[LaStampa] L'appello di Barbara Bonansea per il Sant'Anna

Mancano 150 giorni: entro l’8 marzo la Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi inaugurerà il day hospital oncologico che sta ristrutturando al Sant’Anna. Un progetto contro i tumori femminili che ha come testimonial la calciatrice Barbara Bonansea. 

Sono Barbara Bonansea, calciatrice.
Vivo alla giornata e prendo le cose come vengono. Come è successo con Specchio dei tempi: un colpo di fulmine, una scelta rapida. Ricevo molte richieste per iniziative benefiche. Ho deciso di puntare su una, questa, perché penso che bisogna essere presenti e dare il massimo per riuscire davvero a trasmettere energia. Eccomi dunque accanto a Specchio: vi racconto perché ho voluto impegnarmi per la ristrutturazione del day hospital oncologico del Sant’Anna.
Sono convinta di una cosa: chi affronta una malattia è un guerriero. Quante persone combattono ogni giorno! Hanno dentro dei sentimenti di forza importanti. Ma a volte hanno bisogno di qualcuno che glielo ricordi. O che, anche solo con un sorriso, possa tirargliela fuori questa forza. Ci proverò.
Ho solamente 28 anni e non voglio dare lezioni di vita a nessuno. Vorrei semplicemente spiegarvi perché questo progetto mi sembra intelligente. E perché ci credo. Credere per me è fidarsi, quindi ho scelto con fiducia di partecipare attivamente. Ho visitato il cantiere, conosciuto i medici. Quando il reparto sarà aperto alle donne che si dovranno curare le incontrerò.
Ho fatto mio il motto del progetto: “Diamo speranza”. Ho scelto la praticità, la voglia di fare, di costruire, perché solidarietà per me significa agire. Gli stessi valori che ho sposato in Specchio dei tempi. Insieme, diamo speranza. Ristrutturiamo un reparto fantasma per permettere alle donne di essere curate in un posto accogliente con tecnologie all’avanguardia: diamo speranza. Sorridiamo, costruiamo. Diamo speranza.

-> Clicca qui per leggere le parole di Barbara su La Stampa del 08 ottobre 2019

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Visite senologiche gratuite alla Stratorino

Articolo di Angelo Conti

Specchio dei tempi contro i tumori femminili, anche nel contesto della Stratorino. L’impegno della fondazione è quello di realizzare il completo rifacimento del Day Hospital Oncologico del Sant’Anna e offrire alle donne malate di cancro un percorso di cura completo e di qualità. Il cantiere è in piena attività e si prevede l’inaugurazione nella primavera 2020. Per raggiungere questo scopo, è in corso una sottoscrizione popolare. Ma Specchio è anche sensibile alla prevenzione ed ha organizzato due giornate di visite gratuite sabato 28 (dalle 14 alle 19) e domenica 29 settembre (dalle 9 alle 13), in Piazza Castello. I medici del Sant’Anna saranno disponibili negli ambulatori dello Specchiobus e i volontari illustreranno l’iniziativa di Specchio dei tempi a favore del Sant’Anna.

Per donazioni e offerte è possibile accedere al sito www.specchiodeitempi.org/santanna, oppure telefonare allo 011.6568376, o effettuare versamenti direttamente alla Stampa Store di via Lugaro 21, allo Specchio Point di via Santa Maria 6H, oppure all’Agenzia Centrale Castello di Reale Mutua, in orario di ufficio.

Per tutti i dettagli, clicca qui.

