Specchio consegna 22 tonnellate di aiuti umanitari a Kobane e Afrin

di Angelo Conti

Nei giorni scorsi Specchio dei tempi ha consegnato 22 tonnellate di aiuti umanitari ai profughi di Kobane e di Afrin. Kobane è la cittadina siriana conquistata tre anni fa dall’Isis e poi faticosamente riconquistata dai peshmerga curdi. Afrin è stata invece, nei mesi scorsi, assaltata e bombardata dall’esercito turco che ha messo in fuga civili e curdi che la difendevano. Moltissimi degli abitanti di questi due centri vivono in campi profughi o in abitazioni di fortuna.
Nello specifico Specchio dei tempi ha loro consegnato:

– 10 tonnellate di riso;
– 500kg di tè;
– 4 tonnellate di lenticchie;
– 2 di zucchero;
– 2000 bottiglie di olio di semi;
– una tonnellata di salsa di pomodoro;
– 1200 pacchi di pasta;

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Le derrate sono state consegnate a Kobane alla Commissione Afrin, che si occupa di prestare soccorso alla popolazione sfollata di Afrin, sia nei campi profughi di Serdem e Berxwedan -nella regione di Shebha-, sia nella città stessa di Kobane.

I generi alimentari sono stati acquistati in Siria, nella regione di Qamishlo, al fine di tenere bassi i costi dell’operazione e di consegnare quindi un maggior numero di tonnellate di aiuti; i generi acquistati sono tutti a lunga conservazione e costituiscono la base delle abitudini alimentari locali.

La popolazione sfollata continua a necessitare di sostegno soprattutto per quel che riguarda il cibo, medicine e assistenza medica. La comunità internazionale non ha ancora dato le risposte necessarie. La maggioranza della popolazione alloggia in condizioni di fortuna e riesce ad andare avanti solo grazie alla solidarietà della comunità, già severamente colpita da lunghi anni di guerra e distruzione.

Grazie al GUS (Gruppo Umana Solidarietà) per la collaborazione logistica.

Il progetto con cui Specchio dei tempi aiuta i bambini curdi dei campi profughi vicino a Erbil

Specchio nel mondo: ospedali e scuole per dare speranza ai bambini

Dall’ambulatorio in Myanmar alla scuola sotto il vulcano Popocatépetl in Messico, dal villaggio per le bambine abusate dello Sri Lanka alle aule nei campi profughi in Kurdistan, per dare una speranza ai bimbi curdi scampati all’Isis. Specchio dei tempi impiega il 90% delle donazioni a Torino e in Italia ma è presente in otto paesi del mondo, con progetti dedicati in modo particolare ai più piccoli. L’ultimo sogno è ampliare l’ospedale pediatrico di Hargheisa, in Somalia, che la fondazione de “La Stampa” ha inaugurato nel 2013. Da allora sono stati curati 55 mila bambini, ma tante altre vite si sarebbero potute salvare se ci fosse stata anche una neonatologia. “Specchio” ha deciso di costruirla e di proseguire la sua attività nel paese almeno fino al 2021.

Si può sostenere il progetto con un clic 
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? Servizi di Lucia Caretti e Angelo Conti.
? Immagini di Daniele Solavaggione (Reporters) e Punto Rec.
Questo servizio è stato realizzato in occasione dello “Specchio Day” del 23 maggio, a Torino. Qui il racconto della serata.  

Kurdistan, inaugurate le due strutture di Specchio per i bimbi sfuggiti all’Isis

Articolo di Angelo Conti pubblicato su La Stampa il 10/04/18

18 mila nel campo ufficiale, altri 25 mila in quello “unofficial” e qualche altro migliaia sparso nelle vicine campagne. Cinquantamila sotto le tende. Sono i curdi yazidi, i più odiati dall’Isis, che finalmente sfuggiti alle violenze del Califfato, negli ultimi due anni si sono riversati nelle campagne intorno a Duhok, la cittadina di un milione di abitanti, nel Kurdistan settentrionale che è un po’ la capitale di questa etnia, contraddistinta da una grande devozione verso le Sacre Scritture.

Quasi tutti contadini, quasi tutti ex proprietari di piccoli terreni, ora si trovano senza più nulla. E nella grande tendopoli, come negli agglomerati vicini, riescono a vivere grazie all’impegno budellone e di organizzazioni umanitarie di mezzo mondo.

Specchio dei tempi è qui da un anno. Dal primo sopralluogo compiuto a maggio, quando si cercò di capire quali fossero le priorità. Tutti, ma proprio tutti, ci chiesero di pensare a ragazzi e bambini traumatizzati: «Dobbiamo ritenere – ci spiegarono le autorità di Erbil – che difficilmente queste famiglie troveranno la forza di rientrare nelle case coloniche devastate. O che almeno lo potranno fare solo fra molto molto tempo. Quindi pensiamo subito a dare un futuro a ragazzi e ragazze che per quasi tre anni sono cresciuti in balia delle dottrine e delle violenze dell’Isis».

