Il nostro 2020, un anno di record

di Angelo Conti

Non ci piacciono i record. Perché, come quest’anno, spesso sono motivati da tragedie, catastrofi, pandemie. Ma i quasi 15 milioni di euro raccolti quest’anno dalla Fondazione La Stampa Specchio dei noi, cioè oltre 3 volte quanto registrato l’anno prima, rappresentano un successo, un importante riconoscimento della nostra credibilità, ma anche una enorme responsabilità. Pensiamo, in questo fine anno di bilanci, di poter dire di aver risposto al meglio a tanta fiducia. L’enorme supporto offerto agli ospedali, alle pubbliche assistenze, agli anziani, alle famiglie in difficoltà, alle piccole e piccolissime attività, è partito a marzo e sta continuando. Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno. Il nostro staff è oggi in grado di operare a Torino (soprattutto), in Italia e nel mondo. Con Lodovico, Franco, Carla, Marta, Lucy, Anna, Anastasia, Maurizio, Lucia ormai ci ritroviamo ad occhi chiusi. Un piccolo team che sta diventando capace di muovere montagne.

Specchio dei tempi (ed i piemontesi) sono così diventati un fenomeno da replicare. Così, donazioni giunte su Roma, Milano, Genova, Bari e Sassari, ci hanno portato a sviluppare progetti anche altrove. Siamo fieri, davvero fieri, che il format di solidarietà che Torino ha creato con Specchio dei tempi, oggi possa essere portato lontano. Esempio di un volersi bene concreto, a volte solo sussurrato, che è estremamente piemontese. Quindi forte, solido, concreto. Noi vogliamo essere così, piemontesi sempre, anche sviluppando il nuovo progetto di Specchio d’Italia che ci porterà talvolta lontani dalle nostre montagne, dalle nostre valli, dalla nostra gente. Con un occhio di riguardo, sempre, ai paesi più poveri e più fragili.

Pochi progetti esteri, in Sri Lanka, Rwanda, Birmania, Somalia, ma tutti con lo stesso imprinting, la concretezza. Progetti sempre seguiti passo passo da noi, mai affidati o abbandonati ad altri. In questo c’è l’unicità di Specchio dei tempi, una fondazione che vive di passioni e di sogni, molto prima che di soldi. Fieri, anche per questo. State con noi, anche nel 2021.

[nella foto Randy, una delle 25 bambine abbandonate od abusate, che ospitiamo, assistiamo e facciamo crescere serene, nel nostro villaggio di Ibbawale in Sri Lanka]

Il nostro Natale nel mondo

Di Angelo Conti

Natale è sempre un giorno particolare per Specchio dei tempi, e anche un po’ per me. Arrivano, sul telefono e nelle mail, le attestazioni di affetto delle tante comunità che abbiamo aiutato negli ultimi anni, in Italia e nel mondo. Così, dopo le telefonate da Arquata del Tronto (quanto ci è mancata quella del sindaco Petrucci…) e da Cugnoli (dove continua a funzionare bene una delle quattro scuole da noi ricostruite dopo il sisma dell’Aquila), sono arrivati pure messaggi dal nostro Villaggio delle Bambine in Sri Lanka (domani vi mostreremo le foto), da Kigali in Rwuanda (dove abbiamo implementato il nostro progetto a favore degli scolari, come vi spiegheremo presto), dal Messico (dai ragazzi e dalla preside della nostra scuola di Tochimilco).

Tante foto ed una bella lettera anche da Maurizio Barcaro che, ad Haiti, mantiene in vita la scuola LaKay Mwen, non lontano da Port Au Prince. Una scuola che, 10 anni fa, contribuimmo a ricostruire dopo il pesantissimo terremoto, sostenendo poi l’attività didattica dei ragazzi e dei bambini. Qui il Covid ha colpito poco: appena 200 morti in un paese abituato alle stragi del colera… E così i ragazzi hanno voluto preparare uno striscione per dirci “Italia siamo con voi”. Pezzi di mondo, pezzi di Specchio de tempi, che rendono speciale ogni Natale. Anche questo.

Pronta la nostra scuola di Cugnoli: sistemati i banchi nuovi

Di Angelo Conti

Al mondo ci sono 25 scuole costruite da Specchio dei tempi. Una anche a Cugnoli (Pescara), donata dalla nostra fondazione a quel comune dopo il terremoto del 2009 (quello che colpì pesantemente L’Aquila). E’ un complesso che comprende scuola d’infanzia, primaria e media.

Negli scorsi giorni abbiamo ricevuto la foto di una delle aule sistemata con i banchi nuovi, ben distanziati. E l’assicurazione del sindaco Lanfranco Chiola: “Siamo pronti”. Noi orgogliosi delle nostre scuole che vivono nel tempo.

Un abbraccio italiano alle nostre bimbe in Sri Lanka

Di Angelo Conti

Nel pomeriggio di oggi (laggiù il fuso è 4,5 ore avanti) un gruppo di amici italiani, accompagnati da Emanuele Bartolini, ha visitato il villaggio delle bambine che Specchio dei tempi gestisce da 8 anni a Ibbawale, nella zona sud dello Sri Lanka. E’ stato un momento intenso ed emozionante, per il gruppo di italiani ma soprattutto per le bambine, che sanno bene come la loro vita sia resa possibile da Specchio dei tempi. Il virus ci ha impedito di essere fisicamente là, ma laggiù c’era, anche oggi, il nostro cuore.

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Etiopia, pozzi italiani per dare speranza

Dal diario di Angelo Conti in Etiopia

In Corno d’Africa (Somalia, Etiopia orientale, Eritrea, Gibuti) l’acqua sta prima di tutto. Prima della casa, prima del lavoro, prima delle scuole, persino prima della salute. E’ l’elemento che regge tutto, che dà garanzia all’oggi e speranza al domani. E’ l’elemento cardine per indurre questa gente a restare, a costruire, a crescere nella terra dei propri padri.
Se non c’è acqua, non c’è niente. Nemmeno la pastorizia, che è l’unica ricchezza delle popolazioni che vivono ad esempio nello sterminato deserto dell’Afar, ogni giorno più grande perchè piove sempre di meno. Aspettando che gli agronomi riescano, anche con sementi geneticamente modificate, a far crescere mais, cereali, frutta e verdura.

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Questo lo sanno sia gli uomini della nostra Cooperazione Internazionale, sia i tanti rappresentanti delle Ong italiane che operano qui. Creando pozzi, stazioni di pompaggio, abbeveratoi e soprattutto creando energia elettrica per sostenere queste attività. Con il fotovoltaico che potrebbe essere la soluzione di tutto, ma che necessità di un percorso lungo e di investimenti mica lievi. In questi giorni che sto trascorrendo proprio nella terra desertica degli Afar, tutto questo mi appare sempre più chiaro. Scriverò un reportage, ma soprattutto lo terrò ben presente. Quando tornerò a parlare di Africa, di povertà, di migrazioni, ma anche di gente che resta e che vuol restare. E che dobbiamo aiutare.