Silvia Caroline, l’influencer che racconta le sue nonne speciali

Silvia Caroline Schirinzi 

“Il ruolo dei nonni, inizia quando un figlio è pronto ad accogliere a sé una nuova vita. Una nuova luce, sapendo, inconsciamente, che i nonni, a loro volta genitori, saranno al loro fianco, nel bene o nel male. 

I nonni sono anime, sono persone, sono genitori. Sono ricchi di esperienza propria, divulgano senza prepotenza, assistono con gentilezza, accarezzano con amore, diffondono positività.

Sono presenti nelle nostre vite, al momento della nascita, e non lasciano le nostre mani neanche dopo il loro passo più grande, verso le stelle e la luna.

I nonni sono i sorrisi spontanei e sinceri, sono le maglie fatte a mano, sono il pranzo e la cena sempre caldi e pronti. I nonni sono il profumo di albicocca sotto gli alberi in fiore, sono le mani sporche di terra all’interno del loro orticello.

I nonni sono le chiacchiere sedute agli angoli di mura in cemento, i nonni sono le telefonate che non ti aspetti, che dovrebbero essere eterne, sono le parole che dovresti proporre loro, senza fretta, parla loro, raccontagli della tua giornata, rendendoli così partecipi, ogni giorno, di un’avventura diversa che avverrà all’interno dei loro sogni e sarà unica.

I nonni sono storie di terre inesplorate, di abiti e merletti, di guerre e paure, di amori non corrisposti, di cavalcate a cavallo, di guanti in seta, capelli cotonati e foto un po’ sbiadite in bianco e nero.

I nonni sono come angeli custodi che, sempre presenti, non si dimenticheranno di te.

Oggi vi racconto una storia, che ognuno di voi potrà sentire un po’ propria.

Clara è una donna che ha sempre amato i cappotti, i guanti in pelle, i merletti ed i cappelli, una donna di classe che ha sempre voluto lavorare, creandosi così la sua emancipazione; ha lavorato in boutique e atelier di moda a Torino.

Carolina è una donna minuta, intraprendente e che ha saputo prendere le proprie scelte di vita nonostante la sua giovane età quando dal Salento giunse a Torino.

Cosa accomuna queste due donne? La loro forza interiore è come un’esplosione fra stelle. Sono donne coraggiose, con una loro etica ed attitudine di vita che è andata contro qualsiasi cliché.

Loro sono le mie nonne ed io sono orgogliosa di averle al mio fianco.

Sostengo così oggi #ForzaNonni, perché ogni nonno merita di essere raccontato e supportato. Ogni nonno d’Italia è anche un po’ il nostro nonno.

Antonio e la pensione che dura solo tre giorni: “Aiutatemi”

di Lucia Caretti

Antonio lavorava sui vagoni letto. Adesso dice di essere diventato un matematico: ha l’ossessione per i conti. Ogni mese i numeri sono gli stessi. “Appena arriva la pensione mi tolgono 220 euro per la separazione. Ne restano 515. Devo pagare l’affitto, gli arretrati e la luce. In tre giorni non ho più nulla”. Quando Specchio dei tempi va a trovarlo ha in cassa soltanto 15 euro e mancano venti giorni all’accredito successivo. È una mattina di ottobre, c’è il sole e Natale sembra lontano. Non per Antonio. “Aspetto la vostra Tredicesima con ansia. Quando la consegnerete?”.

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In questi giorni, come sempre: la Fondazione sta erogando centinaia di sussidi da 500 euro ciascuno, per gli anziani più fragili del Piemonte. Anziani come Antonio, che è stato per trent’anni sui Wagons-Lits e poi in una cooperativa. E riceve la Tredicesima dell’Amicizia da quando il treno della sua vita è deragliato. “Sono stato sfrattato – racconta – e per un lungo periodo ho sofferto tra dormitori e pensioni. Ho passato le pene dell’inferno, ma ho lottato e sono riuscito ad avere di nuovo un alloggio”. Quello dove abita ora: un buco nel centro città, in un palazzo popolare nascosto tra le vie più eleganti di Torino. Le pareti sono tinteggiate a metà, colpa di una gamba che fa male. Le bollette da saldare sono impilate sul piccolo tavolo, colpa di quella pensione troppo bassa. A due passi c’è “la casa più bella del mondo”, una famosa residenza extra lusso pluripremiata. È tutto così vicino, eppure così distante.