Oggi le cose non sono cambiate. «Nessuno degli yazidi è tornato a casa – racconta mister Ali, l’attuale responsabile della tendopoli -. Per due ragioni: la principale è che le loro case coloniche non sono state solo devastate, ma il più delle volte rase al suolo. La seconda è che molti taglia gole si sono semplicemente sbarbati, ma non si sono allontanati da quelle zone, che restano mal controllate dall’esercito curdo. Insomma non c’è sicurezza. E resta il terrore: non dimentichiamo che moltissimi bambini sono orfani di padre e che quasi tutte le donne hanno subito violenze. Erano yazide le ragazze vendute al mercato di Mosul con il prezzo scritto su un cartello appeso al collo…».

Sicurezza ce n’è comunque poca. «Sono stati individuati numerosi infiltrati – spiegano alla Weo, la ong curda più attiva nel campo di Duhok -. Ex militanti dell’Isis che hanno cercato di darsi una nuova identità, in attesa di riorganizzarsi. Svariate centinaia di loro sono stati arrestati nelle cinque grandi tendopoli della regione, ma recentemente sono stati trasferiti dalle carceri curde a quelle irachene, manovra che potrebbe preludere ad un futuro scambio di prigionieri».

I posti di blocco dei peshmerga, i combattenti dell’esercito curdo, sono numerosi ed i controlli molto attenti. Ma l’insicurezza si respira ad ogni passo.

Queste ragioni fanno pensare che le tendopoli siano destinate a durare ancora molti anni. La Fondazione Specchio dei tempi, che ha scelto come partner operativo il Gruppo Umana Solidarietà, ha realizzate la scorsa estate due strutture pensate per i più giovani.

«L’obiettivo è quello di far superare ai ragazzi in età scolare, soprattutto nella fascia 8-14 anni, questo complesso momento in cui, usciti dalle angherie e dalle dottrine dell’Isis, devono invece affacciarsi al mondo – spiega Paolo Bernabucci, presidente del Gus -. Così abbiamo creato, con il finanziamento di Specchio dei tempi, prima una struttura con 20 computer in rete e connessi ad Internet, nella quale i ragazzi seguono corsi di alfabetizzazione informatica. 

Poi un’altra struttura dove insegniamo loro l’inglese, perchè purtroppo questi bambini conoscono soltanto il curdo e l’inglese scolastico è davvero di qualità modestissima. Accanto a questi due percorsi formativi ce ne sono ovviamente anche di ludici, più lievi, pensati per un divertimento sereno. Sino ad oggi abbiamo coinvolto nelle iniziative circa 120 ragazzi».

Specchio dei tempi era presente, l’altro giorno, all’inaugurazione ufficiale delle strutture, comunque già del tutto operative da ottobre (ma poi pressoché irraggiungibili dagli occidentali dopo la chiusura al traffico internazionele dell’aeroporto di Erbil, deciso dalle autorità irachene per rappresaglia dopo il risultato del referendum sull’indipendenza del Kurdistan), e continuerà a sostenerne l’attività. Allo studio anche un progetto per favorire l’affitto di piccoli appezzamenti di terreno alle familie yazidi nei dintorni di Duhok così da consentire il loro ritorno all’agricoltura, nonchè la costruzione di una struttura polivalente per ospitare i ragazzi soprattutto nel periodo invernale, molto severo sotto le tende.

L’aiuto dei lettori de La Stampa ai piccoli yazidi quindi non si fermerà. Come sempre l’impegno di Specchio dei tempi non è spot, ma rappresenterà anche in Kurdistan, per tanti ragazzi, un concreto accompagnamento verso una vita più normale e più serena. 

I nostri progetti mondo

Specchio con i bimbi curdi sopravvissuti all'Isis

di Angelo Conti

Specchio dei tempi è anche un grande papà. Aiuta, fa crescere, a volte coccola bambini in ogni parte delle mondo. Ma i piccoli curdi yazidi, che ho reincontrato stamattina nel campo di Duok, nelle due strutture che la nostra fondazione ha realizzato qui in Kurdistan, sono bambini speciali. Negli occhi hanno anni passati in un clima non solo di guerra, ma anche di violenze inaudite, di ogni tipo. Non è un mistero che, per aberranti questioni religiose, l’odio del califfato fosse profondissimo verso questa etnia di agricoltori, educati e rispettosi. Moltissimi gli uomini yazidi uccisi, moltissime anche le donne vendute nei mercati di Mosul.

Siamo dunque orgogliosi, adesso, di poter dare loro una mano assistendoli nella gigantesca tendopoli che li ospita. Tutto questo grazie al generoso impegno dei lettori de La Stampa, autori di un’altra straordinaria impresa di solidarietà. Con il supporto tecnico e logistico del Gruppo Umana Solidarietà.