SpecchioBus in via roma, visita senologica gratuita a 171 donne

Articolo di Angelo Conti

Oggi abbiamo fatto una cosa bella. In via Roma, utilizzando i due ambulatori medici dello Specchiobus, Specchio dei tempi ha offerto una visita senologica gratuita di prevenzione a 171 donne. E’ stata anche l’occasione per presentare ai torinesi il progetto di ricostruzione del Day Hospital Oncologico del Sant’Anna che Specchio dei tempi trasformerà in realtà entro la fine dell’anno. Tante le donazioni arrivate dalla gente.
Grazie dunque ai medici del Sant’Anna Manuela Puopolo, Maria Rosa D’Anna, Elena Bertone, Daniel Caccozza, Fulvio Borella e Jole Nuzzo. Grazie ai volontari dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), di A.C.T.O. Piemonte Onlus (Alleanza Contro il Tumore Ovarico), di G.A.D.O.S. (Gruppo Assistenza Donne Operate al Seno), di “In seno alla vita Onlus”, di R.A.V.I. (Ricominciare a Vivere dopo il Cancro al Seno) e di S.I.D.E.O. (Solidarietà Internazionale Donne con Esperienza Oncologica). Grazie allo staff di Specchio dei tempi, impegnato in una complessa e intensissima giornata. Grazie anche all’Associazione Lorenzo Greco ed a ‘nonno Mario’, preziosi nella logistica.

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Sant'anna, così i nuovi ambienti daranno forza alle malate

Articolo di Beppe Minello

Ci sono i medici, gli infermieri, il personale sanitario nel suo complesso. Poi ci sono loro, mossi solo dall’altruismo, dalla generosità, spesso dall’esperienza, dolorosa o illuminante, vissuta sulla propria pelle nel letto di qualche ospedale o persi nei meandri di una Sanità che sa offrire tante prestazioni di eccellenza ma anche momenti di smarrimento burocratico e umano. Sono i volontari che, solo nel complesso della Città della Salute, «sono circa 1.800, un numero significativo e importante se si pensa che tutti i dipendenti della stessa struttura, dal primario all’ultimo usciere, arrivano a 15 mila persone» rivela Luigi Visintin, presidente di Federvolontari. Ed è con questo mondo che la Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi lavora e lavorerà per realizzare il Day Hospital del Sant’Anna. Un mondo che s’è confrontato con Specchio dei tempi per raccontare progetti e sogni che nel nuovo Day Hospital possono trovare una possibilità di ulteriore rilancio «a patto che il progetto venga realizzato tenendo conto delle esigenze delle donne e i volontari trovino il modo di coordinarsi meglio tra loro per evitare doppioni e non disperdere energie» ha ammonito la dottoressa Teresa Volpe, medico del Sant’Anna e, essa stessa, esponente di «In seno alla vita». Un richiamo alla realtà e alla concretezza doveroso che però nulla toglie alla ricchezza, alla fantasia, alla bellezza di ciò che tante donne e uomini realizzano ogni giorno negli ospedali torinesi, non solo al Sant’Anna, a favore di sconosciuti accomunati dal dolore.
Onofrio Di Gennaro e Anna Maria Ottaviani dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) sono entusiasti del nuovo Day Hospital «con il quale collaboreremo perché l’umanizzazione delle strutture sanitarie è anche il nostro obiettivo. Siamo una cinquantina. Da tempo attendiamo un progetto come il nuovo Day Hospital perché conosciamo le esigenze di chi, mentre già combatte una battaglia durissima contro il male, deve correre da una parte all’altra dell’ospedale». Paola Montano, psicologa, guida il GADOS, (Gruppo Assistenza Donne Operate al Seno), l’associazione più antica. «Ad aprile compiamo 35 anni – dice Fernanda Barlusconi – e da allora ci occupiamo di gestire il cambiamento che affrontano le donne che precipitano nell’incubo del tumore al seno. Che noi conosciamo perché ci siamo passate. Siamo una testimonianza diretta che ce la si può fare». Il GADOS è un vulcano di iniziative: dai corsi di cucina naturale coordinati dal cuoco dell’Istituto dei tumori di Milano, «ai corsi di danza del ventre e iniziative ludiche come le sfilate di moda mare con costumi adeguati a chi è stato operato al seno – dice Paola Montano -. Offriamo a tutte loro la possibilità di rimettersi in gioco». L’obiettivo della RAVI, nata su impulso del chirurgo senologo Coluccia e delle donne accomunate dalle ore passate insieme a fare chemioterapia, è indicato esplicitamente nel suo nome: ricominciare a vivere dopo l’operazione al seno.

