“Abigail, la giovane venezuelana salvata grazie alle competenze piemontesi”, intervista al Prof. Massè

UnitoNews, 16/11/2022

Dal Sudamerica a Torino per evitare l’amputazione della gamba, dopo 5 anni di calvario tornerà a camminare grazie all’intervento realizzato alle Molinette dal team guidato dal docente dell’Università di Torino

Quando nel 2022 è arrivata a Torino, Abigail Reyes, 22enne venezuelana, rischiava l’amputazione della gamba. Cinque anni prima, era il 2017, si è sottoposta all’asportazione di un tumore benigno al femore, ma l’operazione le aveva causato una grave infezione. L’eccessivo costo degli antibiotici, unito alla difficoltà dell’operazione, sembravano portare a un’unica soluzione: amputare l’arto. Da lì è iniziato il calvario della giovane, concluso fortunatamente senza conseguenze nei giorni scorsi all’Ospedale Molinette. Un viaggio reso possibile grazie alla raccolta fondi organizzata da Specchio dei Tempi. Oggi, con l’intervento del team guidato da Alessandro Massè, docente UniTo e direttore di Ortopedia e Traumatologia al Centro Traumatologico Ortopedico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute, la ragazza è fuori pericolo e presto potrà tornare a camminare.

Prof. Massè, che tipo di intervento avete realizzato?

La paziente è stata presa in carico dal mio team, composto da Stefano Artiaco e Matteo Olivero che, supportati dagli infettivologi delle Molinette, diretti dal Prof. Francesco Giuseppe De Rosa, hanno identificato il batterio che aveva causato l’infezione. Dopo aver eseguito un’ampia bonifica e una terapia antibiotica mirata, sono stati fatti dei trattamenti ripetuti di pulizia chirurgica del sito, fino ad arrivare alla guarigione della ragazza. La giovane età della paziente ha contribuito in modo determinante, garantendo delle condizioni biologiche favorevoli.

Si è trattato di un’operazione complessa?

Per noi era una procedura di routine. Questo tipo di patologia richiede non tanto un grande solista, quanto una grande orchestra di figure professionali dedicate: infettivologi, ortopedici e infermieri. Si tratta di problematiche multidisciplinari, quindi sono necessarie grandi strutture per gestire piccoli problemi. La Regione Piemonte ha da tempo istituito due poli che raccolgono la patologia infettiva ortopedica. Ci sono due centri di riferimento per questo genere di casi: l’AOU Città della Salute e l’ospedale di Vercelli, due centri che peraltro collaborano tra di loro in grande sinergia.

Due poli che, insieme ad altre strutture, consentono di operare in un contesto altamente innovativo.

Il nostro motto è “esageruma nen”, ma il Piemonte si pone all’avanguardia in Italia nella gestione della patologia infettiva osteoarticolare. Il concetto è: certe patologie di complessa gestione devono essere centralizzate. Quindi la regione ha identificato dei centri di riferimento per poterle gestire. Ripeto, più che un grande chirurgo, in questi casi ci vuole una grande struttura. E per grande struttura si intende quel luogo che ha in sé tutte le professionalità coordinate per la gestione di tali problemi.

Dopo i recenti casi di trapianti record, il Piemonte si conferma una realtà di eccellenza in campo medico?

Eccellenza anche organizzativa, se vogliamo. Il Piemonte, in molti ambiti, fornisce cure aggiornate ai massimi livelli internazionali, con modalità organizzative multidisciplinari che sono efficienti ed efficaci per la gestione di patologie complesse. A volte la gente si innamora del caso straordinario gestito dal chirurgo bravissimo, ma in questo caso il segreto del successo è nella realizzazione di un’organizzazione complessa ma efficace, che mette in campo professionisti eccezionali coordinati per gestire al meglio la situazione. Nella fattispecie, quella delle infezioni osteoarticolari, è richiesta una gestione multidisciplinare che in altre realtà, come quella venezuelana, non è stata realizzata. Le patologie infettive hanno il grosso rischio di sviluppare delle setticemie dagli esiti molto gravi. Fortunatamente Abigail è stata curata in tempo.

