Al Mauriziano un nuovo hub radiologico

Angelo Conti

Stiamo completando, in questi giorni, un progetto fortemente innovativo che consentirà, grazie a Specchio dei tempi ed ai suoi donors, di dotare il Mauriziano di un hub radiologico di assoluta avanguardia.

Dopo aver fornito, mesi fa, la prima sala radiologica all’ospedale di corso Turati, ci siamo poi concentrati su una Tac di altissima gamma che (grazie ad una donazione di Giuseppe e Gabriella Ferrero in memoria dei genitori) Specchio dei tempi è riuscito a mettere in funzione in pochissimi mesi e che, da inizio febbraio, ha iniziato a “lavorare” a pieno regime, come testimoniano le immagini che vedete qui. Ma non è finita: a inizio marzo, inaugureremo il terzo macchinario, un’altra RX a bassissimo impatto che accomunerà immagini di grande qualità a minime radiazioni per i pazienti.

Siamo fieri di aver fornito al Mauriziano ed al primario della radiologia Stefano Cirillo strumenti di tecnologia avanzatissima per vegliare sulla vita di tutti i torinesi.

 

La nostra Piccola Orchestra debutta al Balon

Redazione

Il debutto è avvenuto ieri mattina. Alle 10,15, per dieci minuti, nel cuore di Borgo Dora l’aria si è riempita del canto e del suono di maracas dei bambini della scuola dell’infanzia “Maria Teresa” di via Mameli. La classe dei verdi si è esibita sul terrazzino in un piccolo evento che ritornerà ogni martedì alla stessa ora. La prossima performance coinvolgerà la classe dei gialli, l’altro gruppo di bambini della piccola materna che appartiene all’Istituto comprensivo Regio Parco. E così via, a rotazione, offrendo a chi ascolta la loro esperienza gioiosa.

Ieri il pubblico non era numeroso – la dirigente Mira Carello, alcune mamme, qualche passante incuriosito – ma crescerà. La voce, è il caso di dirlo, passerà. “Abbiamo pensato di regalare unapausa caffèa tutto il quartiere. Noi mettiamo la musica – spiega con entusiasmo Nadia Bertuglia, la violinista dell’Associazione Orme che cura il laboratorio musicale sostenuto da Specchio dei tempi – Con percussioni, violini di cartone e canto facciamo conoscere il nostro modo di fare musica e soprattutto questa scuola, un gioiello al centro di questo quartiere speciale: è bella, colorata, con tante attività che servono a favorire l’inclusione”. La musica è una di queste.

“Ai bambini il ‘Concertino dal terrazzino’ serve per prendere confidenza con il palco, l’esibizione. Ed è un modo – prosegue la musicista – per favorire la concentrazione. In questa società veloce, lo strumento musicale, l’attesa, l’ascolto dell’altro, per bimbi così piccoli è importante: sono obbligati a concentrarsi e lo fanno con piacere”.

Dalla materna di via Mameli, forse la più “mondiale” della città con il suo cento per cento di allievi di origine non italiana, quasi tutti i bambini passano poi alla primaria “Gabriella Poli” di via Fiochetto dell’Ic Regio Parco, dove è presente da alcuni anni, sempre curato da Specchio dei tempi e da Orme, il laboratorio di orchestra d’archi che impegna tutti gli allievi per due ore la settimana. Da questo anno scolastico Specchio ha deciso di ampliare il progetto alla piccola materna di Borgo Dora.

Vco, le Tredicesime dell’Amicizia a 31 anziani

Cristina Pastore,
La Stampa, 06/01/2022

Alle 12 Tredicesime dell’Amicizia finanziate da «Chef in quota», per questo Natale la Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi è riuscita ad aggiungerne altre 19. In tutto sono state 31 le buste per nonni e nonne del Vco. Sono state consegnate ai Consorzi per i servizi sociali di Domodossola, Verbania e Omegna che hanno provveduto a farle avere ai beneficiari. Il vice presidente operativo della Fondazione Angelo Conti e Anastasia Sironi (che per Specchio dei tempi segue gli aspetti organizzativi e amministrativi legati ai progetti in Piemonte), hanno incontrato i responsabile del Ciss. A Domodossola, nella sede di via Mizzoccola, sono stati accolti dalla consigliera Raffaella Zoldan, dalla referente dell’Area sociale Sonia Manini, dall’educatrice Arianna Barboni e dall’assistente sociale Elisa Magistris. Tutte donne che ogni giorno intervengono con competenze professionali e sensibilità ad alleviare il disagio di tanti che faticano a provvedere a se stessi.