La RAVI è guidata da 3 anni da Antonella Davello: «Quando è tutto finito, tornare alla normalità non è sempre facile – dice -. Il cancro al seno ti toglie parte della personalità femminile e questo non è facile da gestire». «Il nostro fiore all’occhiello che piace tanto alle ricoverate – racconta Pina Martinazzo, una delle due vicepresidenti, operata e socia fondatrice del Ravi – è «Il dottore risponde» che una volta si chiamava «Dottore si spogli». È il momento in cui i medici della “breast” rispondono alle domande delle pazienti che in quella sede, spesso, trovano il coraggio di fare quelle domande che non hanno osato fare a tu per tu». Alice Tudisco della ACTO (Alleanza Contro il Tumore Ovarico) e a Dina Aufiero che guida la SIDEO (Solidarietà Internazionale Donne con Esperienza Oncologica) sono un altro esempio di altruismo. «Seguiamo tutte le donne con problematiche oncologiche, non solo quelle operate al seno – spiega Aufiero -. Il nostro staff, composto da una trentina di persone, compreso un medico legale e un legale che offre consulenze gratuite, aiuta le donne a risolvere i problemi che sorgono dopo l’intervento quando le donne, soprattutto le più giovani e in campo lavorativo, si ritrovano sole»

[La Stampa] Sant'Anna, il sogno che vale un milione

Articolo di Alessandro Mondo tratto da La Stampa del 7 marzo 2019

Una sottoscrizione per il Sant’Anna. Avvio dei lavori in estate e consegna della struttura nel prossimo inverno

Un appello alla generosità di tutti, fatta di grandi e piccoli contributi accomunati dalla disponibilità a mettersi in gioco per una buona causa che sopperirà alla carenza delle risorse pubbliche.
Il fronte è quello dell’ospedale Sant’Anna di Torino e del cancro, che segna milioni di persone e contro il quale la Medicina è impegnata in una lotta senza tregua. L’iniziativa rimanda alla Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi, che a Torino e non solo è sinonimo di serietà e di trasparenza, impegnata in una nuova sfida: progettare e realizzare il nuovo reparto Day Hospital unificato di Oncologia ginecologica, pelvica e mammaria. Perché? «Perché è indispensabile aprire un nuovo Day Hospital con due grandi sale di infusione e di monitoraggio sanitario per affrontare nel modo più adeguato possibile l’assistenza alle donne colpite da neoplasie femminili all’insegna dell’eccellenza medico sanitaria e dell’umanizzazione.

Nuova sfida

Concetto spiegato da Silvio Falco, direttore generale della Città della Salute, e ribadito da Umberto Ricardi, preside della Facoltà di Medicina. Al loro fianco Lodovico Passerin d’Entrèves, presidente della Fondazione: «Il nuovo progetto per il Sant’Anna rientra in una lunga storia di attenzione al territorio e alle sue esigenze, un impegno costante che ogni volta si arricchisce di nuovi obiettivi».

Presidio di riferimento

Il tutto con la consapevolezza che per le donne la battaglia contro il cancro viene combattuta prevalentemente nell’ospedale universitario su corso Spezia, polo di riferimento per le patologie oncologiche femminili anche per pazienti sovente in arrivo da altre regioni: a proposito di “mobilità attiva”, cioè di donne disposte a spostarsi per scegliere l’eccellenza. Un punto di riferimento importante, che alla pari delle altre strutture della Città della Salute – variamente datate e fonte di costi di manutenzione nell’ordine di decine di milioni l’anno – ha bisogno di interventi per stare al passo con le sfide della Medicina, con le aspettative delle pazienti e degli stessi medici. Perchè se è avviato il percorso verso il nuovo Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione previsto dalla Regione sull’area ex-Avio-Oval, evidentemente non si può derogare dalla disponibilità nel presente di presidi sanitari all’altezza.