Abigail, un miracolo a Torino “Cammino e ora sarò dottore”

Joly Andrea,
La Stampa, 15/11/2022

La prima cosa che colpisce di Abigail Reyes, 22 anni di cui diciassette passati a studiare e ballare a Isla de Margarita in Venezuela e gli ultimi cinque a cercare di salvarsi la vita tra Sudamerica e Italia, è il tono della voce con cui racconta la sua storia. «Tutto inizia la sera de 12 settembre 2017», scandisce squillante e controllata, come se avesse imparato un copione a memoria e lo stesse ripetendo a un medico che deve sapere tutto.

“Abi”, cosi la chiamano gli amici, comincia a raccontare il suo percorso lungo 5 anni e 7.697 chilometri, dalla diagnosi di «un tumore osseo grave alla gamba lungo 7,5 centimetri» alla salvezza trovata in un ospedale di Torino,ritornando a cena coni parenti in Venezuela. «A un certo punto sono salita al piano di sopra per recuperare il cellulare», spiega. ll tallone ha perso l’equilibrio, la gamba ha ceduto, poi «la prima fitta lancinante e un crack». Abigail non indugia, la voce non cala: “Vado alle scuole serali per il diploma di terza media, i miei titoli qui non valgono”

È il primo passo di un calvario a lieto fine, ma non si sente né il dolore di quegli anni né il sollievo per un finale che sa di miracolo. Non se li è potuti permettere, imprigionata in un sistema sanitario come quello venezuelano dove «se vuoi operarti devi pagare tutto tu» e tanti specialisti «ti lasciano morire, pur di non prendersi la responsabilità di provare a salvarti. Dicevano che ero come una bomba, guarirmi poteva finire male. E non ci provavano nemmeno». La vita di Abi scorre insieme alle sue parole: i primi mesi bloccata su un letto in ospedale, la diagnosi del tumore, la prima operazione, il batterio che porta all’infezione, le fistole che la fanno soffrire e la prospettiva di perdere la gamba infetta perché nessun medico, tra Porlamar e Isla de Margarita, ha il coraggio di operarla una seconda volta «se non per amputare».

Quattro anni di dolore e lotta con la vita. Dal 2017 al 2021, solo tre passaggi interrompono il flusso controllato di un racconto pieno di date e dettagli. Prima scena: le lacrime, arginate in fretta senza che arrivassero a rompere lavo ce, quando ricorda «lo spavento, il dolore di quel 31 ottobre, giorno del mio compleanno, passato in ospedale mentre mi diagnosticavano il tumore». Seconda scena: quando ricorda le ore passate a ballare. «Era tutta la mi avita e ora non posso – dice guardandosi il ginocchio che non potrà mai più piegarsi, compromesso definitivamente dalle operazioni fatte male o troppo tardi— ma se non posso ballare vorrei organizzare eventi per vedere gli altri farlo». Terza scena: la speranza di uno sguardo che si abbassa verso le mani, con le unghie piene di colori.

«In Venezuela, mentre studiavo Medicina, avevo iniziato a fare le unghie per guadagnare qualcosina: è una cosa che potrei fare anche qui in Italia» ragiona ad alta voce. Qui, in Italia, è arrivata quest’anno grazie alla gentilezza di mamma Vida «che non ha mai perso la speranza, è stata coraggiosa. È stata lei la prima volta a curarmi la gamba fratturata perché i medici non se la sentivano: mordevo un asciugamano mentre tirava, per mettermela a posto. Per anni è stata il mio medico, la mia àncora».