«Da 40 anni sono una lettrice de La Stampa – ha detto Zoldan – e la rubrica di Specchio dei tempi, che dà voce a chi molto spesso non ne ha, è uno spazio in cui ritroviamo i valori che condividiamo nell’impegno quotidiano della nostra attività».

La consigliera del Ciss Ossola ha sottolineato come l’emergenza Covid abbia fatto esplodere situazioni di bisogno e come il caro bollette in arrivo andrà ad abbattersi su tanti già in difficoltà, con condizioni fisiche e psicologiche peggiorate dopo due anni di pandemia.

Le Tredicesime dell’Amicizia sono nate negli Anni Settanta con assegni da 30 mila lire per aiutare anziani soli e in ristrettezze economiche a comperare il carbone per la stufa. Allora, come oggi, le spese di riscaldamento sono un problema che in parecchi non riescono ad affrontare. «Per noi – ha aggiunto Zoldan – è molto importante questo segno di vicinanza di una realtà tanto presente in Piemonte. Oggi riceviamo nel segno della reciprocità, certi che il nostro territorio vorrà dare una sua risposta a questa attenzione di Specchio dei tempi».

Proprio per poter mettere in campo sinergie su progetti condivisi, Conti e Sifoni hanno anche incontrato la commissaria di Fondazione Cariplo Francesca Zanetta e la segretaria generale della Fondazione Comunitaria del Vco Federica Corda.

Per questo Natale Specchio dei tempi ha assegnato in Piemonte 2.200 Tredicesime dell’Amicizia per un valore di 1,2 milioni, raccolti attraverso la rete dei lettori de La Stampa. Le iniziative della Fondazione torinese ora si stanno estendendo a livello nazionale con le iniziative di «Specchio d’Italia».

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Haiti, il nostro impegno per i terremotati continua

Angelo Conti

Il container di Specchio dei tempi, giunto a Port Au Prince la vigilia di Natale, ha portato un briciolo di speranza nelle comunità di Haiti a cui siamo vicini dopo il recente terremoto, ma che già erano state destinatarie di importanti aiuti in passato.

Haiti è infatti, anche per la sua fragilità politica e per la totale assenza di sicurezza, uno dei paesi più poveri del mondo. Continueremo anche nel 2022 a stare vicini a questa gente, in stretta collaborazione con i Padri Camilliani di Torino che laggiù gestiscono anche un ospedale a cui Specchio dei tempi non ha mai fatto mancare aiuti e strumentazioni sanitarie.

Dona per i terremotati di Haiti

Specchio 2021, il valore di una comunità

Angelo Conti

L’ultimo giorno dell’anno, ormai da un decennio, prendo il portatile e scrivo qualche riga per raccontare come sono stati i dodici mesi appena trascorsi di Specchio dei tempi. Non ho mai voluto sottolineare cifre, perché quelle le vedrò nel primo consiglio di amministrazione di gennaio e so già che, anche quest’anno, saranno tutte cifre belle, sane, positive.

Di solito, al momento di salutare l’anno che se ne andava, ho raccontato di sottoscrizioni, di passioni e di sentimenti. Quest’anno vorrei offrirvi una riflessione sul come questa fondazione, un po’ strana perché nata e coccolata in seno alla più antica rubrica di lettere di un quotidiano italiano, sia soprattutto una straordinaria comunità. Una comunità che si stringe intorno ad una città, ad un giornale, ad un modo di vivere e pensare che appartengono a gente cresciuta ai piedi di montagne forti, che l’hanno quasi protetta dalla volubilità di un mondo schizofrenico, rendendola così capace di mantenere i valori di una profonda tradizione solidale.

