Boom di donazioni per gli anziani: consegnate 2000 Tredicesime

Angelo Conti
La Stampa, 30/12/2020

Un milione e duecentomila euro, il record di sempre per le Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi. La più consolidata sottoscrizione popolare italiana, che da 45 anni si ripete puntualmente, sempre lanciata dalle colonne de La Stampa, quest’anno ha trovata una risposta eccezionale, inattesa. E’ stato così possibile inviare nei giorni scorsi  2000 contributi, ognuno da 500 euro, ad altrettanti anziani poveri e soli, in parte rispondendo a disperate richieste di aiuto, in parte soccorrendo over65 in carico ad altre associazioni di volontariato, in primis i gruppi vincenziani.  La stragrande maggioranza delle tredicesime è già stato dunque elargito, con la consueta rapidità, ad eccezione di pochissimi casi, legati ai ritardi postali di queste settimane ed alle lungaggini nel prenotare l’accesso alle banche per il ritiro della somma. 

Il risultato di quest’anno ha due precise motivazioni: “La solidarietà e l’amore verso i più anziani – ha spiegato il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves -, così drammaticamente colpiti dal Coronavirus, ha innescato un processo solidale profondo. I lettori de La Stampa hanno voluto stare vicino, idealmente e concretamente, a chi soffre e rischia di più. E lo hanno fatto anche con le Tredicesime dell’amicizia, che Specchio dei tempi ha voluto riproporre per il 45esimo anno consecutivo”. La seconda ragione del successo della sottoscrizione è lo sviluppo della raccolta attraverso il sito: se quest’anno le donazioni complessive sono state, ad oggi, 3789, di queste 1373 sono arrivate attraverso proprio attraverso il nuovo sito, per complessivi 237.414 euro, con un incremento del 252%. Il resto ha invece seguito i canali tradizionali con donazioni agli sportelli di via Lugaro e via Santa Maria (compatibilmente con le chiusure Covid), i bonifici da conto corrente bancario , i versamenti attraverso bollettino postale, con una importante impennata di Satispay.

Nate nell’autunno 1976 da una richiesta della leggendaria suor Pierina (ancora attiva oggi nei quartieri più degradati di Torino) e recepita da un giornalista de La Stampa, Marco Marello, e dal capocronista di allora, Ferruccio Borio, le Tredicesime dell’Amicizia elargirono quell’anno i primi assegni da 30.000 lire (una cifra che oggi pare piccolissima ma che allora consentiva di acquistare il carbone per tutto l’inverno). L’importo fu portato a 50.000 lire nel ‘78 ed a 100.000 l’anno dopo. Mentre il numero degli assistititi saliva rapidamente a diverse centinaia e poi superava il migliaio. Dall’80 si passò a 200.000 lire, dall’83 a 300, dall’85 a 400, dall’87 a 500, dal‘92 a 600 e dal‘98 a 700 mila lire. Con l’avvento dell’euro la cifra divenne 360 euro, sino al 2003 quando fu elevata a 400 euro. Da sei anni il contributo è salito a 500 euro, destinato a 2000 persone “over 65”. Complessivamente Specchio dei tempi, attraverso le Tredicesime dell’Amicizia, ha aiutato circa 72.500 anziani piemontesi donando loro l’importante somma (attualizzata ad oggi) di 29,5 milioni di euro. L’iniziativa, a partire da questo autunno, è stata estesa, dalla Fondazione Specchio d’Italia, anche a Milano, Roma, Genova, Bari e Sassari. La solidarietà di Torino che fa scuola nel mondo.

La somma quest’anno eccedente il milione, al momento circa 200 mila euro,  verrà immediatamente impiegata da Specchio dei tempi a sostegno del progetto Forza nonni”, pensato per essere vicini agli “over80” torinesi più in difficoltà e attivo tutto l’anno. Il numero degli assistiti salirà da 50 a 100 già nel mese di gennaio: staremo loro vicini con due spese gratuite mensili consegnate a domicilio, quattro ore mensili di assistenza domiciliare attraverso una colf, una costante presenza attraverso telefonate e commissioni, presto anche con un supporto psicologico. Perché i nonni, soprattutto in questi mesi, devono sentire tutta la nostra attenzione e tutto il nostro affetto.

Le Tredicesime dell’Amicizia arrivano ad Asti

Angelo Conti e Lucia Caretti
La Stampa, 22/12/2020

Un anno crudele, che sottrae a tutti, ma soprattutto ai più fragili, risorse e speranze. In un anno così le Tredicesime dell’Amicizia diventano ancor più preziose per gli anziani, alle prese con le difficoltà di sempre e con le paure verso una malattia spietata.