A settembre 2021 quell’àncora, senza accorgersene, le cambia la vita: «Mentre si prendeva cura di me ha iniziato a seguire la madre ammalata di Beatriz, una sua amica che vive da anni a Napoli: lei veniva in Venezuela una volta all’anno e non poteva starle vicino. Quando è tornata, quell’autunno di ormai un anno fa, Beatrice mi ha incontrato e ha iniziato a pensare una soluzione per portarmi in Italia». Abigail a quel punto si racconta a video, riavvolge il nastro: la frattura, il tumore, l’operazione, l’infezione, i medici immobili, i soldi che mancano, anche il viaggio di ritorno dall’ospedale alla sua isola in barca «col capitano che non sapeva dove mettermi, e sono rimasta sdraiata in un bagno col kit di soccorso al mio fianco».

Beatriz si mobilita, chiama e trova un’associazione disposta a pagare «il viaggio e l’accoglienza che non ci saremmo mai potuti permettere», ammette Abi. Si attiva una rete solidale e da Napoli si trasferisce subito a Torino, con i medici del Cto supervisionati dal professor Massè che si prendono cura di lei e Specchio dei Tempi, insieme ai lettori, che finanzia le spese mediche e questi mesi di permanenza in Italia. «Grazie alle cure che ho ricevuto qui sono tornata a camminare – dice, e nel capitolo italiano della sua storia la voce si trasforma davvero per la prima volta – ora frequento la scuola serale per il diploma di terza media: in Venezuela ero arrivata a metà percorso di Medicina, ma qui non vale niente».

Una famiglia di Torino la ospita per la riabilitazione: «Chiacchiero molto con le mie sorelle e mi fanno sentire a casa». Perché sia casa, manca ancora qualcosa: «Il 22 dicembre mi sono sposata con Davide a Isla de Margarita, ora fa il meccanico ma l’ho conosciuto mentre faceva il fisioterapista: curandomi, ci siamo innamorati. Adesso cerca di raggiungermi, ma le pratiche per il passaporto in Venezuela sono complicate. Lo vorrei qui». Chissà che l’appello non arrivi a Giorgia Meloni, che nel 2018 invitava «ad accogliere i venezuelani, che sono cristiani e di origine italiana, se proprio abbiamo bisogno di migranti». Lei non chiede niente: «Io non so niente di politica. So solo di essere stata fortunata». Poi scoppia a ridere, ripensando a suo marito: «Pensa te: l’ho sposato e l’ho lasciato!».

Per il futuro, Abigail sa cosa vuole: «Solo la normalità». Che ha molti volti: sognare «un futuro da medico, perché non voglio che nessun altro patisca ciò che ho sofferto io». Incontrare gli scoiattoli al parco del Valentino a Torino: «In Venezuela non ci sono. La natura qui mi ha rapito». Leggere i libri «che consigliano le mie sorelle, per imparare l’italiano prima possibile». Camminare, dopo quattro anni in cui non le è stato possibile: «Lo faccio con questa stampella, ma in Venezuela sarei morta. Qui mi hanno salvato la vita, e qui vorrei continuare a vivere».

Consegnata la Tredicesima dell’Amicizia anche a Francesca

Giancarlo Zattoni,
La Stampa, 05/11/2022

“Sono sola al mondo, ma sono abituata a lottare. Tutti mi hanno deluso e lasciato, ma la voglia di vivere non mi abbandona. Però devo dire grazie a Specchio dei Tempi e ai suoi donatori che mi permettono di ricevere l’assegno delle Tredicesime dell’Amicizia. E’ un grosso aiuto: la mia pensione è di 600 euro, ma ne devo pagare 460 di affitto e di spese. Come si fa a vivere?”. Francesca è nata a Trana, 82 anni fa. Ricorda la sorella e il cognato, ora deceduti, nel cui negozio di panetteria, nel quartiere San Salvario a Torino, ha lavorato per lunghi anni come commessa.

“Sono sempre stata allegra e amavo comunicare con le persone. Purtroppo, i miei parenti per anni non mi hanno versato i contributi e quando me ne sono accorta, mi sono ritrovata senza sicurezza economica. In quegli anni, devo dire, non ero molto attenta ai soldi, anche perché pensavo che l’uomo che amavo mi avrebbe sposato per donarmi una vita dignitosa. Ma la persona su cui avevo riposto la mia fiducia un bel giorno mi ha lasciato e sono crollati i miei sogni.”