Un fenomeno ed un esempio che non sono sfuggiti, in questi ultimi mesi, a chi ci ha chiesto di andare a raccogliere risorse in tutta Italia per replicare, in altre città, il “fenomeno Specchio dei tempi”. È così nato Specchio d’Italia che ci sta impegnando da Trieste a Palermo, in una avventura che all’inizio ci ha fatto tremare i polsi, ma che ora stiamo affrontando con quell’entusiasmo e quella determinazione che uno staff giovane (negli anni ma soprattutto nella testa) è in grado di mettere in campo. L’obiettivo è di creare altre comunità capaci di aiutare chi soffre, chi sta ai margini, chi non ha spesso nemmeno la forza di tendere la mano.

Un bel modo di replicare Torino nel mondo, attraverso un percorso di cui siamo orgogliosi e che ci impegnerà a fondo anche nei prossimi mesi. Mantenendo sempre il cuore, la testa e i sogni, qui sotto la Mole, dove siamo nati.

E, consentitemi, per chiudere questo pistolotto e pure l’anno, di abbracciare idealmente Lodovico, Franco, Anastasia, Marta, Anna, Raffaella, Maurizio, Federico, Vanessa, Carla, Lucy e Lucia. E tutti i preziosi volontari. Insomma, NOI di Specchio dei tempi.

27 anni fa i giorni del fango, la sottoscrizione record da 25 miliardi

Di Angelo Conti

Cominciava oggi, 27 anni fa, la tre giorni che avrebbe messo in ginocchio il Piemonte, con la più tremenda alluvione della sua storia e con un bilancio di decine di morti. Proprio il 3 novembre il primo allarme, da Venaria, e poi a macchia d’olio, nella notte e per tutto il giorno successivo, le prime richieste disperate di aiuto.
Specchio dei tempi si trovò davanti il più impegnativo compito mai affrontato. Grazie ad una commuovente sottoscrizione popolare furono raccolti quasi 25 miliardi di lire (cifra che rappresenta il record, ancora oggi, per una sottoscrizione non televisiva). Chi vi scrive ed Ezio Mascarino, cronisti de La Stampa, lavorarono per dieci mesi, r cioè sino all’estate del ’95, insieme ai colleghi delle redazioni locali, a distribuire aiuti nella zone di Alessandria, Asti, Alba e lungo l’asse del Tanaro. Furono aiutate oltre 20.000 famiglie, centinaia di piccole aziende, ricostruite scuole ed asili, completamente ristrutturato l’ospedale infantile di Alessandria.

Un lavoro immane, coordinato da quello straordinario stratega della solidarietà che era Marco Marello, allora caposervizio in Cronaca.

 

La Martini contro il Covid: “I nostri regali di Natale per aiutare chi soffre”

di Lucia Caretti

Anche la Martini & Rossi è accanto a Specchio dei tempi. E a tutti i medici, gli infermieri e i malati che lottano contro il Coronavirus. L’azienda di Pessione ha deciso infatti di stanziare 10 mila euro per sostenere i progetti di Specchio a favore dell’emergenza sanitaria. Una cifra simbolica: la stessa che sarebbe stata spesa per i regali di Natale e sarà invece impiegata per acquistare tute e protezioni per i soccorritori. Rinforzi preziosi che la fondazione dei lettori de La Stampa continua a distribuire anche in questa seconda ondata.

Sono ormai più di un milione i dispositivi forniti da Specchio a quasi duecento realtà piemontesi: mascherine, camici, guanti che si aggiungono ai macchinari e alle attrezzature donate a 19 ospedali (tra cui anche due tac). Oltre 17 mila le spese regalate alle famiglie travolte dalla crisi economica. E più di 400 le piccole imprese che hanno ricevuto un sussidio per ripartire.

Aiuti concreti, come quelli che saranno possibili grazie alla generosità della regina degli aperitivi. “Abbiamo scelto Specchio dei tempi per supportare chi si trova in difficoltà” spiegano dalla storica realtà torinese, oggi parte del Gruppo Bacardi. “Abbiamo deciso di devolvere la cifra dedicata agli omaggi natalizi ad una causa che certamente darà maggior valore al Natale. Mai come oggi ci è richiesta solidarietà e coesione”.

