Haiti, il nostro impegno per i terremotati continua

Angelo Conti

Il container di Specchio dei tempi, giunto a Port Au Prince la vigilia di Natale, ha portato un briciolo di speranza nelle comunità di Haiti a cui siamo vicini dopo il recente terremoto, ma che già erano state destinatarie di importanti aiuti in passato.

Haiti è infatti, anche per la sua fragilità politica e per la totale assenza di sicurezza, uno dei paesi più poveri del mondo. Continueremo anche nel 2022 a stare vicini a questa gente, in stretta collaborazione con i Padri Camilliani di Torino che laggiù gestiscono anche un ospedale a cui Specchio dei tempi non ha mai fatto mancare aiuti e strumentazioni sanitarie.

Dona per i terremotati di Haiti

Il nostro container è arrivato ad Haiti

Angelo Conti

Gli aiuti umanitari di Specchio dei tempi, partiti un mese fa con un container da Torino, sono arrivati ieri notte ad Haiti. Si tratta di derrate alimentari, medicinali e apparecchiature per le camere operatorie dell’ospedale Saint Camille di Port Au Prince, gestito dai padri camilliani di Torino. Grazie per aver donato!

Padre Antonio: “Qui ad Haiti le vostre donazioni diventano speranza”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Padre Antonio, camilliano ad Haiti

Carissimi,
vi informo che è pervenuto il bonifico di Euro 36.237,47 a copertura delle spese sostenute per il container caricato il 29 ottobre con destinazione Haiti.
Non ho parole per ringraziarvi per questo meraviglioso gesto di solidarietà e per il continuo appoggio alle nostre attività.

La vicinanza, il sostegno, la partecipazione che ci dimostrate da tanti anni, ci riempiono il cuore di gratitudine e di riconoscenza perché, al di là dell’importantissimo contributo economico, ci sentiamo meno soli nel cercare di portare un po’ di aiuto al dilaniato popolo haitiano.

Il riso, gli alimentari, i pannolini che abbiamo acquistato grazie al vostro contributo, diventano così speranza in un futuro un po’ meno nero, in cui la vita di tante persone possa diventare meno disumana.

Grazie da profondo del cuore e un caro saluto.
Padre Antonio

container haiti

Haiti, partito il container per i terremotati

Angelo Conti, La Stampa 31/10/2021

Ad Haiti la situazione resta molto critica. Paese poverissimo e in più con vasti territori controllati da bande criminali, non riesce a risollevarsi dopo il terremoto di Ferragosto. I circa 2500 morti hanno trovato sepoltura, ma sono ancora centinaia i feriti che necessitano di cure e terapie. Ed accanto a questo c’è la grande povertà che il terremoto ha reso più grave e spaventosa.

Specchio dei tempi e Specchio d’Italia sono stati vicini da subito a questa gente, che conosciamo per avere operato laggiù anche dopo il terremoto del 2010 (quando ristrutturammo le sale operatorie dell’Ospedale Saint Camille di Port-Au-Prince), grazie agli 88.000 euro raccolti in poche settimane.

Ma ora vogliamo continuare ad aiutare questa gente e venerdì 29 ottobre abbiamo fatto partire un grande container colmo di apparecchiature sanitarie, dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, gambali, camici) oltre a riso, pannolini, scatolame. Tutti possono aiutarci (anche aziende che volessero mettere a disposizione i loro prodotti), con una donazione, a rendere più cospicua questa spedizione e quelle che seguiranno. In coordinamento con i Padri Camilliani di Torino, con l’Ospedale Saint Camille di Port Au Prince, con l’associazione Lakay Mwen di Maurizio Barcaro.

Haiti, raccolti 74 mila euro: cosa stiamo facendo

Un mese fa il terremoto di Haiti. Il bilancio è davanti a tutti: 2500 morti, almeno quattro volte tanti i feriti, decine di migliaia i senza tetto, 500 persone ancora disperse. Specchio dei tempi (anche con il brand nazionale Specchio d’Italia) si è mosso subito: conosciamo la povertà di quell’isola, anche per averci lavorato a lungo nel 2010, dopo un altro catastrofico sisma. E conosciamo anche le grandi difficoltà di quel sistema sanitario (quasi inesistente) e della rete stradale, già precaria ma collassata dopo le scosse.