“Ho 73 anni e ci metto la faccia” continua Antonio sfogliando il quaderno delle spese. “Non mi vergogno, non piango, sono sincero. Questo mese ho pagato 200 euro di luce, se no mi staccavano lo scaldabagno. Ho degli affitti arretrati. I vestiti? Me li hanno donati. Nei confronti dei sostenitori di Specchio dei tempi sono debitore in tutto: durante il lockdown a marzo mi hanno regalato il pacco alimentare. Senza la Tredicesima, a dicembre, non saprei proprio come fare”.

La raccolta prosegue e più cresceranno le donazioni, più assegni saranno distribuiti. Le richieste sono già state verificate. Persone come Antonio le preparano con mesi di anticipo: “Ogni anno scrivo una lettera a mano e telefono per ringraziare. Chiedo, senza nessuna pretesa, perché so che non è obbligatorio aiutarmi. Chiedo perché ho bisogno. Chiedo e spero che mi richiamino con una risposta positiva. Anche stavolta è successo. Grazie di cuore”.

Sostieni Antonio e le Tredicesime dell’Amicizia.

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Loescher, niente regali di Natale: “Doniamo tutto per la lotta al Covid”

di Lucia Caretti

Niente panettoni e pacchetti, Loescher ha scelto un Natale diverso: solidale. La storica casa editrice torinese ha deciso di devolvere a Specchio dei tempi tutti i fondi che ogni anno impiega per i regali. Una donazione destinata a sostenere i medici e i malati, che si aggiunge agli oltre 10 milioni di euro che Specchio ha già raccolto per l’Emergenza Coronavirus, e continua a trasformare in aiuti concreti. Anche durante la seconda ondata proseguono infatti le distribuzioni di dispositivi di protezione e di strumentazioni per gli ospedali e i soccorritori, che da mesi ormai si rivolgono alla fondazione per chiedere rinforzi.

“In considerazione della grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo – spiega l’azienda – su proposta della Direzione i dipendenti hanno concordato di rinunciare a dolci e regali che tradizionalmente venivano offerti dall’azienda in occasione delle feste natalizie, e si è deciso di comune accordo di fare una donazione a Specchio dei tempi. La scelta è caduta su questa Onlus perché opera da molto tempo con progetti in ambito internazionale e nazionale, questi ultimi rivolti anche al territorio in cui la fondazione è nata e la casa editrice Loescher è storicamente radicata. Siamo fiduciosi che questo contributo possa portare aiuto e speranza con un intervento concreto e immediato in una realtà locale così colpita dall’emergenza Coronavirus”.

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#ForzaNonni non siete soli: il nostro abbraccio virtuale agli anziani

Di Lucia Caretti

I nonni sono la nostra memoria. I nonni sono l’esempio che ci guida. I nonni sono fragili e in questi giorni soffrono più di tutti. Natale si avvicina e, come sempre da 45 anni, vogliamo stare accanto ai nonni che non hanno nessuno: i nonni delle Tredicesime dell’Amicizia, a cui diamo un aiuto di 500 euro per coprire le spese più urgenti. Un modo per trasformare il vostro abbraccio virtuale in solidarietà concreta. Dal 20 novembre con #forzanonni stiamo raccogliendo le storie dei vostri anziani su Instagram: quelle di chi non ha voce, di chi vi ha cambiato la vita. E di chi, a causa del Covid, è ancora più in difficoltà.

Aiutateci a raccontare e a donare speranza. Facciamoci sentire tutti insieme: #forzanonni, non siete soli!