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Loescher, niente regali di Natale: “Doniamo tutto per la lotta al Covid”

di Lucia Caretti

Niente panettoni e pacchetti, Loescher ha scelto un Natale diverso: solidale. La storica casa editrice torinese ha deciso di devolvere a Specchio dei tempi tutti i fondi che ogni anno impiega per i regali. Una donazione destinata a sostenere i medici e i malati, che si aggiunge agli oltre 10 milioni di euro che Specchio ha già raccolto per l’Emergenza Coronavirus, e continua a trasformare in aiuti concreti. Anche durante la seconda ondata proseguono infatti le distribuzioni di dispositivi di protezione e di strumentazioni per gli ospedali e i soccorritori, che da mesi ormai si rivolgono alla fondazione per chiedere rinforzi.

“In considerazione della grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo – spiega l’azienda – su proposta della Direzione i dipendenti hanno concordato di rinunciare a dolci e regali che tradizionalmente venivano offerti dall’azienda in occasione delle feste natalizie, e si è deciso di comune accordo di fare una donazione a Specchio dei tempi. La scelta è caduta su questa Onlus perché opera da molto tempo con progetti in ambito internazionale e nazionale, questi ultimi rivolti anche al territorio in cui la fondazione è nata e la casa editrice Loescher è storicamente radicata. Siamo fiduciosi che questo contributo possa portare aiuto e speranza con un intervento concreto e immediato in una realtà locale così colpita dall’emergenza Coronavirus”.

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Cosa abbiamo fatto nel 1994

di Angelo Conti (febbraio 1995) 

Come avete distribuito i contributi? Come avete scelto le persone da aiutare? Come si sono mossi i giornalisti de la Stampa in questa particolare missione? E’ la legittima e partecipata curiosità dei 368.000 lettori che hanno contribuito, fino al momento in cui scriviamo queste righe alla sottoscrizione di Specchio dei tempi, arrivata a 23 miliardi e 200 milioni di lire.

Cerchiamo di rispondere partendo dall’inizio il primo allarme alla cronaca di via Marenco arriva nella notte fra venerdì 4 e sabato 5 novembre, riguarda la frana di San Raffaele Cimena con tre morti e gravi danni ed un casolare e ad un ospizio. Qualche ora dopo accanto alla grande macchina de La Stampa che ha già allertato i suoi inviati si mette in movimento anche il tam-tam della solidarietà. La domenica mattina e quindi ancor prima che l’alluvione tocchi Alessandria cominciano ad arrivare allo 011.65681 del nostro giornale le prime telefonate “Siamo pronti a contribuire!>, “Portate un aiuto a quella povera gente e fatelo subito!>. Scatta così, con le prime generose donazioni della Fiat del nostro giornale un’operazione che poi proseguirà senza soste per oltre 100 giorni. Gli inviati de La Stampa, una volta raggiunte le varie località spesso a piedi nel fango perché le strade erano sparite, riferiscono a Torino le singole situazioni. Così, insieme ai servizi di cronaca, aggiungono anche indicazioni per i primi aiuti che sono davvero fulminei. Basti pensare che il primo contatto con gli alluvionati più gravi di Alessandria avviene sul piazzale della Scuola di polizia al quartiere Cristo dove gli elicotteri dell’esercito sbarcano gente disperata appena salvata dai tetti delle case dei Quartieri Orti e San Michele.

Se nei primi giorni è soprattutto la redazione centrale a gestire gli interventi, subito dopo diventa importante il ruolo delle relazioni locali pronte a segnalare gli obiettivi più urgenti. Migliaia e migliaia di famiglie sono visitate ed aiutate in un commuovente porta a porta della solidarietà.