Specchio dei tempi, attivo da dieci mesi ormai con un piano di sostegno a chi lotta contro il Covid e di assistenza alle famiglie in difficoltà, sta raccogliendo per il 45° anno consecutivo il denaro necessario per aiutare il numero più alto possibile di anziani. Il target è quello di 2. 000 contributi da 500 euro ciascuno, quindi un milione di euro. Così sono stati individuati 2000 over 65 in difficoltà, a Torino e in tutto il Piemonte.

Decine anche ad Asti e provincia: persone fragili che stanno ricevendo l’assegno di Specchio proprio in questi giorni. Come tradizione dal 1976, la fondazione garantisce una selezione attenta dei beneficiati. E s’impegna per una puntuale consegna degli aiuti, per fare in modo che questo dono non sia unicamente un passaggio di denaro ma anche un momento di condivisione e amicizia. Noi siamo così, come i nostri anziani, che stiamo incontrando. Anziani come Franco, che da dodici anni non ha più una casa, e passerà il Natale al dormitorio. Come Antonio, che ha lavorato per trent’anni sui treni notte, e ora ha una pensione che dura appena tre giorni: il tempo di pagare affitto e bollette. O Luigina, che grazie ai lettori de La Stampa si sente meno sola. La generosità è tanta: dall’anonimo industriale che ha destinato una somma vicina ai 100 mila euro ai circa 3000 singoli donatori.

Silvana, da Villanova d’Asti, venerdì ha lasciato un’offerta sul sito: «Mi ritengo una persona fortunata e voglio donare un po’di fortuna a chi ne ha bisogno». Tutti possono dare una mano ai nonni delle Tredicesime, donando qui.

Il regalo di Natale per Alfonso: l’abbonamento del bus

Lucia Caretti
La Stampa, 21/12/2020

“Pronto? Signora, mi sente? Centomila grazie per la sua generosità”. Fuori dalla biglietteria c’è un anziano felice. Tiene in mano l’abbonamento rinnovato da Specchio dei tempi e si commuove un po’. Dall’altra parte del telefono c’è la donatrice che gli ha appena regalato un anno di viaggi gratis su tutti i bus della provincia di Cuneo. Vuole rimanere anonima, e vuole spiegare ad Alfonso perché: perché questo gesto che accorcia le distanze. “Le sono vicina. La vita a volte è proprio ingiusta e difficile. Spero che questo la aiuti a ripartire. Sfrutti il suo abbonamento il più possibile. Si faccia tantissimi giri. Passi un buon Natale. Le auguro ogni bene”.

La chiameremo Anna: ha trent’anni e fa l’impiegata. Abita con i genitori e qualche sera fa stava sfogliando “La Stampa”. “Ho letto la storia di Alfonso e in lui ho rivisto i miei nonni. Mi ha colpito che raccontasse di non avere i soldi nemmeno per un biglietto del pullman. Non potersi muovere è davvero limitante. Mi è venuto il magone, quella notte non ho dormito e ho deciso di fare la mia parte. Se si ha la possibilità, è bello aiutare. Può capitare a chiunque che la vita prenda una svolta strana”.

Alfonso ha 73 anni e ha svoltato qualche tempo fa. Uno sfratto, problemi di salute, il lavoro in calo: faceva il pizzaiolo e lo chef nei rifugi di montagna. Da Limone a Sestriere, è stato nelle principali stazioni sciistiche piemontesi. Finito il turno in cucina prendeva la chitarra e si metteva a suonare. Era pieno di amici e di energie e sembra impossibile, adesso, vederlo così. Si sente “solo come un cane”, ha avuto due collassi e fatica persino a camminare. E’ povero e fragile. Come tutti i 2000 anziani che Specchio dei tempi sta abbracciando con le Tredicesime dell’Amicizia.

La storica sottoscrizione si ripete ormai da 45 anni, e anche questo Natale ogni nonno coinvolto nel progetto riceverà 500 euro. Lo stesso contributo che Alfonso ha incassato due settimane fa. “L’ho usato per pagare i miei debiti per la casa popolare. Ogni mese ho 50 euro di arretrati, poi l’affitto, le bollette, la spesa. Come si fa con 649 euro di pensione?”. Bisogna rinunciare persino ai tre euro del bus.