Francesca cerca di riprendersi grazie al lavoro e seguendo una nuova forte passione: camminare in montagna in compagnia di gente nuova. Escursione dopo escursione Francesca trova nuova voglia di vivere e di stare in compagnia riscoprendo le bellezze naturalistiche vicine alla sua Trana, soprattutto le montagne della Val Susa. Ma è una vecchiaia difficile: muore la sorella, muore il cognato, una notte si spegne anche la nipote di 29 anni, fulminata da un aneurisma.

Dona ora per gli anziani delle Tredicesime

“Mi sono ritrovata assolutamente sola. Oltre che in gravi difficoltà economiche”. Francesca trova però i volontari e lo staff del progetto Forza Nonni di Specchio dei Tempi: “Ricevo la spesa gratuita, due volte al mese, e sempre due volte al mese viene una colf a sistemarmi la casa. Ho una psicologa a disposizione ed ho soprattutto la volontaria Antonella che mi telefona spesso e con la quale condivido le mie pene”.

Ora sta lottando con un’ernia e con un ginocchio fuori uso: “Quello che mi sta mettendo davvero al tappeto è la protesi al ginocchio destro che mi è stata impiantata alcuni mesi fa e che di notte mi provoca dolori lancinanti. Quando ho male penso alle mie montagne, all’aria frizzante delle vette, all’azzurro del cielo dove perdevo il mio sguardo. E anche il dolore si allenta.

Come donare per gli anziani come Francesca

Tutti possono sostenere le Tredicesime dell’Amicizia. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per le Tredicesime dell’Amicizia”.

Dona ora

Ucraina, in arrivo temperature polari: pronti ad aiutare

Angelo Conti

Da metà della prossima settimana in Ucraina sono attese nevicate, accompagnate da temperature polari. A Rivnie siamo riusciti a fare in tempo a piazzare la maxi-tensostruttura pensata per i tanti orfani di guerra e per le loro famiglie. In attività anche i villaggi di Leopoli e Cernivci, anche questi sostenuti da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia.

Noi in Ucraina ci siamo, da marzo, per aiutare i profughi che, fuggiti da città distrutte, hanno scelto di restare in altre località del loro Paese.

InfoSpecchio, il nostro sportello nel cuore di San Salvario

Angelo Conti,
La Stampa, 10/11/22

A un passo da corso Marconi, a due dal mercato di via Madama, a tre dal Valentino e in pieno San Salvario, è nato «InfoSpecchio», il nuovo punto di incontro fra Specchio dei tempi e Torino. Il luogo giusto per un aggiornamento sui progetti della fondazione e magari per una donazione alle «Tredicesime dell’Amicizia» o per i tanti altri progetti attivi. Sarà aperto, al 35 di via Madama Cristina, tutte le mattine dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13, e anche nelle prime tre domeniche di dicembre. La gestione della «vetrina di Specchio» sulla città sarà affidata anche ai volontari, preziosi ed entusiasti, che contribuiscono a rendere sempre viva questa avventura solidale.

Ieri mattina il presidente della fondazione, Lodovico Passerin d’Entreves, ha presentato i locali al prefetto Ruberto, al sindaco Lo Russo, al vicedirettore vicario de La Stampa Andrea Malaguti, e ai consiglieri di amministrazione Lavinia Borromeo, Tiziana Nasi e Franca Fagioli, oltre ai tanti volontari. «La filantropia – ha spiegato Passerin – in un contesto sociale sempre più difficile, affronta nuove sfide: le conseguenze della pandemia, della guerra in Europa, dell’inflazione e del ripetersi di calamità naturali. Nuove ansie per persone e famiglie già in crisi. L’impegno di Specchio rimane sempre lo stesso: un aiuto subito a chi ha bisogno, a una platea che si allarga giorno dopo giorno. Allo stesso tempo diamo più attenzione alla dignità delle persone e alla cittadinanza, intesa come partecipazione alla vita civile degli invisibili e degli emarginati».

