In aiuto di Giuseppina che assiste il marito dimenticato dall’Asl

Beppe Minello,
La Stampa. 14/05/23

Se avete un anziano non autosufficiente in casa vi riconoscerete nel calvario di Giuseppina Fabrizio. Sei anni fa, il marito Salvatore Giuffrida, è entrato nel tunnel prima del Parkinson e quindi dell’Alzheimer. Oggi, ottantaduenne, non è più in grado di fare nulla. Lui, che per tutta la vita è stato un apprezzato artigiano tappezziere conosciuto da tutti nella casa all’inizio di corso Palermo, dev’essere accudito come un bambino. Un dramma che la signora Giuseppina, 70 anni, affronta, se mai è possibile, con il sorriso sulle labbra. Che la tiene, ogni notte, sveglia fino alle 5 del mattino («Non posso lasciarlo bagnato nel letto e, verso le 2, lo lavo e lo cambio») e che le scansiona il resto delle giornate sempre uguali: in piedi alle 9, un caffè, e via in bagno per rilavare e vestire l’uomo con il quale ha condiviso gli ultimi 50 anni di vita. Poi è il momento delle medicine, della colazione e, con un occhio all’amato Salvatore, della preparazione del pranzo. E poi c’è la visita al gabinetto, particolarmente laboriosa e che porta via un’altra ora. Un riposino e se la fortuna assiste e porta il figlio Riccardo o Paola, l’altra figlia, in corso Palermo, ci scappa una passeggiata in carrozzella che solo il robusto Riccardo riesce a far entrare nell’ascensore e a spingere in modo da superare i tanti ostacoli lungo la Dora e all’ombra della «Nuvola» Lavazza.

Una carrozzella comprata usata perché quella fornita dall’Asl è arrivata mesi dopo la richiesta ed è, essendosi aggravate le condizioni di Salvatore e aumentate le sue esigenze, ormai superata. Così com’è inadeguato il letto, pure quello fornito dall’Asl (in ritardo, ovvio), che da mesi dev’essere sostituito con un modello azionato elettricamente dimodoché Giuseppina non si debba spaccare
la schiena («Veramente, ho già la sciatica…») ogni volta che aiuta il marito a sollevarsi per appoggiarlo sulla carrozzina. In casa Giuffrida si attende anche un sollevatore per aiutare Salvatore a scendere dal letto: è latitante anche lui da mesi. L’assistenza pubblica, che in teoria è un genio e pensa a tutto, prevede, in questi casi, anche l’invio, per alcune ore a casa del nonno non autosufficiente, di assistenti in grado di aiutare l’infermo e pure i suoi parenti nel disbrigo delle faccende di casa. Ottimo. Ma come spesso accade, tra la teoria e la pratica c’è un abisso. E così, dopo la carrozzina, il letto e il sollevatore, concessi ma mai arrivati, anche gli assistenti sodali sono rimasti sulla carta.

La signora Giuseppina che non vuole nemmeno sentire parlare di RSA, versione moderna dell’ospizio, non ha potuto e saputo fare di meglio che attingere ai magri risparmi e, come già accaduto con la carrozzina, pagarsi lei, ogni tanto, qualcuno in grado di aiutarla con Salvatore. E poi, chiedere aiuto. Specchio dei Tempi le ha consegnato un immediato aiuto economico ed ha subito inserito Salvatore nel progetto «Forza Nonni», per dare un sostegno continuativo alla vita famigliare: borse della spesa, colf, disponibilità per interventi di emergenza. Il paradosso è che il call center al quale si rivolgono per sollecitare letti, carrozzine, sollevatori è lo stesso call center che li rimprovera, minacciando di azzerare la pratica la qual cosa li obbligherebbe a rifare tutto da capo, perché non hanno ancora restituito il letto e la carrozzina vecchi: «Ma come faccio a ridarli indietro? Dove lo metto Salvatore?». E gli assistenti? «Sollecitiamo anche lì, ma solo una volta sono riuscita a parlare con un essere umano». E com’è andata? «A inizio gennaio abbiamo telefonato e ci è stato risposto: “Abbiamo chiuso dicembre e ora iniziamo gennaio”. Abbiamo allora chiesto quando avremmo dovuto ancora attendere. Ci hanno risposto che non ci siamo solo noi…».

Come donare per gli anziani come Salvatore

Tutti possono sostenere “Forza Nonni”. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Forza Nonni”.