Intanto cominciano ad arrivare le richieste in tante telefonate. ma soprattutto tante lettere. Oltre 3000 queste ultime, molto struggenti. I giornalisti girano in Piemonte per settimane mentre ad Alessandria (grazie all’amministrazione Provinciale) viene addirittura aperta una sorta di sede staccata di Specchio dei tempi per ricevere ed ascoltare gli alluvionati. Il lavoro si fa mano a mano febbrile. I redattori impegnati sul territorio discutono i casi più complessi gli interventi più onerosi mentre la macchina dei soccorsi procede spedita ed arriva a 500 contribuzioni a giorno, tutte consegnate a mano, tutte verificate attraverso le autocertificazioni presentate ai Comuni, tutte accompagnate da un dialogo con gli alluvionati, a volte forzatamente breve ma sempre intenso. Parole di conforto, di solidarietà e di amicizia. La risposta è quasi sempre la stessa: “Ringraziate i vostri lettori”, “Abbracciateli”, “Sono stati meravigliosi”, frasi pronunciate con commozione spesso fra le lacrime.

Una parte importante del nostro sforzo la prende l’intervento nelle scuole. Migliaia di ragazzi che siano visti portare via libri e quaderni dall’acqua ricevono la borsa di studio da cinquecentomila lire sempre consegnata a mano nelle aule dei giornalisti de La stampa. Partono intanto alle contribuzioni per i grandi interventi. Come dimenticare il primo? Cioè il rifacimento della radiologia e della rianimazione dell’ospedale infantile di Alessandria? Con giornalisti. medici e primari che discutono le soluzioni da adottare con l’acqua ai piedi, in locali ancora grondanti o proprio nella stanza dove, qualche ora prima, un medico aveva trovato persino pesci cavedani arrivati con il Tanaro. Fare in fretta è un obiettivo preciso anche nelle opere a sostegno di asili e scuole.

Ad Alessandria la scuola materna di piazza Monserrato, che ospita anche i bambini poveri della città, è riattrezzata nel giro di un paio di mesi , e questo nonostante un’ondata alta più di un metro e mezzo l’abbia spazzata, distrutti locali come i refettori e le cucine. Più complesso ma ugualmente rapido l’intervento presso l’asilo delle Suore Immacolatine in via Colombo, nel cuore del disastrato quartiere Orti. Qui viene completato il ripristino delle strutture, compreso la sostituzione in blocco delle cucine così da consentire anche i trasferimenti in quella sede delle prime tre classi della scuola elementare Santorre di Santarosa. Quasi un miracolo è compiuto a Clavesana, dove in 90 giorni viene data stabilita alle strutture della scuola materna Madonna della Neve, gravemente lesionata e sono completamente attrezzate le aule. E si lavora alla ricostruzione del ponte sul Cherasca ad Alba, delle scuole materne di Asti e Canelli, del Plesso scolastico di Castello d’Annone, delle elementare di Santo Stefano Belbo.

Luca Bono con Simone: continua la battaglia per trovare una cura

Di Beppe Minello su “La Stampa” del 21/08/20

Ci sono imprese, sogni, desideri che sembrano impossibili da raggiungere e realizzare. Simone Desiato, 6 anni, afflitto da una rarissima forma di leucodistrofia che gli impedisce di correre, giocare e destinata ad aggravarsi se non si trova una cura, sogna solo di poter vivere una vita come tutti gli altri bambini. I suoi genitori, Katia e Alessandro, hanno rivoluzionato la loro esistenza per riuscire nella difficile impresa di donare una cura al loro bambino. Il desiderio di Luca Bono, 27 anni, di diventare pilota di Formula 1, s’è invece infranto in un brutto incidente con il go-kart. Ma nei lunghi mesi di ospedale, quando combatteva la noia con piccoli esercizi di illusionismo, ha posto le basi per diventare uno dei maggiori talenti magici della sua generazione, campione italiano a soli 17 anni e Mandrake d’Or, l’Oscar dell’illusionismo, due anni dopo.