A Torino l’impegno è su tre direttrici: Forza Bimbi, Forza Mamme e Forza Nonni, con una gamma di progetti sempre più ampia. «Abbiamo così pensato di aprire una vetrina su strada per informare delle attività di Specchio, raccogliere le donazioni, orientare chi ha bisogno di aiuto, creare un punto di aggregazione per i nostri volontari», dice Passerin.

Gli ha fatto eco il sindaco Stefano Lo Russo: «Specchio dei tempi ha due volti. Il primo è rappresentato dalla rubrica delle lettere che è la seconda cosa che leggo su La Stampa, con qualche ansia, dopo l’editoriale in prima pagina. Il secondo sta nella capacità di incidere in modo rapido e concreto sui drammi sociali, essere collettore dello storico slancio solidale dei torinesi. Un mix di partecipazione e reattività che rende unica e preziosa questa fondazione».

L’esperto spiega come arginare il caro bollette anche ad Aosta

Sa. S.
La Stampa, 09/11/22

Specchio dei tempi arriva in aiuto delle famiglie valdostane in questo momento di grande difficoltà per le bollette choc, offrendo gratuitamente la possibilità di conoscere tutti i sistemi ed accorgimenti che possono, in molte occasioni, rendere più sopportabili queste spese inattese. È stata così organizzata una serie di incontri con Antonio Cajelli, educatore finanziario che lavora da diversi anni con la Fondazione Specchio dei tempi. Si è cominciato da Torino sabato 24 settembre con un sold-out nel Teatro Juvarra e si continuerà in una decina di altre città piemontesi, liguri e valdostane. L

L’incontro si terrà anche ad Aosta sabato 12 novembre alle 16,30 al Teatro Splendor, in Festaz. Questi incontri hanno l’obiettivo di trasmettere soluzioni semplici, autentiche e credibili, leggendo assieme a un esperto le fonti di ciò di cui si parla, anche nell’ottica di orientare ogni cittadino alla ricerca di informazioni certe sui siti dello Stato. I partecipanti scopriranno ad esempio le principali funzioni del Portale dell’ARERA e in particolare il Portale delle Offerte e l’Atlante del Consumatore, da come utilizzare questi strumenti a come intaccare alcune credenze che si sono costruite per letture parziali, imprecise o interessate.

L’ingresso è gratuito ma è gradita la prenotazione su www.specchiodeitempi.org/bollette.

Torna Ludovico Einaudi per il concerto di Natale

Angelo Conti

Contro il caro bollette, incontro anche a Cuneo il 5 novembre

Angelo Conti
La Stampa, 14/10/2022

Il problema delle super bollette sta diventando cruciale per tutte le famiglie. Così la Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi ha scelto di offrire gratuitamente la possibilità di conoscere tutti i possibili sistemi ed accorgimenti che possono, in molte occasioni, rendere più sopportabili queste spese inattese con una serie di incontri tenuti da Antonio Cajelli, l’educatore finanziario che lavora da diversi anni con la Fondazione.

Dopo Torino e Novara e altre località nei prossimi giorni, l’evento approderà a Cuneo sabato 5 novembre, alle 17, al cinema Monviso. Un tour che toccherà una decina di altre città piemontesi, liguri e valdostane.

Frutto dell’esperienza ultradecennale in tema di educazione economica e finanziaria maturata da Specchio dei tempi, questi incontri hanno l’obiettivo di trasmettere soluzioni semplici, autentiche e credibili. La logica non è ascoltare un esperto, ma leggere insieme le fonti di ciò di cui si parla, anche nell’ottica di orientare ogni cittadino alla ricerca di informazioni certe sui siti dello Stato.