Ecco come potete partecipare:

???? pubblicate sul feed o nelle stories una foto o un video di un nonno e raccontateci di lui
????️ inserite #forzanonni e tagga @specchiodeitempi
???? le storie più belle verranno ricondivise sui nostri social
⚠️ il profilo deve essere pubblico
???? se volete, invitate anche gli amici

L’eterno lockdown di Luigina: “Mi serve una sedia a rotelle”

di Lucia Caretti

Dalla finestra di Luigina si vede il Castello di Fossano, ma il panorama non le interessa più. “Da cinque anni non esco di casa. Mi tremano le gambe. Rischierei di cadere”. Quelle gambe gonfie, malate e piene di lividi riassumono tutta la storia: Luigina ha lavorato e combattuto. E’ rimasta sola e prigioniera nel suo piccolo appartamento. “Mi servirebbe una carrozzina. Ma per averla gratis bisogna andare dal fisiatra”. E il problema è sempre lo stesso: Luigina non può più uscire e camminare nel mondo.

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Dal letto alla cucina si trascina con una specie di girello: “La mia Cadillac”. La sua tana è una vecchia poltrona nera mezza rotta, dove passa le giornate a cucire ed aspettare. Quando arriva a trovarla Specchio dei tempi, ha preparato dei centrini per la fondazione. Un modo di dire grazie ai lettori de La Stampa che la sostengono da tanti anni con le Tredicesime dell’Amicizia, il progetto a favore degli anziani più poveri. “Questo piccolo dono è un dovere, perché voi fate tanto. Il denaro che ricevo da voi per me è fondamentale. Devo pagare la caldaia, le bollette, le medicine. Ho il diabete, la tachicardia, le piaghe. Vivo con l’assegno sociale”. Meno di 500 euro al mese. “Ho fatto l’inserviente in ospedale e poi ho collaborato con mio marito, traslocatore. Che però non mi ha mai versato i contributi. E mi ha dato tante botte”.

Un giorno se n’è andato e Luigina non ha dubbi: la più grande gioia dei suoi 82 anni è aver divorziato da quell’uomo. Da allora però anche il resto della sua famiglia si è divisa. Una ferita dopo l’altra. Oggi le resta una figlia che la cura con un amore e una dedizione commoventi. “Appena può viene da me, perché purtroppo io non riesco più a fare niente” spiega la donna. “Ma lei a sua volta ha figli e lavoro, e le dico che non può pensare occuparsi solo di me”. Così, inevitabilmente, per molte ore Luigina non ha compagnia e aiuto. Quest’estate è caduta in camera, il telefono era lontano. “Ho iniziato a urlare e il vicino mi ha sentita. E’ entrato dal balcone rischiando di farsi male. Un angelo”.

Luigina ha perso i denti ma non il sorriso. Racconta di una nipotina e del Natale alle porte: “Mi piacerebbe fare tanti regali”. Impossibile. I soldi non bastano e questa donna orgogliosa e rispettosa degli altri, non vuole debiti. Non ne ha mai avuti. Luigina ha una tempra da atleta: è rimasta la ragazzina che a 16 anni vinceva le gare di stile libero. E’ nata a Genova, si è trasferita nel cuneese trent’anni fa. Si porta dentro il mare e nuota in mezzo alla tempesta da tutta la vita. “Mi piace stare allegra, ma quando sono sola spesso mi prende il magone. Non ho fratelli e sorelle. Solo mia figlia e l’aiuto dei donatori di Specchio dei tempi. Li ringrazio davvero con il cuore”.

Sostieni Luigina e gli anziani delle Tredicesime dell’Amicizia.

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Franco, che a 76 anni vive al dormitorio: “Aiutatemi, sogno una casa”

di Lucia Caretti

Al dormitorio funziona così: dalle otto del mattino si può uscire. Entro le 19 bisogna rientrare. Ma persino per stare fuori, e girovagare per la città, serve qualche moneta. Franco non ne ha e rimane sempre qui, in questo rifugio per senzatetto nella periferia ovest di Torino. Franco ha 76 anni e da dodici, ormai, è non ha più una casa. “Sono in attesa di quella popolare. Un affitto? Ci vogliono i soldi della cauzione. Non sono ancora riuscito a trovarli”. Franco era un barbiere. Arriva dalla Sicilia, non sa scrivere, possiede due maglioni ma dice di non aver “bisogno di niente. Mi mancano solo i denti. E i soldi per andarmene da qua”.