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Duemila Tredicesime dell’Amicizia record di donatori, 10% in più del 2021

Angelo Conti
La Stampa, 27/12/22

Duemila tredicesime consegnate. Anche quest’anno Specchio dei tempi e i 4.876 lettori che hanno voluto sostenere con una donazione gli anziani più poveri e più soli hanno centrato l’obiettivo. Ma quest’anno faremo di più perché le domande in regola sono state tante, oltre le previsioni: 2.287. Continueremo la raccolta sino all’Epifania per poter consegnare ai 287 anziani ancora fuori dagli aiuti il contributo da 500 euro.

Quest’anno per le Tredicesime è stato un Natale speciale: il numero dei donatori, vicino a quota 5.000, è superiore di 489 unità rispetto a un anno fa. A questo dato ha fatto fronte una diminuzione dell’entità della donazione media, scesa anche per le difficoltà economiche che pesano su tutti, ceto medio compreso. La distribuzione degli aiuti ha interessato l’intera regione.

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«Le Tredicesime dell’Amicizia – dice il presidente di Specchio dei tempi, Lodovico Passerin d’Entreves – si confermano uno straordinario momento di solidarietà e di condivisione. La crescita delle singole donazioni, che è dell’ordine di circa il 10%, conferma la fiducia che viene riposta in questo nostro progetto, che riproponiamo ormai da 47 anni e con un numero sempre crescente di beneficiati. Dieci giorni fa abbiamo consegnato la Tredicesima numero 50.000 dalla prima edizione che fu per il Natale 1976. Aver aiutato, concretamente, tanti anziani in difficoltà è uno stimolo per fare ancora di più verso persone che spesso, accanto ai problemi economici, devono fare i conti anche con l’angoscia della solitudine».

La raccolta continua sino all’Epifania con un duplice obiettivo: quello di portare al tetto di 2.287 le Tredicesime e quello di sostenere il progetto “Forza Nonni” pensato per quegli anziani più fragili per età o per malattia, in grande maggioranza over 80, che necessitano di una assistenza continuativa durante tutto l’anno. Con quest’ultima iniziativa Specchio dei tempi assiste quasi 200 anziani in tutto il Piemonte, anche grazie al contributo della Fondazione Bersezio, curando una logistica complessa che deve però funzionare sempre bene.

Come donare per le Tredicesime dell’Amicizia

Tutti possono sostenere le Tredicesime dell’Amicizia. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per le Tredicesime dell’Amicizia”.

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Elena, da un triste divorzio la scelta di una vita da clochard

Giancarlo Zattoni,
La Stampa, 23/12/2022

“A tutti i costi volevo esserci per ritirare di persona l’assegno da 500 euro e ringraziare, tramite i volontari di Specchio dei tempi, tutti i donatori che mi fanno sentire tanto amata. Mia figlia Lucia mi ha sorretto tutto il tempo, ma ora devo sedermi, non mi reggo più in piedi. Ho avuto il cedimento delle vertebre e il busto mi toglie l’aria”. Elena è una delle oltre 400 persone bisognose che in un freddo pomeriggio di dicembre si sono recate presso Casa Santa Luisa, al 24 di via Nizza, per sentire un po’ di vicinanza e calore umano tramite l’assegno donato dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi nell’ambito dell’iniziativa “Tredicesime dell’amicizia”.

“Mia madre ha una salute molto cagionevole, ha 70 anni, ma ne dimostra ben di più. Siamo una delle tante famiglie del sud che negli anni Settanta parte dalla provincia di Cosenza per il nord in cerca di lavoro e dignità; e si stabilisce prima a Poirino e poi a Trofarello. Pensiamo di essere una famiglia unita, ma dopo poco tempo mio padre ci abbandona per seguire un’altra donna della quale si era invaghito. Chiede e ottiene il divorzio. Ma ancora ci tradisce rifiutandosi di pagare spese e alimenti. Per noi è stata una tragedia: mia madre raggranellava piccole cifre come donna di servizio. Senza soldi, in poco tempo ci troviamo sfrattati da casa. Sono seguiti lunghi anni di disperazione in cui abbiamo cercato di vivere alla meglio”.

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Gli occhi di Elena si riempiono di lacrime e il suo sguardo si fa assente mentre sorseggia una tazza di the caldo, raggomitolandosi sulla sedia nel suo cappotto amaranto che le sta un po’ largo. “Mamma a poco a poco si fa sopraffare dal dolore, cadendo in una forte depressione che la porta a fuggire da casa e a vivere per molti anni da clochard lungo le strade. Siamo rimasti sconvolti. In un attimo aveva fatto perdere le sue tracce”.