Ai nostri sostenitori abbiamo chiesto di darci una mano con tre obiettivi: sostenere l’ospedale Saint Camille di Port Au Prince, aiutare la ricostruzione di Jeremee (il centro più colpito, sulla costa occidentale), essere vicini ai tanti bambini di questa terra, che di fronte alle catastrofi hanno bisogno di ogni tipo di sostegno. Nonostante il mondo (e tutti i media) guardassero in quei giorni soprattutto all’Afghanistan, in tanti hanno accolto il nostro appello.

Dona

Così, ad oggi, abbiamo raccolto 73.547 euro da 493 donatori. Di questa somma 40.000 euro sono già stati impiegati sul campo per i primi soccorsi e per le prime cure. Questa fase dell’intervento è stata condotta in stretta collaborazione con i padri camilliani che operano da anni in quel paese, alcuni dei quali sono piemontesi.

Ora puntiamo a sostenere, con i restanti 33.547 euro e con quanto riusciremo ancora a raccogliere, la ricostruzione delle abitazioni (una casa, capace di ospitare una famiglia numerosa, laggiù costa fra 7 e 9 mila euro) e ad aiutare le scuole, così da avvicinare il più rapidamente possibile genitori e bambini ad una vita normale.

Ad Haiti c’è ancora tanto da fare. Continuate a darci una mano.

Haiti, le vittime del terremoto sono quasi 2000

Angelo Conti, La Stampa 18 agosto

Millenovecento morti. Un sistema sanitario pubblico inesistente. Bande armate che ostacolano i soccorsi. Persino una tempesta tropicale in atto in queste ore. Lo spaventoso terremoto (di 7,2 gradi) che ha devastato Haiti la vigilia di Ferragosto richiede l’attenzione di tutti. Soprattutto per noi di Specchio dei tempi che abbiamo già vissuto, undici anni fa, il dramma del precedente terremoto (meno violento, ma con epicentro la capitale Port Au Prince, quindi con migliaia di morti)  Allora, attraverso la fondazione  intervenimmo per sostenere l’attività dell’Ospedale Saint Camille di Port Au Prince, contribuendo anche alla realizzazione di un ambulatorio a Jeremee, nella parte più meridionale dell’isola, che risulta essere oggi anche la zona più colpita dall’ultima scossa.

DONA ORA PER HAITI

“Al momento le priorità sono due – spiega padre camilliano Antonio Menegon – l’assistenza ai feriti che spesso si trovano in villaggi completamente privi di strutture mediche di base e il reperimento di alternative abitative alle case distrutte.  La prima emergenza è resa più critica sia dalle strade che attraversano la tormentata e montuosa area colpita e la dalla presenza di bande di criminali che, dopo le recenti traversie politiche del paese, hanno preso forza e che compiono continuamente rapine, rapimenti e violenze. Accanto al dramma del terremoto, qui dobbiamo dunque fare i conti anche con un profondo dramma sociale. Subito dopo dovremo pensare alla ricostruzione: per fortuna qui con poche migliaia di euro si può costruire una casa capace di ospitare anche famiglie con molti bambini, come sono quasi tutte sull’isola”.

DONA ORA PER HAITI

Padre Robert Daudier è il direttore dell’Ospedale Saint Camille di Port Air Prince: “La scossa è stata violentissima anche nella capitale, ma è nella zona di Jeremee che la situazione è davvero tragica.  Di fatto, è difficile portare soccorsi via terra perché l’area di Martissant, lungo il percorso, è in mano ai banditi da più di 2 mesi: sparano alle auto di passaggio, aggrediscono i passanti, rapiscono chi può pagare qualcosa, ed i bianchi sono i più a rischio. Abbiamo bisogno di aiuto per superare queste situazioni difficili, magari cercando di utilizzare anche un elicottero. La popolazione non ce la faceva  già più di fronte a queste terribili condizioni socio-politiche. Ed ora è arrivato il terremoto, con centinaia e centinaia di morti, migliaia di case distrutte, decine di migliaia di famiglie in gravissima difficoltà, anche alimentare”.

