Con “EduCare” a fianco dei giovani nei quartieri più difficili di Torino e Genova

Beppe Minello

A Torino, sono coinvolti i bambini e gli adolescenti di Barriera di Milano e della zona dell’ex-Moi al Lingotto; a Genova, quelli del quartiere di Fegino, tra Sestri Levante e Rivarolo, non distante dall’area del ponte Morandi crollato. E’ in questi tre luoghi che, dall’inizio dell’estate e fino a fine anno, vive e cresce il progetto “EduCare” finanziato dal ministero per la Famiglia, portato avanti dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi con Acmos e Ong Lvia, che curano i progetti “Stella popolare” in Barriera e “Villaggio che cresce” all’ex-Moi, e la Fondazione genovese “Bianca Costa Bozzo”, tutti riuniti in una “associazione temporanea di scopo”.

Il progetto a bando non è il primo e nemmeno l’unico a cui partecipa Specchio, ma in questo momento, con i suoi 145 mila euro di finanziamento ministeriale, è il più consistente. Il bando risale al 2020 ma, per colpa del Covid, ha potuto dispiegarsi compiutamente solo nel 2021. Arricchendo con laboratori ed eventi l’attività, diciamo, di base delle tre organizzazioni torinesi e genovesi che non si sono mai fermate durante il lockdown.

“Grazie ad ‘EduCare’ – spiega Luisa Pignata di “Stella popolare” – siamo riusciti a realizzare 6 settimane di centro estivo che, altrimenti, ce lo saremmo sognato. Utilizzando gli spazi della scuola ‘Einstein’ di via Pacini abbiamo realizzato un laboratorio di teatro con le elementari e uno con le medie e pure un laboratorio di educazione alle emozioni, un lavoro per insegnare ai bambini ascolto, empatia, comunicazione emotiva”.  La maggior parte dei bambini e adolescenti coinvolti nel progetto sono stranieri. Ancora Luisa Pignata: “Il teatro serve molto per fare gruppo, per imparare l’italiano. Per migliorare la lingua s’è rivelato interessante il Rap. Li ha presi moltissimo e l’improvvisazione in rima s’è rivelata fenomenale per la lingua”. Ora che è iniziata la scuola, “Stella popolare” riparte, due giorni la settimana per le elementari e due per le medie, con le attività di supporto allo studio e educazione alla cittadinanza. Alle quali, grazie ai fondi ministeriali, sarà possibile aggiungere i laboratori estivi ma anche, il sabato mattina, le feste e gli incontri con le famiglie per fare, creare comunità.

A Genova, nel quartiere di Fegino, “una zona eterogenea, non particolarmente popolosa, che ha mantenuto la struttura di un paese, negli anni ha vissuto diverse forme di disagio e sofferenze dovute anche a eventi alluvionali, ambientali e buon’ultima la tragedia del ponte Morandi, con fragilità anche economiche nelle fasce di età più alte. Un quartiere che ha bisogno di supporto e sostegno scolastico”, spiega Marco Vagnozzi della Fondazione dedicata a Bianca Costa Bozzo che, negli Anni ’70, aveva fondato nel capoluogo ligure il Ceis e la prima comunità terapeutica per i tossicodipendenti. “All’epoca a occuparsi di queste dipendenze c’erano solo lei e don Gallo con la sua comunità di San Benedetto al Porto”, ricorda Vagnozzi. Gli educatori genovesi hanno portato avanti laboratori educativi per tutta l’estate, da quelli ludico sportivi a laboratori per valorizzare le capacità individuali dei ragazzi e altri ancora legati alla storia e alla memoria del territorio. Laboratori tenutisi nella parrocchia Sant’Ambrogio di Fegino e nella sede Arci dello stesso quartiere. “Ora che è iniziata la scuola – aggiunge Vagnozzi – i laboratori continueranno ma solo al pomeriggio”.