Elena vive per strada, vicino agli ospedali, approfitta a volte della sale d’aspetto per restare al caldo: nel suo girovagare senza meta sopravvive alle intemperie e ai pericoli grazie all’aiuto saltuario dei centri di accoglienza e al buon cuore di persone sconosciute che le forniscono un pasto caldo e qualche coperta. Poi il miracolo. Riusciamo con mio figlio a ritrovarla e a portarla a casa, anche se all’inizio sembra un’altra persona: è scontrosa, non vuole restare con noi, vuole tornare in strada. Chiediamo aiuto ai Servizi sociali che se ne fanno carico, ma le consigliano come alternativa il dormitorio pubblico. Lei rifiuta: si sente rinchiusa, senza libertà”.

In questo momento di sentimenti contrastati e altalenanti, Elena si ammala di una forte bronchite che la costringe a essere ricoverata per molto tempo in ospedale. A poco a poco non solo la salute migliora, ma soprattutto la sua solitudine viene curata dall’amore dei suoi cari che la convincono, una volta dimessa, ad accettare nuovamente la convivenza familiare. Ma non si sa quanto durerà. Elena ha nella testa le strade del mondo…

Come donare per gli anziani come Elena

Tutti possono sostenere le Tredicesime dell’Amicizia. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per le Tredicesime dell’Amicizia”.

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Angelina: “Per ricevere la Tredicesima ho messo il vestito buono”

Giancarlo Zattoni,
La Stampa, 20/12/2022

La signora Angelina ha 85 anni e abita in un piccolo appartamento in Borgo San Paolo. Ci apre la porta sorretta dalle figlie che la accudiscono. Ci tiene ad accoglierci in piedi nonostante fatichi a mantenere l’equilibrio. “Ormai sono anziana e non sono più capace di svolgere le attività quotidiane, se non mi sostengono rischio di cadere come mi è già successo tante volte. Ho molti acciacchi e dolori in tutto il corpo. Ho perso anche parte dell’udito, ma la voglia di vivere ancora non mi abbandona. Ho sempre fatto la casalinga, vivo di pensione sociale e dell’aiuto dei miei figli. II vostro assegno per me è una boccata di ossigeno. Dio vi benedica.”

Angelina Piccininno si commuove, stringendo con le mani incerte la busta che contiene la Tredicesima dell’Amicizia della Fondazione La Stampa Specchio dei tempi, che le abbiamo appena consegnato. Si esprime a fatica e spesso i suoi pensieri sono interpretati ed esternati dai suoi cari. Nata a Bari, conosce il marito, ormai deceduto da molti anni, a una festa in casa: si innamorano e subito si sposano. “A 20 anni ero già madre e il mio ruolo era quello di stare in casa”. Metterà al mondo sette figli, sacrificando la propria vita e tutta se stessa alla famiglia.

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II boom economico attira, uno dopo l’altro, i componenti della famiglia a Torino. A metà degli anni 70 si traferiscono in un piccolo alloggio al quinto piano di uno stabile senza ascensore in corso Maroncelli. Sono anni di fatiche e difficoltà economiche: l’integrazione nella capitale dell’auto e dell’industria è problematica e dolorosa. “Eppure, stando insieme siamo sempre riusciti a superare tutto. Ci siamo sempre voluti bene. Anche adesso, che continuiamo a non navigare nell’oro, la forza della famiglia e delle nostre tradizioni ci sostiene”. Ricordando la sua giovinezza.

Angelina indica a una figlia di portarle una fotografia che ci mostra orgogliosa: “Ecco, guardate che bella bruna ero. Facevo girare la testa: cosi mio marito appena mi ha visto, mi ha rubato! Era gelosissimo e possessivo, ma mi voleva bene. Ora sono circondata dall’affetto dei figli e nipoti che hanno cura di me come  una bambina. Vedete che bel vestitino a fiori mi ha fatto indossare per l’occasione: mi sembra di rivivere. Lo indosso in onore di tutti i donatori di Specchio dei tempi che abbraccio con tutto il mio affetto.”

Come donare per gli anziani come Angelina

Tutti possono sostenere le Tredicesime dell’Amicizia. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per le Tredicesime dell’Amicizia”.

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Loreto è la persona numero 50 mila a ricevere la Tredicesima

Lodovico Poletto,
La Stampa 15/12/2022

Loreto sorride quando gli consegnano il foglio e il denaro. Si slaccia il giaccone. Sorseggia un the caldo. Click. Il fotografo scatta una foto a tutti quelli in coda. Click, alla signora con il paltò nero che lascia intravedere la trama del tessuto ormai liso. Click un’altra volta. E fissa per sempre i capelli bianchi di Loreto. Le sue rughe. Le mani dalla pelle rovinata per la vita che fa. Loreto non lo sa ma, oggi, lui è l’uomo del record. Alle 15,30 in punto gli è stata consegnata la busta con i 500 euro donati da Specchio dei tempi nell’ambito dell’iniziativa «Tredicesime dell’amicizia».