Haiti, aperta una raccolta fondi per i terremotati

Angelo Conti

Centinaia di morti, sistema sanitario pressoché inesistente, bande armate che ostacolano i soccorsi con rapine e rapimenti, lo spaventoso terremoto (di 7,1 gradi) che ha devastato Haiti la vigilia di Ferragosto richiede l’attenzione di tutti. Soprattutto per noi che abbiamo già vissuto il dramma del precedente terremoto (meno violento, ma con epicentro la capitale Port Au Prince, quindi con migliaia di morti). Per questo, insieme alla nostra fondazione sorella Specchio d’Italia, abbiamo aperto una raccolta fondi e iniziato a lavorare per portare aiuti concreti come undici anni fa.

Allora intervenimmo per sostenere l’attività dell’Ospedale Saint Camille di Port Au Prince, contribuendo anche alla realizzazione di un ambulatorio a Jeremee, nella parte più meridionale dell’isola, che risulta essere oggi anche la zona più colpita dall’ultimo terremoto.

DONA ORA PER HAITI

“Al momento le priorità sono due – spiega padre Antonio Menegon – l’assistenza ai feriti che spesso si trovano in villaggi completamente privi di strutture mediche di base e il reperimento di alternative abitative alle case distrutte. La prima emergenza è resa più critica sia dalle strade che attraversano la tormentata e montuosa area colpita e la dalla presenza di bande di criminali che, dopo le recenti traversie politiche del paese, hanno preso forza e che compiono continuamente rapine, rapimenti e violenze. Accanto al dramma del terremoto, qui dobbiamo dunque fare i conti anche con un profondo dramma sociale”.

Padre Robert Daudier è il direttore dell’Ospedale Saint Camille: “La scossa è stata violentissima anche nella capitale, ma è nella zona di Jeremee che la situazione è davvero tragica. Di fatto, è difficile potare soccorsi via terra perché l’area di Martissant, lungo il percorso, è in mano ai banditi da più di 2 mesi: sparano alle auto di passaggio, aggrediscono i passanti, rapiscono chi può pagare qualcosa, ed i bianchi sono i più a rischio. Abbiamo bisogno di aiuto per superare queste situazioni difficili, magari cercando di utilizzare anche un elicottero. La popolazione non ce la faceva già più di fronte a queste terribili condizioni socio-politiche. Ed ora è arrivato il terremoto, con centinaia e centinaia di morti, migliaia di case distrutte, decine di migliaia di famiglie in gravissima difficoltà, anche alimentare”.

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La Fondazione Specchio d’Italia è il braccio solidale delle testate del Gruppo Editoriale Gedi. Nasce dall’esperienza torinese di Specchio dei tempi ma è autonoma e diffusa in tutta Italia. Specchio d’Italia ha sede a Milano e realizza progetti a Roma, Bari, Genova, Trieste, Venezia, Palermo, Crotone e Sassari. All’estero è presente in Sri Lanka, Ruanda, Somaliland, Messico e Brasile. Vive della solidarietà di chi vuole dare concretamente una mano per rendere il mondo un pochino migliore.

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*Foto Ansa / La Stampa

Haiti, dieci anni fa l'intervento di Specchio dopo il terremoto

Di Angelo Conti

Dieci anni fa, il 12 gennaio 2010, un violentissimo terremoto colpì Haiti, con epicentro praticamente nella capitale Port Au Prince, provocando circa 300.000 morti. Specchio dei tempi decise subito di intervenire in un paese molto difficile, anche per i livelli di sicurezza estremamente bassi. Ci impegnammo su due fronti: per aiutare i padri camilliani nella ristrutturazione dell’Ospedale Pediatrico Sant Camille e per sostenere una scuola danneggiata, la Providence dell’Associazione Lakay Mwen. L’intervento strutturale, relativo soprattutto a due camere operatorie, fu concluso in pochi mesi. Sul posto si recarono, oltre a chi vi scrive, anche il professor Daniele Regge. Successivamente Specchio ha continuato ad aiutare i padri camilliani nel loro lavoro laggiù, sostenendo i costi dei viaggi di decine di volontari.

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