La solidarietà è ciò che tiene insieme una comunità. La solidarietà è il cuore delle Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi. Quella che è considerata la più antica sottoscrizione italiana, promossa dalla popolare rubrica di lettere de La Stampa, si è estesa da Torino al resto del Nord Ovest d’Italia e a Vercelli. Quest’anno, e per la quarantasettesima volta, si ripete. Grazie alla generosità dei lettori de La Stampa, complessivamente, dal’76 sono state consegnate 78.786 tredicesime per una cifra di 32 milioni di euro, dalle prime trenta buste da 30 mila lire ognuna consegnate ad anziani bisognosi del centro torinese, ai 500 euro delle Tredicesime dell’Amicizia di oggi.

Un’iniziativa che rientra nel più strutturato progetto della Fondazione Specchio dei Tempi del Gruppo editoriale Gedi, rivolto agli over 80. Parliamo di «Forza Nonni», anch’esso già operativo a Vercelli e dove la generosità dei vercellesi ha visto crescere le donazioni del 27% nel periodo settembre-dicembre, quello in cui si concentra la raccolta e la distribuzione delle Tredicesime. «Forza Nonni», oltre all’aiuto, che può offrire sollievo quando la bolletta del riscaldamento è più dolorosa, prevede tutta una serie di servizi per agevolare la vita di chi ne ha più bisogno: un paio di spese mensili gratuite, l’assistenza periodica di una colf, di uno psicologo, di volontari che instaurano un rapporto che si avvicina molto all’amicizia. Aiuti che hanno l’obiettivo di integrare quelli che sono, o dovrebbero essere, i servizi offerti dall’Assistenza pubblica.

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Aiuti importanti in una realtà come Vercelli dove la percentuale di anziani over 65 è alta: rappresentano il 26,3% della popolazione. Un dato che è, comunque, poco più della media piemontese. Ma dove Vercelli cade è nella «Qualità della vita degli anziani» che è anche il titolo di una ricerca pubblicata sul Sole 24 Ore basata su 12 indicatori selezionati per misurare alcuni aspetti che influenzano la vita dei nostri nonni. Be’, Vercelli è la provincia piemontese che sta più in basso in classifica. È 84a su 107 province. Asti, per citare quella che le è più vicina, è al 66° posto. Il punteggio raccolto da Vercelli è 362, 5 quando Trento, la prima della classe in Italia, ha totalizzato quasi il doppio: 624, 3 punti. Le classifiche, è vero, lasciano sempre il tempo che trovano ma possono aiutare a capire come, nel nostro caso, vivono gli anziani valutando l’importo medio delle pensioni, il consumo di farmaci, le spese degli enti pubblici per il loro trasporto e l’assistenza domiciliare, fino alla presenza di orti urbani e biblioteche.

Ecco, in questo contesto a fare la differenza è sempre la solidarietà. Anche, e soprattutto, la solidarietà dei lettori di Specchio dei tempi.

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Tredicesime dell’Amicizia la solidarietà si rinnova grazie alle donazioni

Angelo Conti
La Stampa, 16/10/2023

Tutto cominciò da una lettera a Specchio dei tempi, nel novembre 1976. A scriverla la mitica suor Pierina, oggi ancora attiva nei quartieri più difficili della città, a riceverla Marco Marello, caposervizio in Cronaca de La Stampa e titolare della rubrica, purtroppo scomparso da diversi anni. Marco conosceva suor Pierina. Andò a trovarla. Salirono insieme le scale e, nelle soffitte intorno a Porta Palazzo, ecco l’incontro con tanti anziani dimenticati, e soprattutto al freddo. Non c’erano risorse per comprare la legna: era un anno difficile. Marello tornò al giornale a fece quello che la sua sensibilità gli suggeriva: scrisse un articolo, raccontando quello che aveva visto. La città si commosse, arrivarono offerte e donazioni. Dopo due settimane, nel salone dell’Oratorio di via Porte Palatine, suor Pierina e i giornalisti de La Stampa consegnarono le prime 20 Tredicesime dell’amicizia. Ognuna da 30.000 lire. Quanto bastava per un inverno al caldo.