“Il bando ministeriale – racconta Francesco Miacola da via Pio VII 19 e 25 dove opera il “Villaggio che cresce” – ci ha permesso di riprendere al meglio le attività confinate, con il lockdown, a piccoli gruppi distanziati”. Il lavoro dei volontari di Acmos e Lvia è ormai pluriennale tra i palazzoni dell’area ex-Moi. Con la Circoscrizione e Specchio dei tempi la collaborazione risale al 2016 quando ci si accorse che molti bambini della zona non andavano a scuola. “Oggi – continua Miacola – coinvolgiamo una settantina di ragazzi, moltissimi stranieri, nelle attività di ‘EduCare’”.  Tutta l’estate, nei locali di Hiroshima Mon Amour e ora anche nelle prossime settimane, si sono tenuti e si terranno laboratori educativi che spaziano dalla danza Hip-pop alla musica con percussioni e orchestra a  laboratori che si avvalgono della tecnologia: “Abbiamo realizzato pure un piccolo laboratorio giornalistico”. Così come in Barriera, dall’altra parte della città, nell’area dell’ex-Villaggio olimpico si punta molto, per creare la comunità, sulle feste con la gente del quartiere e le famiglie dei ragazzi coinvolti nel progetto: se ne faranno a fine ottobre e una, aperta a tutta la cittadinanza, sotto Natale.

Riso Gallo dona migliaia di snack per anziani, bimbi e senzatetto

Angelo Conti

Riso Gallo ha donato a Specchio dei tempi due pallet di tavolette, gallette e snack di riso che abbiamo subito destinato ai senzatetto delle nostre quotidiane Colazioni dei Poveri (Casa Santa Luisa, nel cuore di Torino), agli anziani bisognosi del progetto “Forza Nonni!”, ai due centri estivi per i ragazzi dell’ex Moi e dei Giardini Saragat. Ritirati stamattina alle 10 alle 13 erano già tutti a destinazione, già distribuiti dal pomeriggio.

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Oltre 300 bambini tutta l’estate con noi

Angelo Conti

Stare vicini ai bambini vuol dire starci sempre. E così Specchio dei tempi non interrompe le sue attività nel periodo estivo, anzi le incrementa per offrire a tanti ragazzi che non possono andare in vacanza una alternativa alla noia ed ai pericoli delle grandi città. Sono oltre 300 i bambini coinvolti nelle nostre iniziative.

A Torino dove si accentua sempre più l’operatività della fondazione, abbiamo triplicato gli spazi nell’area dell’ex Moi-Borgo Filadelfia (dove funziona da 4 anni il nostro centro di aggregazione “Il Villaggio che cresce”) ed ampliato, grazie alla disponibilità del liceo Einstein, l’area destinata ai bambini nella zona dei Giardini Saragat (dove continuiamo il progetto Stella Polare). Entrambi affidati ad Acmos ed Lvia.

Due centri sono anche a Bari (Spazio Eden e Area Tooplay), il primo destinato ai bambini delle primarie con difficoltà di apprendimento, il secondo ai ragazzi di primarie e secondario che amano i giochi, da tavola e di ruolo. Anche a Genova i centri sono due, entrambi nel quartiere di Fegino, in collaborazione con Bozzo Costa Onlus.

A Milano, ogni giorno, forniamo 120 pasti ad altrettanti bambini che frequentano un’area di svago in via Salomone. A Roma continuiamo a lavorare (con Amici dei Bimbi Onlus) fra i ragazzi del difficile quartiere Bastogi. A Sant’Arcangelo in Lucania abbiamo infine avviato un progetto sperimentale, pensato per un comune in un’area marginale del nostro paese, che raccoglie una ventina di bambini a cui viene offerta la possibilità di seguire corsi ed attività ludiche in collaborazione con un gruppo di giovani locali.

L’attività a Roma, Bari, Milano e Sant’Arcangelo è gestita direttamente da Specchio d’Italia (il brand nazionale di Specchio dei tempi) mentre quella a Torino e Genova, che non è solo estiva ma che terminerà a dicembre, è sostenuta anche da un importante contributo del Dipartimento per le politiche della famiglia – Presidenza del consiglio dei ministri, nel quadro del Bando Educare 2020.

Le attività di Torino e Genova, rivolte ai bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, consistono prevalentemente in laboratori di musica, teatro, radio e video, scrittura, sport, riciclo, orti urbani, scoperta della storia e memoria del quartiere, uso consapevole delle tecnologie e del web, prevenzione e salute. A Bari, Roma, Milano e Sant’Arcangelo invece l’attività sarà soltanto estiva ed avrà anche una componente didattica, nell’ottica di una positiva ripresa della scuola a settembre.