Non più: nel 2021, finalmente, Alfonso potrà andare dove vuole. Al suo abbonamento ha provveduto questa giovane benefattrice che ha contattato Specchio e stanziato gli 80 euro necessari. La fondazione ha accompagnato l’ex cuoco in biglietteria a Cuneo e trasformato la solidarietà della donna in un supporto concreto. “Riuscendo a muoversi Alfonso potrà riacquistare un po’ di indipendenza, di autonomia e di fiducia verso il mondo esterno” spera lei. Intanto lui ha già deciso la prima meta: raggiungerà il figlio, che vive lontano, è senza stipendio e senz’auto.

Alfonso ha accento pugliese e occhi gentili. Abita in un palazzone di periferia, possiede una vecchia giacca, due tute ormai logore, una felpa da 5 euro. Nessun pigiama. Ha una vicina in difficoltà che spesso bussa alla sua porta: “Se mi avanza della pasta gliela do volentieri. Posso mangiarne solo 70 grammi e rischio che vada a male. Non butto nulla”. Perché questo signore regala da mangiare, se non ha niente? “Perché bisogna avere un po’ di cuore. Non bisogna essere egoisti. Io non lo sono. Non ho mai chiesto niente a nessuno, mi sono sempre arrangiato, ma adesso sono in difficoltà e non mi nascondo. Ringrazio tutte le persone che mi stanno aiutando con una donazione a Specchio dei tempi. Se potessi, vi abbraccerei. Vi mando un bacione con tanto affetto”.

Il Natale di Mondo Aeroporto: “Ciao Nonno, volo via con te”

Anche Daniel Mazza, il travel blogger che ha inventato Mondo Aeroporto, aderisce alla campagna #ForzaNonni: il grande abbraccio virtuale di Specchio agli anziani, per sostenere la raccolta fondi a favore delle Tredicesime dell’Amicizia. Tutti possono condividere ricordi dei loro nonni su Instagram, taggando @specchiodeitempi. I più belli saranno pubblicati dalla fondazione. Daniel partecipa all’iniziativa con un racconto tratto dal suo libro Destinazione Mondo (Sperling & Kupfer, 17,90 euro).

di Daniel Mazza

Il 5 luglio ricevo una telefonata dall’Italia. La mamma non riesce a parlare, mi passa mio padre: il nonno se n’è andato a sessantanove anni, un infarto lo ha sconfitto. Non voglio sentire, non voglio capire, tutto sembra fermarsi, un momento cristallizzato in una spada di dolore che mi trafigge. Certe notizie, quando sei lontano, ti feriscono due volte. La preoccupazione mi aveva sfiorato prima di partire, ma era volata via in un attimo perché il sorriso e la voglia di vivere del nonno sembravano renderlo invincibile e facevano svanire i cattivi pensieri.

Mio caro nonno, tu che sei stato il mio secondo padre, tu che non mi hai mai sgridato nemmeno quando facevo qualcosa di sbagliato, tu che con una risata passavi sopra a ogni mia marachella, tu che mi proteggevi sempre e mi perdonavi tutto, l’ultima volta che ho visto il tuo sorriso è stato attraverso lo schermo di un computer, mentre mi dicevi di tagliarmi la barba e urlavi alla nonna di stare zitta altrimenti non mi sentivi. L’ultima volta che ti ho abbracciato me ne stavo andando dall’altra parte del mondo, tu speravi che non partissi perché mi avresti voluto sempre vicino, ma so che eri felice ogni volta che lo ero io. E ora io sono qui e non posso fare nulla, nemmeno abbracciare la mia famiglia, adesso che ha più bisogno di me.

Mia sorella mi manda questo messaggio: «Non sentirti male o in colpa se oggi non c’eri fisicamente, tu sei parte di me, quindi con me oggi c’eri anche tu!». Ma non riesco a non sentirmi in colpa, io non ero con loro, non ero con te, nonno, non ho nemmeno potuto salutarti o farti un’ultima carezza, e questo mi fa soffrire.

Non mi dispero di averti perso, perché sono felice di averti vissuto. Sono orgoglioso di portare il tuo cognome, perché tutti quelli che ti conoscevano non potevano che amarti. Il tuo sorriso entrava nel cuore, per questo sono felice quando qualcuno mi dice che ho un sorriso contagioso. Sono simile a te in tante cose e spesso riconosco in me atteggiamenti che erano tuoi, per esempio quando ascolto in silenzio – perché mi piace farlo – ma sempre pronto a ridere e a scherzare come te. Mi hai insegnato con l’esempio a essere forte in ogni situazione, perché tu sei caduto e ti sei rialzato mille volte. Non sarà questo tuo scherzetto a farmi mollare. Ti voglio bene, e ogni notte proverò a volare via con te per stare ancora insieme.