Non lo sa, ma lui è la persona numero 50 mila che la Fondazione ha aiutato in oltre 40 anni, con questo regalo di Natale. Cinquecento euro. Che, è vero, non gli cambieranno la vita, non faranno di lui un uomo benestante. Ma gli daranno speranza. E un po’ di fiato, in questi tempi di crisi. E allora vale la pena starlo ad ascoltare quando racconta che 26 anni fa, quando ancora aveva una famiglia, ebbe un incidente stradale. Faceva l’autista di camion: si schiantò in autostrada, e vai a sapere che cosa accadde davvero. Rimase paralizzato dalla cintola in giù, per mesi. Poi arrivò la depressione.

«E allora sono andato via di casa. Facevo il barbone in giro per l’Italia. D’inverno al sud, dove fa più caldo. D’estate qui, a Torino che è la mi città». E la famiglia s’è evaporata. Gli amici pure. La lucidità per tornare alla guida è svanita con tutto il resto. Vent’anni, e più, di vita così. Di vestiti recuperati dai bidoni nell’immondizia e nelle strutture di assistenza sociale. Di cibo cattivo e letti di cartone. «Poi un anno fa mi è venuta voglia di avere un casa, un posto dove andare stare, un angolo tutto per me» racconta. S’è fermato a Grugliasco. Ha affittato un garage. E ora Loreto campa lì dentro: 80 euro al mese, una stufetta per scaldarsi, un materasso, le sue cose ammucchiate in un angolo.

A Specchio dei tempi è arrivato da solo, con i 400 che ieri sono andati a ritirare la Tredicesima senza passare attraverso associazioni ed enti di soccorso. La cronaca dice che è la persone numero 50 mila che la fondazione aiuta in questo modo. Cinquantamila, dal 1976. E fare i conti di quanti denari Specchio sia riuscito a consegnare a chine ha bisogno è quasi un’impresa.

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Angelo Conti, è il vice presidente operativo di Specchio dei tempi. Dice: «Anche quest’anno consegniamo 2000 tredicesime da 500 euro. Denaro che è stato raccolto grazie alla solidarietà dei torinesi. Grazie alla generosità di chi non si volta dall’altra parte quando vede qualcuno che sta male». Bisognerebbe metterle tutte in fila le persone che hanno donato, e far loro un applauso. E sono migliaia. Un numero può essere utile per capire: quest’anno i «generosi» sono stati 2700, e sono quasi trecento in più rispetto al 2021. Nella media hanno dato cifre più piccine rispetto al passato, perché le bollette sono più pesanti, la benzina è più cara per tutti e così pure l’elettricità.

Ma ciò che conta è che non hanno voltato la faccia dall’altra parte, non hanno fatto finta di dimenticarsi, di non accorgersi di chi sta peggio. Ed è questa la bellezza e l’enormità di questa storia. Che va avanti dal 1976. Quando il giornalista Marco Marello, su suggerimento di una religiosa, pensò per la prima volta a fare un regalo di Natale a chi stava male. Ecco, quello è stato l’inizio. I denari in cassa erano pochi, ma 25 mila lire furono già una piccola e insperata fortuna per i 30 che ricevettero quella busta. Ed erano tutti diseredati e disperati che vivevano nella zona di Porta Palazzo.

Oggi Specchio dei tempi e le sue Tredicesime hanno preso altro fiato. Corrono veloci. In città e in provincia. Da quest’anno anche in Piemonte. Loreto intanto saluta e se ne va. Che ne farà del denaro? «Pago l’anticipo dell’affitto del garage fino a maggio, con il resto ci campo. Buon Natale».

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Già consegnate oltre 550 Tredicesime dell’Amicizia

Angelo Conti
La Stampa, 02/12/2022

Ogni giorno, tutti i giorni, Specchio dei tempi distribuisce Tredicesime dell’Amicizia. Ne abbiamo già consegnate quasi 600, con l’intenzione di arrivare a 2000 entro Natale, se la raccolta dei fondi ce lo consentirà. L’obiettivo di ricevere donazioni per almeno 1 milione di euro, così da garantire almeno 2000 aiuti, è stato sempre raggiunto nelle ultime edizioni. Ciascuno da 500 euro, ad anziani poveri e soli di Piemonte, Val d’Aosta e Liguria.