Apre Specchio25, raddoppiano i locali al Moi

Angelo Conti

Questa mattina abbiamo presentato a Davide Ricca, il presidente della Circoscrizione 8, i nuovi locali che Specchio dei tempi ha acquisito (grazie ad ATC) in via Pio VII 25, in area ex Villaggio Olimpico – Borgo Filadelfia. Già oggi pomeriggio verranno impiegati per accogliere i ragazzi che assistiamo con il progetto “Il Villaggio che cresce” che comprende doposcuola ed aiuto compiti per bambini delle primarie e ragazzi delle medie.

Questi locali, direttamente gestiti dalla fondazione, verranno impiegati anche per altre attività della fondazione a partire dal progetto di “Sportello di strada” che lanceremo a fine maggio.

Il “Villaggio che cresce” raddoppia: nuovi locali al Moi

Angelo Conti

Specchio dei tempi, da 4 anni, lavora nell’area dell’ex Moi, dove continuiamo a organizzare (con la logistica di Lvia e Acmos) il doposcuola, l’aiuto compiti e altre attività ludiche e didattiche contro la dispersione scolastica. Destinatari un centinaio di bambini delle primarie e delle secondarie (scuole Pertini, Sidoli, Vico soprattutto) che vivono nel quartiere intorno all’ex Villaggio Olimpico per molti anni occupato, e nel vicino Borgo Filadelfia.

Il Covid, ed anche la necessità di ospitare altre attività, ci hanno consigliato di raddoppiare gli spazi. Lo abbiamo fatto e da oggi i nuovi locali sono pronti, in via Pio VII numero 25, a pochi metri dalla sede storica del Villaggio che cresce.

Il "Villaggio che cresce" spiegato alla circoscrizione

Di Angelo Conti

Ieri sera, nel locali del Villaggio cresce di via Pio VII 19, Specchio dei tempi e il team del Villaggio che cresce (Acmos e Lvia) hanno incontrato la terza commissione della Circoscrizione VIII, presente il presidente Davide Ricca. E’ stata l’occasione per fare il punto sull’attività e le prospettive del progetto a favore della scolarizzazione e contro la dispersione scolastica sviluppato nell’area dell’ex Moi.

L'impegno sociale di Acmos, "i giovani in prima linea"

Articolo di Angelo Conti

Ci sono 200 ragazzi di Torino che hanno scelto l’impegno sociale per cercare di cambiare un po’ il mondo, un po’ la città, un po’ il futuro di tutti. E lo fanno nelle scuole e nelle strade, con slancio crescente, nonostante i tagli delle risorse pubbliche e nonostante la sempre maggior complessità del tessuto sociale. Sono i ragazzi di Acmos. Nata vent’anni fa, l’associazione celebra in questi giorni il suo compleanno, anche con una tre giorni (da martedì a giovedì in corso Trapani 91, al Gruppo Abele) di riflessione, di confronto e di studio.  Con interventi prestigiosi: da don Luigi Ciotti a Paolo Bianchini, da Laura Boldrini a Maria Teresa Martinengo.

“Abbiamo scelto – spiega il presidente di Acmos, Diego Montemagno – di non trasformare questa ricorrenza in qualcosa di immobile, una sorta di museo fatto solo per ricordare, ma in un momento per confrontarci e costruire. Interrogandoci sulle nuove frontiere di un impegno come il nostro. Partendo dai mali di questi anni, a cominciare dalla rinuncia alla vita e dalla dilagante depressione.  Purtroppo malesseri diffusi anche nella generazione più giovane, quella che ormai vede il futuro come una minaccia, non più come una promessa.”.

E da lì il passo verso la scuola: “L’assenza di speranza è il principale motivo della dispersione scolastica, un fenomeno che noi abbiamo sempre messo in primo piano. Anche con i progetti ideati e realizzati con Fondazione Specchio dei tempi nell’area dell’ex Moi, di Madonna di Campagna e di Barriera di Milano. E con quelli nostri più tradizionali, soprattutto nelle scuole superiori. Vogliamo dare motivi ai ragazzi per studiare, per crescere. Ci rendiamo conto del loro disorientamento verso un mondo ancora permeato dall’ascesa per relazioni, dalla cultura mafiosa, dall’impiego su raccomandazione. Dobbiamo costruire e mostrare una strada diversa”.