Di cosa si parlerà anche a Cuneo? Il primo esempio pratico proposto riguarda il mondo dei consumi domestici e delle bollette. I partecipanti scopriranno le principali funzioni del Portale dell’Arera, in particolare il Portale delle Offerte e l’Atlante del Consumatore. Questa parte mostra come utilizzare questi strumenti e ha l’obiettivo di far comprendere la funzione del «comparatore indipendente», ma anche di intaccare alcune credenze che si sono costruite per letture parziali, imprecise o interessate.

Fondamentale sarà poi l’approfondimento sui contratti: l’attenzione sarà rivolta in particolare al diritto/dovere di chiedere il contratto prima di firmare e come riconoscere rapidamente gli aspetti essenziali nella documentazione fornita.

A tutti i partecipanti sarà distribuito materiale informativo ed ogni incontro si conclude con un dibattito, con l’esperto a disposizione anche per consigli su singole situazioni personali. Insomma, un momento di condivisione di problemi che ormai sono di tutti.

L’ingresso all’evento «Come sopravvivere alle bollette» è gratuito, ma è gradita prenotazione qui.

Iniziata la Pet Therapy in 25 scuole piemontesi

Angelo Conti

Specchio dei tempi e Associazione Aslan hanno aperto la strada della pet therapy in Italia. Lo hanno fatto avviando, sei anni fa, il primo progetto di attività nelle case di riposo e nelle scuole di Torino. Da allora la crescita è stata costante, solo scalfita dalle obiettive difficoltà operative portate dal Covid. Quest’anno l’attività sarà svolta in 25 scuole piemontesi, un numero mai raggiunto in passato.
La stagione 2022-2023 è iniziata con la prima seduta operativa svoltasi alla Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo Bruno Caccia, nel parco di Villa Genero. L’obiettivo è sempre lo stesso: coinvolgere i cani nella crescita dei bambini svantaggiati, colpiti da malattie o da handicap. Il bimbo trova nel cane, nel suo conduttore e nella pedagoga che lo accompagna, un punto di appoggio prima nella conoscenza dell’animale e poi nella sua presentazione alla classe. Il bimbo, inizialmente talvolta marginalizzato per la sua situazione, diventa il protagonista dell’avvicinamento del cane agli altri bambini, diventando così la guida di un approccio vissuto con gioia da tutti. Una strada vincente per il superamento dell’handicap e per una crescita delle personalità e della sicurezza nelle relazioni con i compagni.
L’appoggio di Specchio dei tempi ha consentito all’associazione Aslan, presieduta e diretta da Antonia Tarantini, di diventare una solida realtà operativa e didattica, dedita alla formazione di nuovi conduttori e nuovi cani, impegnati ormai non soltanto nelle scuole ma anche in altri ambienti, dove presenza e la comunicativa dell’animale diventano preziosi e insostituibili. A questo propositi vanno segnalati gli straordinari i risultati ottenuti in un altro progetto di Specchio, quello a sostegno dei malati di Alzheimer e delle loro famiglie, dove si sono registrati inattesi miglioramenti nella capacità di relazione dei pazienti.
Nella scuola d’infanzia di Villa Genero, è toccato al magnifico Colorado, un pastore australiano di 4 anni dal carattere dolcissimo, aprire la stagione. Con Colorado c’erano Federica Ciantia e Linda Mattiazzi che hanno il compito di accompagnare passo passo l’approccio fra il cane ed i bambini. Ogni ciclo prevede otto incontri a cadenza settimanale.
Il progetto 2022-2023 di Specchio dei tempi gode anche del sostegno economico della Regione Piemonte. Grazie a questo contributo sarà possibile portare la pet therapy in 25 scuole: a Torino alla Cairoli, Tedeschi-Alessandri, Allievo-Morante, Perotti-Toscanini, Alvaro Gobetti, Collodi, Marconi-Antonelli, Duchi d’Aosta, Alberti Salgari, Cena Cairoli, Padre Gemelli, Leone Sinigaglia, Da Vinci Frank, Bruno Caccia; a Rivoli al Primo Levi e al Piero Gobetti; a Moncalieri all’IC Centro Storico; a Grugliasco al King; a Borgaro all’IC Borgaro; a Settimo Torinese all’IC Settimo III; ad Alpignano all’IC Alpignano; a Giaveno al Gonin; a Mondovì all’IC Mondovì 1 e l’IC Mondovì 2.