Qualcosa è cambiato dentro di me. Non voglio più stare qui e nemmeno andare altrove, il mio entusiasmo per l’avventura americana è svanito, del viaggio a Auckland non mi importa più niente. Le giornate non passano mai, non faccio che pensare alla mia famiglia. Voglio tornare a casa. Ripartirò da dove ho lasciato per poi, lo so, ricominciare a sognare qualcosa di diverso. Vivrò il presente, proprio come ho fatto qui dal momento in cui sono sceso dall’aereo, ma non mi guarderò indietro, non tornerò sui miei passi, mi darò il tempo per ricaricare le batterie del mio cuore, pronto a immaginare una nuova meta. Da qualche parte ho letto che il parabrezza è più grande dello specchietto retrovisore proprio perché la strada che abbiamo davanti è più importante di quella che ci lasciamo alle spalle. Farò così, guarderò avanti, senza rimorsi né rimpianti.

Fra pochi giorni il nonno avrebbe compiuto settant’anni. Decido di festeggiarlo tatuandomi il suo ricordo sulla pelle, anche se è già indelebile dentro di me. Lui diceva sempre che la vita è un azzardo, quindi penso a una carta da gioco e scelgo subito l’asso di cuori, quale carta migliore per rappresentarlo? Per me lui era un asso. Mi faccio il tatuaggio all’interno del braccio sinistro, per poterlo abbracciare stringendolo sul cuore.

Poi gli scrivo una lettera virtuale, sicuro che mentre batto sui tasti lui mi stia guardando. Mi piace pensare che queste righe lo raggiungeranno quando sta ridendo, con quella risata un po’ rauca di chi nella vita ha fumato troppe sigarette. Ciao, nonno, tra poche ore qui in Australia sarà il tuo compleanno. Ora che non ci sei più, l’unico regalo che posso farti è quello di tenerti per sempre vicino al mio cuore, impresso sulla mia pelle. Ogni volta che ti chiedevo: «Com’è, nonno? Come stai?» tu mi rispondevi sempre: «È così», con quel sorriso rassicurante. Adesso, ogni volta che avvicinerò il braccio al petto sentirò il tuo: «È così» rimbalzarmi sul cuore e sarà «così» per sempre. Buon compleanno, nonno!

Il Natale di Bonansea: “Forza nonni, sono con voi!”

Barbara Bonansea, La Stampa, 18/12/2020

Forza nonni: non siete soli! Siamo con voi. Sono con voi. Si avvicina il Natale e in questi giorni così difficili il mio pensiero va in modo particolare alle persone anziane. Cari nonni, vorrei tanto abbracciarvi di persona: non si può, conosciamo tutti la situazione. Per questo mi unisco al grande abbraccio che vi sta portando Specchio dei tempi con le Tredicesime dell’Amicizia, il progetto che ogni anno offre aiuto economico ai 2000 anziani più poveri di Torino e del Piemonte. Fa male sapere che nella nostra città ci sono persone che non riescono a pagare la spesa, il riscaldamento o la bolletta. E rischiano di rimanere al freddo e senza luce. Quelle persone hanno gli stessi occhi e la stessa età delle mie meravigliose nonne, Rita e Maria. Ma non hanno nessuno accanto.

Aiutateci ad aiutare gli anziani. 

Per questo chiedo a tutti i lettori di aiutarmi: facciamoci sentire. Diciamo insieme #forzanonni! Specchio dei tempi sta raccogliendo su Instagram le storie degli anziani che portiamo nel cuore. Potete condividere le vostre taggando la fondazione. Io voglio raccontarvi di mia nonna Rita, che ha superato gli ottant’anni da un po’ ma ha la vitalità di una trentenne. Abita a cento metri da casa mia, non ha la patente e dice sempre quello che pensa. Rita dà tutto, a cominciare da se stessa, alla famiglia. Si prodiga per i nove bisnipoti, prepara cene e cenette: dall’insalata russa ai tajarin, dalle verdure in sughetto alla giardiniera. E sempre un bicchiere di buon vino rosso. Le piace parlare in dialetto e a me chiama sempre “mus brutt”, muso brutto, per ridere. Da quando è morto il nonno, ha triplicato le sue forze, le sue energie, la sua voglia di vita. Nonna Rita è unica. Ma ogni nonno è unico! E nessuno, nessuno, merita di essere lasciato solo. Soprattutto a Natale.