La grande maggioranza degli aiuti, circa 1700, viene distribuito a Torino e nel suo hinterland. Il resto nelle altre province piemontesi e, da qualche anno, anche nella Liguria di Ponente.

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Bruno, l’artista che vive tra i ricordi: “Ora potrò accendere i termosifoni”

La Stampa, 30/11/2022

Gentile, sensibile. Bruno, come si dice, è un buono. Buono come il pane. Ha 69 anni. Il suo aspetto dichiara una vita non facile, di combattimenti spesso perduti, la cura di sé trascurata. La sua casa, in borgo Aurora, impressiona tanto è straripante di vecchi oggetti, quadri, giocattoli, libri, cartoline. Sono ovunque, fino al soffitto. Bruno ha raccolto tutto questo nel tempo e ancora raccoglie. Quando ha l’occasione, magari in un caffè, vende per pochi euro uno dei suoi tesori, oppure lo scambia. Ha un animo d’artista che esprime dipingendo delicati paesaggi.

Bruno vive con la pensione sociale. Ha lavorato come meccanico ed è stato, per quindici anni, responsabile di una centrale idroelettrica in montagna, ma i suoi contributi si sono fermati al servizio militare. Cose che succedevano e succedono ancora. Un brutto giorno quel lavoro lo ha perso, è tornato in città e niente è più stato come prima. Le sue sorelle lo aiutano come possono, ma devono fare i conti con pensioni nelle quali ogni euro ha un valore.

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Quel poco che ha, Bruno spesso lo divide con chi ritiene stia peggio di lui. Come l’altro giorno, quando ha sentito una bambina, in mezzo alla strada, chiedere alla mamma di comperarle un panino e la mamma ha rispunto “I soldi non li ho”. Bruno ha tirato fuori i pochi euro che aveva in tasca e li ha messi in mano alla bambina. Lo scorso inverno l’ha passato al freddo. Aveva accumulato bollette anche a causa dei venditori che lo avevano convinto a firmare contratti con vari gestori. Senza pietà. II debito è arrivato a 400 euro.

Quando hanno potuto, le sorelle si sono divise la spesa e adesso le cose sono in ordine. Ma il riscaldamento resterà spento per la maggior parte della giornata. “Chi lo sa che bollette arriveranno quest’anno, con gli aumenti”, dice Bruno. E quando apre la busta con la tredicesima di Specchio sorride: “L’anno scorso sono stato al freddo e al buio, questa volta non succederà”.

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Forza Nonni, così siamo vicini tutto l’anno agli anziani più fragili

Angelo Conti

Nato nell’estate 2020, il progetto “Forza Nonni” di Specchio dei tempi ha trovato subito il forte appoggio dei sostenitori della fondazione concretizzatosi in centinaia di singole donazioni e nell’importante apporto della Fondazione Bersezio, che ha sposato la mission di questa iniziativa sin dalla sua progettazione.

Oggi Forza Nonni segue 100 anziani over 80 a Torino, oltre 50 nelle altre province piemontesi e, da questo autunno, comincerà ad operare anche nella Liguria di Ponente. La fondazione gemella di Specchio dei tempi, Specchio d’Italia, ha nell’ultimo anno allargato il progetto a 6 altre città italiane (Genova, Trieste, Bari, Milano, Roma e Palermo) dove assiste complessivamente altre 50 persone.

Oltre 200 anziani in Italia possono dunque fruire del supporto di questo progetto che prevede l’invio a casa di due capienti borse della spesa ogni mese, due visite di 2 ore ciascuna di una colf sempre ogni mese, un rifornimento di verdura e frutta fresca ogni venerdì, il supporto settimanale di un volontario che verifica le condizioni di salute di ogni singolo con una telefonata, un help-desk pressochè continuo che offre interventi in caso di emergenze domestiche, la disponibilità di un sostegno psicologico su richiesta.

Tutti gli assistiti ricevono poi a Natale un contributo economico attraverso la consegna di una Tredicesime dell’Amicizia.

Consegnate 2181 Tredicesime: raccolta record

Angelo Conti
La Stampa, 30/12/2021

Missione compiuta, anche quest’anno: sono state 2181 le Tredicesime dell’Amicizia consegnate nelle scorse settimane da Specchio dei tempi ad altrettanti anziani poveri e soli. Nel dettaglio sono state 1947 a Torino e provincia, 220 nelle altre province piemontese, e 14 nella Liguria di Ponente.