Acmos ha scelto fin dai primi anni di vita l’antimafia sociale come ambito d’impegno: ”Per questo aderiamo e sosteniamo Libera in Piemonte, facciamo percorsi di educazione alla legalità nelle scuole e gestiamo tre beni confiscati alle mafie: Cascina “Carla e Bruno Caccia” a San Sebastiano da Po, dove c’è una comunità di giovani e una produzione agricola, Cascina “Arzilla” a Volvera, polo educativo, il Performing Media Lab in Via Salgari 7 a Torino, ex officina ora spazio espositivo per artisti e polo creativo”.

L’azione di Acmos passa attraverso un lavoro condiviso: “Abbiamo molto insistito, in questi 20 anni, sull’organizzazione delle persone in collettivi, i cosiddetti gruppi intermedi della società.  Abbiamo scommesso sulla convinzione che sia più facile trovare persino la felicità, se la si rincorre insieme. Facendo politica sì, ma lontano dai partiti.  Sempre con spirito critico, ma cercando la partecipazione.  Con posizioni a volte anche non scontate. Un esempio quella sul fenomeno dei Fridays for Future. Dove notiamo che ci sono i ragazzi della base, quelli dei cortei, e poi c’è Greta che parla all’Onu. In mezzo non c’è niente, non c’è organizzazione. Il risultato è che ne esce danneggiata la democrazia”.

Quale sarà il domani di Acmos? “Continuerà ad esistere sino a quando l’analisi dei mali sarà condivisa, sino a quando sarà uno strumento per aggregare giovani. Oggi siamo in 200, con un presidente, un consiglio direttivo giovanissimo (età media di poco sopra i 25 anni), un comitato etico. Siamo strutturati in quattro ambiti di azione, che si ritrovano ogni settimana per realizzare una formazione permanente.  Gli ambiti si occupano del Movimento, della Scuola, del DAI (Diventare Adulti Insieme) e del Meridiano d’Europa (per connettere la nostra realtà a quelle analoghe di altri paesi)”.

Per chiudere una considerazione sulle attività con la fondazione dei lettori de La Stampa: “Siamo contenti – conclude Diego Montemagno – dei tanti progetti, alcuni non semplici,  sviluppati negli ultimi quattro anni con Specchio dei tempi. Siamo orgogliosi che altri, apparentemente lontani dal nostro mondo, abbiano messo a fuoco il ruolo di Acmos, la nostra utilità e la nostra capacità nel perseguire obiettivi. Realtà difficili, come quella in cui ci muoviamo a Torino, hanno bisogno di condivisione. Di risorse, ma anche di stimoli, di dialogo, di voglia di conoscersi e di crescere insieme. E’ quanto ci lega a Specchio dei tempi”.

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Ex Moi, riparte il villaggio che cresce

Articolo di Angelo Conti

È in corso nella sede del Villaggio che cresce in via Pio VII 19, la festa inaugurale della stagione 2019 2020. Anche quest’anno (il terzo), fittissimo il programma di doposcuola, formazione, giochi.
Stasera è prevista anche una cena per almeno un centinaio di persone. Tanti, tantissimi bambini, con le loro famiglie stanno animando i prati antistanti le palazzine dell’emergenza abitativa.
Il Villaggio che cresce è una iniziativa di Specchio dei tempi, con Acmos e Lvia, per contrastare la dispersione scolastica, favorire una corretta integrazione, sostenere la legalità.

Lavoriamo sulla strada per dare ai ragazzi un futuro onesto e sereno

Articolo di Angelo Conti

“Stella Popolare” è il progetto di Specchio dei tempi per contrastare il bullismo, le bande giovanili, la dispersione scolastica, la diffusione degli stupefacenti. Rappresenta lo sviluppo di una attività “su strada” iniziata tre anni fa all’ex Moi e poi replicata a Madonna di Campagna, ora a Barriera di Milano. Sempre con l’aiuto e la logistica di Acmos.
Ieri ci sono stati diversi momenti aggregativi, quello testimoniato dalla foto ai giardini Saragat. Il progetto continuerà nei prossimi mesi, anche con lo sviluppo di nuove iniziative.

Specchio festeggia il Natale con i bimbi del Moi

La musica dell’orchestra Giulia della scuola Regio Parco (quartiere Aurora) sta riempendo di gioia la festa di Natale del Villaggio che cresce… Una iniziativa di Acmos e Lvia sostenuta da Specchio dei tempi a favore dei bimbi dell’ex Moi e del quartiere.