Donate due stanze per gli abbracci: gireranno per le Rsa cuneesi

Chiara Viglietti
La Stampa, 14/12/2020

Tornano gli abbracci. Dopo quasi un anno lontani, separati dal Covid e dal plexiglass, è ora di ritrovare le emozioni. Niente più carezze immaginate o disegnate con gli occhi. Nel Cuneese arrivano le stanze degli abbracci. Sono sette. Due sono finanziate dalla Fondazione Specchio dei tempi che aderisce grazie alla generosità dei lettori de La Stampa all’iniziativa per portare nelle case di riposo gli abbracci perduti.

Le altre cinque sono sostenute dal consorzio socio assistenziale del Cuneese (una) in collaborazione con Anteas Cuneo Odv (due) e i pensionati Cisl Cuneo (due). Fra i partner anche l’associazione provinciale Case di riposo. Ecco «Un abbraccio per Natale»: sette stanze gonfiabili che gireranno la provincia per «un grande tour degli abbracci». Tante le case di riposo che hanno già aderito. Primo appuntamento il 22 dicembre a Carrù.

Poi si proseguirà per tutto il mese di gennaio. E se il calendario verrà confermato fino alla primavera e oltre. L’idea è di coinvolgere complessivamente un centinaio di strutture. «Le stanze – spiegano gli organizzatori – sono moduli di dimensioni compatte che prevedono due ingressi separati e autonomi per gli ospiti e per i visitatori in un ambiente suddiviso in due aree da una membrana trasparente, realizzata in materiale lavabile e disinfettabile. Ogni stanza sarà messa gratuitamente a disposizione delle strutture interessate, per alcuni giorni, durante i quali verranno programmate le visite».

L’invito è ad aderire. Le realizza un’azienda di Reano, nel Torinese. Prima del Covid era specializzata in mongolfiere e gonfiabili. Ai tempi del virus crea stanze per gli abbracci. Nel Cuneese verranno messe a disposizione, a turno, nelle Rsa di vallate e pianura di una provincia che conta 140 strutture. «Il Natale si avvicina e, dopo un anno molto difficile per tutti, ma in particolare per le persone anziane che vivono nelle residenze del nostro territorio, si sente ancora più forte il bisogno di serenità e di speranza. Da qui è nata l’iniziativa per riportare gli abbracci nelle strutture per anziani».

L’ex cuoco che non può permettersi il biglietto del bus

di Lucia Caretti, La Stampa 6/12/2020

Cucina, letto, televisione. Le giornate di Alfonso sono “tutte uguali. Da quando c’è il Covid, non posso più uscire. Nemmeno vicino a casa”. Alfonso ha paura: ha 73 anni, il diabete e problemi di cuore. Abita in periferia e per lui anche andare a Cuneo è un’impresa. Deve fare tre chilometri di strada. Troppi per camminare: “Mi stanco subito”. Troppi persino per prendere il bus. “Il biglietto costa 3 euro. Non me lo posso permettere”. Così Alfonso passa il tempo sulla sua sedia, a contare i risparmi. “Come si fa con una pensione da 649 euro? Devo comprarmi da mangiare. Pagare l’affitto, le bollette, le medicine”.

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L’ultima stangata sono le spese condominiali, 950 euro. Per metà le coprirà con la Tredicesima dell’Amicizia di Specchio dei tempi, la carezza dei lettori de La Stampa. Un progetto con cui dal 1976 la fondazione abbraccia gli anziani più fragili. L’obiettivo è raccogliere 1 milione di euro entro Natale, per donare speranza a 2000 nonni come Alfonso. Ognuno riceverà un assegno di 500 euro. Ognuno ha la sua stessa storia di fatica e abbandono.

“Sono scappato di casa quando avevo 12 anni” racconta con accento pugliese. “C’era fame, non c’era lavoro, e avevo una zia vicino a Torino. L’ho raggiunta e mi ha spedito in carrozzeria. Ho fatto l’apprendista, poi il muratore e i turni in fonderia”. Ecco perché quelle cicatrici sul braccio. Le mani invece raccontano la sua seconda vita da chef. “Ho girato tutte le cucine del Piemonte” spiega con orgoglio. Quelle di montagna, da Limone a Sestriere: Alfonso ha dato da mangiare a generazioni di sciatori. E’ stato nei rifugi sulle piste, nelle pizzerie e nei ristoranti. “Finito il servizio mi mettevo a suonare. La musica e la cucina sono le mie due grandi passioni”.