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Dalle pensioni più sgangherate ai container di Piazza d’Armi, questo signore magro e diritto ha dormito un po’ ovunque. “Mai per strada” dice con un mezzo sorriso. “Sono fortunato, con il Coronavirus, data la mia età, non penso che mi sbatteranno fuori. Dove sono ora ci sono i bagni, le stanze da due, un piccolo giardino”. Le inferriate intorno. Qualche panchina. “Visite? Ne possiamo ricevere, ma i miei figli si vergognano a venire”.

Tutti gli anziani delle Tredicesime dell’Amicizia (ogni Natale ne aiutiamo 2000, dal 1976) hanno alle spalle famiglie lacerate. Vite normali distrutte da malattie, licenziamenti o liti. Ferite profondissime, conti in rosso, la povertà all’improvviso o quell’eterno trascinarsi da una difficoltà all’altra. Senza l’aiuto di nessuno. Franco non giudica chi lo ha dimenticato, non si piange addosso, spiega soltanto che la sua è “una lunga storia”. Il resto lo racconta con gli occhi: gli occhi di un uomo solo, che non ha perso la speranza. E la capacità di ringraziare.

Questi 500 euro donati da Specchio dei tempi sono fondamentali. Si avvicina il mio obiettivo di trovare una casa. Continuo a mettere soldi da parte”. Ci vogliono mesi, però, con la sua pensione minima. “Prendo 649 euro. Mi sono sempre aggiustato, ma non è facile adesso. Dovrebbero alzarla a 780 euro. Solo così potrei farcela a pagarmi le spese e un piccolo affitto”. Avere un posto, delle chiavi, una porta da aprire e chiudere all’ora che si vuole: “E’ questo che mi manca di più. La libertà”. Ecco perché Franco non si arrende e confida nei sostenitori di Specchio e nei lettori de La Stampa. “Se non mi aiutate voi, chi mi aiuta? Nessuno”.

Sostieni Franco e gli anziani delle Tredicesime dell’Amicizia.

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Gli sciatori della Vialattea donano 1800 euro

La Vialattea, il comprensorio degli impianti di Sestriere, Sauze, Sansicario e Claviere, ha permesso di destinare l’entità del rimborso degli abbonamenti per la chiusura anticipata della scorsa stagione sciistica a Specchio dei tempi. Quattordici persone hanno accolto favorevolmente questa possibilità. Grazie dunque a Renza, Giovanni, Giuseppe, Vittorio, Giacomo, Leonardo, Pietro, Carla, Carlo, Vittorio, Chiara, Franco, Giovanni e Valeria.

La somma versata, integrata anche dalla Sestrieres Spa, che gestisce le seggiovie, ammonta a 1800 euro. Saranno destinati alle Tredicesime dell’Amicizia, il nostro progetto in auto degli anziani più poveri e più soli.

Tianyi Lu vince il Premio Cantelli: “Ve lo dono, bisogna aiutare gli altri”

di Barbara Cottavoz, da La Stampa del 14 settembre

«Questo concorso mi ha salvato la vita: durante il lockdown ho perso tutti i miei impegni di lavoro e non riuscivo più a studiare per la tristezza della situazione che il mondo stava vivendo». Tianyi Lu, 30 anni, è  la vincitrice del Premio Cantelli per direttori d’orchestra, è la nuova erede del maestro novarese scomparso in un incidente aereo a Orly nel 1956. Lei, minuta e agguerrita, è nata in Cina, ha vissuto un decennio in Nuova Zelanda dov’è parte della sua famiglie, ha trascorso il confinamento in Inghilterra da sola e a giugno si è trasferita all’Aja ma parla anche un po’ di italiano. È direttrice d’orchestra in residenza alla Welsh National Opera e alla St Woolos Sinfonia nel Regno Unito e, fino allo scorso dicembre, è stata direttrice assistente della Melbourne Symphony Orchestra. Domenica al premio Cantelli Tianyi Lu ha anche vinto il Premio dell’Orchestra del Teatro Regio Torino e il Premio Giovani assegnato da una giuria di studenti e scritture artistiche per dirigere un concerto alla Fondazione Teatro Coccia e uno al Teatro Regio Torino.