La distribuzione è terminata a Natale ed ha segnato un nuovo importante primato di una sottoscrizione che, da 46 anni, ogni anno, tocca il cuore dei piemontesi. “Questa volta – ha spiegato il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves –  il traguardo del milione di euro è stato raggiunto con più facilità del passato ed è stato così possibile accogliere tutte le domande (in regola con i documenti e con i parametri di povertà) ricevute. Non ci siamo dunque fermati alle previste 2000 Tredicesime, ma ne abbiamo erogate 181 in più del previsto. E questo esclusivamente grazie ai 3674 piemontesi, fra cui anche tante aziende e la Fondazione Crt, che hanno sostenuto l’iniziativa con le loro donazioni”.

Quanto sta ancora arrivando per le Tredicesime in queste giornate verrà subito destinato al progetto gemello, che è “Forza Nonni”. Una iniziativa che consente a 150 anziani piemontesi (prevalentemente over 80 e comunque in condizione di grande fragilità) di ricevere un’assistenza continuativa tutto l’anno: 2 borse della spesa gratuite ogni mese consegnate sul pianerottolo, 4 ore di una colf per sistemare la casa, la disponibilità di una psicologa, un colloquio settimanale con un volontario di Specchio dei tempi che potrà individuare emergenze o difficoltà per le quali intervenire immediatamente (le più frequenti sono la rottura degli occhiali o il malfunzionamento di stufe ed elettrodomestici) e infine la consegna della Tredicesima dell’Amicizia ogni Natale.

“Forza Nonni” è un progetto realizzato in tutto il Piemonte anche grazie ad un importante contributo della Fondazione Bersezio e, nel corso del 2022, punta ad aumentare il numero degli assistiti, sia a Torino che nel resto della regione.

Gli anziani restano un anello molto delicato del nostro tessuto sociale: tradizionalmente con poca voce di fronte alle scelte del Governo, hanno potuto usufruire in modo molto marginale del reddito di cittadinanza, e sono – in questi mesi – i più in difficoltà di fronte al caro bollette che sembra inarrestabile.

Il ruolo delle Tredicesime, inventate dai cronisti de La Stampa 46 anni fa (allora con un assegno da 30 mila lire pensato per acquistare il carbone per l’inverno), è anche quello di offrire un momento di amicizia, di condivisione, di dialogo. La maggioranza degli assegni viene infatti consegnata di persona dagli enti e dalle associazioni di volontariato che collaborano con Specchio dei tempi (in primis la San Vincenzo) o direttamente dallo staff della Fondazione.

L’appuntamento è dunque  per l’autunno del 2022 quando saremo ancora qua, pronti a tendere un’altra volta la mano verso i nostri anziani, insieme a Torino ed ai torinesi che non hanno mai mancato questo commuovente appuntamento con la solidarietà.

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Barbara Bonansea, la calciatrice che aiuta gli anziani

Lucia Caretti,
La Stampa, 17/12/21

La signora Maria ha 88 anni, accento mantovano e la stessa parlantina di quand’era ragazza. Chiacchiera, chiacchiera, e quando scopre di avere accanto la calciatrice che ha visto molte volte in tv, s’interrompe di colpo: “Davvero? Che bello. Che esempio! Brava! Da adesso farò il tifo per te”. Succede un pomeriggio di dicembre. Barbara Bonansea, la stella del calcio femminile, è appena tornata dall’ennesima trasferta. Tra Champions, Nazionale, e corsa scudetto con la Juve, Barbara spende il suo unico giorno libero così: aiutando Specchio dei tempi a consegnare le Tredicesime dell’Amicizia. Un assegno da 500 euro, il regalo che la fondazione fa ogni Natale a 2000 anziani fragili, come Maria.

“Grazie, grazie, grazie. Userò questi soldi per pagare il riscaldamento” racconta la signora commossa, mentre riceve il denaro dalla calciatrice testimonial di Specchio. “Nella mia vita ho avuto molti lutti, anche se il peggior dispiacere è stata la fine del mio matrimonio, a cui è seguito un terribile esaurimento”. Maria però si è rialzata, e oggi cammina a testa alta. “Ho imparato che bisogna prendere le cose come vengono” spiega all’attaccante pinerolese. “Fidati, non si può fare diversamente”.

Dona per Maria e gli anziani delle Tredicesime.