Per questo ha appeso una vecchia chitarra vicino al divano. E ha trascritto le sue ricette in un’agenda che custodisce come un tesoro. Quei due ricordi lo tengono vivo. “Sono già morto due volte. Sono collassato in casa e mi sono salvato per un pelo”. Colpa di varie malattie e della più terribile. “Sono solo come un cane” confessa. “Mio fratello, il mio unico amico, non c’è più. Gli altri parenti sono lontani e stanno peggio di me. Non possono darmi una mano. I vicini? Buongiorno, buonasera, ma non c’è solidarietà. L’unico vero aiuto che ricevo è quello di Specchio dei tempi”.

Dopo lo sfratto, per un anno è stato in una casa protetta del Comune. Poi ha ottenuto questo piccolo appartamento dove entra appena un filo di luce. C’è una tapparella rotta, il peperoncino sul balcone, una cucina attrezzata con vecchi tegami e fornelli di recupero. “Mi sono sempre arrangiato. Quando faccio la spesa guardo ogni singolo prezzo, so che i soldi devono essere usati bene e non puoi fare il passo più lungo della gamba. Non ho mai bussato a nessuna porta, ma ora sono in difficoltà e ci metto la faccia. Non mi nascondo. Sono i politici che dovrebbero nascondersi”.

Alfonso è arrabbiato per i pullman che dalle sue parti non passano mai. Per l’operazione all’occhio per cui dovrà attendere altri nove mesi: “Vedo solo nebbia”. E’ arrabbiato soprattutto per l’autonomia negata. “Vorrei andare in ospedale e a farmi la spesa da solo. Invece non posso muovermi e devo aspettare che venga l’assistente sociale ad accompagnarmi, una volta alla settimana”. Ecco perché quell’ossessione per la patente: “Non ce l’ho più. Mi piacerebbe provare a riprenderla. Vorrei riconquistare un po’ di libertà. Spero che Babbo Natale mi regali il corso”. O almeno l’abbonamento del bus.

Sostieni Alfonso e le Tredicesime dell’Amicizia.

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Le Tredicesime dell’Amicizia a Roma con Specchio d’Italia

Specchio d’Italia nasce dall’esperienza, lunga 65 anni, della Fondazione Specchio dei tempi di Torino. E’ sbarcato a Roma quest’anno scegliendo di operare subito nel quartiere Bastogi, dove insieme all’Associazione Amici dei bimbi Onlus, ha avviato un progetto contro la dispersione scolastica attraverso attività di doposcuola, aiuto compiti e di formazione. Contemporaneamente ha avviato un’attività di pet therapy a favore dei bambini disabili (con Antas Onlus) ed un programma di donazione di parrucche alle donne costrette alla chemioterapia nell’Ospedale di Tor Vergata (con l’Arcobaleno della Speranza Onlus).

Per questo Natale, Specchio d’Italia estenderà anche a Roma le Tredicesime dell’Amicizia. Una iniziativa solidale che è anche il più recente momento di una lunga storia di amore verso gli anziani più fragili, soli e spesso dimenticati. In questa prima edizione gli anziani beneficiati saranno 30, che riceveranno ciascuno un assegno da 300 euro. Tutti i dettagli sono disponibili su www.specchioditalia.org/tredicesime dove è disponibile anche il format per inoltrare le richieste di aiuto. Le condizioni per ottenere il contributo sono il vivere soli, avere più di 70 anni ed una pensione minima.

Quarantacinque edizioni, 75.546 aiuti consegnati, una raccolta pari a circa 28,5 milioni di euro (attualizzata ad oggi): sta in queste cifre la storia delle Tredicesime dell’Amicizia. Tante le “storie” che costellano questo lungo percorso. Ad esempio, quella di Elena, a cui abbiamo consegnato l’aiuto di Natale per quasi 20 anni, sino alla sua scomparsa, avvenuta a 106 anni di età. O come quella di Jolanda che, prossima alla fine, chiedeva quando saremmo passati a consegnare l’assegno. La facemmo subito, regalandole l’ultimo sorriso, tre ore prima della morte. O come Bea, “intercettata” mentre raccoglieva aranci di scarto dai bidoni della spazzatura e da allora nostra beneficiata fissa. O come Giuseppe, che da 20 anni ci spiega preoccupato di essere malato di cancro, ma che rivedremo, felice lui e felici noi, anche questo Natale.

Ora aggiungeremo altri capitoli nella capitale: altri uomini, altre donne a cui offrire un gesto di amicizia, di affetto e di condivisione. L’iniziativa è di una nuova fondazione, appunto Specchio d’Italia, che ha le radici in Specchio dei tempi, il brand più noto della solidarietà torinese. Specchio d’Italia ha iniziato ad operare anche a Milano (dove ha la sede) e poi a Bari, Genova e Sassari. Tutti possono sostenere i progetti di Specchio d’Italia, donando qui.