Conosceva già il maestro Guido Cantelli?

«Ho scoperto la sua storia tanti anni fa e mi aveva colpito molto. Quando ho saputo dell’esistenza del concorso, on line, ho deciso di iscrivermi. Non era una competizione con gli altri ma con me stessa: ero in un momento molto triste».

Che cosa ha significato questo premio?

«Il Premio Cantelli per me ha significato la speranza nel futuro dopo mesi difficili in cui la pandemia aveva azzerato tutti i miei ingaggi e io non riuscivo nemmeno più a leggere la musica, vedevo tutto nero. Quando mi hanno invitato ho cercato di conoscere meglio Torino e Novara e mi ha colpito molto il coraggio con cui questa regione stava combattendo la pandemia. Così, fin dall’inizio, ho deciso che se avessi vinto avrei donato parte dl premio in beneficenza».

Chi ha scelto?

«Ho deciso di donare alla fondazione “Specchio dei tempi” perché sostiene gli anziani e le persone bisognose. In questo momento così difficile bisogna aiutarsi gli uni con gli altri. E’ naturale avere paura ma non dobbiamo smettere di avere fiducia».

Qual è stato l’aspetto più bello di questa esperienza?

«Ho adorato l’orchestra del teatro Regio: i suoi musicisti sono molto generosi e amichevoli e mi sono trovata in totale armonia con loro. Mi sono sentita a casa».

Sul podio lei sembra ballare…

«Quando salgo sul podio mi sento una bambina che gioca con la musica e scopre le sue infinite possibilità. Ogni volta parto per un viaggio con l’orchestra alla scoperta di questa meraviglia. Musica e arte devono sopravvivere, senza di loro rischiamo di dimenticare chi siamo».

Specchio e Fondazione Bersezio aiutano 50 nonni torinesi

Di Angelo Conti

Specchio dei tempi, la fondazione nata grazie alla spinta solidale dei lettori de La Stampa, s’incontra con la Fondazione Bersezio, che ricorda la figura e l’attività di Vittorio Bersezio, fondatore della Gazzetta Piemontese che poi cambiò nome, diventando La Stampa. L’alleanza ha un nobile scopo: aiutare un folto gruppo di over 80 torinesi. I più anziani, i più fragili, i nonni veri della nostra città.

Inizialmente i beneficiati saranno 50, scelti fra coloro che appaiono nelle condizioni più critiche fra quelli segnalati per l’erogazione delle Tredicesime dell’Amicizia (che quest’anno giungeranno alla 45esima edizione consecutiva). Gli anziani godranno, dopo un colloquio conoscitivo per individuarne esattamente i bisogni, di uno sportello di ascolto ed aiuto che potrà fornire ogni tipo di informazione inerente consegne di medicinali a domicilio, trasporti speciali, assistenza sanitaria. Una volta al mese, per tutta la durata del progetto, verrà inviato al domicilio di ogni assistito una spesa solidale gratuita con beni alimentari di prima necessità.  Mentre due volte al mese (per due ore ciascuna) verrà inviata, presso il domicilio dei beneficiati, una persona che si occuperà della pulizia della casa, svolgendo quelle attività che un anziano difficilmente potrebbe effettuare. I giornalisti de La Stampa (insieme ad alcuni studenti dell’Alternanza Scuola Lavoro provenienti dall’indirizzo di Comunicazione del Liceo Classico Alfieri) si impegneranno poi ad andare a raccogliere le testimonianze ed i vissuti personali dei più anziani, vere memorie storiche della città. L’obiettivo è quello di raccogliere e pubblicare questi testi sul giornale e sui siti web dei protagonisti di questo progetto.