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In quei primi anni tutte le Tredicesime venivano consegnate a mano. Diceva Marello quando mandava i giovani cronisti a bussare alla porta degli anziani più poveri: «Il denaro è importante. ma dopo averlo consegnato, fermatevi ad ascoltare queste persone. All’inizio vi sembreranno magari noiosi, ma poi capirete quanto hanno da insegnarvi. E sappiate donare, con i soldi, anche un momento di affetto e di amicizia». E allora, con Giuliana Mongelli, Marina Cassi, Beppe Minello, Ezio Mascarino, Renato Rizzo, Roberto Reale ci dividevano gli indirizzi e si partiva con i contanti chiusi nelle buste.

Sono passati 47 anni e le Tredicesime dell’Amicizia ci sono ancora. Sono lo splendido gioiello solidale di una città che, da allora, ha scelto di non abbandonare i suoi anziani più fragili. «Le tredicesime – spiega Lodovico Passerin d’Entreves, presidente di Specchio – rappresentano un testimone che viene passato da una generazione all’altra di torinesi, con uno slancio sempre crescente». Oggi sono più di 2000 le Tredicesime che vengono distribuite prima di ogni Natale, prevalentemente a Torino e provincia, ma anche nel resto del Piemonte e a volte nella Liguria di Ponente.

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Duemila tredicesime da 500 euro vogliono però dire 1 milione che è sempre una sfida raccogliere, soprattutto negli anni in cui troppe famiglie faticano a vivere. Ma la raccolta è già cominciata, spontaneamente come sempre. Sui tabulati della fondazione, la dicitura «Tredicesima dell’Amicizia» ha cominciato a far capolino già un mese fa e poi le donazioni si sono infittite. L’anno scorso complessivamente furono 5320, puntiamo a questa cifra anche nel 2023.

Sempre quest’anno sono alla portata due altri traguardi: il superamento delle 80.000 tredicesime consegnate in 47 anni e dei 33 milioni di euro (attualizzati ad oggi) raccolti nella storia della sottoscrizione, la più antica d’Italia. Nessuno ha tenuto in vita per quasi mezzo secolo una sottoscrizione popolare. Nessuno salvo Torino. E salvo Specchio dei tempi.

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Specchio a Giaveno per Fungo in Festa il 22 ottobre

Giaveno vuol dire anche funghi, che in questa area del torinese sanno attirare veri intenditori ed amanti. Domenica 22 ottobre la cittadina piemontese si trasformerà in un grande mercato: l’occasione è Fungo in Festa, la manifestazione che da 42 anni celebra il re del bosco e riporta anche l’attenzione sui sapori e sulle fragranze di stagione. Una vera e propria festa, unica nel suo genere, con un significato profondo per tutti i giavenesi.

Quest’anno a Fungo in Festa ci sarà anche Specchio dei tempi. Grazie alla sensibilità degli organizzatori, la fondazione sarà charity partner dell’evento e, nel suo stand in centro paese, sarà possibile versare per le Tredicesime dell’Amicizia, i tradizionali aiuti di Natale che vengono distribuiti agli anziani più poveri e più soli anche in Liguria.
Chi effettuerà donazioni, di qualsiasi entità, riceverà dei simpatici gadget. Le donazioni, eccetto quelle effettuate in contanti, sono tutte fiscalmente deducibili.

Caccia al tesoro fotografica per solidarietà, il 24 settembre a Torino

Gherra Loris
Torino Sette, 22/09/2023

Potremmo definirla una “caccia la tesoro” fotografica, ma il vero dono è che il ricavato andrà a sostenere le Tredicesime dell’Amicizia della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi. Domenica 24 settembre, con ritrovo alle 9 al click-point allestito in piazza Castello, per la registrazione e la distribuzione kit gara, prende il via l’undicesima edizione della Torino Photo Marathon.