Antonio e la pensione che dura solo tre giorni: “Aiutatemi”

di Lucia Caretti

Antonio lavorava sui vagoni letto. Adesso dice di essere diventato un matematico: ha l’ossessione per i conti. Ogni mese i numeri sono gli stessi. “Appena arriva la pensione mi tolgono 220 euro per la separazione. Ne restano 515. Devo pagare l’affitto, gli arretrati e la luce. In tre giorni non ho più nulla”. Quando Specchio dei tempi va a trovarlo ha in cassa soltanto 15 euro e mancano venti giorni all’accredito successivo. È una mattina di ottobre, c’è il sole e Natale sembra lontano. Non per Antonio. “Aspetto la vostra Tredicesima con ansia. Quando la consegnerete?”.

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In questi giorni, come sempre: la Fondazione sta erogando centinaia di sussidi da 500 euro ciascuno, per gli anziani più fragili del Piemonte. Anziani come Antonio, che è stato per trent’anni sui Wagons-Lits e poi in una cooperativa. E riceve la Tredicesima dell’Amicizia da quando il treno della sua vita è deragliato. “Sono stato sfrattato – racconta – e per un lungo periodo ho sofferto tra dormitori e pensioni. Ho passato le pene dell’inferno, ma ho lottato e sono riuscito ad avere di nuovo un alloggio”. Quello dove abita ora: un buco nel centro città, in un palazzo popolare nascosto tra le vie più eleganti di Torino. Le pareti sono tinteggiate a metà, colpa di una gamba che fa male. Le bollette da saldare sono impilate sul piccolo tavolo, colpa di quella pensione troppo bassa. A due passi c’è “la casa più bella del mondo”, una famosa residenza extra lusso pluripremiata. È tutto così vicino, eppure così distante.

“Ho 73 anni e ci metto la faccia” continua Antonio sfogliando il quaderno delle spese. “Non mi vergogno, non piango, sono sincero. Questo mese ho pagato 200 euro di luce, se no mi staccavano lo scaldabagno. Ho degli affitti arretrati. I vestiti? Me li hanno donati. Nei confronti dei sostenitori di Specchio dei tempi sono debitore in tutto: durante il lockdown a marzo mi hanno regalato il pacco alimentare. Senza la Tredicesima, a dicembre, non saprei proprio come fare”.

La raccolta prosegue e più cresceranno le donazioni, più assegni saranno distribuiti. Le richieste sono già state verificate. Persone come Antonio le preparano con mesi di anticipo: “Ogni anno scrivo una lettera a mano e telefono per ringraziare. Chiedo, senza nessuna pretesa, perché so che non è obbligatorio aiutarmi. Chiedo perché ho bisogno. Chiedo e spero che mi richiamino con una risposta positiva. Anche stavolta è successo. Grazie di cuore”.

Sostieni Antonio e le Tredicesime dell’Amicizia.

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Loescher, niente regali di Natale: “Doniamo tutto per la lotta al Covid”

di Lucia Caretti

Niente panettoni e pacchetti, Loescher ha scelto un Natale diverso: solidale. La storica casa editrice torinese ha deciso di devolvere a Specchio dei tempi tutti i fondi che ogni anno impiega per i regali. Una donazione destinata a sostenere i medici e i malati, che si aggiunge agli oltre 10 milioni di euro che Specchio ha già raccolto per l’Emergenza Coronavirus, e continua a trasformare in aiuti concreti. Anche durante la seconda ondata proseguono infatti le distribuzioni di dispositivi di protezione e di strumentazioni per gli ospedali e i soccorritori, che da mesi ormai si rivolgono alla fondazione per chiedere rinforzi.

“In considerazione della grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo – spiega l’azienda – su proposta della Direzione i dipendenti hanno concordato di rinunciare a dolci e regali che tradizionalmente venivano offerti dall’azienda in occasione delle feste natalizie, e si è deciso di comune accordo di fare una donazione a Specchio dei tempi. La scelta è caduta su questa Onlus perché opera da molto tempo con progetti in ambito internazionale e nazionale, questi ultimi rivolti anche al territorio in cui la fondazione è nata e la casa editrice Loescher è storicamente radicata. Siamo fiduciosi che questo contributo possa portare aiuto e speranza con un intervento concreto e immediato in una realtà locale così colpita dall’emergenza Coronavirus”.

