La Pasqua di Specchio: a Torino, in Somalia, in Iraq

di Angelo Conti

Ci sono coincidenze belle, che riempiono il cuore. Come quella di aver trovato, questa mattina, aprendo il pc qui alla Fondazione Specchio dei tempi (non stupitevi troppo… noi lavoriamo anche a Pasqua), una mail del Gruppo Umana Solidarietà con le foto scattate ieri a Dhuok, nel Kurdistan iracheno, dove Specchio ha attrezzato (con il Gus partner logistico) due strutture ludico-educative, frequentate da decine di piccoli curdi yazidi, sfuggiti l’anno scorso ai soprusi ed alle violenze dell’Isis nella zona di Mosul. Con questi bambini è in corso un programma di recupero dopo il pesante indottrinamento subìto. Difficile per i maschi, a cui era stato insegnato anche a fare la guerra, ma non meno semplice con le bambine, considerato che fra loro ci sono le vittime di inaudite violenze. Noi lavoriamo qui anche oggi, che non è ovviamente una festività in Kurdistan. Siamo vicini ai curdi, da sempre, soprattutto alle coraggiosissime donne, straordinarie nella vita e anche in battaglia. 

La Pasqua di Specchio dei tempi è con i piccoli curdi, ma anche con le nostre carissime bambine abusate dello Sri Lanka, con i piccoli messicani di Santa Catalina a cui stiamo ricostruendo la scuola, con i bambini somali che curiamo nell’ospedale di Hargeisa che abbiamo costruito e che stiamo attrezzando con la neonatologia, oltre che con i malati del sud del Myanmar a cui cerchiamo di portare conforto e cure con le cliniche mobili.

Ma siamo anche vicini alle 3045 persone che negli ultimi quattro mesi abbiamo aiutato a Torino. La nostra città e il nostro cuore. Perché senza i torinesi nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.


Specchio dei tempi ritorna in Somalia

di Angelo Conti
 
Specchio dei tempi torna in Somalia, ad Hargeisa, nell’ospedale pediatrico che ha costruito nel 2012 e inaugurato nel 2013.
 
Specchio si è poi occupato dell’ospedale nei successivi tre anni, sostenendone quasi completamente la gestione attraverso una onlus appositamente creata.
 
Nel 2016, come previsto dal memorandum firmato con il governo del Somaliland ancor prima dell’inizio della costruzione, l’ospedale è stato trasferito al Ministero della Sanità di quel paese. Ora, anche attraverso l’attività della onlus piemontese Terre Solidali, si sono ricreate le condizioni per un importante ritorno della nostra fondazione in una delle zone più povere e più difficili dell’Africa.
 
L’ospedale, che ha curato oltre 55.000 bambini dall’inizio dell’attività (ed è diretto dal dottor Piero Abbruzzese già primario di cardiochirurgia del Regina Margherita di Torino), non è dotato di una neonatologia. Le carenze sono soprattutto, oltre che nelle apparecchiature, nella formazione del personale medico e paramedico. Questa situazione, tradotta nei risultati, vuol dire decine di bambini perduti ogni anno. Morti che sono evitabili e che noi, a partire dai prossimi mesi, inizieremo a limitare con l’obiettivo di garantire una assistenza valida già nel corso della prossima estate.
 
L’impegno di Specchio dei tempi sarà almeno triennale. In questo senso è stato disposto un adeguato finanziamento.
Una iniziativa per dare speranza a chi decide di continuare a vivere nel proprio paese, per migliorarne le condizioni economiche e le prospettive di vita. Un modo per rispondere serenamente e con impegno ad una richiesta che sale da una terra da sempre amica.
 

 Inaugurazione Nuovo Percorso Cuore Pediatrico all’ospedale Infantile Regina Margherita collegato con il Progetto in Somalia.

Un anno ad Hargeisa, curati oltre 11.600 bambini

L’ospedale costruito dai lettori de La Stampa dopo la sottoscrizione per la carestia in Corno d’Africa dà speranza a famiglie poverissime e disperate

ANGELO CONTI

Domani il Mohamed Aden Sheihk Children Hospital di Hargeisa compie un anno. L’avevamo inaugurato il 29 gennaio 2013, dopo averlo costruito in poco più di 10 mesi con i fondi versati dai lettori de La Stampe durante la sottoscrizione per la Carestia in Corno d’Africa. Il progetto, che Specchio dei tempi ha sempre seguito da vicino con consistenti finanziamenti, è ormai una importante realtà del Somaliland.

Straordinario soprattutto perchè completamente gratuito per tutti i bambini (in passato condannati a morire per l’impossibilità dei genitori a pagare le cure): ne abbiamo assistiti 11.690, centinaia di loro non ce l’avrebbero fatta… All’ospedale si rivolgono famiglie poverissime, molte fuggite dalla Somalia meridionale (dove le frequenti carestie si alternano a guerre tribali) ed anche dalla Eritrea.

Per sostenere la struttura è stata creata la Mas Cth Onlus, animata da professionisti e volontari piemontesi, che ha avuto, l’anno scorso, anche un supporto dal nostro Ministero degli Affari Esteri. Ma continuiamo ad avere bisogno dell’aiuto dei lettori de La Stampa per salvare, ogni giorno, la vita di qualche bambino…