La convenzione firmata tra l’azienda ospedaliera Città della Salute e la Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi Onlus rientra in questo obiettivo. Come si premetteva parliamo della completa ristrutturazione dell’area del Day Hospital al primo piano dell’ospedale: 1.050 metri quadrati, con una spesa prevista di oltre 1,2 milioni. Insomma: un intervento pesante.

Oltretutto, il progetto verrà concretizzato in tempi brevi: avvio dei lavori in estate e consegna della struttura nel prossimo inverno. La Città della Salute provvederà a proprie spese a dotare il nuovo Day Hospital di arredi e strumentazione nuova.

Il territorio al centro

Per centrare anche questo traguardo Specchio dei Tempi lancia una sottoscrizione tra i lettori de La Stampa e tutti coloro che sono sensibili al tema della lotta contro il cancro. Una nuova partita, difficile ma promettente. Emblematico il caso di un imprenditore torinese che si è già fatto vivo dichiarando di voler donare per questa causa 100 mila euro. Ma i progetti della Fondazione camminano anche sulle gambe di tante persone che mettono a disposizione contributi decisamente più ridotti, fiduciosi nel fatto che saranno investiti: e investiti al meglio. Ancora una volta.

Per informazioni: www.specchiodeitempi.org/santanna; specchiodeitempionlus@lastampa.it; 011.6568376

LE SCARPETTE ROSSE DI SPECCHIO, TUTTI I GIORNI

di Angelo Conti 

Oggi è la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. E oggi troverete media e social colmi di riflessioni, notizie, dichiarazioni di intenti. Oggi tutti contro la violenza. E domani? Dopodomani? Fra un mese?

Un impegno vero è per sempre. E noi della Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi lo sappiamo benissimo. Così, da 6 anni, ospitiamo decine di bambine e ragazze vittime di violenze nel nostro villaggio di Ibbawale in Sri Lanka. Cinque case famiglie, capacità sino a 50 letti, in otto edifici costruiti in mezzo ad una piantagione di cannella, all’estremo sud del Paese.


 

Angelo Conti in Sri Lanka un mese fa (clicca qui per leggere il reportage)

Questo villaggio era nato subito dopo lo tsunami, dodici anni fa, per ospitare i malati di dengue. Ha avuto finalità sanitarie per cinque anni, poi è stato riconvertito in una struttura assistenziale per le bambine e le ragazze che vengono allontanate dalle famiglie, dopo essere state vittime di abusi, dai tribunali del sud di quel Paese. Noi, insieme ai monaci buddisti ed ovviamente insieme al Gruppo Umana Solidarietà (nostro partner logistico sin dal primo intervento in Sri Lanka), garantiamo a queste sfortunate ragazze una casa, il vitto, l’istruzione, una formazione scolastica e professionale. Ogni giorno, tutti i giorni.

+ LEGGI ANCHE: ANGELO CONTI IN SRI LANKA, IL RACCONTO DEL VIAGGIO DI NOVEMBRE

In questo villaggio sono passate e ci sono bambine piccolissime, alcune di appena 5 anni. Una parte di loro viene gradatamente poi reinserita nella loro comunità (magari affidata a parenti), ma una parte cospicua resta con noi per molto tempo. Sono quelle ragazze che accompagneremo sino ai 18 anni, per poi cercare di inserirle in modo corretto nel mondo del lavoro. Anche attraverso accordi con aziende e catene alberghiere.

Un intervento assolutamente concreto che Specchio dei tempi segue con grande attenzione, assumendosi gli oneri e partecipando a tutte le scelte necessarie alla conduzione di una comunità complessa e delicata, nella quale lavorano una decina di dipendenti locali e un gruppetto di volontarie italiane, in questo momento tre. Qui, negli anni passati, abbiamo goduto del contributo anche di giovane volontarie del Servizio Civile, che torneranno la prossima primavera.

“Crediamo – ha spiegato il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves – che questo intervento sia un fiore all’occhiello per la nostra fondazione. Ci mettiamo affetto, amore, esperienza, serietà. Insomma, ci mettiamo il cuore. Quello dei lettori de La Stampa”.

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