⇒ DETTAGLI SUL PROGETTO (basta un clic per donare)
 
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La Pasqua di Specchio: a Torino, in Somalia, in Iraq

di Angelo Conti

Ci sono coincidenze belle, che riempiono il cuore. Come quella di aver trovato, questa mattina, aprendo il pc qui alla Fondazione Specchio dei tempi (non stupitevi troppo… noi lavoriamo anche a Pasqua), una mail del Gruppo Umana Solidarietà con le foto scattate ieri a Dhuok, nel Kurdistan iracheno, dove Specchio ha attrezzato (con il Gus partner logistico) due strutture ludico-educative, frequentate da decine di piccoli curdi yazidi, sfuggiti l’anno scorso ai soprusi ed alle violenze dell’Isis nella zona di Mosul. Con questi bambini è in corso un programma di recupero dopo il pesante indottrinamento subìto. Difficile per i maschi, a cui era stato insegnato anche a fare la guerra, ma non meno semplice con le bambine, considerato che fra loro ci sono le vittime di inaudite violenze. Noi lavoriamo qui anche oggi, che non è ovviamente una festività in Kurdistan. Siamo vicini ai curdi, da sempre, soprattutto alle coraggiosissime donne, straordinarie nella vita e anche in battaglia. 

La Pasqua di Specchio dei tempi è con i piccoli curdi, ma anche con le nostre carissime bambine abusate dello Sri Lanka, con i piccoli messicani di Santa Catalina a cui stiamo ricostruendo la scuola, con i bambini somali che curiamo nell’ospedale di Hargeisa che abbiamo costruito e che stiamo attrezzando con la neonatologia, oltre che con i malati del sud del Myanmar a cui cerchiamo di portare conforto e cure con le cliniche mobili.

Ma siamo anche vicini alle 3045 persone che negli ultimi quattro mesi abbiamo aiutato a Torino. La nostra città e il nostro cuore. Perché senza i torinesi nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.


Specchio dei tempi non si dimentica dei curdi

Angelo Conti

Le notizie, le immagini, il composto grido di dolore che arrivano dalla Siria ci raccontano di un città devastata, di centinaia di migliaia di persone in fuga, di morte e di distruzione, con i bambini e gli anziani a patire più profondamente un altro dramma.
Una tragedia che, come sta denunciando da settimane il Gruppo Umana Solidarietà ed il suo presidente, Paolo Bernabucci, si compie nell’indifferenza del mondo.

Eppure i curdi…
Eppure i curdi, soprattutto le meravigliose donne curde, hanno fermato l’avanzata dell’Isis nella più terribile delle battaglie degli ultimi anni, fra Mosul ed Erbil, nel Kurdistan Iracheno.
Eppure i curdi meriterebbero la riconoscenza dell’Occidente. Ed un aiuto immediato.
Eppure i curdi li hanno dimenticati tutti.

Noi tutti possiamo abbracciarli, impegnandoci a tornare presto da quelle parti, dove Specchio dei tempi assiste, nel campo di Dhuok, centinaia di bambini curdi di etnia yazidi.
Ora con più affetto di prima.

SPECCHIO COSTRETTO A RINVIARE L'INAUGURAZIONE IN KURDISTAN

KURDISTAN, AEROPORTI CHIUSI E ONG RIMPATRIATE DOPO IL REFERENDUM
SPECCHIO DEI TEMPI RINVIA L’APERTURA DEL “PUNTO RAGAZZI” NEL CAMPO PROFUGHI DI DUHOK
di Angelo Conti

Il precipitare della situazione in Kurdistan, dopo il referendum che ha visto i curdi chiedere a grande maggioranza l’indipendenza dall’Irak e dalla Turchia, ci costringe a rinviare, stimiamo di una quindicina di giorni, l’apertura del “punto ragazzi” che Specchio dei tempi e Gruppo Umana Solidarietà hanno realizzato nel campo di Duhok, nel nord del Kurdistan Iracheno, nell’ambito del progetto “Mirror of Peace”. E’ stato il console italiano ad Erbil, Serena Muroni, una amica di Specchio dei tempi, a comunicarci che la Farnesina, di fronte alle minacce di guerra dei turchi e alla chiusura degli aeroporti disposti dall’Irak, ha chiesto il rientro di tutti gli operatori delle organizzazioni solidali che operano nei campi profughi (i campi sono 5 ed ospitano circa 250.000 persone fuggite da Mosul, distrutta dall’Isis). Ottemperiamo alla richiesta del nostro console, in attesa di averla con noi (come ha promesso) nella prossima inaugurazione, appena sarà possibile. 