Il presidente della Fondazione Bersezio, l’avvocato Mario Napoli, ha evidenziato la comunione di idee che ha maturato questa alleanza: “Siamo consci che quella degli anziani over 80 è una nicchia di solitudine e di indigenza che non necessità solo di un aiuto economico, ma anche di presenza e di sostegno quotidiano. Questa è la strada che abbiamo tracciato e che percorreremo nei prossimi mesi”. Il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves ha sottolineato “la particolare soddisfazione per lavorare con un’altra fondazione autenticamente torinese, con la quale condividiamo in toto progetti e valori”.

Il progetto “Nonni in difficoltà” verrà avviato nei primi giorni di settembre e si svilupperà per 6 mesi. Se i riscontri saranno positivi, Specchio dei tempi e Fondazione Vittorio Bersezio sono già pronti ad esaminare il prolungamento dell’iniziativa, magari aggiungendo altri servizi ed aumentando il numero dei beneficiati.

I negozi amici di Specchio che aiutano gli anziani soli

Di Lucia Caretti

Bar, pasticcerie, boutique, farmacie, cartolerie. E ancora ristoranti, gastronomie, macellerie. Cinquantuno insegne simbolo della nostra città, cinquantuno negozi di cui Torino va orgogliosa e a cui Specchio dei tempi, oggi, vuole dire grazie. Ci avete sostenuti nella raccolta fondi a favore delle Tredicesime dell’Amicizia, ed è anche grazie a voi se siamo riusciti, come ogni anno dal 1976, ad aiutare 2000 anziani poveri e soli con un assegno da 500 euro ciascuno.

Siamo al lavoro sulla prossima edizione (si può già donare): sarà la 45^ esima e speriamo di avervi ancora accanto.

L’elenco dei 51 negozi di Specchio:
Alfredo Rossi dal 1941, Bar Stampa, Caffè Baratti & Milano, Caffè Cavour, Caffetteria Monti, Caffè Mulassano, Camurati Profumi, Carrefour di Via Santarosa, Cartoleria Ghio, Centro Congressi Unione Industriale, Chiodi Latini, Cibo Container, De Carlo, Farmacia Collegiata Santa Maria, Farmacia del Cambio, Farmacia del Monumento, Farmacia Masino, Farmacia Montanaro, Farmacia Pensa, Farmacia Porta Susa, Farmacia Solferino, Galleria Gilibert, Gastronomia Baudracco, Gastronomia Rosada, Gerla Mondo Juve, Giada Abbigliamento, Gobino, Il Cartiglio, Il Circolo, Il Tempo delle Mele, Jollysport, La Boa, La Bottega della Carne, La Cloche, La Croisette di Gerla 1927, La Goccia, L’Angolo dei Sapori, Libreria Luxembourg, Macelleria Beltrami, Mega 1941, Pasticceria Dezzutto, Pasticceria Gerla 1927, Pastificio Granmadre, Pfatish, Rao, Ristogastronomia Ferrero, Ristorante Del Cambio, Ristoro 28 Marzo, San Carlo dal 1973, Stratta, Tione Autoricambi.

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Tredicesime tutto l’anno: Specchio è sempre accanto agli anziani

Di Angelo Conti

Ogni anno, soprattutto (ma non solo) da ottobre a fine anno, Specchio dei tempi raccoglie donazioni per le Tredicesime dell’Amicizia che hanno lo scopo di sostenere economicamente gli anziani più poveri e più soli. Duemila anziani ricevono un assegno da 500 euro. Ma non tutti sanno che l’attività a favore degli anziani indigenti, per Specchio dei tempi, dura tutto l’anno.

Sono infatti in tanti a rivolgersi allo Specchio point di via Santa Maria 6, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13, per chiedere una mano nel pagare un mese di affitto, la bolletta della luce o quella del gas, o anche per acquistare un paio di occhiali o i farmaci non mutuabili. Specchio dei tempi è sempre attento a questo mondo e continui sono gli interventi.

Tutti possono continuare a darci una mano, con tutte le modalità indicate qui, oppure donando online, qui

Info: 0116568376.

Cosa abbiamo fatto nel 2019?