Simone, Katia, Alessandro e Luca, complice Specchio dei tempi e la disponibilità del giovane artista, si sono incontrati: “Perché solo combattendo tutti insieme – dice Luca Bono – si possono superare le difficoltà dalle quali spesso emergono possibilità inattese”. Luca ha voluto conoscere Simone trasformando per un attimo il salotto di casa Desiato, dove il piccolo ha trascorso gran parte di questi mesi dominati dal lockdown, in un palcoscenico, come quelli che calca in giro per il mondo. Palline che scompaiono, corde che si spezzano e si ricompongono, carte da gioco che cambiano seme e colore e il sorriso di Simone che esplode ogni volta di meraviglia, felice. Così felice che mamma Katia non l’aveva mai visto: “Grazie” sussurra a chi gli sta vicino mentre il bambino guarda rapito le magie di Luca Bono.

Luca Bono ha voluto contribuire con il suo regalo di gioia alla raccolta fondi iniziata dai genitori e dalla comunità di Montanaro dove vive la famiglia Desiato e ora portata avanti anche da Specchio dei tempi per pagare i costi della ricerca necessaria per trovare una cura o, quantomeno, per fermare la leucodistrofia PMLD che affligge il piccolo Simone. Il bambino solo da poche settimane, dopo la paralisi del lockdown, è riuscito a riprendere tutte quelle attività, nuoto, fisioterapia, psicomotricità, che permettono al suo corpicino di limitare i danni provocati dalla malattia genetica rarissima (si contano appena tre casi al mondo) che colpisce la mielina, cioè la “guaina” dei conduttori dei neuroni che portano i comandi del cervello ai muscoli.

Ma non si è mai fermata la battaglia dei genitori e di Specchio dei tempi per raccogliere i fondi – 60-70 mila euro all’anno per due anni – necessari a finanziare la ricerca dell’unico specialista al mondo, il professor Kleopas di Cipro, che si è dedicato allo studio della leucodistrofia PMLD correlata al gene GJC2. La generosità dei lettori de La Stampa è stata ed è enorme: in un mese sono arrivati a Specchio 22.601 euro, con 202 donazioni. Fondi che nei prossimi giorni saranno bonificati ai genitori di Simone. E la raccolta continua: la battaglia non si deve fermare. 

Anna, l’ex compagno detenuto e un figlio di 4 anni: “Grazie a voi ce la farò”

Di Beppe Minello

Anna ha 38 anni ma gli occhi sono ancora quelli di una bambina. Belli e maliziosi come quelli del figlio Federico di 4 anni. Anna è una delle 100 mamme accudite da Specchio dei tempi. Perché sei mesi dopo la nascita del bambino, questa donna che lotta con le unghie e con i denti per sopravvivere e far crescere il suo bambino nel miglior modo possibile, ha messo alla porta il padre che, dopo poco tempo, è finito in carcere. L’uomo è uscito un mese fa, ora è ai domiciliari e vuole vedere Federico. “Dice così – sospira Anna – ma in realtà è inaffidabile: per un paio di mesi è tutto affetto e tenerezza poi scompare o dà fuori di matto. Insomma, sono preoccupata se dovessi lasciargli Federico anche solo per un momento”. In realtà, il Tribunale ha stabilito che l’uomo, prima di incontrare il figlio, deve seguire corsi riabilitativi e comunque potrà vederlo solo in luoghi neutri, non a casa sua, insomma.

Ovvio, direte. Certo, ma per raggiungere questo obiettivo Anna è stata aiutata da Specchio dei tempi. Un aiuto, quello di Specchio, che si è concretizzato affiancando ad Anna una consulente che la segue tuttora e la consiglia per orientarsi nel labirinto della giustizia. “Una cosa impagabile: la persona che mi è stata accanto è ormai un’amica – dice Anna – un punto di riferimento della mia vita. Certo, ci sono gli assistenti sociali, i servizi, ma non è facile”.

Anna non ha nascosto nulla a Federico di suo papà. Aiutata dalla tutor di Specchio, l’ha avvicinato alla discutibile figura paterna con fotografie, raccontandogli che, avendo fatto il “cattivo”, era stato messo in castigo: “Credo che la verità sia sempre la scelta migliore”, dice. Il sogno di Anna – quello di avere un lavoro – stava per realizzarsi qualche anno fa quando, grazie anche all’aiuto dei genitori, era riuscita ad aprire un bar tutto suo. “E’ durato pochi mesi – ricorda Anna – sono venuti i vigili e me l’hanno fatto chiudere. Il geometra che mi aveva fatto le pratiche aveva fatto un gran pasticcio e ora siamo ancora in causa”. Da allora, Anna sopravvive lavorando saltuariamente come cameriera in qualche bar.