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#ForzaNonni non siete soli: il nostro abbraccio virtuale agli anziani

Di Lucia Caretti

I nonni sono la nostra memoria. I nonni sono l’esempio che ci guida. I nonni sono fragili e in questi giorni soffrono più di tutti. Natale si avvicina e, come sempre da 45 anni, vogliamo stare accanto ai nonni che non hanno nessuno: i nonni delle Tredicesime dell’Amicizia, a cui diamo un aiuto di 500 euro per coprire le spese più urgenti. Un modo per trasformare il vostro abbraccio virtuale in solidarietà concreta. Dal 20 novembre con #forzanonni stiamo raccogliendo le storie dei vostri anziani su Instagram: quelle di chi non ha voce, di chi vi ha cambiato la vita. E di chi, a causa del Covid, è ancora più in difficoltà.

Aiutateci a raccontare e a donare speranza. Facciamoci sentire tutti insieme: #forzanonni, non siete soli!

Ecco come potete partecipare:

???? pubblicate sul feed o nelle stories una foto o un video di un nonno e raccontateci di lui
????️ inserite #forzanonni e tagga @specchiodeitempi
???? le storie più belle verranno ricondivise sui nostri social
⚠️ il profilo deve essere pubblico
???? se volete, invitate anche gli amici

L’eterno lockdown di Luigina: “Mi serve una sedia a rotelle”

di Lucia Caretti

Dalla finestra di Luigina si vede il Castello di Fossano, ma il panorama non le interessa più. “Da cinque anni non esco di casa. Mi tremano le gambe. Rischierei di cadere”. Quelle gambe gonfie, malate e piene di lividi riassumono tutta la storia: Luigina ha lavorato e combattuto. E’ rimasta sola e prigioniera nel suo piccolo appartamento. “Mi servirebbe una carrozzina. Ma per averla gratis bisogna andare dal fisiatra”. E il problema è sempre lo stesso: Luigina non può più uscire e camminare nel mondo.

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Dal letto alla cucina si trascina con una specie di girello: “La mia Cadillac”. La sua tana è una vecchia poltrona nera mezza rotta, dove passa le giornate a cucire ed aspettare. Quando arriva a trovarla Specchio dei tempi, ha preparato dei centrini per la fondazione. Un modo di dire grazie ai lettori de La Stampa che la sostengono da tanti anni con le Tredicesime dell’Amicizia, il progetto a favore degli anziani più poveri. “Questo piccolo dono è un dovere, perché voi fate tanto. Il denaro che ricevo da voi per me è fondamentale. Devo pagare la caldaia, le bollette, le medicine. Ho il diabete, la tachicardia, le piaghe. Vivo con l’assegno sociale”. Meno di 500 euro al mese. “Ho fatto l’inserviente in ospedale e poi ho collaborato con mio marito, traslocatore. Che però non mi ha mai versato i contributi. E mi ha dato tante botte”.

Un giorno se n’è andato e Luigina non ha dubbi: la più grande gioia dei suoi 82 anni è aver divorziato da quell’uomo. Da allora però anche il resto della sua famiglia si è divisa. Una ferita dopo l’altra. Oggi le resta una figlia che la cura con un amore e una dedizione commoventi. “Appena può viene da me, perché purtroppo io non riesco più a fare niente” spiega la donna. “Ma lei a sua volta ha figli e lavoro, e le dico che non può pensare occuparsi solo di me”. Così, inevitabilmente, per molte ore Luigina non ha compagnia e aiuto. Quest’estate è caduta in camera, il telefono era lontano. “Ho iniziato a urlare e il vicino mi ha sentita. E’ entrato dal balcone rischiando di farsi male. Un angelo”.

Luigina ha perso i denti ma non il sorriso. Racconta di una nipotina e del Natale alle porte: “Mi piacerebbe fare tanti regali”. Impossibile. I soldi non bastano e questa donna orgogliosa e rispettosa degli altri, non vuole debiti. Non ne ha mai avuti. Luigina ha una tempra da atleta: è rimasta la ragazzina che a 16 anni vinceva le gare di stile libero. E’ nata a Genova, si è trasferita nel cuneese trent’anni fa. Si porta dentro il mare e nuota in mezzo alla tempesta da tutta la vita. “Mi piace stare allegra, ma quando sono sola spesso mi prende il magone. Non ho fratelli e sorelle. Solo mia figlia e l’aiuto dei donatori di Specchio dei tempi. Li ringrazio davvero con il cuore”.

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