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L’abbraccio di Specchio, un milione agli anziani

Di Angelo Conti
Pubblicato su La Stampa il 3 gennaio 2020

Per il quarantaquattresimo anno consecutivo, i lettori de La Stampa hanno centrato l’obiettivo che Specchio dei tempi si era dato: nei giorni scorsi è stata infatti superata la soglia del milione di euro raccolti per le Tredicesime dell’Amicizia 2019, cifra che ci ha già consentito di distribuire 2000 aiuti, ciascuno da 500 euro, agli anziani poveri e soli. Gli ultimi dieci assegni sono stati consegnati ieri.

Quest’anno è stato registrato un importante concorso popolare. Ci sono state un po’ meno forti contribuzioni e un maggior numero di piccoli versamenti. Sono stati esattamente 4193 i lettori che (sinora) si sono presentati allo Specchio Point di via Santa Maria 6, o al desk La Stampa di via Lugaro 18, o hanno inviato un bonifico, o compilato un bollettino postale. Il risultato contabilizzato a ieri sera è questo: 1.077.545 euro. La quota oltre il milione e le donazioni che si aggiungeranno nelle prossime settimane andranno a sostenere l’attività dello Specchio Point che ogni giorno aiuta altri anziani in difficoltà, ma anche mamme sole e famiglie in stato di indigenza.

Importante e doveroso è ricordare, oltre i 4193 lettori, gli altri importanti “compagni di avventura” di questa raccolta. Innanzitutto i tre anonimi “big donors” torinesi che ci hanno sostenuto con interventi a 4 e 5 cifre, poi la Fondazione Crt, che ogni anno ci aiuta con un contributo da 60 mila euro. E la Lavazza, vicina a noi con cifre consistenti. Come preziosi sono stati due lasciti testamentari, a ricordare nobili figure di persone che continuano a fare del bene anche dopo la loro morte.

I destinatari dell’intervento sono stati esattamente 2000, cioè gli anziani più poveri raggiunti attraverso le segnalazioni di enti benefici (in primis la San Vincenzo), ma anche dopo indicazioni di privati. Ogni nominativo è stato controllato e verificato dallo staff di Specchio, prima di procedere al versamento degli aiuti che è stato in parte effettuato da giornalisti de La Stampa.
Per la prima volta la distribuzione delle Tredicesime ha interessato anche le province piemontesi e quella di Savona. Ha fatto la parte del leone Cuneo, con 87 anziani aiutati, ma richieste (ed anche donazioni) hanno cominciato a fluire anche da tutte le altre province.

Sostenere i 64 progetti attivi di Specchio dei tempi è sempre possibile. Esaurite le Tredicesime 2019, ora la fondazione si concentrerà soprattutto sui costanti aiuti alle famiglie indigenti (effettuati attraverso lo Specchio Point di via Santa Maria 6), sul sostengo a 100 mamme sole con quasi 200 bambini, sui lavori del Day Hospital Oncologico del Sant’Anna e su quelli per la seconda sala radiologica del Mauriziano (la prima l’abbiamo inaugurata prima di Natale). Un occhio è sempre rivolto ad Arquata del Tronto, il comune marchigiano devastato dal sisma di tre anni fa (51 morti e paese completamente evacuato per molti mesi), in cui i lettori de La Stampa sosterranno quest’anno soprattutto le famiglie che hanno scelto di tornare e le nascite dei bambini. Senza dimenticare i bimbi dei paesi lontani: quelli dello Sri Lanka (il Villaggio delle bambine violate), della Somalia (l’ospedale pediatrico di Hargeisa), del Messico (i piccoli campesinos di Santa Catalina), del Myanmar (con gli ambulatori di Medacros) ed anche del Kurdistan (dove riprenderemo a sostenere i piccoli curdi del campo di Dhuok).

Per continuare in questo sforzo sono fondamentali le donazioni dei lettori. Versare è sempre possibile agli sportelli de La Stampa in via Lugaro 21, allo Specchio Point di via Santa Maria 6 H (che riaprirà il 7 gennaio), ed anche con bonifici, conti correnti postali e versamenti online su www.specchiodeitempi.org. 
Info 011.6568376, specchiotempi@lastampa.it.

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