A Maria Teresa la prima Tredicesima, “una solidarietà che fa bene al cuore”

Giancarlo Zattoni,
La Stampa, 29/10/22

La prima tredicesime dell’Amicizia 2022 è stata consegnata l’altro giorno da Specchio dei tempi a Maria Teresa, 83 anni, di Iglesias, ma da molti anni residente a Torino, a Barriera di Milano. Una donna che, da moglie e da madre, ha avuto una vita tormentata e difficile, costellata da mille malanni e da ben 8 interventi chirurgici.

La sua casa popolare è molto piccola, ma curata e piena di peluche. “Scusate se vi accolgo con il girello ma sono caduta nel cucinino, mi sono ferita alla testa e ho battuto il bacino che ancora mi duole. Nella mia vita ho attraversato tante malattie ed ora a 83 anni sono diventata magra e smilza come un uccellino. I miei figli vivono lontani ma ogni tano mi vengono a trovare. Con loro è bellissimo tornare al mercato. Da sola non ce la farei”.

Teresa ricorda il primo amore: “Si chiamava John, era un giovanissimo americano che, con la sua divisione, era stato mandato in una base in Sardegna. Iniziai a provare affetto per lui. Un giorno, però, John partì all’improvviso e non ne ho saputo più nulla.

Dona ora per gli anziani come Maria Teresa

Qualche tempo dopo Maria Teresa si sposa, ha tre figli e una nuova vita a Roma. Per caso scopre che il marito, travolto dalla ludopatia, la inganna e si sta rovinando. Sono anni difficili. “Nei momenti di sconforto la mia forza sono sempre stati i miei tre figli, anche quando eravamo veramente poveri e non avevamo nulla. Spesso i bambini erano malati e in quei momenti mi sentivo il mondo crollare addosso. In quel periodo per guadagnare lavoravo fino alle 3 di notte in una trattoria nei pressi dell’Appia Antica, dove aiutavo anche in cucina”.

Per questo ancora adesso Maria Teresa ama seguire i programmi di cucina in televisione: “per me sono una compagnia e quando vedo che si parla di piatti sardi come culurgiones e seadas provo sempre tanta nostalgia per la mia isola”.

Dopo il trasferimento a Torino e la morte del marito nel 1998, la donna combatte ancora per tenere la barra della sua vita dritta e sostenere i suoi figli, ma è in agguato un altro dolore: “Nel 2015 un grave tumore mi ha portato via uno dei figli: ora è un angioletto che mi protegge dal cielo”.

Nel ricevere l’assegno di 500 euro della Tredicesima dell’Amicizia da parte della Fondazione Specchio dei Tempi la signora Maria Teresa si commuove e ringrazia tutti i donatori: “In annate come queste, in cui i soldi sono sempre meno e tutto appare più difficile, questa solidarietà fa bene al portafoglio troppo vuoto, ma fa soprattutto bene al cuore”.

Dona ora per gli anziani come Maria Teresa

Kevin è nato senza metà gamba e sogna di correre come tutti i bambini

Angelo Conti

Kevin è nato senza metà della gamba. Niente dal ginocchio alla caviglia.  Ora ha cinque anni e una malattia che colpisce un bambino su un milione: “enimimelia tibiale 5°”. Non gli permette nemmeno di camminare. Kevin non ha la tibia, il perone va ricostruito, c’è una biforcazione nel femore e il piede è piegato verso l’interno.  Vive con i genitori alle Vallette, a Torino. “Abbiamo provato di tutto in Italia, sette interventi ma nessuno ha funzionato, così siamo partiti per l’America” spiega Elisabetta, la madre di Kevin. “

Abbiamo intrapreso un percorso al Paley Institute in Florida. Quel primo intervento, un anno fa, ci ha dato speranza: i primi miglioramenti si sono visti subito” spiega Fabio, suo padre, operaio fresatore. Poi sono seguite altre tre operazioni, con altri piccoli miglioramenti. Ora la famiglia chiede aiuto: mancano le risorse per continuare con le operazioni successive, per dare al bimbo una vita normale.