La struttura di Duhok è composta da due prefabbricati e sarà in grado di accogliere sino a 50 ragazzi, tutti i pomeriggi. I giovani yazidi potranno utilizzare computer connessi con Internet e potranno partecipare a momenti ludici e formativi. In calendario anche corsi di inglese. La struttura sarà uno dei punti del progetto “Connettiamo i bambini del mondo” che metterà in rete le scuole costruite o ristrutturate da Specchio dei tempi in Italia, in Nepal, in Sri Lanka e in India. Nella foto un momento del montaggio dei due prefabbricati di Specchio dei tempi che presto ospiteranno i ragazzi di etnia Yazidi sfuggiti al Califfato. In alto il logo di “Mirror of Peace”: accanto alle vittime delle bestiali violenze del califfato vogliamo diventare “Specchio di Pace”.

MIRROR OF PEACE, INAUGURIAMO IL 4 OTTOBRE A MOSUL

di Angelo Conti

Il 4 ottobre Specchio dei tempi e Gus inaugureranno le due strutture destinate ai piccoli profughi in fuga dall’Isis nel campo di Khanke Dhuok, vicino a Mosul, nel nord del Kurdistan Iracheno. Quel giorno saremo lì per festeggiare la realizzazione di un progetto difficile in una delle aree più pericolose del mondo.

Erbil, "Mirror of peace" entra nella fase operativa

Angelo Conti

Inizio attività a metà settembre con i piccoli curdi in rete per dialogare con altre realtà legate a Specchio nel mondo

Si chiama Mirror of peace, Specchio di pace, il progetto che Specchio dei Tempi, con il supporto operativo del Gus di Macerata, sta realizzando nel campo profughi di Khane a Dujok, nel nord del Kurdistan. L’iniziativa, che è condotta in stretto contatto con la Weo e con le organizzazioni internazionali a cominciare dall’Onu, prevede la realizzazione di due strutture prefabbricate. L’inizio dell’attività nel campo è prevista per metà settembre, suppergiù negli stessi giorni in cui verrà inaugurata in Italia la scuola di Arquata del Tronto. Due realizzazioni di Specchio dei Tempi che saranno collegate nel progetto “Connettiamo i bambini del mondo” che stiamo sviluppando con le creazione di una rete fra scuole e strutture dedicate ai più giovani che Specchio ha realizzato in tutto il mondo (Nepal, Sri Lanka, Kurdistan, Italia, Thailandia). Connesse anche cinque scuole italiane, a Torino l’Istituto Comprensivo Pertini.

Mirror of peace offrirà a preadolescenti e adolescenti un potenziamento delle attività didattiche. Il centro si configurerà come un luogo di aggregazione e incontro, attraverso il supporto di animatori e una presenza “discreta” di personale specializzato. Attività didattiche quali informatica ed inglese saranno accompagnate da momenti di “libertà” dove i giovani potranno utilizzare gli spazi comuni del centro per socializzare, leggere, accedere ad internet o guardare dei film. Il centro “Mirror of peace” è uno spazio giovanile dove sarà promossa la partecipazione attiva dei giovani all’organizzazione delle attività e dove gli operatori cercheranno di creare le condizioni per un superamento dei traumi ed un ritorno alla “normalità”.

DEFINITO IL PROGETTO MIRROR OF PEACE

di Angelo Conti

Ieri sera a Civitanova, Marche, con Paolo Bernabucci, presidente del Gus (Gruppo Umana Solidarietà), Specchio dei Tempi ha fatto un altro passo avanti verso la creazione di una struttura ludico-educativa a favore dei bambini che vivono nel campo di Khanke, nella zona di Duok, nel nord del Kurdistan. Qui, sotto circa 8000 tende, sono ospitati 50.000 yazidi fuggiti dalle angherie dell’Isis, il 40% minorenni. Il progetto, ora definito nei dettagli e nei costi, verrà sottoposto al CdA di Specchio dei tempi martedì pomeriggio per passare alla fase esecutiva già nelle prossime settimane. Al progetto, svolto sotto il coordinamento di Onu e Unhcr e che ha l’appoggio del Consolato Italiano in Kurdistan, è stato dato il nome di “Mirror of peace”, cioè “Specchio di pace”.

CON LA CONSOLE DI ERBIL

di Angelo Conti

Da questa mattina Specchio dei Tempi è operativo nel Kurdistan iracheno, vicino ai bambini dei campi profughi fra Mosul ed Erbil. Vi racconteremo presto il dettaglio dei nostri progetti. Insieme al Gus, alle Nazioni Unite e al Consolato Italiano.

Poco fa, ad Erbil, la console d’Italia Serena Muroni ci ha ricevuti per una riunione sull’intervento che Specchio dei Tempi e Gruppo Umana Solidarietà stanno realizzando a favore dei bambini ospiti dei campi profughi fra Erbil e Mosul. Il consolato ha promesso massimo appoggio all’iniziativa.