“Mi assicuro il pagamento di affitto e bollette, ma non quello del riscaldamento: ho un arretrato di 1300 euro che devo assolutamente trovare”. Il progetto di Specchio, “Madri e figli in difficoltà” le ha offerto un aiuto economico attraverso, ad esempio, buoni spesa da utilizzare presso l’Associazione Terza settimana, che gestisce un supermarket solidale, e in una macelleria convenzionata. Ma l’obiettivo vero è quello di aiutare Anna a diventare autonoma, con corsi finalizzati a imparare un mestiere e una migliore organizzazione famigliare. Anna, e come lei tutte le mamme, sono seguite ad esempio nella gestione delle bollette: “Come pagarle, come dilazionarle, anche come risparmiare sull’elettricità, ad esempio usando la lavatrice di notte. Non sembra, ma a me è stato molto utile”.

*I nomi sono stati inventati per proteggere Anna e Federico.

Gianna, la mamma rinata dopo le violenze del marito: “Ora sogno un lavoro”

Di Beppe Minello

Gianna ha 45 anni, un delizioso e vivace bambino di 7 anni, Daniel, nato da un matrimonio naufragato dopo pochi anni. Una storia d’amore che ha segnato profondamente Gianna ritrovatasi sola con Daniel e senza lavoro. Per le statistiche, Gianna è una delle 100 mila famiglie monogenitoriali di Torino. Per Specchio dei tempi, è una mamma che ha bisogno di aiuto e dall’ottobre scorso è entrata nel progetto “Madri e figli in difficoltà”, come un altro centinaio di donne seguite economicamente e psicologicamente per superare problemi di ogni genere con l’ambizioso obiettivo di reintrodurle nel mondo del lavoro e donare loro serenità e indipendenza.

Gianna ha lottato duro e grazie a Specchio, e alla sua determinazione, forse ce la farà. In questi anni di fatica e dolore è riuscita a studiare e a superare il corso di operatrice sociosanitaria, con quattro tirocini e alcune proposte di lavoro che ha dovuto rifiutare perché, in qualche modo, confliggevano con la scelta, dolorosa, di affidarsi ai servizi sociali. “Quando mi sono rivolta a loro – ricorda Gianna – ciò che mi offrirono per proteggere me e il bambino dal mio violento marito fu una comunità alloggio e poi ospitalità in ‘gruppi appartamento’”. Tre anni non facili.

Uscita dalla protezione degli assistenti sociali, Gianna si è ritrovata sì in un piccolo alloggio popolare da condividere con il piccolo e vivacissimo Daniel, ma senza risorse. L’aiuto che le sta dando Specchio dei tempi è fondamentale: lo staff del progetto “Madri e figli” la guida nella gestione delle bollette, contribuisce alla sua spesa quotidiana e ha seguito Daniel con il servizio di babysitteraggio quando Gianna s’è dovuta sottoporre a un intervento chirurgico per un nodulo al seno, per fortuna rivelatosi benigno. Specchio le ha fatto condividere, per superarle, le sue ansie e paure con altre donne nella sua identica situazione.

Gianna ora guarda a settembre piena di speranza, ma anche di paura. “Sono riuscita a trovare un lavoro in un laboratorio di analisi privato. Ho risposto a un’inserzione e mi hanno subito scelta. Sarebbe un lavoro fantastico per una mamma come me: dal mattino al tardo pomeriggio, sabato e domenica liberi per dedicarmi a Daniel! Ma sono sola, come faccio con il mio bambino che inizierà la seconda elementare? Bisognerà portarlo a scuola, ed è lontana da casa. Al pomeriggio, il mio lavoro finirà ben oltre il doposcuola: come potrò andarlo a prendere? Ma non mi arrendo. Sono a un metro dal traguardo e sono disposta a qualsiasi sacrificio per superarlo. Non lasciatemi sola!”.