“Quando ho partorito ho subito capito che qualcosa non andava. Ero in ascensore, aspettavo di vedere mio figlio appena nato, e poi ho sentito la dottoressa dire che doveva parlare con mio marito”. All’inizio nessuno capiva. Parte da qui una ricerca infinita di soluzioni che alla fine non sono mai abbastanza. “Abbiamo provato di tutto. Siamo entrati e usciti dalle sale operatorie senza avere mai un successo. Kevin non migliora, non riusciva a camminare”, spiega sua madre. “Hai paura”, aggiunge il padre, “vuoi aiutare tuo figlio e non sai come fare”.

Poi mamma Elisabetta trova una storia uguale a quella di suo figlio. Un bambino polacco, si chiama Bartek ed è stato aiutato da un dottore americano che si chiama Paley. Il ciclo di operazioni costano però centinaia di migliaia di euro. La famiglia fa l’impossibile e organizza trasferta e operazione.  “Là hanno tecniche che in Italia non esistono, per la prima volta abbiamo visto miglioramenti”, spiega il padre. Tre interventi per applicare un fissatore esterno in grado di mettere in asse il femore e ruotare il piedino a 90 gradi con la fusione della caviglia.

Ma per Kevin la strada è ancora lunga, fatta di altre operazioni: la prossima fra pochi mesi. La sua famiglia, operaia, ha messo mano a tutte le proprie risorse e  non può più affrontare costi che sono proibitivi. L’Asl Città di Torino ha fatto la sua parte, erogando consistenti aiuti, ma molte spese non sono coperte. E così il papà di Kevin è venuto a trovarci, lo abbiamo accolto, poi abbiamo ascoltato i medici e trovato conferma che la strada americana è l’unica possibile. Specchio dei tempi darà una mano anche a lui, con l’aiuto di tutti.

Tulipani e solidarietà, domenica 23 ottobre al Castello di Pralormo

Angelo Conti

Domenica 23 ottobre, dalle 10 alle 18, tutti potranno assistere nella cornice del Castello di Pralormo alla messa a dimora. Consolata Pralormo ha pensato infatti di condividere anche quest’anno con i visitatori il momento emozionante ed impegnativo del piantamento dei bubi di tulipano nel parco storico del Castello di Pralormo, in attesa della prossima edizione di Messer Tulipano che si terrà dal 1° aprile al 1° maggio 2023.

Sarà una giornata dedicata ai bulbi e in particolare ai tulipani: sarà possibile assistere alle diverse fasi del piantamento nel parco, a conversazioni sulla storia dei tulipani e della tulipomania, con approfondimenti sulle caratteristiche, le particolarità e le varietà botaniche dei bulbi. Infine, sarà possibile anche acquistare bulbi di diverse varietà. I visitatori e le famiglie potranno trascorrere la giornata nel parco storico, visitare l’interno del Castello e approfittare dei prati per giocare e fare picnic.

Messer Tulipano anche quest’anno sosterrà Specchio dei tempi nella raccolta di donazioni a favore delle Tredicesime dell’Amicizia, il progetto che ha l’obiettivo di aiutare, per Natale, con un assegno da 500 euro oltre 2000 anziani poveri e soli di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

A questo fine Consolata Pralormo donerà alla fondazione de La Stampa circa 5000 bulbi di tulipano che verranno consegnati a chi effettuerà un versamento a favore delle tredicesime dell’Amicizia presso il nuovo Specchio Point di via Madama Cristina con orario dalle 10 alle 13 di tutti i giorni feriali. Domenica 23 ottobre Specchio dei tempi sarà presente anche al Castello di Pralormo con un desk informativo delle proprie attività e con un servizio di raccolta fondi..