Un progetto che è un lungo e intenso percorso di affetto e di consapevole integrazione che unisce vecchi e nuovi bambini italiani. Un orgoglio per Specchio dei tempi e per l’Istituto Comprensivo Pertini che l’hanno ideato, poi sviluppato con equilibrio, impegno e competenza da Acmos e Lvia. Una storia lunga quasi due anni al Moi Ex Villaggio Olimpico. L’esempio che la integrazione può avvenire anche in pace e nel rispetto di tutti.

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Moi, dall'esperienza di Specchio un'idea per trasformare l'illegalità in legalità

Articolo di Angelo Conti

Prevedibile e attesa, arriva la notizia del rientro nelle cantine del Moi di una trentina di profughi. In attesa di un ugualmente prevedibile rientro nella palazzina sgomberata, nonostante gli ingressi murati e le scale demolite. Con Specchio dei tempi, chi scrive ha realizzato insieme ad Acmos, Lvia e Istituto Comprensivo Pertini, un intervento di scolarizzazione sull’intera area ex Mercati Generali, il “Villaggio che cresce”, che, ancorché svolto esattamente all’ingresso delle palazzine occupate, non ha mai avuto la minima opposizione e ricevuto soltanto sorrisi. Al punto che Specchio, Acmos e Lvia sono poi passati, con il progetto “il villaggio che lavora”, ad un autentico piano di recupero degli occupanti più volenterosi a cui è stata offerta una sistemazione abitativa onesta e regolare e, da settembre, anche la frequenza gratuita in istituti professionali e, per uno di loro, addirittura quella dell’ultima classe del liceo scientifico. Una integrazione da realizzare attraverso lo studio e l’impegno. Con prospettive solide per il futuro. Partita bene, con numeri forzatamente modesti (noi siamo pur sempre una piccola fondazione) ma con soddisfazione di tutti.
L’esperienza che ho maturato al Moi mi fa dunque pensare che gli sgomberi attraverso la concessioni di decine e decine di alloggi di edilizia popolare o religiosa siano destinati a non risolvere nulla, magari facendo solo crescere la rabbia dei regolari (italiani e stranieri, molti realmente disperati) che da anni sono in lista di attesa per avere una casa. Piuttosto mi pare più percorribile la strada di una graduale integrazione, iniziando una opera di legittimazione delle occupazioni attraverso la proposta di affitti, inizialmente a canoni simbolici, così da trasformare l’illegalità in legalità. Una strada graduale, nemmeno semplice, con qualche incognita, ma che forse varrebbe la pena tentare. Proprio sulla falsariga di quanto Specchio sta attuando con “il viaggio che lavora”. Impegnandosi in umiltà, con attenzione, con lealtà, con trasparenza e senza troppi titoloni sui giornali.

 
(Per leggere l’articolo di Federico Genta, fai clic sulla foto con il tasto destro del mouse)

[LaStampa] Sul bus dei bambini che vedono il mare per la prima volta

Articolo di Lucia Caretti

Milena ha cominciato a preparare la valigia giovedì scorso. Non vedeva l’ora di partire e ieri ha salutato mamma Anita sapendo che le mancherà: «Ciao, ti lascio per sette giorni». Primo viaggio senza genitori, un po’ di nostalgia, divertirsi e diventare grandi. «Bellissimo – si commuove Anita – i bambini imparano a essere responsabili e a stare insieme». Milena arriva dal Perù, Mohamed e Youssef dall’Egitto, Noemi è figlia di una signora italiana che dice solo quattro parole e il resto con gli occhi: «Siamo in difficoltà. Grazie».

Piazza Maria Ausiliatrice. Comincia davanti alla basilica di Don Bosco l’avventura di «Bambini mai in vacanza», un progetto interamente sostenuto dalla fondazione «Specchio dei tempi» e realizzato insieme ai salesiani, che accoglieranno 50 ragazzi dagli 8 ai 13 anni nella loro casa di Vallecrosia, in provincia di Imperia. Giochi, nuotate, pulizie a turno, tappe a Ventimiglia e al parco acquatico delle Caravelle. Una settimana in spiaggia per i piccoli che non hanno mai visto il mare. O non se lo ricordano più.

-> Clicca qui per leggere l’articolo completo di Lucia Caretti pubblicato su La Stampa di oggi 26/06/18