Si tratta di una maratona fotografica rivolta a tutti, fotoamatori e professionisti, che, durante tutta la giornata, dovranno girare per la città alla ricerca di scatti legati a nove temi, che verranno indicati in precisi orari. Alle 10, ci sarà la divulgazione dei primi tre soggetti. I successivi saranno indicati alle 13 e alle 16. Per immortalare ci sarà tempo sino a mezzanotte. Entro martedì 26 settembre, le fotografie – ogni partecipante potrà concorrere con uno scatto per ognuno dei nove temi, per un un massimo di nove immagini- dovranno essere caricate sul portale italiaphotomarathon.it.

I vincitori riceveranno un premio e sul portale verranno pubblicate le foto con tutti gli scatti dei concorrenti. La quota di partecipazione è di 15 euro. L’obiettivo è quello di coniugare la creatività fotografica con l’impegno sociale. Il ricavato, infatti, è destinato a sostenere la storica sottoscrizione di Specchio dei tempi: dal 1976, ogni Natale, vengono consegnate duemila Tredicesime dell’Amicizia agli anziani soli e in condizione di grave indigenza. L’organizzazione è dell’associazione culturale Reflextribe, in collaborazione con Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi.

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La cena di Chef in quota, in 130 a Domobianca con Specchio dei tempi

Una sera di fine estate a Domobianca (un po’ autunnale visto il clima di lunedì), sulla terrazza e nel salone della Baita Motti, per assaggiare specialità d’autore e pensare al Natale di nonni soli. Anziani del Vco che faticano ad arrivare a fine mese, anche quest’anno per le feste con quanto raccolto con la cena di «Chef in quota» – iniziativa di Altair-Domobianca 365 – attraverso la fondazione La Stampa-Specchio dei tempi potranno ricevere una «Tredicesima dell’amicizia», un assegno di 500 euro.

L’evento ha potuto realizzarsi grazie alla disponibilità di tanti: produttori, ristoratori, pasticcieri, barman, vignaioli, professionisti e imprese. La serata si è aperta con gli aperitivi di Massimo Sartoretti (Divin porcello), Francesco Catapano (Coccinelle), Eros Buratti (Casera), Luca Prata (trattoria Stazione), Andrea e Stefano Ferraris (Bontà di Magognino) accompagnati dai cocktail e calici preparati da Claudio Fiora, Fabio Beltrami (Vineria Divino), Debora Braito (bar Istriano) ed Edoardo Patrone (aziendavinicolaEps). Fabio Tisti dell’omonima pasticceria ha firmato «amuse bouche», a base di macaron salato e pan brioche cotto al vapore. La prima entrée è stata quella di Davide Brovelli (Sole di Ranco) che ha proposto una tavolozza con otto assaggi di lago, abbinato al Lucino delle cantine Barbaglia. Per lo stellato aostano Paolo Griffa (Caffè Nazionale) la scelta è stata dibosco e montagna, con una tartare di cervo, sposata a unbicchiere di Prunent Garrone. Doppi primi con il fusillone della chef Simona Benetti (Battipalo) e la sfera di riso croccante di Andrea Ianni (trattoria Vigezzina), serviti con Grauvernatsch dei Vitigni Schiava e Barbera d’Alba di Enzo Boglietti. Salmerino alpino per l’altro stellato, il trentino Alessandro Gilmozzi, che lo ha abbinato a un White Jupiter ginger allspice di Feral. Dolce chiusura con un altro interprete dell’alta cucina di montagna: Matteo Sormani (Walter Schtuba) e la miaccia valsesiana in chiave formazzina, esaltata dal ratafià di champagne Pac.

«I ragazzi sono il nostro futuro e sono i primi a dover essere ringraziati» sottolinea Valerio Beltrami. E’ il presidente di Amira, l’Associazione dei maître italiani, che con la collega Silvia Di Lario, fiduciaria per il Piemonte orientale, i docenti dell’istituto alberghiero Mellerio Rosmini di Domodossola e del Formont di Villadossola, ha coordinato (insieme a Giandomenico Iorio) gli studenti delle due scuole che si sono fatti carico del servizio insieme al personale della Baita Motti per servire i 130 ospiti. I sommelier di Ais Vco hanno garantito come sempre accade per eventi di beneficenza la loro preziosa collaborazione, versando vini delle aziende che hanno sostenuto la serata.