È una scena già vista e magica, nella sua semplicità. Barbara ha due nonne a cui è legatissima e sa ascoltare; Maria in pochi minuti la considera una nipote acquisita. “Sono sola da più di trent’anni  – ricorda l’anziana – non ho avuto figli. Ho lavorato come sarta”. “Anche la mia mamma è sarta” – s’accende “BB11”. E subito una confidenza tira l’altra. Sul tavolo di Maria ci sono medicine e bollette, nel cuore l’orgoglio di chi non ha debiti. “Non ne ho mai fatto uno, mai. Ho una pensione da 649 euro e me la faccio bastare”. Ogni spesa è centellinata. Solo il tempo è dilatato. “Guardo la tv, esco poco, ci sono i miei vicini che mi danno una mano e qualche parente. Poi i volontari di Specchio dei tempi, che mi telefonano e mi portano la spesa”.

Sì perché Maria è anche parte di “Forza Nonni, l’iniziativa con cui la onlus dei lettori de La Stampa offre pacchi alimentari, supporto psicologico e pulizie domestiche, tutto l’anno. Bonansea aveva supportato pure quel progetto, pochi mesi fa, lanciando una raccolta fondi per i suoi trent’anni. Ora torna all’attacco per Natale: “A Torino ci sono troppi anziani che non hanno nessuno accanto e si trovano in difficoltà economica” denuncia. “Non credo servano molte parole, semplicemente non è giusto: quegli anziani potrebbero essere i nostri nonni. Non possiamo lasciarli soli, dobbiamo fare qualcosa. Specchio dei tempi li aiuta in un modo concreto. Dateci una mano. Donate!”.

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Francesco, il nonno che deve tenere i termosifoni spenti

Lanza Raffaella
La Stampa, 29/11/21

«Il mio mondo ormai è tutto qui». Francesco indica la sua stanzetta, dove dalla poltrona si sposta a fatica nel letto. C’è una stufetta elettrica che scalda l’ambiente: «Sembra che dentro arda un pezzo di legno vero». I termosifoni si accendono solo per qualche ora al giorno: «Con la pensione minima cerco di risparmiare il più possibile». C’è la televisione: «Che guardo poco— dice Francesco -. Mi piacciono solo i documentari. E poi Jerry Scotti. Nei telegiornali invece ci sono solo brutte notizie».

Francesco, 74 anni, ha appena ricevuto la Tredicesima dell’Amicizia di Specchio dei tempi. L’assegno da 500 euro che la fondazione offre ogni Natale a 2000 anziani poveri e soli. Come Francesco, che vive in compagnia dei suoi acciacchi: «Nella vita mi è capitato di tutto: ho avuto un infarto, poi mi hanno messo tre bypass, due anni fa c’è stato un piccolo ictus e un intervento all’anca non riuscito. E ora faccio i conti con una polineuropatia alla gambe. Il dottore me l’ha già detto: peggiorerà sempre più. Sono già invalido al 100%». Malattie che però non spengono il sorriso sulle sue labbra. Francesco si sente vercellese, anche se lui è nato a Palermo: «Mio papà non mi ha mai detto ti voglio bene e non mi ha mai abbracciato. Mia mamma, idem».

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«Avevo un fratello gemello, Gaspare, che è morto l’anno scorso per il Covid. Poi altri quattro fratelli e una sorella: ora siam rimasti vivi in due». Francesco ricorda il nonno: «Che mi dava sempre 5 lire per comperare le caramelle». A Vercelli è arrivato quando aveva 16 anni: «E da qui non mi sono più spostato. Mio papà, che era imbianchino, era venuto su al Nord per lavorare nel cantiere dell’ospedale Sant’Andrea. Io ho iniziato a fare dei lavoretti: in argenteria, poi come manovale, alla fine ho fatto il fabbro. L’infarto però mi ha fatto perdere il lavoro. Ho sempre faticato nella mia vita».

A Vercelli Francesco si fatto una famiglia: è padre di tre figli. «Quando i miei genitori son tornati giù a Palermo, io son rimasto qui da solo e sono stato ospite dai marianisti, da fratel Placido, da padre Alberto. E poi, come volontario, mi sono avvicinato al Centro Volontari della Sofferenza. Agli esercizi spirituali di Re ho conosciuto mia moglie: quanto le volevo bene. Un tumore se l’è portata via, quasi 25 anni fa. L’ho assistita fino all’ultimo. Nella mia vita ho sempre fatto del bene: ora son gli altri che aiutano me. I miei figli mi sono vicini».

Francesco è stato inserito nel progetto «Forza Nonni» di Specchio dei tempi, che garantisce assistenza tutto l’anno: «Mi aiutano tanto. Quando mi consegnano la busta della spesa, c’è dentro ogni ben di Dio». Francesco sta seduto in poltrona: «Prima riuscivo a cucinare, ora invece le politiche sociali mi portano il pranzo. Mi manca non poter uscire di casa. Una volta con la motoretta da disabile andavo fin in viale Garibaldi. Mi ero fatto costruire uno scivolo per scendere dal marciapiede: mi era costato 50 euro. Dopo qualche mese me l’hanno rubato. Addio passeggiate. E mi manca anche la mia Sicilia: ogni tanto vado su Google Maps per vedere la strada dove sono nato. Oh che magone».

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Nonna Elisa, una vita tra fame e tristezze

La Stampa, 28/11/21
Beppe Minello

Orma Elisa ha 86 anni e, a suo modo, è fortunata: nella solitudine del suo alloggio popolare di via Orvieto può pensare alla figlia, alla nipote e ai figli di sua nipote, tre, l’ultimo dei quali, “compirà un mese tra poco”. Una gioia però, che finisce lì. Sfoglia le banconote della “Tredicesima dell’amicizia” che Specchio dei tempi le ha appena consegnato e il suo sguardo corre al muro dov’è montato il termostato dell’impianto di riscaldamento. “Non funziona e per i miei acciacchi devo tenere la temperatura un po’ più bassa altrimenti mi sembra di soffocare – dice nonna Elisa pensierosa – ora potrò sostituirlo”. Ma il proprietario è l’Atc, non dovrebbe provvedere l’Azienda? “Se mi rivolgessi a loro chissà quando li vedrei”.

Specchio dei tempi le ha donato un aiuto da 500 euro, lo stesso che entro Natale riceveranno 2000 anziani fragili a Torino e in Piemonte. Anziani come Elisa, che si emoziona per un nonnulla e non esce mai di casa: ha paura di rimanere chiusa nell’ascensore. Ma anche uscisse non avrebbe la forza, da sola, di muoversi e la strada per raggiungere qualsivoglia vetrina è lunga. Con la sua pensione di poco più di 600 euro (“Dopo 55 anni in fabbrica mi dissero di aver perso i libretti”), ampiamente dimezzata da affitto e bollette, nonna Elisa vive al limite. Un limite che la Tredicesima di Specchio le permette, almeno una volta, di violare.

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Ripete come una filastrocca ciò che ogni giorno, per ragioni di salute e di risparmio, mette nel piatto, mezzogiorno e sera: “Pollo, sempre pollo. A volte una Rustichella tagliata a fettine”. In queste condizioni, anche solo immaginare di andare dal dentista per rimettere in sesto la bocca è un sogno irrealizzabile: “Mi hanno detto che servirebbero 2 mila, 2 mila 500 euro…Impossibile! C’ho rinunciato e resto così come sono”. Pure la televisione, unico svago in giornate che non finiscono mai, seguite da notti dove il sonno fatica ad arrivare, la fa soffrire. A forza di schiacciarli, i tasti del telecomando si sono consumati malamente, le fanno male ai fragili polpastrelli e la tv resta, a lungo, inutilmente accesa, fino a quando il dito di nonna Elisa riesce ad avere ragione dello stupido strumento.

Nonna Elisa, con i suoi problemi non solo economici e le sue fragilità, è un esempio dei sempre più numerosi anziani che vivono, anzi subiscono la città. E l’anagrafe ci dice che saranno sempre di più. Certo, tra i molto over di ogni latitudine, c’è chi vive in un tugurio e fatica a mettere qualcosa, qualunque cosa, nel piatto. Ma la stragrande maggioranza è come nonna Elisa. Hanno alle spalle una vita piena, anche di sofferenze, ma rivendicata con orgoglio: “Sono entrata in fabbrica a 17 anni – ricorda nonna Elisa -. Si lavorava a cottimo e pochi minuti di ritardo potevano significare il licenziamento”.

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Non sono rare situazioni famigliari difficili. Anche in questo nonna Elisa ne è un esempio: “Mia figlia aveva 10 anni e mio marito se ne andò. E’ stato brutto. L’ho tirata su patendo fame e tristezze – racconta con un filo di voce -. Non mi sono mai rifatta una vita, ero concentrata sulla bambina, temevo di farla soffrire. Insomma, è stato brutto. Però è passata e tante cose è meglio non rivangarle anche se di notte, spesso, mi tengono sveglia”. Ma non tutti i ricordi sono dolore. Nonna Elisa, in camera da letto, di fronte alle foto delle persone care della sua vita compresa se stessa con i capelli tagliati corti come lo sono oggi ma di un biondo acceso e con grandi occhi sorridenti, finalmente si anima quando parla della sua passione di gioventù: “Ballavo, ballavo sempre. Dal Boogie Woogie al Tango: quanto mi piaceva”. E’ un sorriso timido quello che le fiorisce sulle labbra ma, appena compare, è già sparito.